ddl 1577 al Senato – Gli emendamenti del relatore di maggioranza Giorgio Pagliari

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VEDI QUI IL NUOVO TESTO DEL DDL RICOSTRUITO A SEGUITO DEGLI EMENDAMENTI IN COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI A TUTTO IL 18 MARZO 2015

Il ddl n.1577/2014 (vedi qui) sulla “Riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche” – presentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri RENZI di concerto con il Ministro per la Semplificazione MADIA e con il Ministro dell’economia PADOAN  – è tuttora all’esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato. Il relatore del ddl è il Sen. Giorgio Pagliari, al quale si debbono le più significative proposte di emendamento. Continua a leggere

FISCAL COMPACT: la regola del debito

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La locuzione “Fiscal compact” é divenuta ormai un “termine spauracchio” con cui si sintetizza, nella mente dei più, una serie di regole restrittive che rischiano di strozzare l’economia dei Paesi UE, fra quali l’Italia.

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Fonti del diritto europeo – Fiscal compact, six pack, two pack.

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VEDI ANCHE “LE FONTI DEL DIRITTO EUROPEO”- clicca qui.

Le regole del cosiddetto “Fiscal compact” sono vaste e articolate: esse sono state prodotte a livello UE e di Stati nazionali negli anni 2011-2013, a ridosso delle crisi finanziarie di questi anni.

L’intero “pacchetto normativo” è costituito dal “Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’Unione economica e monetaria” (vedi qui il testo ), firmato il 2 marzo 2012 (ratificato in Italia con Legge 23 lug 2012, n. 114) ed entrato in vigore il 1° gennaio 2013 . Come previsto dal trattato, lo Stato italiano si dotò di disposizioni di rango costituzionale (Legge costituzionale n 1/2012) conformi al Trattato stesso e tali da garantire la correzione degli scostamenti finanziari (vedi qui l’articolo 81 Cost modificato) e di una “legge rinforzata” (vedi qui Legge 243 del 2012 sul pareggio del bilancio dello Stato).

Fondamentali, peraltro, per delineare il quadro normativo di salvaguardia degli Stati dai disavanzi eccessivi pubblici previsto dall’articolo 126 TFUE (vedi), firmato a Lisbona nel 2007 (vedi qui il testo del Trattato), sono i due “pacchetti di Regolamenti e Direttiva, denominati “Six pack” (anno 2011) e “Two pack” (anno 2013).

Il Six pack del 2011 è composto di 5 Regolamenti e una Direttiva. Essi sono: 1) Regolamento n 1173 del 16 nov 2011 su sanzioni e ammende; 2) Regolamento n 1174 del 16 nov 2011,  ancora su ammende; 3) Regolamento n 1175 del  16 nov 2011 – modifica del reg CE n 1466/97 ; 4) Regolamento n 1176/2011 su “meccanismo di allerta e quadro di valutazione”; 5)  Regolamento n 1177/2011, di modifica del Regolamento CE n 1467/97; 6)  Direttiva n. 85 dell’8 nov 2011 sulle regole di bilancio degli Stati nazionali.

Il Two pack del 2013 è composto dai seguenti due Regolamenti, cogenti in tutta l’area euro: 1) Regolamento n 472 del 10 mag 2013 sulla sorveglianza rafforzata agli Stati in difficoltà; 2) Regolamento n 473 del 21 mag 2013  sul monitoraggio rafforzato delle politiche di bilancio degli Stati.

Il complesso degli atti normativi sopra richiamati é il frutto di una progressiva, stringente operazione di “incardinamento” delle politiche fiscali dei Paesi euro dentro un sistema di regole e di deroghe minutamente regolato. Ne emerge una modalità totalmente modificata di gestione delle politiche economiche e di bilancio. Per un ottimo approfondimento sulle modifiche indotte dal “Fiscal compact” si veda lo studio del Servizio bilancio del Senato (giugno 2013)  La governance economica europea – 2013

Vedi anche su queso sito: Fiscal compact: LA REGOLA DEL DEBITO – clicca qui.

Le fonti del diritto dell’Unione europea.

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 Ci sembra utile riepilogare con un sintetico “vademecum” la geografia delle fonti del diritto della UE, note ai giuristi e agli addetti ai lavori, ma ostiche – per via della loro complicata stratificazione nel tempo – per i più.

L’impianto globale dell’Unione europea si regge su due trattati internazionali – il TUE (trattato dell’Unione europea) e il TFUE (trattato sul funzionamento dell’Unione europea), che sono stati firmati a Lisbona il 13 dicembre 2007 ( da cui la locuzione “Trattato di Lisbona“) ed entrati in vigore il 1° dicembre 2009 – Vedi qui il testo dei due trattati. In Italia i due trattati furono ratificati con la legge 2 agosto 2008, n. 130, su G.U. n. 185 dell’8-8-2008 – Suppl. Ordinario n. 188. I Trattati in questione sostituiscono e consolidano i contenuti del “Trattato sull’Unione europea” firmato a Maastricht il 7 febbraio 1992 (vedi qui), nonché le relative modifiche scaturite dal Trattato di Amsterdam del 2 ottobre 1997 (vedi qui il testo).

Il TUE (Trattato sull’Unione europea) espone i principi cardine su cui si fonda la UE e delinea il quadro e i poteri delle “Istituzioni dell’Unione” (gli articoli 13 e seg. prevedono il Parlamento europeo, Il Consiglio europeo, il Consiglio, la Commissione europea, la Corte di Giustizia, la Banca centrale europea (BCE), la Corte dei Conti) e stabilisce la personalità giuridica dell’Unione (articolo 47).  Il TUE sostituisce e consolida i principi cardine sull’Unione contenuti nell’omonimo “Trattato sull’Unione europea” firmato a Maastricht.

Il TFUE (trattato sul funzionamento dell’Unione europea), composto di 358 articoli, sostituisce e consolida i contenuti degli articoli G, H e I del Trattato di Mastricht del ’92, i quali ultimi, a loro volta, sostituivano e inglobavano i contenuti del “TCE- Trattato che istituisce la Comunità economica europea” (“Cee“) – firmato a Roma nel 1957 (articolo G), del “Trattato che istituisce la Comunità europea del carbone e dell’acciaio” (“Ceca“) – firmato a Parigi nel 1951 (articolo H) e del “Trattato che istituisce la Comunità europea dell’energia atomica” (“Euratom“) – firmato a Roma nel 1957 (articolo I). Il TFUE è la fonte dispositiva da cui si originano le regole di funzionamento dell’Unione, fra le quali ricordiamo il “famigerato” articolo 126 (vedi qui) e del relativo Protocollo n 12 (vedi qui), anch’essi ripresi dal trattato di Maastricht, in cui è prevista la procedura per “i disavanzi eccessivi” nei conti pubblici dei Paesi membri.

 Precedente protocollo dei disavanzi effettivi dal-trattato-di-Maastricht

Per approfondire: Wikipedia – storia del trattato di Maastricht    —-  Sito dell’Unione europea – Trattati dell’UE ——- Wikipedia – Trattati sull’Unione europea SCHEMA STORICO

Forma giuridica diversa ha, invece, il Patto di stabilità e crescita (PSC) – Vedi approfondimento – che prese le mosse da una risoluzione politica del Consiglio europeo, adottata ad Amsterdam il 17 giugno 1997 in vista dell’introduzione della moneta unica (Vedi qui). IL PSC era ed è finalizzato all’instaurazione di procedure stringenti per il rispetto dei cosiddetti “parametri di Maastricht” (protocollo di cui sopra) e si concretizzò con il  Regolamento n. 1466 del 7 luglio 1997 (vedi) che, come noto, è una fonte giuridica diversa dal Trattato ma che, a termini dell’articolo 288 del TFUE, “è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri“.

Il Regolamento n. 1466/97 è stato più volte rivisitato. Attualmente risulta integrato e sostituito da un pacchetto di Regolamenti UE e dal Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nelle UE dell’anno 2012, complessivamente conosciuti come “Fiscal Compact” – Vedi qui le fonti di diritto vigenti.

Guido Calabresi: il funzionamento della Giustizia U.S.A.

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Guido Calabresi è un giurista italiano figlio di oppositori al fascismo fuggiti negli Stati Uniti nel 1939, poi naturalizzato statunitense, fondatore dell’analisi economica del diritto. Nel 2012 egli ha tenuto a Macerata tre lezioni riguardanti l’organizzazione delle corti di giustizia federale negli Stati Uniti, la forma e il ruolo delle sentenze giudiziarie all’interno di un sistema federale e il rapporto che intrattiene con la pena di morte un giudice ad essa decisamente contrario. Continua a leggere

Roma Mafia – Tre questioni di natura amministrativa.

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Dallo scandalo Roma mafia, a proposito del quale l’evento futuro da temere su tutti è che venga progressivamente dimenticato e derubricato, emergono tre temi specifici riguardanti il funzionamento della pubblica amministrazione. Tali temi sono: 1) il controllo sugli atti degli Enti locali; 2) la confusione, elusione delle norme che regolano il lavoro pubblico (concorsi, assunzioni, rapporti di lavoro, controlli, bilanci, procedure d’appalto, spese in genere)  attraverso l‘esternalizazione di compiti istituzionali a società partecipate operanti in regime di diritto privato; 3) lo status giuridico dei dirigenti coinvolti nello scandalo. Continua a leggere

Legge di Stabilità 2015 – Emendamenti Commissione bilancio della Camera

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VEDI MEGLIO IL TESTO APPROVATO DAL SENATO IL 20 DICEMBRE 2014

Pubblichiamo il testo degli emendamenti alla Legge di stabilità 2015 approvati dalla Commissione bilancio della Camera il 28 novembre 2014. Con ogni probabilità il Governo porrà la fiducia sull’approvazione in aula di tale testo emendato.

 Testo emendamenti approvati dalla commissione bilancio 28 nov 2014

VEDI IL TESTO DELLA LEGGE DI STABILITA’ PRESENTATO DAL GOVERNO.

Sabino Cassese – Troppe leggi che restano annunci.

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Una sintesi lucida di Sabino Cassese di un pensiero ormai prevalente, pubblicata sul Corriere della Sera dello scorso 21 novembre 2014.

Su questo tema il nostro sito è intervenuto a più riprese: vedi L’ingorgo legislativo” di Antonio Zucaro   e   “L’ingorgo normativo nell’autonomia scolastica”.

 Troppe leggi che restano solo annunci

Corte dei Conti – Audizione al Senato sul ddl di riforma della Pa

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Pubblichiamo il testo della relazione presentata dalla Corte dei Conti alla Commissione Affari costituzionali del Senato con le osservazioni relative al testo del ddl AS 1577 di riforma della Pubblica Amministrazione presentato dal Governo Renzi. Di grande interesse le riflessioni condotte in ordine alle società partecipate, alla riorganizzazione dell’Amministrazione statale, della disciplina del lavoro e , soprattutto, della dirigenza pubblica. Alle pag 10 e seguenti sono presenti chiare riserve sul “nuovo regime” immaginato nel disegno di legge, in relazione soprattutto ai sistemi di valutazione, alla selezione e al ricambio della classe dirigenziale pubblica. Fra l’altro la Corte testualmente afferma (pag 10) che “L’abolizione della distinzione in fasce, l’ampliamento della platea degli interessati, la breve durata degli incarichi attribuiti, il rischio che il mancato conferimento di una funzione possa provocare la decadenza dal rapporto di lavoro, costituiscono un insieme di elementi che potrebbero sacrificare l’autonomia dei dirigenti”.

Il concetto di autonomia della dirigenza, più volte richiamato in questo sito (vedi) rimane purtroppo relegato a livello di dibattito fra iniziati, condizionato tuttavia dall’attacco ai “privilegi” della dirigenza pubblica condotto dagli organi d’informazione. Solo l’introduzione di una vera prassi della valutazione seria della dirigenza potrà spostare l’attenzione dei più dall’idea del “privilegio” a quella di risorsa fondamentale di interesse pubblico e collettivo rappresentata dall’autonomia dei dirigenti pubblici (vedi qui sui rapporti fra produttività delle pubbliche amministrazioni e il giudizio dei cittadini).

 Corte dei Conti Sezioni riunite in sede di controllo – Audizione su riforma della pubblica amministrazione – 9 ottobre 2014

Società partecipate – La battaglia persa di Cottarelli.

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Il Corriere della Sera segue da vicino le vicende delle Società partecipate (vedi su questo sito la loro dimensione e consistenza). L’ultimo articolo al riguardo è di Sergio Rizzo ed è stato pubblicato lo scorso 13 novembre 2014 (vedi qui: “gli incarichi dei riciclati che Cottarelli voleva chiudere). Noi, a contrappunto , riportiamo anche i precedenti sullo stesso tema, che mostrano plasticamente la “cavalcata verso la sconfitta” dell’onesto Cottarelli.

Corsera 17 lug 2014 -Risparmi si parte dalla giungla delle municipalizzate

Corsera 7 ago 2014 – Cottarelli “taglio a cda e stipendi nelle partecipate”

Corsera 7 agosto 2014 – Cottarelli “1213 società partecipate sono scatole vuote “

Corsera 2 sett 2014 – Cottarelli, “nel 2015 mezzo miliardo di risparmi dalle partecipate”.

Atto del Commissario straordinario per la Revisione della spesa: “Programma di razionalizzazione delle partecipate locali” -7 ago 2014.

Legge di stabilità 2015 – testo ddl n. 2679- bis e relazione illustrativa

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VEDI IL TESTO DEGLI EMENDAMENTI APPROVATI IN COMMISSIONE BILANCIO DELLA CAMERA IL 28 NOV 2014

 ddl stabilita 2015- atto Camera n. 2679-bis

Legge-stabilita-2015 Relazione illustrativa

Legge-Stabilità-2015 Relazione tecnica

Patto di stabilità e crescita – Regolamento n. 1466/97

VEDI QUI LE NUOVE FONTI GIURIDICHE DEL “FISCAL COMPACT” – clicca qui

Testo originario del Regolamento sul Patto di Stabilità e Crescita (PSC), adottato dal Consiglio europeo il 7 luglio 1997 con il numero 1466, in applicazione del Trattato di Maastricht.

 Regolamento n 1466 del 1997

Vedi qui le modifiche successive a detto regolamento –  Sorveglianza delle politiche di bilancio -Regolamenti UE

 

 

Il colpo di Stato avvenuto nel 1997 con l’introduzione del Patto di stabilità.

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Giuseppe Guarino, di anni 92, professore emerito  di diritto pubblico dell’economia, Ministro delle Finanze nel Governo Fanfani VI e dell’Industria nel Governo Amato, non può esattamente essere considerato un “black bloc”, un “indignato”  o un “No TAV”. Eppure quest’uomo anziano dal prestigio unanimemente riconosciuto non esita a definire un “colpo di Stato” non cruento l’entrata in vigore del Regolamento n. 1466 del  7 luglio 1997 con il quale fu introdotto il “Patto di stabilità e crescita” nell’area dei paesi UE. L’accusa formale è quella di aver contravvenuto ai principi contenuti nel Trattato dell’unione europea – in particolare gli articoli 103, par 5 e 189 C; in sostanza l'”accusa formale” sviluppa un ragionamento – che è difficile non condividere visti gli andamenti dell PIL europeo dal 1999 in poi – secondo il quale quel Regolamento, così come congegnato, ha sacrificato la possibilità – e la sovranità – di vari Stati aderenti di poter attivar meccanismi di crescita delle loro economie.

Per un utile approfondimento del tema rimandiamo al sito “le formiche.net” sul quale é pubblicato un saggio in 5 puntate sulla questione dell’illegittimità del PSC

Giuseppe Guarino – Saggio di verità sull’Europa e sull’euro

Intervista del prof.  Guarino a Italiaoggi – 25 ottobre 2013

Civium libertas – recensione al libro “Cittadini europei e crisi dell’euro” – G. Guarino 2014

Trattato di Maastricht 1992 – testo

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La lettura del “Trattato di Maastricht”- Trattato sull’Unione europea firmato il 7 febbraio 1992 – riveste un interesse puramente storico e tecnico-giuridico, perché le disposizioni ivi contenute sono state sostituite da due trattati internazionali – il TUE (trattato dell’Unione europea) e il TFUE (trattato sul funzionamento dell’Unione europea), firmati a Lisbona il 13 dicembre 2007 ( da cui la locuzione “Trattato di Lisbona”) ed entrati in vigore il 1° dicembre 2009 (ratifica nell’Ordinamento giuridico italiana con la legge 2 agosto 2008, n. 130, su G.U. n. 185 dell’8-8-2008 – Suppl. Ordinario n. 188) – Vedi qui i due testi.

Per un riepilogo sintetico delle fonti del diritto dell’Unione europea clicca qui.

http://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Maastricht

 Testo del trattato di Maastricht

WTO e Unione europea: incompatibilità di sistemi?

COPERTINA BANDOLO 1A

Dario Ciccarelli è un dirigente pubblico, già rappresentante per l’Italia del Ministero del Commercio con l’estero presso l’Organizzazione mondiale del Commercio (WTO). Nel suo recente libro, la cui copertina si riproduce qui sopra, l’Autore espone una tesi esplicitamente dirompente che riportiamo con le sue stesse parole: “..poiché sussiste una palese incompatibilità, fisica ancor prima che giuridica, fra l’Organizzazione mondiale del Commercio e l’Unione europea, occorre prendere atto che il 15 aprile 1994 il Trattato istitutivo dell’Organizzazione mondiale del Commercio cancellò la ragion d’essere dell’Unione europea e abrogò i trattati comunitari. Per l’ìItalia a tale abrogazione provvedeva la legge n. 747 del 29 dicembre 1994 con la quale il Parlamento italiano ratificò il trattato istitutivo dell’OMG-WTO.” La radicalità di questa posizione, più che alle speculazioni politiche che potrebbero essere imbastite sul punto se una tesi siffatta ricevesse ulteriori consensi sul suo fondamento “filologico-giuridico” (sul punto si vedano anche le opinioni di noti giuristi, riportate dall’Autore sull’articolo di sintesi del suo pensiero pubblicato nell’aprile 2014 sulla “Rivista della cooperazione giuridica internazionale” – vedi qui) , a noi ha fatto pensare immediatamente alla dimostrazione storica, operata da Lorenzo Valla nel ‘400, della falsità della “donazione di Costantino“, atto giuridico apocrifo del 315 d.C. sul quale si era fondato l’intero impianto giuridico del potere papale del Medio-Evo. Lungi dall’intento di schernire con questo richiamo la tesi giuridica dell’Autore, il paragone intende piuttosto riportare questi argomenti in un contesto di lettura storica e politologica: qualunque impianto giuridico formale – in ispecie quelli regolatori, non di un territorio geografico definito, ma del “mondo” – soffre quasi per definizione della difficoltà di “rappresentare”, di “racchiudere in sé ” , di “porre in equilibrio” la molteplice varietà di interessi e di complessità che cerca di regolare. Ancora più multiforme si manifesta un panorama giuridico nel quale sono in campo 159 Stati (il WTO),  27 dei quali sono vincolati fra loro da un altro trattato “specifico” (L’Unione europea). L’apporto che il giurista può e deve arrecare in tale contesto è quello dell’immissione della razionalità del pensiero – che si fa norma – nella complessità del reale. In questo senso risulta prezioso, non solo il pamphlet che ci regala Dario Ciccarelli, ma anche il dibattito di altissima qualità che ne é seguito fra giuristi e politici, in occasione della presentazione del libro alla Camera  dei Deputati lo scorso 29 ottobre 2014 – vedi Programma ufficiale . Pubblichiamo la registrazione integrale del dibattito assunta dal sito  salvo 5 punto zero – clicca qui.

Oltre ai molteplici spunti su questioni fondamentali di diritto internazionale, pare di toccare con mano anche in questa occasione un dato, di natura giuridica ed extra-giuridica insieme: l’insofferenza e i dubbi che si addensano nel pensiero dei più su un impianto  – quello dell’Unione europea- che è sostanzialmente caratterizzato da “cessioni progressive” di sovranità nazionale: “la sovranità si cede in toto, nella sua integralità, oppure no” ha opportunamente osservato Augusto Sinagra. La verità che ci consegna l’onesta valutazione dell’esistente è quella di un ordinamento giuridico federale incompiuto, perennemente in mezzo al guado, che nel periodo più ambiguo della sua storia si presenta come un mostriciattolo inconcludente, gestito da una congrega di soggetti statali e nazionali diffidenti uno dell’altro. Un panorama indegno delle giuste ambizioni di Altiero Spinelli e dei  Padri fondatori dell’Europa unita.

Giuseppe Beato

Normativa sul “federalismo fiscale” .

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Disposizioni in materia di FEDERALISMO FISCALE – d.lgs. n 56/2000.

La legge che soppresse i “trasferimenti erariali” alle Regioni e dispose la compartecipazione regionale all’IVA e all’accisa sulla benzina e, all’articolo 7, istituì il “Fondo perequativo” per la realizzazione di obiettivi di solidarietà interregionale è di rilievo storico e giuridico epocale perché dettò i principi generali dei attuazione del federalismo fiscale, specificati in seguito dai seguenti decreti legislativi di attuazione: Continua a leggere