Governo e relazioni sindacali nel pubblico impiego.

Renzi

L’articolo di Lorenzo Mania su “la Repubblica Affari e finanza” dello scorso 5 ottobre 2015 fotografa con buona fedeltà la situazione delle relazioni e dei rapporti di forza attuali nel pubblico impiego.

 Pubblico impiego: meno sindacati al tavolo

Melis – Il rapporto fra dirigenza pubblica e politica.

Il presente ha un cuore antico. Capire lo stato dei rapporti fra politica e dirigenza nel nostro Paese significa anche ripercorrere le varie fasi delle sue negative vicissitudini. Ciò che emerge dalla narrazione di 150 di storia dall’Unità d’Italia è sintetizzato dall’abstract dello scritto di Guido Melis, pubblicato sulla Rivista “Scienza e politica” – n. 50 del 2014:

” In Italia una specifica legislazione sulla dirigenza amministrativa è stata tardiva e la sua retorica si è rivelata in contraddizione con la traduzione pratica. Il rapporto della dirigenza con la politica è stato caratterizzato o da un’eccessiva distanza o da una patologica prossimità oppure da indifferenza rispetto ai fini delle politiche che avrebbe dovuto in-terpretare. La dirigenza amministrativa si è così auto-esclusa dalle élite nazionali e non c’è stata mai una sua reale mobilitazione negli ambiti decisionali del Paese.”

 Melis 2014 – La dirigenza pubblica in Italia: anello (mancante) di congiunzione fra politica e amministrazione

Presentazione della rivista “Nuova Etica pubblica” n. 04 sul contrasto alla corruzione

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Invito al convegno del 15 ottobre 2015 sulla legalità, in occasione della presentazione dell’ultimo numero della Rivista “Nuova Etica Pubblica”, diretta da Daniela Carlà, con interventi di:

Paola Severino, Eugenio F. Schlitzer,  Angelo Rughetti, Alberto Stancanelli

Vedi qui sotto:

 SAVE THE DATE 15 ott 2015

 

Guido Melis e “La burocrazia”: Nuova Etica Pubblica incontra l’autore.

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Un convegno e le riflessioni che ne scaturiscono non possono  certo mutare da soli le sorti della pubblica amministrazione italiana. Tuttavia, quando gli ospiti sono acuti pensatori, è garantito un risultato di crescita delle buone idee e un chiarimento comune per chi ragiona sui nodi di un problema irrisolto: potrebbe essere questa la sintesi dell’incontro organizzato dalla nostra Associazione “Nuova Etica Pubblica” con Guido Melis, uno dei massimi storici della pubblica amministrazione del nostro Paese, nella  splendida sala parrocchiale di S. Maria degli Angeli a Roma lo scorso 16 settembre 2015.

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Vedi qui gli interventi al convegno.

 INTERVENTI AL CONVEGNO PER LA PRESENTAZIONE DEL TESTO DI GUIDO MELIS

L’Italiaccia di Giampaolo Pansa.

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I nostri lettori sanno che sovente ci allontaniamo dai temi specifici della pubblica amministrazione per occuparci di “cosa pensano gli Italiani degli Italiani”…..in effetti si parla di questioni sottilmente affini, perché generalmente dalla capacità di coesione di una nazione nascono  amministrazioni pubbliche forti ed efficienti. Proseguiamo qui nella carrellata sui “giudizi su sé stessi”, richiamando l’ultima fatica editoriale di Giampaolo Pansa, uno dei protagonisti della nostra carta stampata, che da almeno 10 anni ha deciso di farsi beffe del “politically correct” preferendo la strada impervia, ma feconda, del “pensiero controcorrente” e della provocazione intellettuale. Con “Il sangue dei vinti” ha cercato di far traballere – “da ex di sinistra” – il mito della Resistenza (o meglio, il mito della Resistenza per quella parte di italiani – forse neanche maggioritaria – che questo mito ha sempre coltivato!!!). Con “l’Italiaccia senza pace” Pansa attacca un altro mito: quello del secondo dopoguerra come “epoca d’oro” di rinascita della democrazia e di slancio della società italiana. Tutto falso per Pansa: attraverso il filo conduttore della storia di una famiglia ebrea che cerca di scoprire il segreto della scomparsa del proprio padre, tradito e denunciato alla Gestapo da persone a lui vicine, e poi deportato ad Auschwitz, egli descrive l’ambiente di una provincia piemontese negli anni 1943-1949, delineando un affresco politico dominato da spietate lotte di parte, in cui  “De Gasperi incontrò il ministro degli Esteri francese, Georges Bidault, e gli presentò una richiesta che da sola testimoniava l’ asprezza dello scontro. E ottenne che, in caso di sconfitta della Dc, la Francia avrebbe accolto come rifugiati politici tutti i dirigenti del suo partito, famiglie comprese”….ma lasciamo descrivere proprio a Giampaolo Pansa, perché l’Italia è un’Italiaccia nella prefazione del volume pubblicata dal quotidiano “il Giornale” dello scorso 10 settembre 2015 e ripresa dal sito Dagospia.

Per parte nostra, osserviamo  con interessata curiosità il paralleo che Pansa traccia fra l’Italiaccia del ’46 e l‘Italiaccia di oggi, con un’aggravante ci pare: quello era un Paese distrutto e umiliato dalla guerra e, soprattutto, alla fine fu capace di fare le scelte giuste. Quello di adesso, invece, è un Paese forte economicamente, in grado di reggere qualunque sfida dal punto di vista delle intelligenze, della reattività costruttiva e della capacità di intraprendere, ma inaccettabilmente appesantito da un’amministrazione pubblica che dall’Unità non è mai stata “promotrice di sviluppo” ed è oggi  incapace di fornire quelle infrastrutture di base (scuola, ricerca, trasporti, giustizia efficiente, fisco, sistema delle licenze pubbliche) che consentono agli altri Paesi di investire sulle proprie capacità e talenti. Colpa dei burocrati? Anche. Colpa dei politici? Sicuramente…Ma non è pure in ballo proprio quello “spirito” che Pansa qualifica come “l’Italiaccia” e che noi potremmo tradurre in “individualismo”, “insofferenza alle regole”, “corporativismo radicato nelle menti di tutti”, “egoismo sociale”, perdita di quello “spirito della comunità” e “misericordia”, alla quale ci richiama sempre Papa Francesco? Varrebbe la pena di riflettere con serenità su questo.

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Gaimpaolo Pansa – Prefazione del libro “Italiaccia senza pace”

 

Roma capitale e non capitale

roma capitale

Roma e i romani non sono simpatici a molti, questo va detto per capire molte cose. Tuttavia, gli scandali, i disservizi, gli episodi a metà fra la farsa e il codice penale, fino alla tragedia del pedone ucciso a Piazza del Popolo – cioè in una zona che in qualunque metropoli europea sarebbe stata liberata dal traffico – tutti questi episodi hanno indotto il quotidiano della borghesia meneghina a “certificare”, attraverso la penna di Sergio Rizzo, il fatto che la questione romana non riguarda solo i romani, ma tutta l’Italia come Stato nazionale. Chissà, forse era necessaria la continua umiliazione della gente comune e normale di questa città perché un concetto così semplice fosse recepito nelle coscienze degli Italiani….

 LA CAPITALE QUESTIONE NAZIONALE

L’agenda digitale del Governo Renzi

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Il Governo Renzi si sta dimostrando particolarmente attivo nel campo dell’informatica digitale. Ne sono prova, non solo le previsioni presenti all’articolo 1 della legge delega del pubblico impiego (che tuttavia appartengono sempre alla categoria della “legge come annuncio” della  “legge- buone intenzioni” di cui notoriamente è lastricata la via dell’inferno) Continua a leggere

Statistiche dell’Italia digitale

fibra ottica

Un settore in cui il Governo si mostra particolarmente attivo è quello dell'”Italia digitale” – vedi qui sito AgidPrima dei programmi in cantiere e in esecuzione, forniamo qui alcuni riferimenti statistici che descrivono alcuni grandi fenomeni attuali dell’Italia digitale.

 Utilizzo di internet in Italia distinto per genere , classi di età e ripartizione geografica – fonte Agid Strategia crescita Italia digitale 2015

 Utilizzo con regolarità di internet – confronto con Europa- fonte Agida, Strategia di crescita Italia digitale 2015

Banda-larga-fissa NGA in Europa

Utilizzo – in % della popolazione – della tecnologia NGA per la rete fissa, che garantisce collegamenti a minimo 30 Mbps  – clicca qui

La guerra delle slide come strumento di propaganda politica.

Renzi madia

Le slide nascono come utile strumento di sintesi di concetti e pensieri, presentato soprattutto nei corsi di formazione e nei convegni per chiarire e registrare al meglio il pensiero del suo autore. Con il governo Renzi, le slide hanno modificato la loro funzione originaria diventando la traduzione “in termini semplici” delle incomprensibili enunciazioni legislative, con un occhietto d’intesa alle persone, del tipo: “adesso ti spiego io semplicemente il vero significato delle leggi che i burocrati mi hanno scritto”. All’inizio magari funzionava, invece adesso risulta sempre più chiara la limitatezza di questo strumento che non va – né può andare – al di là delle semplici enunciazioni di principio e di buone intenzioni ….Peggio poi se chi critica i programmi governativi (nel caso che segnaliamo è la CGIL), crede di operare efficacemente opponendo altre slide sull’argomento con affermazioni altrettanto apodittiche e prive di argomentazione.

Riformapa – slide Presidenza del Consiglio

CGIL – Cos’è davvero la riforma MADIA

Invece, quando viene approvata una legge che avvia una grande politica pubblica, la collettività nazionale meriterebbe un approccio maggiormente rispettoso, garantito attraverso una procedura molto semplice:  l’elaborazione di testi chiari e circostanziati – piani industriali o come meglio si vogliano definire – nei quali fossero evidenziati situazioni di partenza, gli obiettivi concreti perseguiti, il tempo previsto di realizzazione, le risorse finanziarie poste a disposizione e gli Organi dello Stato cui si demanda la regia dell’intero progetto.  Ciò a beneficio, non solo dell’opinione pubblica, ma anche e soprattutto del Parlamento il quale, a sua volta, dovrebbe e potrebbe utilmente valorizzare le proprie funzioni di vigilanza politica sul Governo e sull’attuazione delle politiche pubbliche, che sono uno dei due cardini della propria attività (insieme a quello di produzione normativa).

Invece, il contenuto e l’applicazione futura delle leggi fondamentali, da una parte, vengono ridotti a dichiarazioni da bar dello Sport (con il massimo rispetto per i bar dello sport dove si conoscono e si discutono assai meglio le materie trattate), dall’altra parte vengono rinviati all’emanazione futura di mitici “decreti delegati” che, regolando giuridicamente tutta la materia, saranno la grande levatrice delle riforme attese.

Il fenomeno delle mancate riforme é soprattutto il frutto, più che di debolezze dei contenuti, di un infelicissimo approccio a un qualsivoglia metodo di organizzazione ed applicazione delle politiche pubbliche previste nelle leggi di riforma approvate in Parlamento.

Evviva! Roma capitale é prima in qualcosa. Spesa per i rifiuti.

AMA

Secondo un’indagine effettuata dall’Associazione Openpolis – vedi qui l’articolo completo – fra le 15 città più grandi d’Italia, Roma ha la spesa pro capite per i rifiuti (€ 303 a cittadino) più alta d’Italia, pari a quasi il doppio della media delle 15 città monitorate (€ 164 a cittadino). L’articolo precisa anche, a scanso di equivoci, che i dati di Openbilanci riguardano solamente i bilanci dei Comuni, non includendo quindi eventuali budget di partecipate a cui l’amministrazione affida la gestione dei rifiuti. Sarebbe interessante sapere a questo punto se nella spesa pro capite da loro calcolata per la città di Roma siano incluse o meno le bollette pagate dai cittadini romani direttamente all’AMA…….

In ogni caso per cittadini della Capitale un altro motivo d’orgoglio e di soddisfazione……

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L’approvazione della legge delega sulla riforma della PA – i commenti della stampa

Renzi madia

La coppia rock Renzi Madia é tutta un giubilo per l’approvazione della legge delega di riforma delle amministrazioni pubbliche (Vedi qui il video della Conferenza stampa del 5 agosto scorso). Riproporremo a breve in modo analitico le ragioni – più che di un dissenso – di una preoccupazione vivissima sui punti specifici e sulla filosofia di fondo di questa riforma. Per ora, segnaliamo qui  di seguito i resoconti e i commenti dei grandi quotidiani. Tutti generalmente orientati su battute del tipo “Dirigenti licenziabili” “meno burocrazia” “un colpo di frusta alla PA” “dirigenti, incarichi a tempo” “licenziamento più facili” “lotta all’assenteismo”, e via così…… Per parte di chi scrive, non si può che prendere atto che la percezione della pa e dei suoi operatori da parte della grande stampa e della collettività nazionale in genere é pessima. Questa cosa avrà pure una sua ragion d’essere! Oltre che gli squallidi coinvolgimenti in situazioni di fallimento e di corruzione visti nella Capitale, si taglia col coltello – verso gli operatori della Pa in genere – un atteggiamento di diffidenza, di insofferenza, di astio generalizzato. Forse è arrivato il momento che qualcuno dall’interno delle pubbliche amministrazioni faccia il giusto tesoro di questi segnali chiari della collettività e del mondo delle imprese, ne comprenda il fondamento e le giuste ragioni ed esca fuori con proprie proposte di riforma, con un atteggiamento comunque proattivo e non rinunciatario rispetto ai combiamenti introdotti dal legislatore. L’unico modo di “battere” la pessima opinione che hanno i diversi ceti dirigenti e stakeholder del Paese nei confronti della PA è quello di accettare la sfida del cambiamento, cavalcandola dall’interno e rendendosene protagonisti. Programma “vasto” e chissà quando attuabile, tuttavia unica prospettiva vera di cambiamento ed efficientemento dell’Amministrazione pubblica di questo Paese. Senza una condivisione convinta della parte più sensibile degli operatori delle pubbliche amministrazioni (che esiste ed è vastissima) si rischiano due effetti perversi e coincidenti: la riforma di un bel niente, collegata strettamente al progressivo declino dell’ intervento pubblico sull’economia e sulla società (invece in tutti gli Stati moderni La PA è il volano dello sviluppo economico complessivo – vedi il pensiero di Mariana Mazzucatoclicca qui ) e alla marginalizzazione completa di chi opera in quel mondo.

Ora ci tocca la triste lettura delle “grida” dei vari quotidiani nazionali.

La Stampa- Ecco cosa cambia 5-agosto-2015

Messaggero – Lo Stato alla sfida dell’efficienza -5-agosto-2015

Sole 24 ore – Dirigenti licenziabili- Confindustria “Bene riforma” 5-agosto-2015

Italia oggi  – Licenziamenti facili -5-agosto-2015

La Repubblica – Licenziamenti più facili-5-agosto-2015

La Stampa – Stretta sulle partecipate-5-agosto-2015

Il Messaggero –  commento di Oscar Giannino -5-agosto-2015

Il Messaggero – intervista a Sabino Cassese “la medicina giusta per un grande malato” -5-agosto-2015

Il fatto quotidiano – dirigenti licenziabili

APPROVATO il disegno di legge n 1577 – Madia Renzi – di “riforma” delle pubbliche amministrazioni.

Senato logo

Iscrivendoci senz’altro al partito degli “amici gufi” (sic) cui fa riferimento un tweet del Presidente del Consiglio di questa mattina, rimaniamo in attesa della promulgazione della legge recante “Deleghe al governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche“, fino ad oggi conosciuto come ddl 1577 Madia Renzi. E’ stato approvato senza ulteriori emendamenti dall’Assemblea del Senato in seconda lettura rispetto al testo licenziato dalla Camera dei deputati lo scorso 17 luglio 2015 – Vedi qui resoconto parlamentare della seduta conclusiva del 3 agosto 2015.

Il testo della legge, in mancanza di qualsivoglia emendamento rispetto al testo approvato dalla Camera, rimane quello ufficialmente trasmesso al Senato lo scorso 17 luglio –  vedasi qui sotto.

 Testo definitivo della legge delega per la riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni

Facendo riferimento alle osservazioni e riserve più volte espresse in questo sito sulla legge in questione ( Vedi comunicato stampa 2 aprile 2015 – Basta con le valutazioni burla – la dirigenza pubblica che vogliamo – la valutazione della performance – la riforma della dirigenza pubblica e il ruolo della donna – Audizione della Corte dei Conti in ordine al ddl Madia – Riflessioni di Guido Melis sul testo della riforma Madia – Come saranno congegnati i decreti legislativi delegati secondo Antonio Zucaro) diamo qui conto delle osservazioni del Sole 24 ore di oggi  – clicca qui – e delle due note di lettura della legge predisposte dai Servizi amministrativi del Senato: 1) Nota di lettura ; 2) Nota breve.

Cosa fa un ufficio pubblico del Territorio – Gli uffici INPS della Puglia.

logo inps

Fra gli interventi al Convegno INPS -Un occhio al futuro   dello scorso 10 giugno 2015 c’è ne è stato uno, che a prima vista poteva sembrare forse un po’  “tangenziale” rispetto ai temi generali proposti dal Convegno. A ben vedere, invece, la descrizione minuziosa e puntuale delle attività e delle iniziative adottate in Direzione regionale INPS della Puglia negli ultimi 4 anni, presentata nella relazione del dr. Giovanni DI MONDE, costituisce una radiografia interessantissima per comprendere il ruolo di un ufficio pubblico nella realtà sociale ed economica del territorio nazionale. Chi cerca di raffigurare gli uffici pubblici come entità pesanti e farraginose, pronte a rendere difficile la vita dei cittadini e delle imprese, legga questa relazione, così comprenderà che la realtà è diversa da quella che la stampa nazionale generalmente racconta. Capirà anche che la gestione manageriale pubblica è molto più complessa di quella svolta nelle imprese private, perché ha compiti e funzioni di garanzia per l’intera collettività amministrata del giusto contemperamento degli interessi in gioco, ottenuta attraverso l’intelligente applicazione delle disposizioni di legge e la capacità di rapporto e relazione con il mondo circostante.

 Funzionamento di una Sede regionale dell’INPS

Rapporto SVIMEZ sul Mezzogiorno d’Italia.

ITALIA

I dati del Rapporto SVIMEZ sull’Italia meridionale – vedi qui il sito web –  non sono solo sconfortanti nella loro cruda evidenza, ma ci raccontano di un fallimento storico che dura da 154 anni, dal momento in cui i confini del Regno sabaudo furono estesi a tutto il territorio nazionale. La crisi del nostro Paese, oggi più che mai dopo il 2008, è la crisi nelle nostre Regioni meridionali: la caduta dell’occupazione è concentrata lì:  – 9% contro l’1,4% del Centro nord, i 576mila lavoratori in meno – sul totale degli 811mila – sono residenti nel Mezzogiorno. Il tasso  di occupazione tra i giovani diplomati e laureati  è oltre trenta punti più basso rispetto alla media europea, al 45%. Vedi qui sotto le Anticipazioni sui principali andamenti economici.

Tutto questo ci racconta del fallimento di tutte le politiche – non escluse quelle contro la criminalità organizzata – intraprese nel tempo. Vedi qui sotto le slide di sintesi con la relativa illustrazione e le anticipazioni del Rapporto.

 SLIDE con spiegazioni

Rapporto SVIMEZ 2015 _anticipazioni

Testo dell’atto Camera 3098 – ddl Madia – approvato in assemblea il 17 luglio e trasmesso al Senato.

Senato logo

IL TESTO PUBBLICATO QUI SOTTO E’ ORA LEGGE DOPO L’APPROVAZIONE SENZA EMENDAMENTI DELL’ASSEMBLEA DEL SENATO LO SCORSO 3 AGOSTO 2015 – clicca qui

Pubblichiamo il testo ufficiale dell’Atto Camera 3098, così come approvato in assemblea il giorno 17 luglio 2015. Al Senato il numero indicativo diventa il 1577 B. L’esame del testo ora assegnato alla 1a Commissione permanente (affari costituzionali), con relatore il Senatore Giorgio Pagliari – vedi iter Senato.

NOTA BENE: l’articolo riguardante la dirigenza pubblica é ora rubricato al numero 11

 Atto camera n 3098 approvato in Assemblea

Convegno lunedì 6 luglio 2015 su Roma Capitale come città Regione.

6luglio MORASSUT

Roberto Morassut da anni denunciava la condizione del suo partito a Roma, ridotto in alcuni suoi ambiti a pura gestione del potere e delle tessere e in ostaggio di correnti politiche trasformatesi in “tribù”. Lo scandalo di Mafia Capitale ha portato sulle prime pagine dei giornali le prove di ciò che pochi coraggiosi dicevano e scrivevano da anni. In questo senso, la riproposizione di un progetto su Roma, così come emerge dal suo libro “La nuova questione romana“, acquista un interesse affatto particolare. Solo un riformismo civico per la capitale può salvare Roma e la proposta di legge costituzionale  per la riforma sulla riduzione del numero delle Regioni e l’istituzione della Città Regione di Roma Capitale – vedi qui il Morassut – Proposta di legge costituzionale n 3090 – è un ottimo punto di partenza.

Sui contenuti della proposta di legge di Roberto Morassut il convegno di lunedì 6 luglio acquista un interesse particolare anche per la partecipazione del prof.  Sabino CASSESE (Costituzionalista ) e di Luigi ZANDA ( capogruppo Pd al Senato ). Sarà una occasione per affrontare un dibattito sul ruolo di Capitale e sulle possibili vie di uscita dalla attuale crisi politica e morale.

Ascolta la video registrazione della presentazione del libro con intervento di Sabino Cassese

Dante Alighieri – il suo pensiero sull’Italia

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Non possono mancare nella rassegna che conduciamo sugli “Italiani visti dai Grandi Italiani” le quattordici terzine del VI canto del Purgatorio, con le quali sette secoli fa l’Alighieri inchiodò (per sempre?) la condotta morale, civile e politica nel nostro Paese. Lo splendido incipit “Ahi serva Italia….” rischia di nascondere il seguito del suo “ragionamento” a proposito dell’incapacità del suo popolo di trovare un minimo di unità anche dentro “quei ch’un muro e una fossa serra“. L’Italia civile viene raffigurata colla metafora del cavallo bizzosofiera fatta fella – che si muove rabbiosamente, frenato a malapena del “morso” delle “leggi”, ma senza consentire ad alcun “cavaliere” di mettersi alla sua sella e guidarlo. Le città d’Italia sono tutte piene di tiranni, dove “un Marcel diventa ogni villano” supportato da qualche fazione. Ogni città, Firenze in testa, “quante volte, del tempo che rimembre, legge, moneta, officio e costume hai tu mutato, e rinnovate membre!” in modo che “a mezzo novembre non giugne quel che tu d’ottobre fili.      Il riferimento a “cavalieri” tipo Mussolini, Berlusconi o Renzi suona in questo contesto fuori luogo e provinciale: più decisivo risulta il pensiero su un Paese che non è mai riuscito, se non per brevissimi interludi, a regalarsi leader come Churchill, Roosevelt, De Gaulle, Thatcher o Brandt per citare solo i più noti storicamente, uomini e donne in grado di guidare un popolo nelle epoche di difficoltà e di trasformazione…. “guarda come esta fiera è fatta fella per non esser corretta da li sproni“. Più che concetti quali “ordine”, “legalità” o “governo forte”, la metafora del cavallo bizzoso riesce a descrivere al meglio la realtà perché sposta il riferimento centrale, non sulla forma di governo (o meglio lo fa in subordine), ma sullo spirito del popolo italiano, questione molto più complicata, comunque “la” vera questione.

 Ahi serva Italia

Boeri e Cioffi – Le criticità della gestione INPS

boeri-ansa-tlf-kd4C--258x258@IlSole24Ore-Web         CIOFFI

Il neo Presidente dell’INPS Tito Boeri, a circa tre mesi dal suo insediamento, ha svolto, insieme al Direttore generale Massimo Cioffi, una relazione sulle criticità rilevate in INPS, in occasione dell’audizione dell’ 20 maggio 2015 alla Commissione bicamerale di controllo sulle attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. Tali criticità sono state individuate e sintetizzate in un elenco di 11 punti ed esposte da Boeri nei primi dieci minuti dell’audizione il cui video riproponiamo integralmente qui sotto.

1. Apparato centrale autoreferenziale con presenza di alcune strutture di progetto con attribuzioni di dubbia rilevanza;

2. progressiva perdita di rapporti diretti con la clientela e affidamento di servizi di assistenza a intermediari esterni Patronati, CAF e Consulenti del lavoro, con funzioni demandate non in termini di complementarietà ma di sostituzione;

3. struttura retributiva dell’alta dirigenza dell’Istituto fortemente allineata, a dispetto delle differenze esistenti fra i diversi carichi di lavoro;

4. struttura anagrafica dei dipendenti  in media molto avanzata;

5. gestione in gran parte internalizzata del patrimonio immobiliare di proprietà, con forti margini di inefficienza rispetto ad una gestione esternalizzata e non rientrante nel core business dell’Istituto;

6. rilevanti difficoltà nel rapportarsi con le aziende fornitrici di servizi informatici e controlli insufficienti sulle gestioni esterne;

7. procedure poco trasparenti nell’acquisizione dei servizi di consulenza, ottenuti sempre all’interno di contratti di informatica e, peraltro, non evidenziati in bilancio;

8. una serie di indagine aperte dall’ANAC in ordine a ripetute irregolarità attinenti ad appalti assegnati senza preventiva gara e gestione del personale in violazione delle regole del pubblico impiego;

9. scarsa trasparenza dei bilanci, non leggibili neanche da tecnici della materia, con frequenti disallineamenti fra bilanci preventivi e consuntivi;

10. gestione poco attenta dei crediti, saliti a 94 miliardi di euro e la cui esigibilità non viene adeguatamente verificata;

11. scarsa attenzione alle entrate contributive, non in grado di raccogliere i frutti di una buona qualità del lavoro dei servizi ispettivi.

 Video integrale dell’audizione del 20 mag 2015 – clicca qui poi digita “bicamerale Boeri”.