Anticorruzione – i whistleblower, uno strumento concreto per combatterla.

Lavoceinfo

Volendo essere “rozzi” fino in fondo, la legge n. 190 del 2012 ha prodotto sopratutto carte e atti-proclama sui programmi di trasparenza che ciascuna Amministrazione pubblica intende mettere in campo. Intanto la corruzione impera sovrana, i grandi scandali si susseguono con cadenza mensile e non si vede all’orizzonte alcun segnale di inversione di tendenza. Eppure esiste, nella legislazione anglosassone, una modalità di contrasto alla corruzione chiara ed efficace: la “soffiata tutelata”, volendo qualificare in un Italiano comprensibile la figura del whistleblower, sulla quale più volte ci siamo soffermati in questo sito (vedi articolo di Sonia Mecenate – clicca qui – e una rassegna della legislazione esistente – clicca qui).

Su questo tema pubblichiamo un link alla Voce.info, articolo di Vitalba Azzolini del 24 marzo 2015 – clicca qui – nella quale vengono analizzate le ritrosie moralistiche che impediscono che anche nella nostra legislazione venga introdotto questa fondamentale strumento di contrasto, che negli Stati Uniti consente di recuperare il 15-30% dell’importo complessivo recuperato dai fatti di corruzione scoperti.

Giurisdizione della Corte dei Conti sulle Società partecipate.

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La giurisprudenza della Corte dei Conti ci evidenzia i contenuti del dibattito in corso su un tema decisivo di civiltà giuridica e di legalità generale: la responsabilità degli amministratori delle Società partecipate per i danni procurati al finanziatore pubblico nella propria attività. La Corte, con buona pace dei suoi detrattori, è un presidio sicuro di garanzia per la tenuta delle finanze pubbliche, anche nel contesto del patto di stabilità dell’Unione europea: l’intervento giurisdizionale pubblico è indispensabile per contrastare il pericolo che si producano sacche sempre più vaste di deroga alle norme di garanzia di buona amministrazione del danaro pubblico.

Sul tema è in pieno svolgimento un’approfondita interlocuzione con la Corte di Cassazione, nella sua qualità di giudice della giurisdizione, la quale invece ha più volte affermato il difetto di giurisdizione della Corte dei conti “in ordine all’azione di risarcimento danni subiti da una società a partecipazione pubblica…non essendo in tal caso configurabile, avuto riguardo a l’autonoma personalità giuridica della società, né un rapporto di servizio tra l’agente e l’ente pubblico titolare della partecipazione, quand’anche totalitaria, né un danno direttamente arrecato allo Stato o ad altro Ente pubblico” (si veda per tutte La Sentenza Cass n 7374 del 2013 civile a Sezioni unite difetto giurisdizione Corte dei Conti). In risposta a tale linea interpretativa, La prima sez giurisdizionale centrale della Corte dei Conti – con la sua Sentenza n. 178 del feb 2015  (vedi qui) – sviluppa condivisibili argomentazioni a contrario, tutte incentrate sulla titolarità sostanziale delle risorse finanziarie detenute dalle società partecipate, sugli obblighi nazionali scaturenti dall’articolo 126 del TFUE di Lisbona e, infine, richiamando le stesse linee interpretative adottate dalla Cassazione in ordine agli enti pubblici economici (Sez unite n 19663 del 2003 -vedi), alle società in house (Civile sez. unite n 26283 del 2013 – vedi), all’ANAS (Civile sez unite n 71 del 2014 – vedi): in tutte queste pronunce la Corte di Cassazione ha deciso per la giurisdizione in capo alla Corte dei Conti. Difficile sostenere che per le Società a prevalente partecipazione pubblica possa valere una regola diversa.

Mariana Mazzucato – Lo Stato innovatore

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Clicca qui per ascoltare il dibattito fra Mariana Mazzucato e Francesco Giavazzi

Le tesi contenute nello “Stato innovatore”, successo editoriale dell’Economista italo-americana Mariana Mazzucato spiegate da lei stessa in una lettera al Premier italiano Matteo Renzi.

Ciò che piace delle teorie della Mazzucato è la sua visione del ruolo dello Stato, non  un’entità neutrale e amorfa, che svolge le sole funzioni regolatrici e di fornitore di servizi sociali, ma soggetto innovatore, leva vivace, finanziatore e volano della crescita e delle opportunità economiche del mercato. Per sostenere tale tesi la Mazzucato analizza nello specifico le esperienze dello Stato più liberista del mondo, gli U.S.A…..e dimostra che le più fantastiche evoluzioni nel mondo informatico non si sarebbero mai verificate se non ci fosse stato un “accredito” iniziale, un'”incentivo economico mirato” verso quei progetti che manifestavano prospettive e scenari nuovi e originali.

 Caro premier

Il legame fra leggi sbagliate e corruzione

CORRUZIONE  a norma di legge

Una tematica chiaramente emersa dagli ultimi scandali (Expo2015, Roma Mafia e Infrastrutture): quella del collegamento – della consustanzialità per meglio dire – fra disposizioni di legge “eccezionale”, superfetazione normativa e sistemi corruttivi in Italia.

Sul punto segnaliamo tre contributi di approfondimento:

1.il libro di Francesco Giavazzi e Giorgio Barbieri “Corruzione a norma di legge” (Vedi qui la breve intervista agli autori);

2. L’intervento del magistrato Carlo Nordio sul Mattino del 16 marzo scorso, nel quale viene sottolineato lo stretto collegamento fra le leggi esistenti, numerose, ingarbugliate, contraddittorie,incomprensibili e la facilità con la quale queste caratteristiche consentono di vessare un cittadino e un’impresa e/o di chiedergli un compenso illecito (leggi qui l’articolo).

3. l’analisi specifica, effettuata della nostra Associazione, sulla “legislazione di supporto” che ha consentito a EXPO2015 di derogare da tutte le norme di legge sugli appalti. (Vedi qui: EXPO’2015: il sistema degli appalti in deroga).

Scalfari – lo spoils system non è il rimedio.

SCALFARI

Eugenio Scalfari contro lo spoils system e capace di delineare il profilo storico della storia della mancanza di autonomia della pubblica amministrazione in Italia. Per chi ha una certa età – come chi scrive – il fondo della domenica  su La Repubblica costituisce un appuntamento di “sacralità laica”, come l’omelia dei sacerdoti nelle Messe domenicali. Figuriamoci poi se il celebrante ci intrattiene sulla tematica dello spoils system nella dirigenza pubblica italiana, sostenendo come noi  da sempre che “far ruotare i burocrati…é una proposta molto discutibile“!

                              Eugenio Scalfari 22 mar 2015 – come battere la coruuzione e come costruire la nuova Europa   

Analisi d’impatto delle politiche pubbliche

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Pubblichiamo qui di seguito una serie di saggi prodotti dall’Osservatorio AIR sugli argomenti trattati nel convegno di domani 23 marzo 2015

 Osservatorio AIR_Annuario_2013 – Analisi d’impatto e altri strumenti per la qualità della regolazione.

Le proposte del Presidente dell’INPS per nuovi interventi sul Welfare italiano

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Riproponiamo l’intervista integrale al Presidente INPS Tito Boeri, ieri ospite di Otto e mezzo. Egli ha tracciato un quadro d’insieme delle proposte in materia di previdenza e di protezione sociale che l’Istituto metterà in campo nei prossimi mesi.

Su tutte prevale in Boeri l’idea di tutelare la categoria in maggiore difficoltà in questo frangente storico : la classe dei lavoratori in età fra i 55 e i 65 anni, che ha maggiore difficoltà a trovare un nuovo lavoro quando lo perde, ma è ancora lontanissima dalla pensione. L’onere quantificato per tale operazione ammonta a circa 1,5 miliardi di euro, da reperire all’interno dello stesso sistema di protezione sociale amministrato dall’Istituto. Sotto attenzione le pensioni elevate liquidate in modo più favorevole rispetto al sistema di calcolo contributivo.

Tito Boeri otto e mezzo 20 marzo 2015 – Video integrale

La riforma della dirigenza pubblica fatta dai titoli a effetto dei Grandi quotidiani

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La riforma delle pubbliche amministrazioni (vedi qui il documento della nostra Associazione) non potrà essere mai conclusa con un minimo di probabilità di successo fino a quando sarà attraversata da scandali, come quello recentissimo del Ministero delle Infrastrutture, seguiti da interventi sconclusionati nei Grandi quotidiani nazionali come quelli di Massimo Gramellini. Pubblichiamo senza ulteriori commenti l’articolo in questione, la risposta data da un dirigente pubblico, nonché  le precedenti polemiche sul punto presenti sui quotidiani La Repubblica e Il Corriere della sera. Sotto il gran polverone c’è la totale ignoranza sulle dinamiche vere della pubblica Amministrazione italiana. Studino di più le “grandi firme”: non é certo offrendo a una pubblica opinione giustamente inferocita la figura di un “colpevole” che potrà essere risolto qualsivoglia problema.

Massimo Gramellini su La Stampa – Funzionari oscuri e politici imbelli

Le Formiche.net – “Caro Gramellini” di Alfredo Ferrante

La Repubblica 16 mar 2015 – Madia “Lo stato licenzierà i dirigenti inadeguati”

La Repubblica 17 mar 2015 – La rivolta dei dirigenti “Volete licenziarci per dare i posti a chi è lottizzato”

Nuova Etica pubblica 9 marzo 2015 – Il Corriere della Sera e i dirigenti pubblici.

Giuseppe De Rita sul Corriere della Sera del 10 marzo 2015 – “Una politica debole senza una dirigenza pubblica forte”.

Agenzia delle Entrate e Corte costituzionale – Sentenza n 37 del 2015

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La Corte costituzionale con la Sentenza n 37 del 25 febbraio 2015 vedi qui il testo –  ha messo una pietra tombale sul tentativo dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle Dogane di mantenere  la prassi in atto da anni di forzare un principio costituzionale (articolo 97)  reclutando in funzioni dirigenziali senza concorso pubblico: è stato , infatti, dichiarato incostituzionale l’articolo 8, comma 24, del decreto legge n 16/2012, convertito in Legge n 44/2012 – vedi qui il testo – che, in buona sostanza, rinviava a termini indefiniti  l’applicazione del principio dell’assunzione dei dirigenti delle Agenzie solo tramite concorso pubblico, con la sola deroga consentita dell’articolo 19 comma 6 del d. lgs 165/2001.

La sentenza della Corte costituzionale consegue all’Ordinanza di rimessione sulla costituzionalità della norma in questione effettuata dal Consiglio di Stato – vedi qui Sent. n. 5451 del 2013 –  a seguito dell’impugnativa alla sentenza del T.A.R. Lazio n. 6884/2011 (vedi qui testo) che aveva dichiarato illegittimo l’articolo 24 del Regolamento generale dell’Agenzia delle Entrate che consentiva “provvisoriamente“… “la stipula di contratti individuali di lavoro a termine” (vedi qui testo), senza indicare alcun termine. In buona sostanza l’Agenzia delle entrate e l’Agenzia delle dogane eludevano da più di 10 anni il principio costituzionale del concorso pubblico e procrastinavano ad libitum l’indizione e/o la conclusione dei concorsi a dirigente già espletati mantenendo senza limiti di tempo in posti dirigenziali  funzionari che mai avevano sostenuto un concorso pubblico per accedere alla funzione dirigenziale.

La sentenza della Corte costituzionale, ci pare, va ben al di là del pur gravissimo caso esaminato (n. 767 incarichi di dirigente su 1.143 totali  conferiti illegittimamente) e dichiara implicitamente che il regime della dirigenza pubblica fissato dalla Carta costituzionale ha forme e finalità diverse dalla dirigenza delle imprese private, perché qui prevale l’esigenza della garanzia dell’imparzialità e degli interessi generali della collettività sul criterio del “rapporto fiduciario” col vertice politico. Chi dimentica questi principi può facilmente imbattersi in scandali tipo EXPO 2015, M.O.S.E., Odevaine, “Incalza” (che non era un dirigente di carriera, si noti), in ognuno dei quali erano all’opera dirigenti non di carriera reclutati dalla politica senza concorso.

Aspettiamo anche che la Corte costituzionale sia chiamata a pronunciarsi sull’articolo 11, comma 1 del D.L. n 90/2014 convertito in Legge n 114/2014, che consente ai di reclutare il 30% della dirigenza delle Amministrazioni regionali e comunali con contratti di lavoro a tempo determinato (vedi qui: Roma Mafia: tre questioni di natura amministrativa).

Associazione allievi SSPA – analisi degli emendamenti DDL Madia

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Pubblichiamo un link al sito dell’associazione Allievi SSPA, con una franca e decisa analisi sugli emendamenti proposti dall’on. Pagliari al testo del disegno di legge n 1577/14 di riforma della pubblica amministrazione.

Servizio studi Senato – Ultimi emendamenti al ddl 1577/2014

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VEDI QUI IL TESTO DEL DDL 1577 RICOSTRUITO A SEGUITO DEGLI EMENDAMENTI IN COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI A TUTTO IL 18 MARZO 2015.

Pubblichiamo la sintesi dei recenti lavori in Commissione Affari costituzionali sul ddl 1577/2014, curata dal Servizio studi del Senato.

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Giuseppe De Rita – Una politica debole senza una dirigenza pubblica forte.

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Riconosciamo al Corriere della Sera l’onestà intellettuale di aver pubblicato ieri il pensiero , come sempre lucido e folgorante, del prof. Giuseppe De Rita, presidente del CENSIS, a proposito del dibattito in corso, di scarsissima qualità, sui rapporti fra politica e burocrazia pubblica. Una politica che non possa contare su una sua oligarchia, su una tecnocrazia, su una buona burocrazia, è una politica letteralmente inerme, destinata a restare su un decisionismo di massima, talvolta puro esercizio di annuncio“.  Invece oggi la politica ritiene di poter salvaguardare la propria funzione  precarizzando la dirigenza pubblica (vedi qui).

 Corriere della Sera 10 mar 2015- De Rita: politica inerme senza la burocrazia

Dirigenza pubblica e grandi Organi di informazione.

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Siamo ormai abituati a trovare sulle prime pagine dei grandi quotidiani (vedi ieri Corriere della Sera) titoli cubitali in cui la dirigenza pubblica viene chiamata responsabile delle mancate riforme della pubblica amministrazione. Ricordando il nostro professor Melis (vedi qui sotto il suo intervento al riguardo) che afferma “manca da tanti anni, in Italia, un giornalismo che sappia cosa succede davvero nella Pa e ne conosca i veri problemi”, non abbiamo altra possibilità che ribattere punto su punto più che gli articoli, i titoli ad effetto degli articoli stessi.

C’è una tripla equazione errata nei sillogismi demagogici proposti.

1a equazione: i dirigenti pubblici = “burocrati e insabbiatori”: quali dirigenti pubblici? Si porta maliziosamente i lettori a confondere la burocrazia “classica”, quella dei Ministeri, ormai minoritaria nelle pubbliche amministrazioni, con le molteplici burocrazie delle Regioni, dei Comuni e del Servizio sanitario nazionale. Chi sono quindi gli insabbiatori? I dirigenti dei Ministeri oppure tutti i dirigenti pubblici? Se sono i dirigenti dei Ministeri si attribuisce loro un potere preponderante che non hanno perché sono circa 3.300 di numero e soprattutto perchè il “potere” di cui parlano i giornali é detenuto in maggioranza da giudici del Consiglio di Stato o della Corte dei Conti che non fanno parte della dirigenza amministrativa e che amministrano il loro potere per conto e fiducia diretta dei Ministri e politici di riferimento (vedi in tal senso del nostro Antonio Zucaro Funzioni non svolte e attività reali dei Gabinetti ministeriali). Se sono,invece, tutti i dirigenti pubblici si sta parlando di qualcosa come circa 250.000 dipendenti pubblici sparsi in tutta Italia (vedi qui): si crede veramente che sia in atto una sovversione di massa alla volontà del Governo? Semplicemente ridicolo.

2a equazione: ridimensionamento del “potere” della dirigenza “di carriera” = riforma della PA: é falso e illusorio credere e scrivere che “cambiando il regime della dirigenza” si riforma la Pa (non ci resta che riproporre in tal senso il documento di proposta della nostra associazione – clicca qui), essenzialmente perché il potere della dirigenza è già oggi ridimensionato da varie leggi dell’ultimo decennio e ridotto ai minimi termini (vedi qui).

3a equazione: dirigenza pubblica efficiente = modello del manager privato. Alfiere di questa linea di pensiero l’Università Bocconi di Milano (vedi qui). Piace a molti questo modello perché consente di creare un circuito nuovo di assunzioni negli Enti locali e nelle Regioni, elusivo dei dettami costituzionali (vedi qui), credendo e sperando che un giovane laureato che entri nella PA attraverso questo circuito troverà problemi diversi e minori di quelli che trova un dirigente entrato per concorso. Invece ne troverà di maggiori perché sarà un soggetto a tempo determinato alla completa mercè del politico di turno, precario come un dirigente privato ma sprovvisto di quelle possibilità di mobilità interaziendale che ha il manager privato e delle laute buonuscite corrisposte a chi lascia un’azienda.

Giuseppe Beato

 Corsera 8 marzo 2015 -Il caso dei dirigenti pubblici

 

Sabino Cassese su Corsera 8 marzo 2015- Il percorso a ostacoli di una riforma necessaria

 MELIS Perché ristagna la riforma amministrativa

 

TAR Lazio marzo 2015 – Annullamento assunzioni dirigenti esterni.

Pubblichiamo la sentenza n 3690 del 3 marzo 2015 emanata del T.A.R. Lazio che ha annullato gli atti di assunzione di 28 dirigenti a tempo determinato nel 2013 dalla Regione Lazio – Giunta Zingaretti. Si vedano anche i commenti della stampa (Corriere della Sera 4 marzo 2015 – TAR contro Zingaretti).

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Dario Ciccarelli -Dall’uniformità alla differenziazione: il nuovo ruolo della dirigenza pubblica.


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Pubblichiamo un contributo del dr. Dario Ciccarelli – dirigente in servizio presso un ufficio territoriale del Ministero dell’Economia e Finanze – che argomenta intorno al  ruolo e all’ etica del dirigente pubblico attuale, in coerenza con quanto previsto e innovato nella Carta costituzionale con la riforma del Titolo V dell’anno 2001. In tale evento costituzionale Ciccarelli individua la soluzione di continuità normativa che separa un “modo” di direzione dei pubblici uffici statico, aproblematico, caratterizzato da impersonale uniformità al dettato astratto della legge (ubi consistam mutuato dallo Stato napoleonico, transitato a noi  attraverso il passaggio dello Stato sabaudo, poi fascista, poi post-fascista) ad un nuovo “modo”, coerente con il progetto organizzativo di Stato fondato dalla riforma costituzionale del 2001. Questo “nuovo modo” contempla l’affidamento della Pubblica Amministrazione ai dirigenti pubblici, non solo, ma una interpretazione del ruolo dirigenziale caratterizzata dalla capacità di “differenziazione“, cioè dalla sensibilità e dalle capacità del dirigente pubblico di operare a valle di una percezione della realtà politica-sociale-economica-istituzionale che gli vive intorno. Il “nuovo modo” di dirigere presuppone e impone che egli “esca dall’ufficio, frequenti le aziende, i lavoratori, le associazioni, i sindaci, la Politica, i professionisti, l’Università: diventi anzitutto amico della comunità che deve servire“. Da questa capacità di analisi e di comprensione delle “differenze”, discende la qualifica del “modello ideale” di un dirigente moderno come “dirigente differenziatore“.

Ciccarelli stesso riconosce nel suo scritto che il nuovo modello di dirigente “differenziatore” rischia di “rimanere sulla carta” e immagina alcuni percorsi legislativi – legge sullo Jobs act in primis – che possano favorirne il prevalere.  Ma l’ottimismo della volontà é lì sempre pronto ad infonderci una ragionevole fiducia. E’ giusto immaginare un nuovo modello di dirigente pubblico del nostro Paese che esca – contemporaneamente – dalle strettoie del “grigio burocrate” , ma che non sia neanche un “manager”(sic) a disposizione del politico di turno.

 Dirigenti differenziatori

Amministrazioni regionali – politica e dirigenza locale.

ITALIA

Sovente la politica locale e le sue Rappresentanze forti si esercitano nella critica alla “burocrazia centrale dei Ministeri” per evidenziarne l’ottusità, la mancanza di managerialità, la rigidità mentale che si riversa nei suoi atti. Lungi dal voler attivarci in una difesa d’ufficio di una parte della dirigenza contro un’altra, preferiamo segnalare e ricordare come la spaccatura fra sostenitori di un’Amministrazione rigidamente controllata e quelli di un’Amministrazione snella e libera dai vincoli burocratici è una storia vecchia almeno 100 anni (si veda qui di Guido Melis: “La Pa italiana nel primo dopo guerra: due modelli di amministrazione”). Ciò che va, purtroppo, evidenziato è il fatto secondo cui, all’ombra dei polemisti dell’una e dell’altra parte, sotto il “partito dei controllori” si è sempre schierato chi mira a salvaguardare la propria piccola nicchia personale di potere senza essere “disturbato” e sotto il “partito dei manager” si sono nascosti molti “mariuoli”. Ciò che ha reso negli ultimi venti anni ancor più pretestuosa e ridicola questa contrapposizione è il radicarsi “territoriale” della polemica,  “dirigenza centrale dei Ministeri” e “Dirigenza locale” (con prevalenza sui media e nella polemica politica dei fautori della dirigenza locale “buona” rispetto alla dirigenza statale “cattiva”, per superiorità numerica degli uni rispetto agli altri).

Lo stupido perpetuarsi dei partiti dei “guelfi” e dei “ghibellini” é semplicemente il segnale della mancanza in Italia, a 150 anni dall’Unità, di un modello condiviso di “dirigente pubblico” che sommi in sé le necessità segnalate dall’esigenza di “attuare, rispettare e far rispettare le leggi” e la contestuale attitudine all’efficienza e al rispetto dell’utenza. Ciò offre il destro alle incursioni della cattiva politica.  L’esperienza regionale ha portato, perlopiù, esempi “brutta copia” delle opacità ministeriali, da una parte, ed eccessiva “prodigalità” dall’altra, come ci segnala questa casistica dell’anno 2012.

Sole 24 ore dic 2012 – le assunzioni dei dirigenti nella regione Puglia.

Sole 24 ore dicembre 2012 – Concorsi dirigenziali soppressi e bloccati nel Lazio

Sole 24 ore dic 2012 – Bando fantasma del concorso per dirigenti in Lombardia.

Furono alcune delle “perle” emerse a ridosso dello scandalo Fiorito (Vedi qui). Qualcuno ha trovato la cura per questi mali?

Alfredo Ferrante – I limiti della dirigenza pubblica: una sana e necessaria autocritica.

Ferrante

Nella crisi endemica della pubblica Amministrazione italiana, uno dei leit motiv ricorrenti é costituito dalla critica, sempre acida e preconcetta, alla rigidità culturale e alla scarsa managerialità della classe dirigente di carriera. Al dr. Alfredo Ferrante dirigente ministeriale, nonché Presidente della Associazione ex allievi della Scuola superiore della PA (clicca qui), va dato il grande merito di non aver reagito con la classica “difesa d’ufficio” della categoria, ma di aver affondato il dito nella piaga analizzando onestamente e severamente il limiti e le debolezze di un certo “modo sbagliato” di porsi e proporsi del dirigente pubblico. Concordiamo per parte nostra non solo e non tanto sulla critica – che evidentemente non riguarda tutti, ma segnala un obiettivo polemico su cui riflettere – quanto sull’esigenza per la dirigenza pubblica di “farsi voce unica“, unico modo per ricevere ascolto e conquistare credibilità.

Vedi  di Alfredo Ferrante “Quella polvere sulle spalle della dirigenza pubblica”, pubblicato sul sito le Formiche.net (clicca qui)

INPS – Il discorso di insediamento del nuovo Presidente Tito Boeri.

logo inps

Pubblichiamo il discorso di insediamento e di presentazione in teleconferenza a tutto il personale dell’Ente del nuovo Presidente dell’INPS, prof. Tito Boeri. Egli ha tracciato sostanzialmente il programma del suo mandato, finalizzato ad un rinnovamento profondo del ruolo dell’Istituto nel Paese. Degni di evidenza i seguenti passaggi: 1) caratterizzare l’Istituto non solo come l’erogatore puntuale delle prestazioni dovute, ma anche come punto di studio e di riferimento propositivo del Governo e per la comunità nazionale tutta, attraverso la massima evidenziazione e l’elaborazione  delle informazioni presenti nella sua banca dati; 2) consentire la consultazione aperta a tutti i lavoratori italiani sul sito dell’Istituto per conoscere la propria posizione previdenziale e quanto questa presumibilmente sarà destinata a fruttare quando ci si ritirerà dalla vita attiva. Quest’operazione “che vedrà impegnati nei prossimi mesi tutti i dipendenti dell’Istituto” è stata chiamata da Boeri “la mia pensione“; 3) un’attenzione massima all’unico vero volto dell’INPS che vedono gli utenti: gli sportelli dell’Istituto, il decoro degli ambienti di accoglienza dei cittadini, il modo e le maniere di rispondere alle loro esigenze; 4) la caratterizzazione, infine, dell’INPS non più e non tanto come ente previdenziale, quanto come “istituto della sicurezza sociale, intesa prioritariamente come argine contro la povertà“.

 Il saluto del Presidente Boeri al personale dell’INPS

Riportiamo anche l’intervista di Tito Boeri al Corriere della Sera di ieri 3 marzo 2015 sui programmi di welfare e sulla governance dell’INPS.

BOERI SU INPS – Corriere della sera 3 marzo 2015 

Il petrolio, la guerra dell’ISIS e la caduta del suo prezzo.

Due approfondimenti curati da Antonella Crescenzi, rispettivamente, sul rapporto petrolio/guerra dell’ISIS e sugli effetti della caduta del suo prezzo.

 Il petrolio e la guerra dell’Isis

 Minore prezzo del petrolio