Nel nostro Paese, mentre in tutti gli altri settori della vita nazionale si guarda alle caratteristiche e alle novità di ciò che viene prodotto all’estero, nella materia della pubblica amministrazione si rimane legati a un increscioso provincialismo.
Tale provincialismo si manifesta attraverso due segnali: da una parte c’è un ostentato disinteresse allo studio di ciò che altri Stati occidentali avanzati hanno realizzato in questo o quel campo dell’amministrazione pubblica, ma si ritiene di dover inventare soluzioni come se lo Stato italiano non abbia necessità di guardare e studiare altre soluzioni amministrative più efficienti delle nostre; inoltre, c’è quasi sempre un’opera di “contraffazione” nascosta, tale per cui ritroviamo nella nostra legislazione – statale o regionale – istituti giuridici che “ricopiano” istituti già adottati altrove da decenni, tuttavia sprovvisti della capacità di mutuarne lo spirito vero, nonché dei necessari congegni di buon funzionamento. E’ il caso dei due istituti illustrati nell’articolo di Giuseppe Beato, pubblicato sulla numero di febbraio 2019 della nostra rivista “Nuova Etica Pubblica” (clicca qui): I contrat de plan (contratti di piano) e il debat public (dibattito pubblico).
BEATO Contrat de plan e Debat public Nuova Etica Pubblica n. 12 FEBBR. 2019