Cassese e i casi ILVA e TAP: la guerra Stato-Regione, ma che sistema costituzionale è?

Lungi l’idea in questo angolo di riflessioni di prendere qualsivoglia posizione a favore di questa e di quella parte politica, né di dare voce alle ragioni pro o contro il progetto governativo di riqualificazione delle acciaierie ILVA e del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP): nel qual caso ci aggiungeremmo alla massa di soggetti che pretendono di “sparare” al vento valutazioni di enorme importanza e difficoltà tecnica come al bar dello sport.

Su un  argomento , invece, é necessario porre la massima attenzione: il vero e proprio vuoto – diremmo voragine – di regole base all’interno del sistema costituzionale di rapporti Stato-Regioni- Autonomie locali,  come introdotti nella riforma del Titolo V del 2001. Riproduciamo un’intervista a Sabino Cassese , apparsa su “Il Foglio” dello scorso 5 dicembre 2017, che ci pare sufficientemente indicativa: su un tema nel quale le posizioni dello Stato e di una Regione sono totalmente conflittuali, le istituzioni “affidano” sempre e comunque  il confronto fra tesi contrapposte  al Giudice costituzionale o al Giudice amministrativo,  essendo privo il sistema delle regole di qualsivoglia meccanismo di composizione di posizioni politiche diverse e divergenti. Come si può pensare di governare l’economia, il territorio, la società con un sistema istituzionale bloccato come quello attuale dove Il rapporto Stato-Regioni è un rapporto basato sulla contrapposizione e sulla contesa perenne? Parlare di “clausola di supremazia” (cioè della facoltà dello Stato – prevista ad esempio dall’articolo 72 della Costituzione della Repubblica Federale di Germania – vedi – di “chiudere” una questione assumendosene le responsabilità quando siano in gioco interessi nazionali) significa toccare una questione che è stata anch’essa violentemente dibattuta (e battuta) in occasione del referendum istituzionale dello scorso 4 dicembre 2017.

Cosa rimane allora di fronte alla minaccia di paralisi di qualunque iniziativa strategica  pubblica in materia di energia, infrastrutture e traporti (cioè dei fattori determinanti per lo sviluppo di un sistema economico)? L’unica soluzione “a Costituzione vigente” ci pare quella adottata in Francia, consistente in una programmazione settennale di tutte le attività e i finanziamenti, concordata e approvata congiuntamente da Stato-Regioni e Autonomie locali: sono questi i “contrat de plan” dei quali questo sito ha già dato conto lo scorso anno – vedi qui .

Giuseppe Beato

 Il-Foglio_La-guerra-Puglia-Stato

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