Carlo Maria Martini (1927-2012), arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002, gesuita, testimoniò col suo pensiero dell’importanza del ruolo dei servizi pubblici nella società e del posto cruciale rivestito dai rapporti fra la persone che vi lavorano e la collettività che fruisce di tali servizi. Presentiamo qui di seguito tre suoi interventi in occasioni d’incontro con le autorità civili della Lombardia in cui affrontò queste tematiche di contenuto etico/civile. Gli scritti sono tratti dal volume “Educare al Servizio – per un’etica nella pubblica amministrazione” – Edizioni Dehoniane Bologna, 1988.
In particolare nel primo scritto qui sotto riproposto “Esiste un ‘etica del lavoro pubblico?“, egli fa discendere la necessità intrinseca della presenza di un’etica nel lavoro dall’osservazione di fondo a proposito dell’approccio etico generale alle relazioni di potere, approccio connaturato con la fondamentale esigenza umana di dare ordine, razionalità e senso ai rapporti che intercorrono fra le persone in una società. Da cui discende la necessità di un’etica generale del lavoro che “non abbia semplicemente un valore strumentale, non sia una faticosa necessità cui ci si deve sottomettere per poter vivere“, ma offra “la possibilità di realizzare valori specifici, di arricchire, quindi, di senso la vita umana“. Tale “etica generale del lavoro” assume poi una connotazione ancora più importante nel lavoro pubblico, nel quale il lavoratore ha come oggetto non beni materiali, ma l’amministrazione del “bene comune” e dell’interesse generale.
Carlo Martini “risolve” sul piano etico il rapporto fra il potere di chi amministra e i diritti di chi è amministrato nella necessità di una ” qualificata e profonda motivazione personale da parte di chi opera nel pubblico impiego. La logica particolaristica del potere può essere arginata se anzitutto nella coscienza personale il senso della giustizia è sufficientemente forte e maturo” …”la motivazione personale è tanto più necessaria e urgente là dove è più difficile e minacciata” dalla “politicizzazione o meglio “partiticizzazione” che introduce altre fedeltà che non sono sempre compatibili con quella al proprio compito“.
Carlo Maria Martini – Esiste un’etica del lavoro pubblico?
Martini – L’impegno del pubblico amministratore
Martini – mentalità e valori nei rapporti con la PA