Diamo conto dell’editoriale del Presidente del Forum p.a., Carlo Mochi Sismondi, pubblicato sul sito corrispondente – clicca qui – a proposito della riforma del regime della dirigenza pubblica in pieno corso in Aula Senato. Il pensiero dell’autore fornisce una serie di spunti ai quali, a seguire, intendiamo rispondere (vedi qui)
Archivi categoria: Home
La riforma della dirigenza pubblica raccontata dal Sole 24 ore
Riproduciamo qui sotto l’articolo apparso sul Sole 24 ore lo scorso 27 aprile 2015, a firma di Gianni Trovati, di informativa sull’andamento della discussione in aula Senato del ddl 1577/2014 di riforma della pubblica Amministrazione. E’ ormai chiaro che il punto centrale del disegno di legge, il suo vero nodo, è la riforma del regime della dirigenza, incentrato sull’istituzione dei ruoli unici e sulla “libera” sostituibilità del dirigente pubblico allo scadere dei tre anni di incarico. Nel rinviare alle considerazioni espresse dalla nostra Associazione su queste linee di riforma (clicca qui), annotiamo qui un approccio del Sole di tipo “neutrale” (né a favore né contro). La pubblica Amministrazione viene vissuta evidentemente come un laboratorio dove ci si può sbizzarrire con gli esperimenti più vari. Grande errore, conseguenze disastrose, invece: disarticolare l’assetto della dirigenza pubblica disegnato dalla Costituzione e inventare un “modello privato” che non esiste né in Francia, né in Germania, né in Gran Bretagna sarà un risultato utile solo per soddisfare provvisoriamente il malessere dell’opinione pubblica. Film già visto, peraltro.
Il sole 24 ore – 27 aprile 2015
La crisi dell’euro vista da Joseph Stiglitz
Pubblichiamo la traduzione curata da Ferdinando Longoni di una recentissima intervista del Nobel Joseph Stiglitz sull’euro. Emerge una volta ancora il pensiero del grande economista in proposito: senza una politica fiscale ed economica federale comune l’euro ha poche prospettive future. L’affermazione centrale dell’articolo é la seguente: “…guardate gli Stati Uniti: che rapporto c’è tra la regione dei Grandi Laghi e il Mississipi? Tra Seattle e la Florida? Gli stati del nord e del sud hanno delle politiche e delle traiettorie economiche molto diverse. Ma il tutto tiene perché il livello federale gioca il suo ruolo. Se una banca fallisce in California, il livello federale interviene. Se il tasso di disoccupazione esplode in Alabama, il budget federale versa l’assicurazione di disoccupazione. Noi disponiamo di istituzioni che permettono di stabilizzare la nostra economia. Con gli anni, queste istituzioni hanno finito per istaurare una comune cultura tra il nord e il sud degli Stati Uniti, che, centocinquant’anni fa si facevano la guerra per la questione della schiavitù … Nell’euro-zona nulla corregge gli squilibri”.
L‘economista e premio Nobel Joseph Stiglitz
Tragedia in NEPAL
Pubblichiamo, fra le tante iniziative in corso per l’aiuto alla popolazione del Nepal, una lettera della Professoressa Simonetta BISI, collaboratrice della nostra rivista “Nuova Etica Pubblica”. Costituisce una possibilità affidabile per offrire un contributo umanitario.
Carissimi amici,
siete tutti al corrente della immane tragedia che ha colpito uno degli Stati più poveri al mondo.
Sapete anche dei nostri bimbi del Children Village.
Rekha, la mia “figlia nepalese” era felice quando si è trasferita dal CV (era entrata a tre anni) per andare nell’ostello della fondazione e continuare i suoi studi. Aveva preso ottimi voti e stava iniziando il triennio dell superiori. Lei e gli altri “grandi” per fortuna stanno bene, ma l’ostello è molto lesionato. Dorme in una tenda, ha perso molte delle piccole cose a cui teneva, e che le avevamo dato. Come lei gli altri.
Se potete, questi sono i dati per un bonifico. E se avete amici a cui girare questa mail, grazie.
Per avere ulteriori informazioni (per chi non conosce questa Ong tedesca) può andare sul sito italiano
Children Village Bhakunde, Nepal – Italians for FNH/FWHC
Ecco i dati per il versamento
Causale: Earthquake Nepal.
A favore di: Freundeskreis Nepalhilfe e.V.
Banca: VR Bank eG Biedenkopf-Glad Bach
IBAN: DE73 5176 2434 0069 5697 06
SWIFT / BIC: GENODE51BIK
—
Prof. Simonetta Bisi
docente dottorato in Sociologia e Scienze Sociali Applicate
Sapienza Università di Roma
ab. via della Mendola 165, 0135 Roma
Convegno di Nuova Etica Pubblica sulla dirigenza.
Pienone in Sala delle Bandiere del Parlamento europeo a Roma per il convegno del 24 aprile scorso, organizzato da Nuova Etica Pubblica “La dirigenza pubblica che vogliamo“. Erano presenti dirigenti pubblici e personalità accademiche. Si è notata l’assenza dell’on.Rughetti per l’importanza del ruolo da quest’ultimo svolto, ma non per l’interesse e la qualità dei contenuti del Convegno. Tutti gli interventi, di cui dà conto il numero 3/2015 della rivista diretta da Daniela CARLA’, sono stati sostanzialmente incentrati sul profilo auspicato e atteso del “nuovo dirigente pubblico”. Le idee non coincidono nel merito, perché rimane divaricante per ora la diversa convinzione di chi punta ad uno skill di dirigente pubblico fortemente ispirato al modello del manager privato e chi, invece, sottolinea la profonda diversità di tale ruolo, così come configurato dalla Carta costituzionale. Forse il vero successo del convegno è consistito in uno schietto e non paludato confronto fra queste due opposte tesi – preziose nella loro concretezza e vivacità le provocazioni lanciate dal Presidente di Forum PA Carlo MOCHI SISMONDI – che sono emerse con utile chiarezza all’attenzione dei convenuti.
Relazione sul convegno “La dirigenza che vogliamo”
Alessandro Bellavista “Un’amministrazione libera dalla politica”
Mochi Sismondi “Una dirigenza a rischio?”
Giuseppe Beato: risposta a Mochi Sismondi “Un nuovo ruolo per il dirigente pubblico”
Nicoletta Stame “La dirigenza che vogliamo”
Intervento di Marisa Rodano alla Camera dei deputati in occasione del 70imo anniversario della Liberazione.
Onorevole Presidente della Repubblica
Onorevole Presidente della Camera dei Deputati
Onorevole Presidente del Senato della Repubblica
Onorevoli Parlamentari
Cari amici e compagni partigiani,
Ringrazio per l’invito a questa solenne celebrazione
E’ per me un grande onore parteciparvi e sono commossa ed emozionata per essere rientrata in quest’aula, nella quale ho trascorso tanti anni della mia vita parlamentare.
Mi si consenta di dedicare brevi parole al ruolo delle donne nella Resistenza.
– Fu lo sciopero delle lavoratrici torinesi nel marzo del 1943 a suonare la campana a morto per il regime fascista.
– L’8 settembre, nella battaglia in difesa di Roma, centinaia di donne spontaneamente scesero in strada ad aiutare i combattenti e furono ben ventotto le cadute in quella battaglia!; le donne romane aprirono la porta delle loro case ai fuggiaschi: li rivestirono, nutrirono, li nascosero, accolsero come figli i prigionieri alleati, Russi, Americani, Inglesi, Iugoslavi.
– Furono le donne, a Napoli, dal 26 settembre al 1 ottobre del 1943 a dare un contributo determinante all’insurrezione che costrinse l’esercito nazista a lasciare la città.
– E’ a una donna, la dottoressa Marcella Monaco, che due futuri Presidenti della nostra Repubblica, Sandro Pertini e Giuseppe Saragat debbono la vita e la liberazione dal carcere di Regina Coeli , con falsi ordini di scarcerazione.
– Fu una donna, Giulietta (Lina) Fibbi, che con un viaggio avventuroso recapitò l’ordine dell’insurrezione del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia al CLN dell’Emilia
Per unanime riconoscimento sia del CLN che degli stessi comandi nazisti, senza la partecipazione di massa delle donne, compresa quella alla lotta armata, (si pensi ai reparti delle Volontarie della libertà e alle staffette) la lotta di Liberazione non sarebbe stata vittoriosa.
Le cifre sicuramente sono approssimative – si è detto che le donne combattenti fossero 35.000, 70.000 le partecipanti ai Gruppi di Difesa della Donna, 2900 le donne giustiziate o uccise in combattimento –
Vorrei in primo luogo, ricordare le eroine, cadute in combattimento o uccise tra atroci sofferenze dai nazisti o morte, dopo la deportazione, nei campi di sterminio e le decorate di medaglia d’oro alla memoria, da Gabriella degli Esposti a Ines Versari, da Anna Maria Enriquez a Norma Pratelli Parenti, da Irma Bandiera a Maria Assunta Lorenzoni, solo per citarne alcune.
Ma come erano giunte le donne italiane a schierarsi dalla parte giusta?
E’ nella Resistenza che le donne italiane, quelle di cui Mussolini aveva detto “nello stato fascista la donna non deve contare”; alle quali tutti i governi avevano rifiutato il diritto di votare, la possibilità di partecipare alle decisioni da cui dipendeva il loro destino e quello dei loro cari, entrano impetuosamente nella storia e la prendono nelle loro mani.
Nel momento in cui tutto è perduto e distrutto – indipendenza libertà pace – e la vita, la stessa sussistenza fisica sono in pericolo, ecco le donne uscire dalle loro case, spezzare vincoli secolari, e prendere il loro posto nella battaglia, perché combattere era necessario, era l’unica cosa giusta che si poteva fare.
Nel moto resistenziale si saldarono la tradizione socialista delle lotte nelle fabbriche e nelle risaie; le idealità politiche dell’antifascismo; e l’opposizione segreta, ma profonda che tante donne avevano coltivato in modo più o meno tacito contro il fascismo, il regime delle cartoline-precetto, che strappava loro i figli e che aveva fatto della violenza e della guerra un cardine della propria politica e ideologia.
Dalle masse femminili veniva al moto resistenziale un patrimonio di valori e ideali tramandati nella famiglia e confluì nella Resistenza, in un comune impegno con le forze laiche e socialiste, la tradizione del mondo cattolico.
Un innesto di valori e tradizioni diverse, di esperienze tra loro lontane che, nella Resistenza si venne strutturando come movimento unitario, nazionale: i Gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della libertà. (GDD)
Gli scopi dei GDD, definiti nel programma appello costitutivo, approvato nel ’44 a Milano: erano finalizzati alla lotta contro il nemico invasore, cioè a un obiettivo generale e comune a uomini e donne, ma l’appello conteneva in nuce alcune delle future rivendicazioni delle donne, in particolare delle lavoratrici, quali la proibizione del lavoro notturno, del lavoro a catena e del lavoro nocivo alle donne, un salario femminile (per lavoro eguale) uguale a quello dell’uomo e un’adeguata assistenza alle madri, E comunque, allora battersi per tali obiettivi diveniva allora un atto di guerra.
La Resistenza ha contribuito a far sorgere una comune coscienza nazionale tra donne di differenti ceti sociali, di diverso livello culturale e orientamento ideale, e, al tempo stesso, a far loro acquisire una nuova consapevolezza del proprio ruolo sociale e l’aspirazione a conseguire pienezza di diritti e di cittadinanza.
Non a caso i GDD affermavano che logica conseguenza della partecipazione delle donne alla Resistenza dovesse essere il diritto di voto.
La partecipazione delle donne alla Resistenza è stata dunque il fondamento per la conquista dei loro diritti civili, sociali e politici.
E’ conferma che il cammino delle donne italiane verso la conquista di piena cittadinanza, che vede oggi tante donne ricoprire cariche di responsabilità nel governo, nel parlamento, nelle Regioni e negli enti locali, e svolgere ruoli importanti nella vita culturale, economica e produttiva, ha le radici nella loro partecipazione alla Resistenza.
Marisa Rodano – 16 aprile 2015
La dirigenza pubblica che vogliamo. Incontro di Nuova Etica Pubblica.
Basta con le valutazioni burla.
Il servizio di Report del 19 aprile scorso (vedi qui sotto) sulle modalità di valutazione delle performance della dirigenza in alcune Amministrazioni statali, regionali e comunali non ci consente di fare “spallucce”, né di cavarcela con una recriminazione “contro politici, sindacati e media, prevenuti contro la dirigenza pubblica”. Va data un’altra risposta, all’altezza di un ceto che rivendica l’orgoglio di essere “dirigente”. Continua a leggere
Alle origini del declino economico italiano – Forges Davanzati
Guglielmo Forges Davanzati è professore di analisi economica all’Università del Salento e può essere annoverato fra i sostenitori delle ricette keynesiane come direttrici maestre per affrontare la crisi economica in corso (Clicca qui per leggere i suoi articoli pubblicati su “Keynes blog”).
Pubblichiamo l’analisi del prof. Davanzati sulle cause del declino economico italiano, rispetto alla quale la crisi finanziaria innescatasi dell’anno 2008 ha agito solo da detonatore, ma i cui prodromi sono visibili dall’inizio degli anni ’80 durante i quali ” I governi che si sono succeduti….hanno rinunciato ad attuare politiche industriali, confidando nella presunta “vitalità” della nostra imprenditoria“. Una fuoriuscita dalla cabina di regia della politica industriale del nostro Paese che vede oggi la grande industria o in crisi oppure venduta/vendibile ai capitali stranieri.
Netta e condivisibile è poi la critica di Davanzati alla politica del precariato e della moderazione salariale, anche qui con un riferimento diretto al pensiero di John Maynard Keynes che nel saggio “La questione degli alti salari” del 1930, scriveva al riguardo: “se si paga meglio una persona si rende il suo datore di lavoro più efficiente, forzandolo a scartare metodi e impianti obsoleti, affrettando la fuoriuscita dall’industria degli imprenditori meno efficienti, elevando così lo standard generale”.
Il pensiero di Davanzati ci ricorda da vicino le teorie dell’economista Mariana Mazzucato a proposito del ruolo dello Stato nell’economia (vedi qui).
Alle origini del declino economico italiano
Accordo di azione comune per la democrazia paritaria – norme esperienze e confronto con Paesi esteri – Atti del Seminario del 3 dicembre 2014
Di seguito le relazioni delle partecipanti al Seminario.
Graziella Rivitti – relazione introduttiva 3 dicembre 2014;
Fiorenza Taricone – relazione 3 dic 2014 democrazia paritaria;
Alessandra Servidori – Intervento Democrazia Paritaria 3 dic 2014;
Marilisa D’Amico: relazione 3 dicembre 2014;
Daniela Colombo 3 dic 2014 – Meccanismi per la parità.
Sindacato dei dirigenti pubblici CIDA e ddl 1577.
Pubblichiamo qui il comunicato inviato a tutte le forze politiche dalla Federazione dei dirigenti e delle alte professionalità della funzione pubblica (vedi sul sito della CIDA funzione pubblica) in ordine al disegno di legge n 1577 dello scorso 2014. Le critiche sono forti e circostanziate.
Documento CIDA funzione pubblica su ddl 1577
Scuola – il ddl di riforma
Pubblichiamo il ddl AC n. 2994 con il quale il Governo propone al Parlamento le linee generali per una “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione”, corredandolo con la memoria presentata dall’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola (ANP CIDA) in occasione dell’audizione presso la Commissione VII Camera + Senato dello scorso 8 aprile 2015.
Audizione ANP CIDA 8 aprile 2015
Per una riforma della Pubblica Amministrazione
Il documento di Nuova Etica Pubblica con la nostra proposta di riforma della Pubblica Amministrazione italiana.
Per una riforma della Pubblica Amministrazione – Nuova Etica pubblica
Riforma del Titolo V della Costituzione – Stato dei lavori.
Pubblichiamo il testo elaborato dal Servizio studi della Camera dei deputati in data 26 febbraio 2015, recante lo stato dei lavori parlamentari sul ddl costituzionale n. 2613/2014 di riforma del Titolo V della Carta costituzionale.
Febbraio 2015 – riforma costituzionale.
Presentazione del DEF a margine del Consiglio dei Ministri del 7 aprile 2015
Corruzione e dirigenza precaria
Comincia a farsi strada – nelle pieghe degli articoli di qualche grande Organo di stampa – il concetto costituzionale secondo cui la precarizzazione della dirigenza pubblica attraverso l’esondazione di incarichi a tempo determinato senza concorso e un’applicazione futura dei ruoli unici della dirigenza come anticamera di licenziamenti sia un pericolosissimo “aiuto” all’aumento della corruzione negli appalti pubblici e al predominio della cattiva politica.
Pubblichiamo l’articolo del “Fatto quotidiano ” di ieri 7 aprile 2015 che riprende concetti ben noti a chi frequenta il nostro sito.
Amministrazione clientelare per legge
Concorso pubblico per lavorare nelle istituzioni UE con retribuzione 4300 euro.
Questo annunzio di concorso – pubblicato sul sito www.la legge per tutti.it (clicca qui) – è dedicato ai nostri giovani in gamba che cercano un posto di lavoro adeguato al loro impegno e merito, ma non hanno le conoscenze utili per essere assunti in qualche società partecipata.
ddl 1577/2014 – il testo proposto dalla 1a Commissione permanente il 2 aprile 2015
Pubblichiamo il testo integrale del ddl 1577/2014 proposto per la discussione in aula dalla 1a Commissione Affari costituzionali del Senato.
ATTENZIONE: l’articolo sulla dirigenza pubblica è ora il 9.
ddl 1577 del 2014 presentato in aula Senato 2 aprile 2015
Pareri delle Commissioni del Senato
Comunicato stampa sul ddl Madia – Ass Allievi SSPA, AGDP, Nuova Etica Pubblica
Mariana Mazzucato – Il futuro dell’Europa
Futuro dell’Europa, investimenti pubblici, politica dei tagli della spesa. piano Varoufakis: le tesi di Mariana Mazzucato applicate alla situazione di crisi dell’Europa in un suo articolo pubblicato su La Repubblica lo scorso 16 marzo 2015.
Il futuro dell’Europa – Mariana Mazzucato