PIERO GOBETTI – Fascismo come autobiografia della nazione

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Piero Gobetti, dalle colonne della rivista “la Rivoluzione Liberale”, da poco fondata, scrive – poco meno di un mese dopo la marcia su Roma – a proposito dello stretto collegamento esistente fra il successo del fascismo e il carattere profondo degli Italiani: il fascismo come autobiografia della nazione.

“La Rivoluzione Liberale” del 23 novembre 1922 – Elogio della ghigliottina

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L’abiura del Galilei e la fiducia nella testimonianza

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Per il nostro Paese il vero secolo buio, l’epoca della tirannia sul pensiero scientifico e del corto circuito della cultura libera fu il ‘600, ad esiti del Concilio di Trento (1545-1563) ampiamente consolidati e operatività dei gesuiti e del tribunale dell’Inquisizione in piena efficienza e pervasività. Le vicende relative all’abiura che Galileo Galilei Continua a leggere

I quarant’anni de “La Repubblica” – Una certa idea dell’Italia.

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Fa una strana sensazione sentire dal nuovo direttore Mario Calabresi che egli lesse il primo numero de “La Repubblica” quando aveva otto anni, in occasione della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Altri, come chi scrive, erano presenti al teatro Eliseo di Roma nel dicembre 1975 quando Eugenio Scalfari annunziò ufficialmente la nascita di un nuovo quotidiano “che non si sarebbe occupato di sport“….Al di là delle convinzioni politiche di ciascuno, é inconfutabile che questo giornale, come del resto altri quotidiani storici, abbia accompagnato e per certi versi segnato la storia civile del nostro Paese. Ci pare un buon motivo per dare conto del commiato di Ezio Mauro da direttore, apparso ieri. E’ intitolato: “Una certa idea dell’Italia“, con chiaro ed esplicito riferimento al pensiero di Piero Gobetti.  Come tale, merita un posto nella nostra rassegna del “pensiero degli Italiani sù sé stessi” e sulla loro storia come comunità nazionale.

  Una certa idea dell’Italia

Barbara Spinelli – la rimozione del ventennio 1993-2013

Barbara Spinelli

C’è un “fil rouge” che unisce il pensiero di Barbara Spinelli, così come lo leggiamo nel suo articolo su “La Repubblica” del 23 nov 2013, in occasione della decadenza di Berlusconi da Senatore, e quello di chi l’ha preceduta da lunghissimo tempo in questa riflessione – due nomi per tutti: Piero Gobetti e Paolo Sylos Labini: quello della contestazione di un’idea consolatoria che piace a troppi: immaginare che taluni eventi della storia del nostro Paese – il fascismo, l’8 settembre, il “berlusconismo” – siano delle parentesi, degli incidenti, qualcosa che denoti un altro da sé rispetto alle caratteristiche intrinseche di noi come popolo, come nazione. Questa idea di “anomalia” nel corso della storia si accompagna ad un’altra ugualmente perniciosa: l’idea che esista una “società civile” integra e buona ed una classe politica incapace e corrotta. Pubblichiamo, senza ulteriori commenti, l’articolo in questione e, in stretta successione, “Gli anticorpi perduti della società italiana”, pubblicato su “la Repubblica del 14 mag 2002 da Paolo Sylos Labini e “L’elogio della ghigliottina ovvero il fascismo come autobiografia della nazione” pubblicato su “la Rivoluzione liberale” da Piero Gobetti il 23 nov 1922.

Barbara Spinelli – Quel che resta del ventennio

Paolo Sylos Labini – Gli anticorpi perduti della società italiana

Piero Gobetti – Fascismo come autobiografia della nazione