Pubblichiamo il testo della lezione tenuta ieri dal prof. Guido Melis all’Università “La Sapienza” di Roma, in occasione del Master Università- ANAC sulla storia della corruzione italiana dall’Unità d’Italia a oggi.
Dopo una premessa metodologica sugli studi storici in materia, nella quale Melis fra l’altro sottolinea la difficoltà di indagare la “corruzione che si addensa ma non scoppia“, cioè a dire tutti quei fenomeni corruttivi quasi fisiologici, difficili da isolare e “non visibili a occhio nudo“, viene effettuata una divisione in tre periodi della storia della corruzione in Italia. rinviando al testo qui pubblicato, la sintesi evolutiva può essere sintetizzata così: 1o periodo fino al fascismo: la corruzione attraversa le azioni politiche nello Stato post-unitario, ma non varca le soglie delle Istituzioni; 2o periodo del ventennio fascista: la corruzione inizia ad insinuarsi nel corpo delle Istituzioni, ma trova due forti baluardi d’integrità: la presenza nel corpo dello Stato di forti competenze professionali e tecniche e l’azione di corpi ispettivi presenti nei Ministeri chiave. Nel 3o periodo – post-bellico e attuale – tali baluardi vengono progressivamente a cadere, verificandosi inoltre – con il trasferimento di molte competenze pubbliche ali Territorio (Regioni e autonomie locali) – una diffusione della corruzione. Melis individua, inoltre, nella contrattualizzazione del rapporto di lavoro con l’alta dirigenza amministrativa e nella conseguente maggiore dipendenza dell’amministrazione dalla politica un fattore decisivo per creare “l’humus l’espansione del fenomeno corruttivo”. Come non convenire con questa analisi!
Melis -La lunga storia della corruzione italiana