Dirigenti pubblici in balia della politica.

corriere della sera

E’ stata pubblicata sul Corriere della Sera di ieri 1° giugno 2016 una  lettera a firma di Lamberto Dini (ex Presidente del Consiglio dei Ministri), Giancarlo Capaldo (Procuratore aggiunto di Roma) e Luigi Mazzella (ex-Ministro della funzione pubblica ed ex-giudice della Corte costituzionale), a nome dell’Associazione culturale il Periscopio (vedi). Il contenuto di questa lettera é sintetizzato dal titolo: dirigenti pubblici in balia della classe politica. Ne riproduciamo il testo, pur consapevoli che la discussione sul regime della dirigenza vede oggi prevalere correnti di pensiero (vedi qui il convegno Bocconi dello scorso febbraio 2016) e una legislazione vigente (vedi qui l’intervento di Valerio Talamo al ForumPa) che consente impunemente ai vertici politici delle pubbliche amministrazioni di disporre a piacimento delle nomine e delle rimozioni dei suoi dirigenti (vedi qui, invece, la cura massima che nella legislazione U.S.A. viene dedicata al regime della dirigenza delle Agenzie e delle Autorità indipendenti). Il fenomeno è ormai endemico e, ciò che è più grave, viene accostato e giustificato con i princìpi dello spoils system statunitense, che sono tutt’altra cosa (vedi qui). Il caso del dr. Roberto Alesse – citato nell’articolo – non è isolato, ma si riproduce ormai quotidianamente – e il più delle volte in segrete stanze e nel silenzio assoluto della stampa – negli incarichi più delicati dei Ministeri , degli Enti pubblici non economici nazionali e di ricerca, delle Regioni  e nei Comuni (vedi).

Sullo sfondo un ceto politico generalmente di scarsa levatura che avverte la dirigenza pubblica come un ostacolo e non come la risorsa più importante per l’attuazione di tutte le politiche pubbliche di questo Paese.

 Dirigenti pubblici in balia della politica

UE – Analisi annuale della crescita: relazione sull’Italia.

semestre europeo

Abbiamo pubblicato di recente le Raccomandazioni del Consiglio europeo all’Italia in margine alla manovra economica finanziaria presente nel Documento di Economia e finanza 2016 (vedi qui). Il contenuto e le raccomandazioni lì contenute concludono il ciclo del cosiddetto Semestre europeo (Vedi qui l’articolo di Anna Corossacz a pagina 66 della nostra rivista “Nuova Etica Pubblica”). Si qualifica come “semestre europeo” il meccanismo di coordinamento delle politiche economiche dei Paesi membri, che si sostanzia essenzialmente in due documenti, uno a monte (l’Analisi Annuale della Crescita) e uno a valle (le Raccomandazioni Specifiche per il Paese) dei documenti di programmi di riforma che ciascun Paese membro approva ogni anno (per l’Italia é appunto il DEF). Questa procedura é stata introdotta dal trattato cosiddetto “Fiscal compact” (vedi qui) dell’anno 2012.

Pubblichiamo oggi, anche per il suo intessere in ordine alla valutazione data dai servizi della Commissione UE alla Pubblica amministrazione italiana, la relazione di sintesi sull’Italia del febbraio 2016 (vedi qui il testo integrale), del quale evidenziamo qui sotto la desolante analisi su “Efficienza della pubblica Amministrazione e delle istituzioni, giustizia e corruzione“. Alcune perle:

efficienza ed efficacia del settore pubblico italiano inferiore alla media UE;

– eccessiva durata delle procedure burocratiche derivante dalle competenze non chiaramente ripartite fra amministrazioni centrali e locali;

– età media dei dipendenti pubblici più alta nella UE;

– 18 % dei dipendenti in possesso di laurea; 34% dei dipendenti non in possesso del diploma di istruzione secondaria;

– inefficienza del settore pubblico come ostacolo alla crescita delle imprese e degli investimenti esteri;

– inefficienza delle società a partecipazione pubblica locali;

– sistema degli appalti pubblici con il più alto tasso UE di procedure negoziate senza bando di gara e di appalti aggiudicati in base a una singola offerta;

– cattivo utilizzo dei fondi strutturali europei;

– lunga durata dei procedimenti giudiziari civili,

– termini di prescrizione sulle frodi finanziarie sanzionati dalla Corte di giustizia europea;

– risultato peggiore della UE in termini di corruzione percepita (vedi  qui anche Le conclusioni dell’Eurobarometro 2014).

Buona lettura!

 Pagine da Relazione sull’Italia feb 2016- stralcio

Zagrebelsky e Cacciari: due opinioni a confronto.

Zagrebelsky    cacciari

Proseguiamo nell’osservazione delle migliori opinioni in campo sul tema della Riforma costituzionale pubblicando  il link a due interviste realizzate da Ezio Mauro, apparse su “la Repubblica” di ieri e di oggi. L’ex Presidente della corte costituzionale Zagrebelsky e il filosofo Cacciari, ambedue uomini “a sinistra”, si ritrovano su versanti opposti quanto alla scelta sul SI o sul NO al prossimo referendum costituzionale. Zagrebelsky parla di “democrazia svuotata” dalla riforma istituzionale. Cacciari interpreta un’altra corrente di pensiero: “Riforma maldestra , ma è una svolta”. Buona lettura.

Gustavo Zagrebelsky: democrazia svuotata con la riforma costituzionale.

Massimo Cacciari: riforma maldestra, ma è una svolta dopo 40 anni di fallimenti .

Questione referendaria: confronto fra uno studente dell’Università di Catania e la Ministra Boschi.

Boschi

La visione del video che proponiamo qui sotto richiede una ventina di minuti, tuttavia ci appare fortemente esplicativa dei contenuti delle diverse convinzioni dei due discussant (uno studente di giurisprudenza dell’Università di Catania e la Ministra per le Riforme costituzionali Elena Boschi): in particolare vengono approfonditi i diversi punti di vista in ordine a: legittimazione dell’attuale Parlamento a modificare il testo della Costituzione, legittimazione del Governo a proporre riforme costituzionali. Molto interessanti gli argomenti e il clima,

Studente dell’Università di Catania in polemica con Ministra Boschi- Video

L’acquisto di beni e servizi nelle pubbliche amministrazioni.

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Presentiamo la rilevazione effettuata dal Ministero dell’Economia e finanze e dall’ISTAT in ordine all’approvvigionamento di beni e servizi effettuato dalla pubbliche amministrazioni nell’anno 2014. Nelle tabelle del rapporto sono posti a confronto per le categorie tipiche di spesa (automobili,energia, servizio fotocopie, informatica) i prezzi medi pagati sul mercato e quelli pagati attraverso il ricorso alla Convenzione Consip , la società di proprietà  pubblica costituita per ottenere prezzi calmierati a favore delle circa 20.000 amministrazioni pubbliche italiane.

La realtà dei fatti ci racconta che il ricorso alla spesa calmierata viene attuato solo per il 17% della spesa totale per approvvigionamento di beni e servizi. Il quotidiano La Repubblica, in un suo articolo dell’11 aprile scorso, quantifica in 20 miliardi il risparmio che la PA nel suo complesso potrebbe conseguire attraverso il ricorso integrale alle convenzioni CONSIP (vedi l’articolo). Con riserva sull’esattezza del calcolo lì effettuato, è impossibile non convenire sul fatto che i risparmi conseguibili sono nell’ordine dei miliardi di euro. Aggiungiamo un’altra nostra considerazione: la lettura delle tabelle lascia trasparire la circostanza che gli incrementi di spesa inutile più rilevanti sono quelli provenienti dalle Amministrazioni locali (considerazione poco “corretta” politicamente, ma così é).

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La rimozione della dr.ssa Sabbadini dell’ISTAT e lo spoils system all’italiana.

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Lasciamo al suo eccellente curriculum, alle perplessità manifestate alla stampa dalla Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli (vedi)  e agli articoli di giornali di più grande diffusione le valutazioni unanimi – alle quali ci associamo – sul valore professionale della dr.ssa Linda Laura Sabbadini, già Capo Dipartimento all’Istat, rimossa dal suo incarico in virtù di un deliberato del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto (vedi fra i tanti Corriere della Sera, Secolo XIX e Huffington post). Continua a leggere

Corruzione a Roma: fatti e non chiacchiere.

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A ognuno il suo mestiere. Maurizio Crozza ci fa sorridere amaramente (il Paese delle meraviglie di ieri sera 18 marzo) sui “difetti” endemici di un certo sottobosco romano nel quale, più che i “Rugantino”, operano personaggi simili a quelli che lui ha battezzato come “Rubantino“! – vedi. I giornaloni della Repubblica sono paghi nel pubblicare articoli di denuncia degli scandali ed è giusto, democratico e sacrosanto che facciano così…. senza peraltro che nessuno si dia pena di dare diffusione del documento ufficiale dell’ANAC (vedi delibera n 207 del 2 marzo 2016).

A noi di Nuova Etica Pubblica, che apparteniamo al mondo dei “cultori” della materia, spetta invece il compito di approfondire la problematica legata agli scandali proponendo soluzioni gestibili amministrativamente. Sulla questione della corruzione come fenomeno ormai endemico della pubblica amministrazione – centrale, territoriale e locale abbiamo dedicato un numero della nostra rivista (vedi qui) e, in conclusione, andiamo proponendo da anni  rimedi concreti e attuabiliove ci sia reale volontà politica – per avviare una seria operazione di contrasto alla corruzione nella Pubblica Amministrazione.

Ripubblichiamo, pertanto, le nostre proposte in merito a tre strumenti amministrativi di contrasto alla corruzione e per il ripristino della legalità nell’Amministrazione pubblica:

1. l’introduzione di controlli successivi esterni sugli atti di spesa del Comune di Romadella PA in generale, sostanzialmente dismessi a seguito della “riforma” del titolo V della Costituzione dell’anno 2001 (vedi qui Il sistema dei controlli di regolarità amministrativa degli atti);

2. l’operatività concreta dello strumento (previsto solo legislativamente, ma non nei fatti) del whistleblower (autore delle soffiate); vedi qui “La denuncia delle frodi come atto di civismo” e vedi documento ANAC sulla Tutela del dipendente che segnala illeciti.

3. la pubblicazione in forma sintetica e comprensibile sul sito istituzionale del Comune di Roma e delle amministrazioni di tutti gli atti di spesa adottati (vedi qui).

Al candidato Sindaco di Roma – qualunque sia la sua collocazione politica – che inserirà nel suo programma elettorale l’attuazione reale di questi tre strumenti amministrativi di contrasto della corruzione andrà la nostra convinta approvazione.

Giuseppe Beato

Il D.P.R. di riordino delle funzioni in materia di misurazione e valutazione delle performance.

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Il decreto del Presidente della Repubblica – previsto dall’articolo 19 dl decreto legge 24 giugno 2014, n 90, convertito in Legge 114/2014 – vedi qui – sul riordino delle funzioni in materia di misurazione e valutazione delle performance é in questi giorni all’esame del Parlamento per l’espressione del parere prima della sua emanazione. Ne pubblichiamo il testo, nonché la documentazione di riferimento.

Atto del Governo n 268 del 2016- vedi.

 Riordino delle funzioni in materia di valutazione delle performance

Gli agenti della Polizia uccisi dai brigadisti a Pietra Papa nel 1987.

Pietra Papa

Un Paese mediamente distolto dai valori più alti della convivenza civile dimentica gli episodi più eroici che hanno visto per protagonisti concittadini in divisa. Chi ricorda la strage di Pietra Papa del 14 febbraio 1987 in cui furono uccisi dalle Brigate rosse Rolando Lanari (26 anni), e Giuseppe Scravaglieri (23) della Polizia di Stato, di scorta a un furgone portavalori delle Poste Italiane? Vedi la ricostruzione di questo episodio qui sotto.

I caduti di Pietra Papa.

Anche Maria Teresa Canessa é Pubblica Amministrazione.

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Era più naturale – infatti così è stato – che un atto di “morbido e consapevole coraggio” partisse da una donna. Senza indulgere in sproloqui inutili – vista l’enorme capacità di “racconto” che hanno le foto pubblicate sul sito del Corriere della Sera (clicca qui) – annotiamo solo che l’atto della dirigente della Polizia di Stato Maria Teresa Canessa  di togliersi il casco “una volta accertatami che era calata la tensione“, di chiacchierare con i manifestanti e di stringergli la mano testimonia di una capacità profonda di interpretare il ruolo di servitore delle Istituzioni, di coraggio di mettersi in discussione e di metterci la faccia;  orgoglio del proprio ruolo unito al rispetto di chi lotta e chiede riconoscimento dei propri diritti. Etica pubblica insomma.

Non esistono solo i fannulloni – che vanno eliminati molto decisamente – nella pubblica amministrazione. Nè l’eliminazione –  assolutamente necessaria – dei fannulloni risolve il problema della riforma delle pubbliche amministrazioni….ma questa è un’altra storia….

Manager pubblici e manager privati – l’opinione del Financial Times.

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Il Financial Times dello scorso 30 dicembre 2015 traeva spunto dalle vicende relative al rinnovo della carica di Amministratore delegato delle Generali Assicurazioni – poi concluse con l’abbandono dell’incarico da parte di Mario Greco (vedi qui il riassunto della vicenda di Huffington post) – per svolgere alcune valutazioni in ordine alla crisi in corso nel management delle grandi aziende private italiane. Rinviando all’articolo completo (clicca qui), ci ha colpito fra l’altro l’affermazione dell’articolista Rachel Sanderson secondo cui sono molti i casi in cui “dirigenti deboli incapaci di rompere gli schemi restano al loro posto per anni, a discapito dell’intera cultura aziendale”. Non è la piccola speculazione “di bottega” quella che ci muove, né l’acritico elogio di valutazioni provenienti dal pur autorevole Financial Times. Quello che, invece, va sottolineato in questa vicenda – come nelle altre ricordate in quell’articolo – é che la crisi del ceto dirigente aziendale in Italia – pubblico o privato che sia – proviene da un clima politico generale che induce le scelte di “chi porre al comando” secondo criteri legati a interessi di parte, quando non meramente personali. Il problema vero resta, quindi, quello della selezione dei migliori secondo i meriti professionali, meccanismo di cui in Italia, in qualunque settore, si perso quasi completamente il bandolo.

Poteri dei Prefetti come Responsabili della conferenza provinciale permanente – la legislazione essenziale.

Prefettura

Alleghiamo la legislazione essenziale riguardante i poteri del Prefetto quale responsabile della Conferenza provinciale permanente.

 Articolo 11 della legge 30 luglio 1999, n. 300.

Articolo 10 della Legge 5 giugno 2003, n. 131 -Rappresentante dello Stato per i rapporti con il sistema delle autonomie.

D.P.R. n. 180/2006: Regolamento recante disposizioni in materia di Prefetture-Uffici territoriali di Governo.

Oriano Giovanelli – Le Unioni dei Comuni come scelta strategica.

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Pubblichiamo volentieri un intervento tenuto da Oriano Giovanelli in occasione di un corso di formazione politica tenutosi lo scorso novembre 2015 a Monza, incentrato sulla necessità di incentivare il programma di Unione e fusioni dei Comuni come scelta strategica per rilanciare e fortificare le Autonomie locali nel nostro Paese. Giovanelli, che fa di sé una presentazione molto “understatement“, in verità ha ricoperto posti di grande responsabilità nel nostro Ordinamento, per essere stato prima che Deputato del PD nelle passate due legislature e responsabile del Forum PD sulla Pubblica Amministrazione, anche Sindaco di Pesaro per ben 12 anni, nel periodo di più incisiva rivoluzione dei compiti demandati ai comuni dalle riforme promosse dall’allora Ministro per la funzione pubblica Bassanini. Una testimonianza appassionata e informata, pertanto, degna di rilievo e attenzione, perché illustra con abbondante dovizia di particolari il punto di vista e l’ “interno sentire” fortemente radicato in parte rilevante degli amministratori locali.

Senza alcuna intenzione di “parlare sopra” e rinviando al pensiero di Giovanelli, ci riserviamo un minimo spazio di “controcanto” per avanzare qualche dubbio su una visione dell’Amministrazione pubblica tutta incentrata sulla descrizione di uno stato centralista oppressivo e di autonomie locali assediate. Ciò non ci convince, non tanto dal punto di vista “fattuale” e “storico” su cui ci si può accapigliare a volontà, quanto come principio teorico: centro non é “bello”, come non è neanche “brutto”. Il problema delle 10.000  amministrazioni di cui è composta Pa italiana, ci pare, sta tutto nella mancanza di una vera e propria costituzione materiale, prima ancora di quella scritta, che ispiri una gestione del rapporto centro-territorio  impostato secondo gli equilibri migliori a favore della collettività nazionale e locale. Per dire, se andiamo a conoscere la vita reale delle istituzioni francesi, da tutti conosciute come “centraliste”, scopriamo immediatamente che lì, al di là delle proposizioni scritte sulla Carta costituzionale, si sono creati strumenti normativi e prassi concrete tali per cui le Amministrazioni regionali e locali di quel Paese sono incisivamente coinvolte nell’elaborazione e attuazione di tutte le politiche pubbliche nazionali – vedi nostro report sulla mulitlevel governance in Francia. In parole povere, si sono trovati i pesi e contrappesi e le sinergie necessarie per governare la macchina pubblica in modo coerente. In Italia mai, dal 1861 a oggi. E il prezzo di questa mancata costruzione di una governance pubblica nazionale unitaria lo continuano a pagare la collettività e le imprese.

La vera domanda ci pare: riuscirà la legislatura in corso e la riforma costituzionale ai blocchi di partenza a dare un nuovo ubi consistam generalmente condiviso della governance delle nostre Istituzioni?

In attesa, una buona lettura di questo stimolante intervento.

 Monza 28 novembre 2015

L’organizzazione centrale dello Stato italiano.

LOGO REPUBBLICA

Riproduciamo due serie di slide, utili per una raffigurazione completa e immediata degli Organi e  Autorità in cui si articola lo Stato centrale e dell’Organizzazione dei vari Ministeri in cui si compone l’Amministrazione centrale.

 Le Pubbliche Amministrazioni 

 Organigrammi dei MINISTERI

Formazione, composizione e funzionamento del Governo della Repubblica.

Palazzo Chigi

Riportiamo una serie di slide sintetiche sulla formazione, copmposizione e funzionamento del governo della Repubblica così come attualmente normato.

 Il Governo della Repubblica italiana

Il ciclo di bilancio e programmazione dello Stato italiano.

bilancio Stato

Il ciclo del bilancio dello Stato, alla luce della Legge 196 del 30 dic 2009 (vedi qui)esposto attraverso una serie di slide della prof. Lydia D’Alessio dell’Università Roma3 e del prof. Franco Mostacci dell’Università La Sapienza di Roma.

 D’ALESSIO funzionamento della legge n 196

 2014 MOSTACCI ciclo bilancio e programmazione.

Vedi anche le rappresentazioni schematiche di:

Coordinamento UE della legge stabilità.

Armonizzazione dei sistemi contabili delle Regioni e dei Comuni.

Il Coordinamento UE sulla Legge di stabilità.

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In virtù del recepimento nel nostro Ordinamento dei Trattati dell’Unione europea (vedi qui), ultimo dei quali il Patto di Stabilità ( vedi qui) con la conseguente modifica della nostra Carta costituzionale (vedi qui), il quadro delle decisioni, degli obblighi e dei controlli sulle manovre di finanza pubblica risulta quello delineato qui sotto nelle slide prodotte dal prof. Franco Mostacci dell’Università La Sapienza di Roma.

 Mostacci – Coordinamento DEF con governance_europea

I finanziamenti dell’Unione europea.

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Esistono 5 grandi fondi europei di finanziamento – Vedi qui i 5 fondi. La distribuzione dei fondi avviene attraverso la politica di coesione, che si articola attraverso documenti predisposti da ciascuno Stato membro con le Istituzioni UE, detti accordi di partenariato.

L’ultimo accordo di partenariato Italia-UE  riguarda il settennio 2014-2020.  Sono stati stanziati 44 mld all’Italia, a finanziamento di  progetti  – gestibili da organizzazioni pubbliche e/o private – aventi per oggetto ricerca e sviluppo tecnologico, tutela dell’ambiente, mobilità di persone e merci, lotta alla povertà, capacità istituzionale e amministrativa, energia e smaltimento rifiuti. Sono privilegiate nella quota di assegnazione dei fondi le nostre Regioni meridionali. Clicca qui per approfondire l’accordo di_partenariato 2014_2020_scheda.

Per il settennio precedente, l’Italia, ad inizio 2015, aveva speso solo il 63% dei fondi messi a disposizione (penultima in classifica prima della Romania). La Regione con la spesa inferiore risultava la Campania con il 43%, a fronte della Provincia di Trento con l’87% dei fondi speciali utilizzati. Clicca qui per approfondire. Per il settennio in corso c’è ancora un’ampia possibilità di invertire la tendenza mostrata nel passato: molto dipenderà dall’iniziativa e dalla capacità delle classi dirigenti locali di operare in sinergia fra i vari centri decisionali, incidendo sulla qualità strategico-infrastrutturale dei progetti elaborati..

Vedi approfondimento sul sito UE:  Come funziona il FSE – clicca qui.

Vademecum per un progetto di successo.