Parlar male dei servizi resi dall’AMA, Azienda Municipalizzata Ambiente, società in house le cui quote proprietarie sono interamente detenute dal Comune di Roma, è diventata un’inutile perdita di tempo per qualunque cittadino romano che subisce da lustri l’offesa di vivere in strade cosparse da rifiuti maleodoranti. Quindi ci asteniamo.
Segnaliamo, tuttavia, il ridicolo amministrativo collegato al pagamento di una tassa – la TARI – che si obbligati a versare a fronte di servizi pessimi resi da questa azienda partecipata pubblica. I cittadini corretti – esistono peraltro 150.000 casi di evasioni totali (vedi qui) – sono costretti a pagare la cartella in seguito a un avviso che perviene dalla stessa AMA; squallidamente efficiente solo sul versante degli introiti, il versamento in ritardo viene prontamente multato col pagamento di interessi, che iniziano a scorrere dal giorno successivo al termine di pagamento. Che accade, tuttavia, se AMA medesima non spedisce in tempo gli avvisi di pagamento? E’ quello che è accaduto a 200.000 cittadini romani che non hanno ricevuto l’avviso per la rata del 31 luglio. Verranno tutti considerati morosi? Ma no! L’AMA nella sua bontà ha comunicato – come riportato qui sotto – che i cittadini avranno ben 15 (quindici) giorni di tempo per pagare! Quale decenza può esserci nell’introdurre una tale scadenza ravvicinata? Solo la necessità di salvaguardare chi in quell’azienda non ha provveduto a inviare per tempo gli avvisi!
Un’ultima domanda: esistono sanzioni a carico dei responsabili dell’AMA quando è tenuta – essa -a provvedere a rimborsi – dovuti e riconosciuti – a cittadini romani che ne abbiano diritto? Pare di no, visto che, fra gli innumerevoli casi irrisolti, la vicenda del rimborso che abbiamo segnalato nello scorso gennaio (vedi qui) non risulta ancora chiusa dopo due anni con il pagamento del dovuto a un cittadino forse troppo corretto.