Rapporto SVIMEZ sul Mezzogiorno d’Italia.

ITALIA

I dati del Rapporto SVIMEZ sull’Italia meridionale – vedi qui il sito web –  non sono solo sconfortanti nella loro cruda evidenza, ma ci raccontano di un fallimento storico che dura da 154 anni, dal momento in cui i confini del Regno sabaudo furono estesi a tutto il territorio nazionale. La crisi del nostro Paese, oggi più che mai dopo il 2008, è la crisi nelle nostre Regioni meridionali: la caduta dell’occupazione è concentrata lì:  – 9% contro l’1,4% del Centro nord, i 576mila lavoratori in meno – sul totale degli 811mila – sono residenti nel Mezzogiorno. Il tasso  di occupazione tra i giovani diplomati e laureati  è oltre trenta punti più basso rispetto alla media europea, al 45%. Vedi qui sotto le Anticipazioni sui principali andamenti economici.

Tutto questo ci racconta del fallimento di tutte le politiche – non escluse quelle contro la criminalità organizzata – intraprese nel tempo. Vedi qui sotto le slide di sintesi con la relativa illustrazione e le anticipazioni del Rapporto.

 SLIDE con spiegazioni

Rapporto SVIMEZ 2015 _anticipazioni

Testo dell’atto Camera 3098 – ddl Madia – approvato in assemblea il 17 luglio e trasmesso al Senato.

Senato logo

IL TESTO PUBBLICATO QUI SOTTO E’ ORA LEGGE DOPO L’APPROVAZIONE SENZA EMENDAMENTI DELL’ASSEMBLEA DEL SENATO LO SCORSO 3 AGOSTO 2015 – clicca qui

Pubblichiamo il testo ufficiale dell’Atto Camera 3098, così come approvato in assemblea il giorno 17 luglio 2015. Al Senato il numero indicativo diventa il 1577 B. L’esame del testo ora assegnato alla 1a Commissione permanente (affari costituzionali), con relatore il Senatore Giorgio Pagliari – vedi iter Senato.

NOTA BENE: l’articolo riguardante la dirigenza pubblica é ora rubricato al numero 11

 Atto camera n 3098 approvato in Assemblea

Convegno lunedì 6 luglio 2015 su Roma Capitale come città Regione.

6luglio MORASSUT

Roberto Morassut da anni denunciava la condizione del suo partito a Roma, ridotto in alcuni suoi ambiti a pura gestione del potere e delle tessere e in ostaggio di correnti politiche trasformatesi in “tribù”. Lo scandalo di Mafia Capitale ha portato sulle prime pagine dei giornali le prove di ciò che pochi coraggiosi dicevano e scrivevano da anni. In questo senso, la riproposizione di un progetto su Roma, così come emerge dal suo libro “La nuova questione romana“, acquista un interesse affatto particolare. Solo un riformismo civico per la capitale può salvare Roma e la proposta di legge costituzionale  per la riforma sulla riduzione del numero delle Regioni e l’istituzione della Città Regione di Roma Capitale – vedi qui il Morassut – Proposta di legge costituzionale n 3090 – è un ottimo punto di partenza.

Sui contenuti della proposta di legge di Roberto Morassut il convegno di lunedì 6 luglio acquista un interesse particolare anche per la partecipazione del prof.  Sabino CASSESE (Costituzionalista ) e di Luigi ZANDA ( capogruppo Pd al Senato ). Sarà una occasione per affrontare un dibattito sul ruolo di Capitale e sulle possibili vie di uscita dalla attuale crisi politica e morale.

Ascolta la video registrazione della presentazione del libro con intervento di Sabino Cassese

Dante Alighieri – il suo pensiero sull’Italia

Unknown

Non possono mancare nella rassegna che conduciamo sugli “Italiani visti dai Grandi Italiani” le quattordici terzine del VI canto del Purgatorio, con le quali sette secoli fa l’Alighieri inchiodò (per sempre?) la condotta morale, civile e politica nel nostro Paese. Lo splendido incipit “Ahi serva Italia….” rischia di nascondere il seguito del suo “ragionamento” a proposito dell’incapacità del suo popolo di trovare un minimo di unità anche dentro “quei ch’un muro e una fossa serra“. L’Italia civile viene raffigurata colla metafora del cavallo bizzosofiera fatta fella – che si muove rabbiosamente, frenato a malapena del “morso” delle “leggi”, ma senza consentire ad alcun “cavaliere” di mettersi alla sua sella e guidarlo. Le città d’Italia sono tutte piene di tiranni, dove “un Marcel diventa ogni villano” supportato da qualche fazione. Ogni città, Firenze in testa, “quante volte, del tempo che rimembre, legge, moneta, officio e costume hai tu mutato, e rinnovate membre!” in modo che “a mezzo novembre non giugne quel che tu d’ottobre fili.      Il riferimento a “cavalieri” tipo Mussolini, Berlusconi o Renzi suona in questo contesto fuori luogo e provinciale: più decisivo risulta il pensiero su un Paese che non è mai riuscito, se non per brevissimi interludi, a regalarsi leader come Churchill, Roosevelt, De Gaulle, Thatcher o Brandt per citare solo i più noti storicamente, uomini e donne in grado di guidare un popolo nelle epoche di difficoltà e di trasformazione…. “guarda come esta fiera è fatta fella per non esser corretta da li sproni“. Più che concetti quali “ordine”, “legalità” o “governo forte”, la metafora del cavallo bizzoso riesce a descrivere al meglio la realtà perché sposta il riferimento centrale, non sulla forma di governo (o meglio lo fa in subordine), ma sullo spirito del popolo italiano, questione molto più complicata, comunque “la” vera questione.

 Ahi serva Italia

Boeri e Cioffi – Le criticità della gestione INPS

boeri-ansa-tlf-kd4C--258x258@IlSole24Ore-Web         CIOFFI

Il neo Presidente dell’INPS Tito Boeri, a circa tre mesi dal suo insediamento, ha svolto, insieme al Direttore generale Massimo Cioffi, una relazione sulle criticità rilevate in INPS, in occasione dell’audizione dell’ 20 maggio 2015 alla Commissione bicamerale di controllo sulle attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. Tali criticità sono state individuate e sintetizzate in un elenco di 11 punti ed esposte da Boeri nei primi dieci minuti dell’audizione il cui video riproponiamo integralmente qui sotto.

1. Apparato centrale autoreferenziale con presenza di alcune strutture di progetto con attribuzioni di dubbia rilevanza;

2. progressiva perdita di rapporti diretti con la clientela e affidamento di servizi di assistenza a intermediari esterni Patronati, CAF e Consulenti del lavoro, con funzioni demandate non in termini di complementarietà ma di sostituzione;

3. struttura retributiva dell’alta dirigenza dell’Istituto fortemente allineata, a dispetto delle differenze esistenti fra i diversi carichi di lavoro;

4. struttura anagrafica dei dipendenti  in media molto avanzata;

5. gestione in gran parte internalizzata del patrimonio immobiliare di proprietà, con forti margini di inefficienza rispetto ad una gestione esternalizzata e non rientrante nel core business dell’Istituto;

6. rilevanti difficoltà nel rapportarsi con le aziende fornitrici di servizi informatici e controlli insufficienti sulle gestioni esterne;

7. procedure poco trasparenti nell’acquisizione dei servizi di consulenza, ottenuti sempre all’interno di contratti di informatica e, peraltro, non evidenziati in bilancio;

8. una serie di indagine aperte dall’ANAC in ordine a ripetute irregolarità attinenti ad appalti assegnati senza preventiva gara e gestione del personale in violazione delle regole del pubblico impiego;

9. scarsa trasparenza dei bilanci, non leggibili neanche da tecnici della materia, con frequenti disallineamenti fra bilanci preventivi e consuntivi;

10. gestione poco attenta dei crediti, saliti a 94 miliardi di euro e la cui esigibilità non viene adeguatamente verificata;

11. scarsa attenzione alle entrate contributive, non in grado di raccogliere i frutti di una buona qualità del lavoro dei servizi ispettivi.

 Video integrale dell’audizione del 20 mag 2015 – clicca qui poi digita “bicamerale Boeri”.

 

 

Romano Prodi – Le condizioni di successo della riforma PA.

 Romano prodi

In un panorama dominato da soggetti e protagonisti che, dietro condivisibili enunciazioni di principio, celano dilettantismo e/o cattiva conoscenza dell’oggetto del proprio discettare, svettano e illuminano le chiare e circostanziate affermazioni di chi conosce e padroneggia la materia. Continua a leggere

ARCHEOPA – CONFERENZA DELL’ALTA DIRIGENZA STATALE 2003

LOGO REPUBBLICA

Nei giorni 3 – 4 e 5 febbraio 2003 – epoca del 2^ e 3^ Governo Berlusconi durati in carica dal giugno 2001 al maggio 2006 (Ministro degli esteri Franco Frattini, Ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, Ministro della Funzione pubblica Andrea Manzella) – si tenne la prima e finora unica “Conferenza nazionale dell’alta dirigenza statale“, inaugurata alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi.

VEDI QUI L’ELENCO DEGLI INTERVENUTI E LA RELAZIONE DI CIASCUNO

Pubblichiamo gli atti e i video presenti nell’archivio storico di Radio radicale degli interventi a quel convegno, con un senso di impotenza e umiliazione. I protagonisti della politica e dell’Alta Amministrazione sono pressappoco gli stessi, i contenuti gli stessi, stesso il principio-base esternato da tutti “L’Amministrazione pubblica al servizio del cittadino”….e altri 11 anni ad oggi passati invano: l’Amministrazione pubblica ancora un moloch incontrollato che il cittadino non valuta e non può modificare attraverso i propri rappresentanti politici. Dove abbiamo sbagliato?

Per sollevarci un po’ lo spirito segnaliamo fra gli altri l’intervento conclusivo del Premier Silvio Berlusconi il quale, nel contesto di un discorso assolutamente condivisibile (ma, come sempre, mai successivamente declinato nei comportamenti concreti) sul ruolo del dirigente pubblico, invitava la dirigenza presente al Convegno a tenere le riunioni di lavoro in piedi per “preservare i muscoli dei polpacci e mantenersi sani e vitali”. Imperdibile.

Giornata inaugurale – 3 febbraio 2003

Seconda giornata: 4 febbraio 2003 – clicca qui

Giornata conclusiva: 5 febbraio 2003, con intervento Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi – audio qui

Sintesi degli interventi di ERMOLLI, STANCA, D’ORTA, GRILLI, CASSESE, MARINI, MASSOLO, PIANTELLI, SIMI, SAPORITO

 

 

I costi della Sentenza n 70 del 2015 sul ripristino della rivalutazione monetaria

NENS LOGO

Riproduciamo l’articolo di Antonio Misiani, apparso sul sito dell’Associazione NENS – clicca qui – sul riflesso finanziario provato sui conti pubblici dalla Sentenza n 70 del 30 aprile 2015 sull’inammissibilità del blocco della rivalutazione delle pensioni –  vedi qui.

L’articolo quantifica in 16,6 miliardi l’importo da rimborsare dall’INPS ai pensionati interessati. Nel calcolo non sono computati gli interessi maturati, né – aggiungiamo noi – l’importo delle imposte da detrarre al conto effettuato sulle pensioni al lordo.

Antonio Misiani per NENS 4 maggio 2015

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Convegno di Nuova Etica Pubblica sulla dirigenza.

logo etica pa

Pienone in Sala delle Bandiere del Parlamento europeo a Roma per il convegno del 24 aprile scorso, organizzato da Nuova Etica Pubblica “La dirigenza pubblica che vogliamo“. Erano presenti dirigenti pubblici e personalità accademiche. Si è notata l’assenza dell’on.Rughetti per l’importanza del ruolo da quest’ultimo svolto, ma non per l’interesse e la qualità dei contenuti del Convegno. Tutti gli interventi, di cui dà conto il numero 3/2015 della rivista diretta da Daniela CARLA’, sono st ati sostanzialmente incentrati sul profilo auspicato e atteso del “nuovo dirigente pubblico”. Le idee non coincidono nel merito, perché rimane divaricante per ora la diversa convinzione di chi punta ad uno skill di dirigente pubblico fortemente ispirato al modello del manager privato e chi, invece, sottolinea la profonda diversità di tale ruolo, così come configurato dalla Carta costituzionale. Forse il vero successo del convegno è consistito in uno schietto e non paludato confronto fra queste due opposte tesi – preziose nella loro concretezza e vivacità le provocazioni lanciate dal Presidente di Forum PA Carlo MOCHI SISMONDI – che sono emerse con utile chiarezza all’attenzione dei convenuti.

Relazione sul convegno “La dirigenza che vogliamo

Alessandro Bellavista “Un’amministrazione libera dalla politica”

Mochi Sismondi “Una dirigenza a rischio?”

Giuseppe Beato: risposta a Mochi Sismondi “Un nuovo ruolo per il dirigente pubblico

Nicoletta Stame “La dirigenza che vogliamo

TAVOLO

MOCHI  CARLA' CORVO

BELLAVISTA  FERRANTE BEATO copia

PUBBLICO

 

Basta con le valutazioni burla.

logo etica pa

Il servizio di Report del 19 aprile scorso (vedi qui sotto) sulle modalità di valutazione delle performance della dirigenza in alcune Amministrazioni statali, regionali e comunali non ci consente di fare “spallucce”, né di cavarcela con una recriminazione “contro politici, sindacati e media, prevenuti contro la dirigenza pubblica”. Va data un’altra risposta, all’altezza di un ceto che rivendica l’orgoglio di essere “dirigente”. Continua a leggere

Alle origini del declino economico italiano – Forges Davanzati

Italia mela mangiata

Guglielmo Forges Davanzati è professore di analisi economica all’Università del Salento e può essere annoverato fra i sostenitori delle ricette keynesiane come direttrici maestre per affrontare la crisi economica in corso (Clicca qui per leggere i suoi articoli pubblicati su “Keynes blog”).

Pubblichiamo l’analisi del prof. Davanzati sulle cause del declino economico italiano, rispetto alla quale la crisi finanziaria innescatasi dell’anno 2008 ha agito solo da detonatore, ma i cui prodromi sono visibili dall’inizio degli anni ’80 durante i quali ” I governi che si sono succeduti….hanno rinunciato ad attuare politiche industriali, confidando nella presunta “vitalità” della nostra imprenditoria“. Una fuoriuscita dalla cabina di regia della politica industriale del nostro Paese che vede oggi la grande industria o in crisi oppure venduta/vendibile ai capitali stranieri.

Netta e condivisibile è poi la critica di Davanzati alla politica del precariato e della moderazione salariale, anche qui con un riferimento diretto al pensiero di John Maynard Keynes che nel saggio “La questione degli alti salari” del 1930, scriveva al riguardo: “se si paga meglio una persona si rende il suo datore di lavoro più efficiente, forzandolo a scartare metodi e impianti obsoleti, affrettando la fuoriuscita dall’industria degli imprenditori meno efficienti, elevando così lo standard generale”.

Il pensiero di Davanzati ci ricorda da vicino le teorie dell’economista Mariana Mazzucato a proposito del ruolo dello Stato nell’economia (vedi qui).

 Alle origini del declino economico italiano

Concorso pubblico per lavorare nelle istituzioni UE con retribuzione 4300 euro.

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Questo annunzio di concorso – pubblicato sul sito www.la legge per tutti.it (clicca qui) – è dedicato ai nostri giovani in gamba che cercano un posto di lavoro adeguato al loro impegno e merito, ma non hanno le conoscenze utili per essere assunti in qualche società partecipata.

Giuseppe De Rita – Una politica debole senza una dirigenza pubblica forte.

De Rita

Riconosciamo al Corriere della Sera l’onestà intellettuale di aver pubblicato ieri il pensiero , come sempre lucido e folgorante, del prof. Giuseppe De Rita, presidente del CENSIS, a proposito del dibattito in corso, di scarsissima qualità, sui rapporti fra politica e burocrazia pubblica. Una politica che non possa contare su una sua oligarchia, su una tecnocrazia, su una buona burocrazia, è una politica letteralmente inerme, destinata a restare su un decisionismo di massima, talvolta puro esercizio di annuncio“.  Invece oggi la politica ritiene di poter salvaguardare la propria funzione  precarizzando la dirigenza pubblica (vedi qui).

 Corriere della Sera 10 mar 2015- De Rita: politica inerme senza la burocrazia

Nuova Etica Pubblica – Seminario sulla riforma delle pubbliche amministrazioni – documento e relazioni

seminario

Per una riforma delle Pubbliche Amministrazioni – Nuova Etica pubblica

Pubblichiamo le relazioni degli intervenuti al Convegno organizzato dalla nostra Associazione lo scorso 29 gennaio 2015.

Luigi Corvo – PA Possibile.

Guido Melis – riforma Pa e politiche pubbliche.

Gianfranco Rebora – Politiche pubbliche e tecniche di valutazione.

Nicoletta Stame – commenti al testo di Nuova Etica Pubblica.

Nicola Masi – Il feed back della valutazione e la pressione dell’utenza.

Giuseppe Conte per AGDP – la pubblica amministrazione come asset  non come costo –

 

 

 

Le fonti del diritto dell’Unione europea.

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 Ci sembra utile riepilogare con un sintetico “vademecum” la geografia delle fonti del diritto della UE, note ai giuristi e agli addetti ai lavori, ma ostiche – per via della loro complicata stratificazione nel tempo – per i più.

L’impianto globale dell’Unione europea si regge su due trattati internazionali – il TUE (trattato dell’Unione europea) e il TFUE (trattato sul funzionamento dell’Unione europea), che sono stati firmati a Lisbona il 13 dicembre 2007 ( da cui la locuzione “Trattato di Lisbona“) ed entrati in vigore il 1° dicembre 2009 – Vedi qui il testo dei due trattati. In Italia i due trattati furono ratificati con la legge 2 agosto 2008, n. 130, su G.U. n. 185 dell’8-8-2008 – Suppl. Ordinario n. 188. I Trattati in questione sostituiscono e consolidano i contenuti del “Trattato sull’Unione europea” firmato a Maastricht il 7 febbraio 1992 (vedi qui), nonché le relative modifiche scaturite dal Trattato di Amsterdam del 2 ottobre 1997 (vedi qui il testo).

Il TUE (Trattato sull’Unione europea) espone i principi cardine su cui si fonda la UE e delinea il quadro e i poteri delle “Istituzioni dell’Unione” (gli articoli 13 e seg. prevedono il Parlamento europeo, Il Consiglio europeo, il Consiglio, la Commissione europea, la Corte di Giustizia, la Banca centrale europea (BCE), la Corte dei Conti) e stabilisce la personalità giuridica dell’Unione (articolo 47).  Il TUE sostituisce e consolida i principi cardine sull’Unione contenuti nell’omonimo “Trattato sull’Unione europea” firmato a Maastricht.

Il TFUE (trattato sul funzionamento dell’Unione europea), composto di 358 articoli, sostituisce e consolida i contenuti degli articoli G, H e I del Trattato di Mastricht del ’92, i quali ultimi, a loro volta, sostituivano e inglobavano i contenuti del “TCE- Trattato che istituisce la Comunità economica europea” (“Cee“) – firmato a Roma nel 1957 (articolo G), del “Trattato che istituisce la Comunità europea del carbone e dell’acciaio” (“Ceca“) – firmato a Parigi nel 1951 (articolo H) e del “Trattato che istituisce la Comunità europea dell’energia atomica” (“Euratom“) – firmato a Roma nel 1957 (articolo I). Il TFUE è la fonte dispositiva da cui si originano le regole di funzionamento dell’Unione, fra le quali ricordiamo il “famigerato” articolo 126 (vedi qui) e del relativo Protocollo n 12 (vedi qui), anch’essi ripresi dal trattato di Maastricht, in cui è prevista la procedura per “i disavanzi eccessivi” nei conti pubblici dei Paesi membri.

 Precedente protocollo dei disavanzi effettivi dal-trattato-di-Maastricht

Per approfondire: Wikipedia – storia del trattato di Maastricht    —-  Sito dell’Unione europea – Trattati dell’UE ——- Wikipedia – Trattati sull’Unione europea SCHEMA STORICO

Forma giuridica diversa ha, invece, il Patto di stabilità e crescita (PSC) – Vedi approfondimento – che prese le mosse da una risoluzione politica del Consiglio europeo, adottata ad Amsterdam il 17 giugno 1997 in vista dell’introduzione della moneta unica (Vedi qui). IL PSC era ed è finalizzato all’instaurazione di procedure stringenti per il rispetto dei cosiddetti “parametri di Maastricht” (protocollo di cui sopra) e si concretizzò con il  Regolamento n. 1466 del 7 luglio 1997 (vedi) che, come noto, è una fonte giuridica diversa dal Trattato ma che, a termini dell’articolo 288 del TFUE, “è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri“.

Il Regolamento n. 1466/97 è stato più volte rivisitato. Attualmente risulta integrato e sostituito da un pacchetto di Regolamenti UE e dal Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nelle UE dell’anno 2012, complessivamente conosciuti come “Fiscal Compact” – Vedi qui le fonti di diritto vigenti.

Guido Calabresi: il funzionamento della Giustizia U.S.A.

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Guido Calabresi è un giurista italiano figlio di oppositori al fascismo fuggiti negli Stati Uniti nel 1939, poi naturalizzato statunitense, fondatore dell’analisi economica del diritto. Nel 2012 egli ha tenuto a Macerata tre lezioni riguardanti l’organizzazione delle corti di giustizia federale negli Stati Uniti, la forma e il ruolo delle sentenze giudiziarie all’interno di un sistema federale e il rapporto che intrattiene con la pena di morte un giudice ad essa decisamente contrario. Continua a leggere