La bulimia legislativa, virus italiano che infetta tutto il sistema economico-sociale del nostro Paese, colpisce anche la piccola impresa e provoca la fuga di eventuali imprenditori stranieri che vogliano investire in Italia.
Riprendiamo qui di seguito un articolo (pubblicato su Il Sole 24 Ore del 21 febbraio 2020) di Carlo Robiglio, Presidente della Piccola Industria in contesto Confindustria, che illustra con dovizia di particolari come i meccanismi procedurali inventati dal decreto legislativo n. 14 del 19 gennaio 2019 (vedi qui) – Codice di crisi dell’impresa e dell’insolvenza – stiano creando difficoltà insormontabili per quelle piccole realtà che, a fronte di una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate o dell’INPS (art. 15 del d. lgs.), devono innescare costose procedure interne per “rispondere” o “gestire” una situazione individuata come di “pre-crisi” aziendale. Il corposo malloppo di ben 390 articoli – che fanno come sempre la felicità degli studi legali che devono offrire assistenza e consulenza ai malcapitati – “integra” (forse disintegra) le già articolate disposizioni in materia fallimentare, creando ulteriori “necessità” procedurali e burocratiche che faranno impazzire chi malauguratamente verrà coinvolto. Naturalmente tutte le contraddizioni ed aporie che emergeranno dai 390 articoli della legge si tradurranno in modifiche e novelle del decreto legislativo in questione, ingorgando ancor di più il sistema giuridico regolatorio.
Più specificamente nel decreto è contenuta una disposizione particolare (l’articolo 16) che istituisce l’OCRI: ohibò chi è costui? E’ l’ennesimo acronimo che indica l'”Organismo di Composizione delle Crisi d’Impresa” che fa capo alle Camere di Commercio Industria e Artigianato. A un anno dall’emanazione del decreto legislativo il Governo non ha pubblicato “gli indici che fanno scattare lo stato di allerta” per una possibile crisi d’impresa. Tuttavia le imprese sono già obbligate a sobbarcarsi una serie di oneri per dotarsi degli strumenti previsti dal decreto per gestire lo stato di “allerta”.
Lasciamo alle parole di Carlo Robiglio l’illustrazione di tutte i problemi provocati alle piccole imprese da questo decreto, non senza osservare, per parte nostra, che l’allucinante moltiplicazione delle leggi non colpisce più solo le pubbliche amministrazioni rendendole incapaci di tenere dietro alle continue modificazioni che cadono dal cielo. La bulimia legislativa ora colpisce direttamente il mondo delle imprese private. Forse è arrivato il momento che il ceto dirigente privato inizi a farsi qualche domanda.
Politica contro piccola impresa