Legge n. 124/2015 di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni – vera riforma o legge “insaccato”?

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Presentiamo qui sotto il nostro punto di vista – molto critico – in ordine al complesso delle prescrizioni presenti nella Legge n. 124 del 7 agosto 2015 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche“.

 Commentario della Legge n 124 del 2015

La voce.info – Il peccato originale della nuova “riforma epocale” della PA

Lavoceinfo

Pubblichiamo il link all’articolo di Luigi Olivieri – pubblicato su La Voce.info il 19 agosto scorso, sui cui contenuti concordiamo. Citiamo qui l’affermazione che ci sembra il clou dell’articolo, nonché un ottimo tratto sintetico della legge: “Per la “sburocratizzazione” allora sarebbe decisivo, oltre all’informatizzazione e agli strumenti di deflazione operativa, anche ridurre una volta per tute l’insopportabile carico di norme e regole, che rendono complicatissima la gestione, non solo per i cittadini, ma per lo stesso apparato pubblico. Tuttavia, proprio la legge delega Madia evidenzia il consueto difetto della ridondanza di regole di dettaglio”.

Leggi qui l’articolo della Voce.info sulla legge n 124 del 2015

Pubblicata la legge n. 124/2015 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”.

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VEDI QUI IL COMMENTARIO CRITICO SUGLI ARTICOLI DELLA LEGGE

Nello splendore del technicolor é stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 187 del 13 agosto ultimo scorso la legge “di riforma” delle pubbliche amministrazioni, seguita passo passo da questo sito nel corso della sua articolata (sic) elaborazione parlamentare. Non più quindi il semplice ddl n. 1577  – vedi qui – o AS n. 3098 –  vedi qui –  ma la Legge n. 124 del 7 agosto 2015. Dio protegga la nostra pubblica amministrazione.

 Legge 124 del 7 agosto 2015

Settis e altri – Appello al Presidente della Repubblica: “Non firmi”

Salvatore_Settis

Salvatore Settis é professore di Archeologia classica e intellettuale di fama internazionale, già Rettore della Normale di Pisa, oggi Presidente del Comitato scientifico del Louvre. Da lui e non solo, visto che sono presenti in calce le firme di noti costituzionalisti quali Zagrebelsky, Neppi Modona, Azzariti, Carlassare, Lucarelli, Pace, è partito un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché non firmi la legge di “deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” approvata dai due rami del Parlamento pochi giorni fa, per evidenti vizi di costituzionalità delle disposizioni che prevedono l’istituto del silenzio-assenso su provvedimenti per i quali è previsto l’assenso, il consenso e il nulla -osta delle Soprintendenze per i beni archeologici e, comunque, per gli uffici pubblici titolari di atti e procedimenti riguardanti il patrimonio culturale e paesaggistico del Paese. Le argomentazioni di tale asserito vizio di costituzionalità sono contenute nel testo dell’appello che qui riproduciamo.

 NON FIRMI

L’agenda digitale del Governo Renzi

agid

Il Governo Renzi si sta dimostrando particolarmente attivo nel campo dell’informatica digitale. Ne sono prova, non solo le previsioni presenti all’articolo 1 della legge delega del pubblico impiego (che tuttavia appartengono sempre alla categoria della “legge come annuncio” della  “legge- buone intenzioni” di cui notoriamente è lastricata la via dell’inferno) Continua a leggere

La guerra delle slide come strumento di propaganda politica.

Renzi madia

Le slide nascono come utile strumento di sintesi di concetti e pensieri, presentato soprattutto nei corsi di formazione e nei convegni per chiarire e registrare al meglio il pensiero del suo autore. Con il governo Renzi, le slide hanno modificato la loro funzione originaria diventando la traduzione “in termini semplici” delle incomprensibili enunciazioni legislative, con un occhietto d’intesa alle persone, del tipo: “adesso ti spiego io semplicemente il vero significato delle leggi che i burocrati mi hanno scritto”. All’inizio magari funzionava, invece adesso risulta sempre più chiara la limitatezza di questo strumento che non va – né può andare – al di là delle semplici enunciazioni di principio e di buone intenzioni ….Peggio poi se chi critica i programmi governativi (nel caso che segnaliamo è la CGIL), crede di operare efficacemente opponendo altre slide sull’argomento con affermazioni altrettanto apodittiche e prive di argomentazione.

Riformapa – slide Presidenza del Consiglio

CGIL – Cos’è davvero la riforma MADIA

Invece, quando viene approvata una legge che avvia una grande politica pubblica, la collettività nazionale meriterebbe un approccio maggiormente rispettoso, garantito attraverso una procedura molto semplice:  l’elaborazione di testi chiari e circostanziati – piani industriali o come meglio si vogliano definire – nei quali fossero evidenziati situazioni di partenza, gli obiettivi concreti perseguiti, il tempo previsto di realizzazione, le risorse finanziarie poste a disposizione e gli Organi dello Stato cui si demanda la regia dell’intero progetto.  Ciò a beneficio, non solo dell’opinione pubblica, ma anche e soprattutto del Parlamento il quale, a sua volta, dovrebbe e potrebbe utilmente valorizzare le proprie funzioni di vigilanza politica sul Governo e sull’attuazione delle politiche pubbliche, che sono uno dei due cardini della propria attività (insieme a quello di produzione normativa).

Invece, il contenuto e l’applicazione futura delle leggi fondamentali, da una parte, vengono ridotti a dichiarazioni da bar dello Sport (con il massimo rispetto per i bar dello sport dove si conoscono e si discutono assai meglio le materie trattate), dall’altra parte vengono rinviati all’emanazione futura di mitici “decreti delegati” che, regolando giuridicamente tutta la materia, saranno la grande levatrice delle riforme attese.

Il fenomeno delle mancate riforme é soprattutto il frutto, più che di debolezze dei contenuti, di un infelicissimo approccio a un qualsivoglia metodo di organizzazione ed applicazione delle politiche pubbliche previste nelle leggi di riforma approvate in Parlamento.

L’approvazione della legge delega sulla riforma della PA – i commenti della stampa

Renzi madia

La coppia rock Renzi Madia é tutta un giubilo per l’approvazione della legge delega di riforma delle amministrazioni pubbliche (Vedi qui il video della Conferenza stampa del 5 agosto scorso). Riproporremo a breve in modo analitico le ragioni – più che di un dissenso – di una preoccupazione vivissima sui punti specifici e sulla filosofia di fondo di questa riforma. Per ora, segnaliamo qui  di seguito i resoconti e i commenti dei grandi quotidiani. Tutti generalmente orientati su battute del tipo “Dirigenti licenziabili” “meno burocrazia” “un colpo di frusta alla PA” “dirigenti, incarichi a tempo” “licenziamento più facili” “lotta all’assenteismo”, e via così…… Per parte di chi scrive, non si può che prendere atto che la percezione della pa e dei suoi operatori da parte della grande stampa e della collettività nazionale in genere é pessima. Questa cosa avrà pure una sua ragion d’essere! Oltre che gli squallidi coinvolgimenti in situazioni di fallimento e di corruzione visti nella Capitale, si taglia col coltello – verso gli operatori della Pa in genere – un atteggiamento di diffidenza, di insofferenza, di astio generalizzato. Forse è arrivato il momento che qualcuno dall’interno delle pubbliche amministrazioni faccia il giusto tesoro di questi segnali chiari della collettività e del mondo delle imprese, ne comprenda il fondamento e le giuste ragioni ed esca fuori con proprie proposte di riforma, con un atteggiamento comunque proattivo e non rinunciatario rispetto ai combiamenti introdotti dal legislatore. L’unico modo di “battere” la pessima opinione che hanno i diversi ceti dirigenti e stakeholder del Paese nei confronti della PA è quello di accettare la sfida del cambiamento, cavalcandola dall’interno e rendendosene protagonisti. Programma “vasto” e chissà quando attuabile, tuttavia unica prospettiva vera di cambiamento ed efficientemento dell’Amministrazione pubblica di questo Paese. Senza una condivisione convinta della parte più sensibile degli operatori delle pubbliche amministrazioni (che esiste ed è vastissima) si rischiano due effetti perversi e coincidenti: la riforma di un bel niente, collegata strettamente al progressivo declino dell’ intervento pubblico sull’economia e sulla società (invece in tutti gli Stati moderni La PA è il volano dello sviluppo economico complessivo – vedi il pensiero di Mariana Mazzucatoclicca qui ) e alla marginalizzazione completa di chi opera in quel mondo.

Ora ci tocca la triste lettura delle “grida” dei vari quotidiani nazionali.

La Stampa- Ecco cosa cambia 5-agosto-2015

Messaggero – Lo Stato alla sfida dell’efficienza -5-agosto-2015

Sole 24 ore – Dirigenti licenziabili- Confindustria “Bene riforma” 5-agosto-2015

Italia oggi  – Licenziamenti facili -5-agosto-2015

La Repubblica – Licenziamenti più facili-5-agosto-2015

La Stampa – Stretta sulle partecipate-5-agosto-2015

Il Messaggero –  commento di Oscar Giannino -5-agosto-2015

Il Messaggero – intervista a Sabino Cassese “la medicina giusta per un grande malato” -5-agosto-2015

Il fatto quotidiano – dirigenti licenziabili

Riforma della Pa e risorse a disposizione.

Veronica De Romanis

Hanno richiamato una forte attenzione due interventi dell’economista Veronica De Romanis sul sito FIRST on line.info – Vedi – a proposito dei contenuti della riforma Renzi Madia sulla PA, in corso di approvazione definitiva al Senato. Nel primo intervento, la De Romanis sottolinea lo stretto collegamento (di conseguenza il successo o il mancato successo della riforma) fra “perimetro di azione dello Stato/risorse messe a disposizione ed esiti delle altre riforme in cantiere, prima fra tutte la creazione dell’Agenzia nazionale per le politiche attiva” – leggi articolo. Con l’altro intervento del 20 luglio scorso, viene analizzato il tema dei concorsi pubblici di assunzione – leggi articolo. Sono ambedue opinioni molto critiche e tranchant sul congegno posto in essere dal dddl 1577/2014.

Antonio Zucaro – Come saranno congegnati i decreti legislativi delegati della riforma Renzi Madia?

Il tessuto delle leggi delega, sempre di più negli ultimi anni, sembra sfuggire ai chiari principi posti dall’articolo 76 della Carta costituzionale che richiede esplicitamente “tempo limitato” e “oggetti definiti” come requisiti necessari per la delega al Governo di funzioni legislative. Quando poi sono previsti, a valle di un’unica legge delega (vedi qui il testo praticamente definitivo), ben 15 decreti delegati, le zone dell’incertezza fioriscono rigogliose!! Il Presidente della nostra associazione Nuova Etica Pubblica, Antonio Zucaro, ben consapevole che la vera partita della riforma delle pubbliche amministrazioni si giocherà con la stesura dei decreti legislativi delegati, traccia una serie di temi sui quali l’attenzione di tutti va mantenuta molto viva.

 Delega MADIA – di Antonio Zucaro

Testo dell’atto Camera 3098 – ddl Madia – approvato in assemblea il 17 luglio e trasmesso al Senato.

Senato logo

IL TESTO PUBBLICATO QUI SOTTO E’ ORA LEGGE DOPO L’APPROVAZIONE SENZA EMENDAMENTI DELL’ASSEMBLEA DEL SENATO LO SCORSO 3 AGOSTO 2015 – clicca qui

Pubblichiamo il testo ufficiale dell’Atto Camera 3098, così come approvato in assemblea il giorno 17 luglio 2015. Al Senato il numero indicativo diventa il 1577 B. L’esame del testo ora assegnato alla 1a Commissione permanente (affari costituzionali), con relatore il Senatore Giorgio Pagliari – vedi iter Senato.

NOTA BENE: l’articolo riguardante la dirigenza pubblica é ora rubricato al numero 11

 Atto camera n 3098 approvato in Assemblea

Riflessioni di Guido Melis sul testo della riforma Madia approvato alla Camera.

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Riproponiamo le prime riflessioni del prof. Guido Melis, storico della pubblica amministrazione italiana, sul testo approvato alla Camera della riforma Madia, pubblicate sulla rivista “IL MULINO” – clicca qui.

Promulgata la riforma della scuola.

Pubblichiamo il testo della Legge n 107 del 13 luglio 2015 – “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” –

 LEGGE n 107 del 2015

Qui di seguito la valutazione sul nuvo impianto normativo effettuata della CIDA – Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità scolastiche“Eppur si muove” -clicca qui

Emendamenti agli articoli 9 e13 – Regime della dirigenza pubblica – AC 3098

Camera deputati logo

VEDI ORA IL TESTO DEFINITIVAMENTE APPROVATO IN ASSEMBLEA IL 17 LUGLIO 2015 – clicca qui

Presentiamo il testo definitivo – approvato in Commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati il giorno 9 luglio 2015 – degli articoli 9 (regime della dirigenza pubblica), 9-bis (disposizioni in materia di Avvocatura dello Stato), 13 (riordino della disciplina del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche) e 13 bis (delega per la definizione di un nuovo regolamento di procedura dei giudizi innanzi alla Corte dei Conti) del disegno di legge Madia – Atto Camera n 3098 – vedi qui – ricostruito con gli emendamenti approvati –  Confronta qui con il riepilogo dei lavori in Commissione.  Il testo è ora pronto per l’esame dell’Assemblea.

  artt 9 e 13 AC 3098 definitivo 1a Commisssione

Vedi anche la ricostruzione degli altri articoli del testo del ddl, con gli emendamenti approvati a tutto il 9 luglio 2015, a cura del sito http://www.serviziparlamentari.com –

AC 3098 Testo definitivo approvato dalla Commissione affari costituzionali 9 luglio 2015

Si noti che, nell’ultima seduta del 9 luglio della Commissione, è stato ritirato lo strampalato emendamento approvato all’articolo 13, comma 1, lettera b) bis , riguardante i diversi punteggi assegnati ai candidati all’assunzione nelle PP.AA. a seconda dell’Ateneo in cui essi si siano laureati. La diversificazione di valori fra un Ateneo e l’altro è principio giusto in sé, ma non si introduce nell’Ordinamento con un emendamento buttato lì all’ultimo momento! Operazioni giuste in sé, ma attuate con superficialità, aprono voragini inaspettate…in questo caso, per esempio, la Bocconi di Milano rideva a crepapelle, pronta com’é a introdurre nei gangli della pubblica amministrazione locale i propri laureati, forgiati sul modello del “dirigente privato” a tempo determinato, con tanti saluti ai principi costituzionali. Non potremo mai seguire gli “insegnamenti” di tale Università fino a quando i suoi Accademici non recuperino il filo di un principio di fondo presente, non solo agli artt. 97 e 98 della nostra Carta costituzionale, ma anche nelle altre Amministrazioni UE.

Convegno lunedì 6 luglio 2015 su Roma Capitale come città Regione.

6luglio MORASSUT

Roberto Morassut da anni denunciava la condizione del suo partito a Roma, ridotto in alcuni suoi ambiti a pura gestione del potere e delle tessere e in ostaggio di correnti politiche trasformatesi in “tribù”. Lo scandalo di Mafia Capitale ha portato sulle prime pagine dei giornali le prove di ciò che pochi coraggiosi dicevano e scrivevano da anni. In questo senso, la riproposizione di un progetto su Roma, così come emerge dal suo libro “La nuova questione romana“, acquista un interesse affatto particolare. Solo un riformismo civico per la capitale può salvare Roma e la proposta di legge costituzionale  per la riforma sulla riduzione del numero delle Regioni e l’istituzione della Città Regione di Roma Capitale – vedi qui il Morassut – Proposta di legge costituzionale n 3090 – è un ottimo punto di partenza.

Sui contenuti della proposta di legge di Roberto Morassut il convegno di lunedì 6 luglio acquista un interesse particolare anche per la partecipazione del prof.  Sabino CASSESE (Costituzionalista ) e di Luigi ZANDA ( capogruppo Pd al Senato ). Sarà una occasione per affrontare un dibattito sul ruolo di Capitale e sulle possibili vie di uscita dalla attuale crisi politica e morale.

Ascolta la video registrazione della presentazione del libro con intervento di Sabino Cassese

L’impatto sui conti di finanza pubblica delle Sentenze della Corte costituzionale.

corte costituzionale

Vedi QUI sentenza n 178 del 2015 sull’illegittimità del BLOCCO DEI CONTRATTI DEI DIPENDENTI PUBBLICI

Le recenti sentenze della Corte costituzionale sull’illegittimità del blocco della perequazione automatica delle pensioni (vedi) e – più recentemente in questi giorni – sul blocco della contrattazione delle retribuzioni dei lavoratori pubblici hanno evidenziato con forza l’incidenza del giudicato della Corte sugli equilibri (fragili) della finanza pubblica italiana. La questione ha risvolti squisitamente giuridici, istituzionali, oltre che di equità finanziaria alla luce dell’impianto costituzionale. Pubblichiamo, pertanto, tre autorevoli contributi di professori costituzionalisti sul punto.

Zagrebelsky: l’equilibrio di bilancio non può essere lasciapassare all’arbitrio della politica.

Ceccanti: due seri motivi di perplessità.

Cassese: commento alla Sentenza sul blocco della contrattazione pubblica.

Federalismi.it: interventi al seminario a porte chiuse sulla sentenza n. 70/75.

Il risparmio per redditi da lavoro dipendente conseguito nella pubblica Amministrazione.

ufficio-pubblico

Nell’imminenza della pubblicazione del testo della sentenza della Corte costituzionale sull’illegittimità del blocco della contrattazione collettiva dei pubblici dipendenti, pubblichiamo qualche materiale di riferimento per fare il punto finanziario della situazione. Il dato ufficiale ISTAT del dicembre 2014 mostra un andamento storico 2001-2013  in cui numero dei dipendenti pubblici, spesa per redditi da lavoro dipendente e retribuzioni medie, dopo una costante crescita nel corso del passato decennio, sono diminuiti in maniera significativa negli ultimi anni. Si vedano anche, in tal senso, gli ultimi aggiornamenti raccontati in un recente articolo della Stampa (clicca qui): il blocco della contrattazione ha comportato un sacrificio pari a circa il 10% dell’attuale stipendio di riferimento e la spesa totale ha subìto una flessione costante che la fa attestare nel 2014 in una spesa annua inferiore di circa 11,5 miliardi di euro rispetto al 2010 (il risparmio complessivo pertanto è pari alla somma dei decrementi di spesa registrati in ciascun anno – circa 25 miliardi in tutto, al netto delle detrazioni per contributi sociali). Quanto a dire che il mondo del lavoro pubblico ha dato un suo rilevante contributo al sostegno dei conti di finanza pubblica del Paese.

ISTAT –  Retribuzioni medie dei dipendenti pubblici

Studio SNA – IRPA: lo stato dei controlli delle pubbliche amministrazioni.

SNA logo        irpa logo   Riproponiamo uno studio organico dell’anno 2013 sul sistema dei controlli nella pubblica amministrazione italiana, curato da SNA e IRPA, coordinato dalla prof.ssa Elisa D’Alterio. Lo studio propone e approfondisce il quadro normativo di riferimento. Di particolare e recente interesse le funzioni di controllo attribuite alla Corte dei Conti (Pagg. 178 e segg.)

 Stato dei controlli_SNA_IRPA

ddl di riforma della pubblica Amministrazione – Proposte di emendamento

Camera deputati logo

VEDI ULTIMI EMENDAMENTI ALLA CAMERA

Pubblichiamo il bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari dell’11 giugno scorso nel quale é contenuto il testo degli emendamenti presentati dalla Commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati al testo dell’Atto camera 3098 (già ddl  AS 1577/2014) – clicca qui – di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. D’ interesse gli emendamenti proposti come articolo 8 bis del disegno di legge (governance INPS e INAIL) – pag. 145 – e all’articolo 9 (regime della dirigenza pubblica) – pag. 151.

 Emendamenti della Commissione affari costituzionali al ddl AC 3098

Il nuovo INPS – Un occhio al futuro

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Si è tenuto presso la sede della Direzione generale dell’INPS a Roma un convegno promosso dalla CGIL- funzione pubblica, con la partecipazione del Segretario generale Susanna Camusso, di Rosanna Dettori e con il Presidente Tito Boeri, il direttore generale Massimo Cioffi e i dirigenti generali Cristina Deidda e Giovanni Di Monde sul futuro dell’Istituto. Di seguito la locandina

 INPS OCCHIO AL FUTURO

Di seguito la sintesi e la registrazione vocale del convegno.

 Registrazione e sintesi del Convegno sull’ INPS “un occhio al futuro”.

Audizione della Corte dei Conti alla Camera in ordine al ddl Madia.

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Pubblichiamo il documento della Corte dei Conti – Sezioni riunite in sede di controllo – presentato alla Commissione Affari costituzionali della Camera in occasione dell’audizione del Presidente Squitieri lo scorso 3 giungo 2015. Il ddl Madia – già n 1577 AS del 2014 – è ora rubricato come AC 3098/ 2015 (vedi qui). In particolare, nel documento in questione, alle pagine 11 e seguenti  la Corte conferma sull’articolo 9 – relativo alla nuova disciplina sulla dirigenza pubblica – una serie di osservazioni e perplessità (anche di ordine costituzionale) che induce il testo del disegno di legge, così come approvato dal Senato.

Noi concordiamo su tutto.

 Corte dei Conti audizione su riorganizzazione della Pubblica amministrazione 3  giu 2015