Scandalo expo 2015 – I MANAGER ASL e Frigerio

Uno dei fili conduttori delle notizie sullo scandalo EXPO 2015 é quello dei rapporti fra politica e dirigenza pubblica. La figura del dirigente pubblico ne esce malconcia, anche al netto delle millanterie di Gianfranco Frigerio. “I manager ASL sono cosa mia, me li coccolo io”. Si parla di 16 direttori di Aziende ospedaliere pronti a favorire gli affari della cupola. Vera o esagerata che sia la rivelazione, dalle intercettazioni pubblicate il 13 maggio 2014 da “La Repubblica”, emerge la figura di un manager pubblico che, in cambio del suo “servire”, chiede sempre e soprattutto una cosa: protezione. Ne esce il quadro di una parte di “dirigenza pubblica” da cui prendere risolutamente le distanze. Non basteranno le migliori leggi di riforma se  di questo tipo di dirigenza, in cui é assente qualunque etica pubblica, non verrà battuto ed emarginato.

 Il metodo Frigerio con i dirigenti ASL 

 

 

 

GESTIONE DELLE CAMERE MORTUARIE NELLE ASL ROMANE

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Riportiamo senza commenti l’articolo di Rory Cappelli comparso sul quotidiano “la Repubblica” lo scorso 6 febbraio 2014, dal titolo “Incastrati i boss delle camere mortuarie. Giro di tangenti per politici e funzionari ASL“.      CLICCA QUI

 

Una domanda: qual è l’organo pubblico che controlla gli atti di spesa delle ASL?

 

L’EPOPEA DEL RE DI MALAGROTTA MANLIO CERRONI

 

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I comuni cittadini non sanno nemmeno chi è. Invece, Manlio Cerroni – detto, alternativamente,  “il supremo” da chi ne godeva i favori  e lo temeva, oppure “Er monnezza” – è stato per 40 anni uno degli uomini più potenti della capitale, essendo il padrone e gestore della discarica di Malagrotta. Negli articoli pubblicati da vari giornali nel giorno del suo arresto è sintetizzata una sorta di “epopea ingloriosa”, nella quale il potere finanziario di un privato riesce a condizionere, coinvolgere, frenare, strumentalizzare  i protagonisti della politica della Capitale, non importa di quale partito. Un sistema di condizionamenti, pressioni, prebende costruito ad arte per amministrare e incrementare il proprio patrimonio finanziario. Una capacità di infiltrazione negli stessi palazzi giudiziari capace di far sparire due volte gli atti dell’inchiesta. Nell’amministrazione regionale, davanti a un singolo privato, all’opera una politica “debole” ed i suoi dirigenti amministrativi, scelti e selezionati da questa politica debole. Pronti a vendere la loro “dignità ed onore” per un piatto di lenticchie. Quale possibile ragionamento sull’imparzialità della pubblica amministrazione è solo azzardabile in un tale contesto di rapporti incestuosi?

ARRESTO – Il Fatto quotidiano 10 gen 2014

ARRESTI – L’Espresso 10 gen 2014

ARRESTO – La Repubblica 10 GEN 2014

INCHIESTA de L’ESPRESSO – ottobre 2012

I CESTINI NATALIZI Corsera 21 gennaio 2014

La TV di CERRONI – Il Fatto quotidiano 16 gen 2014

FINAZIAMENTO a Edo Ronchi – Il Fatto quotidiano 13 gen 2014

ROMA CAPITALE

MAIALI SPAZZATURA

“Roma CAPITALE” è scritto con orgoglio fuori luogo sul logo dei vigili urbani di Roma. In realtà la città che da venti anni la Lega qualifica come “roma ladrona” altro non è che la metafora  visibile di un Paese stanco, caotico, privo di strategie e di speranze. In ogni caso, anche omettendo di coinvolgere “il Paese” nelle vicende di una singola realtà territoriale, è innegabile che Roma, da 60 anni, è una città non amministrata strategicamente, con strutture amministrative interne ed esternalizzate (ATAC  – Ama) inefficienti e costose, preda e territorio di speculazioni, manovre e devastazioni che l’hanno resa proprio come la fotografano, Paolo Conti e Sergio Rizzo sui due articoli pubblicati sul Corriere della Sera del 21 e del 26   gennaio 2014.

La politica a Roma dove é stata in tutto questo tempo? La pubblica Amministrazione cosa è?

ROMA: VIAGGIO NELLA METROPOLI SPORCA – Corsera 21 gen 2014

I NUOVI RE DI ROMA – Corsera 26 gen 2014

ROMA: LA CARICA DEI DIPENDENTI COMUNALI – Corsera 28 dic 2011

ROMA – Dipendenti Atac Ama e Acea – Corsera 7 gen 2014

Le vergogne dell’ATAC – Corsera 25 lug 2013

IL CRAC FINANZIARIO DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE

23 NOV 2013 19:00

SU 1140 AZIENDE PUBBLICHE E PRIVATE IL 40% È TECNICAMENTE FALLITO

Esuberi e disservizi, il trasporto locale al tracollo – A Napoli ci sono debiti per 500 milioni, Bologna diminuisce le corse, a Genova il Comune cerca di risanare un’azienda decotta – L’Atac di Roma ha un miliardo e 200 milioni di debiti -Il Fondo unico nazionale è di 4,9 miliardi rispetto al fabbisogno di 6,4…

Valentina Santarpia per “Corriere.it”

Ieri era Napoli, con gli autobus costretti a rimanere in deposito senza benzina. Oggi è Genova, dove il Comune sta cercando di risanare un’azienda che fa acqua da tutte le parti. Ma la protesta dei lavoratori dell’Amt, che sta paralizzando la città, scoperchia un vaso enorme: è la crisi del trasporto pubblico locale (Tpl), che tra bilanci dissestati, personale in esubero, disservizi, evasori, e troppe deroghe, rischiano il collasso. In Campania sono fallite già tre società: l’Ente autonomo Volturno, il Cstp salernitano, l’Acsm a Caserta. Molte altre hanno sfiorato il tracollo: come l’Atac di Roma, travolta da un miliardo e 200 milioni di debiti, dove un supermanager sta cercando di rimettere a posto i conti e far dimenticare gli scandali delle assunzioni pilotate e dei biglietti duplicati.

FALLITI – Ma su un esercito di 1.140 aziende, pubbliche e private, «il 43-44% è tecnicamente fallito», denuncia il sottosegretario ai Trasporti Erasmo De Angelis. Pesano i pesanti tagli ai finanziamenti statali: il Fondo unico nazionale è di 4,9 miliardi rispetto al fabbisogno di 6,4. È vero che le Regioni sono riuscite, presentando entro ottobre il piano di riprogrammazione dei trasporti, a evitare le penalità.

Ed è vero che una sentenza della Corte costituzionale ha respinto il ricorso del Veneto contro il Fondo unico nazionale: «La mobilità è finalmente riconosciuta servizio pubblico essenziale la cui garanzia deve essere lasciata allo Stato centrale», spiega Marcello Panettoni, dell’Asstra, che raccoglie le società pubbliche di Tpl.

Ma il ripristino dopo sette anni del fondo di 500 milioni per la manutenzione dei mezzi – vecchi 12 anni contro una media Ue di 7- è una goccia nel mare per le aziende di trasporto e per i Comuni, che dovendo raggiungere il pareggio di bilancio non riescono più a coprire i buchi. E così guardano ai privati: una necessità dettata anche dall’obbligo, fissato dall’Europa, di assegnare con gara la gestione dei trasporti pubblici locali entro il 2019.

GARA NEL 2015 – È proprio questo che sta accadendo a Genova, come già successo a Firenze: l’Amt, ha assicurato il sindaco, resterà una società in house del Comune fino al 31 dicembre 2014. Ma nel 2015, come prevede la legge regionale appena approvata, verrà indetta una gara per il trasporto unico regionale.

Il Comune punta a far partecipare anche l’Amt, purché sia in buone condizioni economiche: secondo le stime, nonostante i contratti di solidarietà per i 2.300 lavoratori, anche quest’anno si chiuderà con un bilancio in passivo di 8,3 milioni, e il capitale sociale è ancora troppo esiguo, 7-8 milioni.

La parola d’ordine è: risanamento. Basta guardarsi intorno, per capire che grandi alternative non ci sono. L’Eav napoletana, per essere risollevata da debiti per 500 milioni, è stata sottoposta ad un piano ministeriale di ristrutturazione, e i 2.300 lavoratori hanno accettato grossi sacrifici per conservare il posto. L’Actv veneziana quest’anno è riuscita a dimezzare i 17 milioni di debito solo con 200 pensionamenti e 130 spostamenti interni.

PARCHEGGI – A Torino il Comune ha messo in vendita la gestione dei parcheggi di Gtt, perché non è ancora riuscito a risolvere il nodo politico per cedere il 49% della società di Tpl ai privati. A Napoli l’Anm si sta rialzando grazie alla fusione con Metro Napoli, e a una iniezione di 200 milioni dal decreto salva imprese. A Bologna il Comune è riuscito a far passare l’aumento del biglietto e un taglio alle corse per puntare all’utile nel 2014. E a Milano, dove la virtuosa Atm chiuderà l’anno con un utile di 3 milioni, il Comune, che incamera l’utile dei biglietti, ha deciso l’aumento degli abbonamenti mensili e annuali.

 

ATAC: GESTIONE FUORI BILANCIO DEGLI INCASSI

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Pubblichiamo qui sotto i più significativi contributi dell’inchiesta condotta per il quotidiano “La Repubblica” dai giornalisti Carlo Bonini e Daniele Auteri. Sulla base di documenti di un’ inchiesta interna (clicca qui) i cui esiti finali di reintegrazione della legalità non si vedono ancora, Bonini e Auteri hanno ricostruito le linee operative di un malaffare, sicuramente presente fin dall’anno 2006, che consisteva  nell’emissione – da parte di una società concessionaria in odore di mafia ( vedi qui) – di biglietti “falsi”, cioè regolarmente stampati ed immessi nel circuito di vendita, ma non contabilizzati né al momento dell’emissione, né in quello dell’entrata, pur procurando ogni hanno circa 70 milioni di incasso. Ciò era possibile (è ancora possibile?) grazie sia all’ assoluta mancanza di un sistema di incrocio fra biglietti emessi e biglietti venduti (vedi qui), sia alla “possibilità” di immettere in circolazione i biglietti “fasulli” tramite rivenditori e/o macchine automatiche (clicca qui). Dove andavano le entrate fuori bilancio? Chi finanziavano? Probabilmente su questa domanda si incaglierà – come sempre – tutto il sistema di indagini che peraltro sono in corso da anni. Tutto il peggio del sistema di rapporti fra burocrazia e politica emerge in questa vicenda: amministratori di risorse pubbliche e dirigenti imposti dalla politica che, nel corso degli anni, diventano ad utilità “bipartisan”, per cui non vengono mai rimossi, nonostante le evidenze dello scandalo. Presenze politiche mai delineate con chiarezza. Giustizia lenta e palese timore di “scoprire troppo” rimestando nel torbido di più di 10 anni di illegalità.

Trasparenza, legalità , anticorruzione? Di cosa stiamo parlando in questa realtà essenziale per il traffico di Roma capitale? La strada di un saldo ancoraggio di etica e legalità nelle pubbliche amministrazioni italiane è ancora molto lunga.

ATAC – Il tesoro dei biglietti clonati – La Repubblica 15 nov 2013

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La Repubblica 6 gennaio 2014 – Fatture manipolate e creditori inesistenti

 

RIFIUTI TOSSICI E CLASSI DIRIGENTI MERIDIONALI

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Pubblichiamo due articoli, di Ernesto Galli della Loggia e di Gian Antonio Stella, sulla tragedia dei rifiuti tossici in Campania e nelle Regioni meridionali. La descrizione sconsolata di Stella si traduce nell’editoriale di Galli della Loggia che chiosa  l’abbandono del Sud da parte delle classi dirigenti locali e di tutto il Paese, individuando fra le cause di questo abbandono anche il sistema elettorale attuale, il mai tanto vituperato  Porcellum.

Ernesto Galli della Loggia – Cronache dalla palude – Corsera 17 nov 2013

Gian Antonio Stella – Tra i bambini nella Terra dei rifiuti tossici  – Corsera 16 novembre 2013

CONCORSI PILOTATI ALLA SCUOLA DI CARDIOLOGIA DEL POLICLINICO DI ROMA

Nella rassegna sulla Mala pa , riportiamo gli articoli apparsi sulla Repubblica web del settembre 2013, in ordine a un concorso a sei posti per la scuola di specializzazione a cardiologia del Policlinico Umberto I di Roma. Insieme al racconto dei fatti – qualcuno aveva precisamente indicato un mese prima il nome, sia dei vincitori del concorso che degli esclusi – le reazioni e buone intenzioni del Ministro Carrozza e le “considerazioni” del professor Fedele coinvolto nei fatti. Tutti sanno da trent’anni che all’Università non si entra per meriti accademici, ma per “appoggi”, con una logica ferrea di esclusione di chi non è dentro certi circuiti. Eppure nulla si muove, nulla cambia, si continua a considerare questi fenomeni suicidi per il Paese e moralmente aberranti come una sorta di “calamità naturale”…..”tanto non ci si può far niente”. Un Paese è destinato ad affondare se non prevalgono ribellione morale e coerenza etica nei comportamenti quotidiani dei componenti della sua classe dirigente.

CONCORSI A VINCITORE GIA’ CONOSCIUTO – UNIVERSITA’ 2013

 

MORALITA’ TRASPARENZA E CORRETTI COMPORTAMENTI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

 

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Un percorso che potremmo definire “Dalla Convenzione ONU del 2003 al Piano nazionale anticorruzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 2013”. Questo percorso, composto per ora solo da una consistente mole di disposizioni pattizie internazionali, di leggi e di regolamenti nazionali, è rimesso a questo punto alla prova della sua efficacia concreta. Il Piano nazionale anticorruzione, del quale si può consultare la relative sintetica configurazione  – Piano naz anticorruz_slides della Presidenza del Consiglio 2013 – contiene disposizioni dirette a ciascuna singola Amministrazione con implicazioni fortemente incisive nel vivo delle rispettive tecnostrutture. Funzionerà?

Nel compendio normativo qui riepilogato forniamo gli estremi di tutte le più recenti disposizioni di legge inerenti a trasparenza, incompatibilità, inconferibilità di incarichi, misure anticorruzione, codice di comportamento degli impiegati pubblici.

Normativa su corruzione incompatibilità trasparenza

Circolare n 1_2013 ANTI CORRUZIONE.

PIANO NAZIONALE ANTI-CORRUZIONE 2013.

allegato 1 _soggetti azioni e misure finalizzati alla prevenzione della corruzione_ 6 settembre 2013

allegato 2  – aree e sottoaree di rischio 6 settembre 2013

allegato 3 tabella esemplificazione rischi 6 settembre 2013

allegato 4 elenco esemplificativo misure ulteriori 6 settembre 2013

allegato 5 tabella livello di rischio

allegato 6 principi uni iso 31000 2010

Regione Lombardia – Lo scandalo della Fondazione MAUGERI

Lo scandalo “Formigoni”, scolorito ormai nella memoria comune, non ha fornito, come la maggior parte degli scandali urlati di questi anni, alcun elemento solido di riflessione sul funzionamento della macchina amministrativa nel nostro Paese. Ciò forse dipende dall’indugiare dell’attenzione  su elementi di colore e dalla scarso interesse ad indagare su elementi di sistema.  Il collage di articoli che viene presentato qui sotto cerca di evidenziare (anche “fisicamente” con un evidenziazione in giallo)  fattori strutturali quali entità del danaro pubblico coinvolto e i flussi: in altri termini il modo in cui con atti amministrativi adottati da una pubblica amministrazione si promuovono e strutturano gli affari di soggetti privati. E’ illuminate anche l’intreccio fra amministrazione e  politica dei vari protagonisti. Non emerge per nulla, il ruolo di eccellenza della Fondazione Salvatore Maugeri,  Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) che opera nelle aree della tutela della salute, dell’ambiente di lavoro e della medicina riabilitativa, si avvale di oltre 50 laboratori scientifici e la cui sede principale è a Pavia e gli altri istituti sono distribuiti fra Lombardia, Piemonte, Liguria, Campania e Puglia. Nè emerge, infine, il profilo sostanziale dei due intermediatori d’affari Pierangelo Daccò (su costui viene solo ritagliata la caricatura del nababbo, buona solo per i gonzi) e Antonio Simone -quest’ultimo consustanziale al movimento popolare di Comunione e Liberazione: abbiamo lasciato l’ultima parola a lui, nell’intervista che gli fece “la Stampa” a due giorni dalla scarcerazione senza aver reso alcuna confessione….Non c’è solo Primo Greganti del PCI nella storia degli scandali d’Italia!!!

Un’ultima domanda, niente affatto provocatoria: un efficiente sistema di anticorruzione avrebbe evitato tutto questo?

Inizio indagini ed arresti aprile 2012

200 milioni alla Fondazione Maugeri

VACANZE CENE CAPODANNI

Antonio Simone

L’UTILIZZO IN ITALIA DEI FONDI STRUTTURALI UE

Esistono circa 30 miliardi di euro a disposizione della PA italiana come Fondi strutturali attribuiti dall’Unione europea. L’Italia deve spenderli per opere pubbliche entro il dicembre del 2015. Fra i 27 Paesi europei, ci collochiamo al terzo posto per l’entità dei fondi attribuiti e al terzultimo posto per la percentuale di fondi utilizzati. Si vedano meglio le tabelle qui sotto e l’articolo del Corriere della sera dello scorso luglio 2013.

Consistenza e percentuali di utilizzo dei fondi strutturali UE

Corsera luglio 2013 utilizzo dei fondi dell’Unione europea

Scandalo FONSAI: il controllo pubblico delle imprese assicuratrici.

Uno dei fatti emersi con evidenza in occasione del cosiddetto “scandalo Fonsai” – che ha visto coinvolta la nota famiglia LIGRESTI – è la questione dei controlli sulla regolarità e sull’osservanza delle leggi e dei regolamenti da parte degli Organi pubblici a ciò demandati. Nel caso delle imprese assicuratrici, il controllo in questione è compito istituzionale di un Istituto dotato di personalità giuridica pubblica, il già ISVAP, ora denominato IVASS -Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni – (clicca qui per vedere la norma istitutiva). L’ISVAP, in vita fino al 1° gennaio 2013 – art. 13 del DL n 95/2012 convertito in Legge n 135/2012 –  aveva fra i suoi compiti “la vigilanza sull’osservanza delle leggi e dei regolamenti vigenti da parte degli operatori del mercato assicurativo, compresi gli agenti e i mediatori di assicurazione e riassicurazione”. Fra le garanzie per il corretto assolvimento di questa funzione c’era la figura del Presidente che, a termini dell’articolo 10 della Legge n 576/82, era scelto “tra persone di indiscussa moralità e indipendenza”. Con l’Istituzione dell’IVASS, il suo Presidente é ora, di diritto, il Diretore generale della Banca d’Italia: forse i motivi di questa decisione risulteranno chiari dalla lettura degli articoli del Corriere della Sera qui sotto.

L’intervento della Magistratura, anche in questo caso eclatante e nell’ esercizio ex post – “a babbo morto” viene da dire – di una funzione in qualche modo “surrogatoria”, segnala una grave deficienza del funzionamento di alcune pubbliche amministrazioni con riguardo ai fenomeni corruttivi: la scarsa o inesistente capacità di “autocorrezione” delle patologie esistenti, legata anche a  un esercizio “rilassato” della funzione di controllo della legittimità degli atti, che, invece, costituisce la prima garanzia fisiologica di livelli minimi di compliance.

Corsera luglio 2013 caso FONSAI – i controllori che non controllano

Corsera luglio 2013 Accusato l’ex Presidente dell’ISVAP

 

ENAV

l’Ente nazionale per l’assistenza al volo è interamente controllato dal Ministero dell’Economia e finanze e vigilata dall’ENAC (Ente nazionale per l’aviazione civile – Ministero delle Infrastrutture e Trasporti). Responsabile dei servizi del traffico aereo, rientra nel novero dei soggetti che svolgono funzioni di pubblica utilità e “spendono” e utilizzano denaro pubblico.

Qui sotto storie di appalti irregolari.

Appalti ENAV luglio 2013 – La Repubblica.

Tre anni prima – Sole 24 0re dic 2010 – ENAV e Arc trade

 

Le riforma bloccate dalla burocrazia

Il Corriere della Sera si è distinto negli ultimi tempi – sicuramente nella parte centrale del 2013 – in una campagna di stampa condotta dai suoi polemisti di punta – Galli della Loggia, Stella, Rizzo, Panebianco – intorno a un tema centrale: le riforme istituzionali bloccate e l’azione frenante della “burocrazia”. Pubblichiamo una rassegna degli interventi più significativi. Al di là dell’indubbio interesse dei temi  e degli argomenti toccati, il tono e l’impostazione degli articoli si rifugiano sempre, alla fine, in uno spirito di insofferenza verso gli attori e gestori di questa situazione, che genera rabbia e desiderio di “fare piazza pulita”. Ma chi fa parte della classe dirigente di un Paese non può rifugiarsi dietro queste conclusioni. Sarebbe necessaria qualche idea “di sistema” che si possa tradurre in iniziative concrete. Altrimenti si favoriscono atteggiamenti ed esiti demagogici. Inoltre, forse, bisognerebbe andare a toccare un tema, tanto fondamentale quanto elusivo nel suo manifestarsi quotidiano: i caratteri e l’indole profonda degli Italiani, o, se si preferisce, dell’attuale momento storico culturale in cui gli Italiani vivono ed operano….vasto tema…tuttavia decisivo……..soprattutto per indagare sulla resistenza di fondo del nostro popolo, di tutti noi alla fine, a qualunque riforma, da chiunque sia promossa.

Corsera 9 maggio 2013 Giavazzi Burocrazia inossidabile

Corsera Panebianco 14 luglio 2013 La ragnatela del non fare

Corsera maggio 2013 Sergio Rizzo le riforme incagliate

Corsera maggio Sergio Rizzo 2013-Burocrati-inamovibili

Corsera 8 luglio 2013 – La burocrazia blocca il Paese

Corsera 7 lug 2013 – La paralisi del formalismo

 

il MO.S.E (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico)

L’entrata in funzione del MO.S.E. è prevista per l’anno 2015. L’intera opera è oggetto di polemiche ventennali riguardo alla sua effettiva efficacia ed utilità. I lavori dell’importo di 6 miliardi di euro sono stati affidati, nella parte principale, ad una sola azienda appaltatrice, il Consorzio Venezia Nuova. Sulle gare d’appalto per lavori collegati indaga la Magistratura.

MOSE

La Repubblica del 13 lug 2013: Venezia affonda nei sospetti.

LAVORI PUBBLICI – cos’è il MO.S.E. – wikipedia.

Fondi pubblici all’estero.

Il Fondo Edifici di Culto (istituito dalla legge 20 maggio 1985 n. 222) è un ente dotato di personalità giuridica. L’origine del suo patrimonio deriva alle leggi della seconda metà del 1800, con le quali lo Stato italiano si appropriò di gran parte dei beni della Chiesa cattolica. E’ amministrato dal ministero dell’Interno attraverso la Direzione centrale per l’amministrazione del Fondo Edifici Culto, affiancata da un apposito Consiglio di Amministrazione. A livello provinciale è amministrato dai prefetti. Il fine istituzionale del Fondo Edifici di Culto è costituito dalla conservazione e dalla valorizzazione delle chiese di proprietà.  Vediamo nell’articolo qui in basso come posssono essere utilizzati i suoi fondi.

FONDI FEC

Lo scandalo dei finanziamenti ai consiglieri regionali.

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Lo scandalo dei rimborsi elettorali ai partiti erogati direttamente dalla Regione Lazio ai vari gruppi politici in Consiglio regionale – come nel resto di quasi tutte le altreAmministrazioni regionali – si sta diradando nella memoria collettiva. Invece, al di là del faccione di Franco Fiorito e delle feste scollacciate organizzate da questo o quel consigliere regionale, fissiamo i veri punti politico-amministrativi di quella vicenda:

  • sistema basato su un budget generale di spesa approvato in sede di deliberazione del bilancio della Regione, dettagliato nelle singole voci, ciascuna corrispondente all’importo del fondo destinato a ciascun gruppo consiliare,
  • importo annuo del “fondo”: circa 14 milioni di euro;
  • gestione di ciascun “fondo” a cura del capogruppo che teneva contabilità personale – non rimessa a qualsivoglia controllo pubblico – dei versamenti ai vari consiglieri a titolo di “rimborso elettorale”;
  • leggi regolatrici di una simile procedura “amministrativa”: nessuna.

Deposizione di Franco Fiorito ai pubblici ministeri: “Così funzionava il finanziamento ai consiglieri” -clicca qui

Ripetiamo ancora: il faccione e le arroganze  di Franco Fiorito in questa vicenda sono servite ad occultare agli occhi dei più una questione basilare:  come è possibile che un intero Consiglio regionale della Repubblica possa operare al di fuori di qualunque legge o criterio di legittimità?

Una risposta noi ce l’avremmo: l’abrogazione del 1o comma dell’articolo 125 della Carta costituzionale che prevedeva un sistema di “controllo di legittimità degli atti amministrativi della Regione…esercitato in forma decentrata….nei modi e nei limiti stabiliti da leggi della Repubblica”. Il sistema dei controlli di legittimità degli atti delle Province e dei Comuni, previsto dall’articolo 130 della Carta costituzionale del 1946, è stato parimenti abrogato.

Cioè a dire che la riforma del titolo V della CostituzioneLegge costituzionale n 3 del 18 ottobre 2001) si è avventurosamente impegnata ad affermare il principio della pari ordinazione degli Organi territoriali della Repubblica travolgendo, tuttavia, altri principi fondamentali, primo fra i quali quello della garanzia di legittimità degli atti della Pubblica amministrazione.

Il sistema dei controlli di legittimità degli atti delle Regioni (anche delle Province e dei Comuni) è stato letteralmente smantellato, senza che al suo posto fosse concepito alcunché.

…e questi sono i risultati…… qualcuno ha il coraggio di collegare l’assenza di controlli sugli atti di spesa in un numero enorme di amministrazioni pubbliche (o private di proprietà pubblica) con la possente scalata dell’Italia nella classifica dei paesi con il tasso di corruzione più alto? Con uno slogan potremmo dire: “Finalmente oggi rubare è facile!”.

Giuseppe Beato