Riprendiamo dal blog Demosfera – vedi qui – un articolo di Antonio Zucaro su uno degli argomenti caldi in questo momento politico di tentativi di ricostruzione del tessuto economico, sociale e istituzionale della vita nazionale: la burocrazia. Con un approccio lontano dall’entusiasmo superficiale per la necessaria “innovazione”, “semplificazione” “sburocratizzazione”, Zucaro espone con argomenti tanto pacati quanto dirompenti nel loro contenuto, il blocco d’interessi che si nasconde dietro 30 anni di fallite riforme della pubblica amministrazione: come avviene nei fatti la gestione dell’informatica nelle pubbliche amministrazioni italiane e cosa rende problematico, se non impossibile, il reclutamento nella pubblica amministrazione di professionalità giovani e all’altezza delle esigenze del tempo presente.
La partita dell’innovazione, in altri termini, si giocherà non sui contenuti delle stesse, ma più verosimilmente sulla forza delle resistenze che, ora come sempre, si oppongono ai necessari e indispensabili salti qualitativi: “la lezione di questi precedenti ci dice che, nella situazione attuale, un programma di assunzioni massicce dall’esterno incontrerà la resistenza del Ministero Economia per ragioni di bilancio, che si collegherà alle spinte sindacali per ottenere che il grosso dei posti vengano assegnati tramite concorsi interni destinati al personale in servizio nei livelli inferiori. Perché una promozione, comportando solo un aumento di stipendio, costa molto meno che una assunzione dall’esterno, ovvero uno stipendio in più. A queste resistenze interne si aggiungeranno poi, le resistenze delle diverse categorie produttive interessate a contrastare una maggiore presenza dello Stato nel controllo delle rispettive attività. Oltre ai funzionari del Fisco, si possono citare gli Ispettori del lavoro, che in Italia sono ridotti sotto le quattromila unità mentre in Germania superano le centomila. Dal punto di vista qualitativo l’assunzione di un grande numero di giovani professionisti, con la ricostituzione di corpi tecnici interni alle Amministrazioni, adeguati alle nuove esigenze di intervento imposte dalla crisi, incontrerà da un lato l’opposizione sorda degli interessi forti che hanno condizionato finora l’attività contrattuale delle pp.aa.e dall’altro la resistenza, almeno culturale, del ceto dei Capi di Gabinetto e dell’alta burocrazia, perché può implicare la fine dell’egemonia dei giuristi nell’amministrazione. Col superamento del modo di amministrare non per politiche ma facendo leggi, oggi dominante al punto da essere percepito come ovvio, naturale, l’unico possibile“.
Antonio Zucaro – Emergenza e burocrazia