Iniziano a imporsi all’attenzione dei più le problematiche legate alla capacità di spesa del sistema Italia che, in base agli accordi del 21 luglio scorso, potrà (se avrà piani credibili) attingere a più di 200 miliardi di euro (vedi sempre i nostri riferimenti ai finanziamenti non spesi in occasioni recentissime).
Al netto dei timori sulla capacità e forza politica di programmare e avviare qualsivoglia iniziativa di supporto al nostro sistema economico, l’articolo dell’economista Lorenzo Bini-Smaghi – pubblicato su Il Sole 24 Ore ” del 25 settembre (vedi) mette in guardia i lettori, anche nel caso migliore in cui tali denari vengano utilizzati per spese d’investimento. La spesa per investimenti non è di per sé capace di riavviare il nostro sistema economico se non verranno attuate “le riforme essenziali, nel settore della pubblica amministrazione, della giustizia, del sistema della contrattazione collettiva, come hanno fatto altri paesi in questi ultimi anni”. In opposta ipotesi “il sistema economico italiano rimarrà arido, incapace di trasformare fondi pubblici in ricchezza diffusa e in minori disuguaglianze”.
Recovery Fund e spese d’investimento – Lorenzo Bini-Smaghi