Proposta di revisione costituzionale del numero delle Regioni.

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Sarò posta in discussione, in sede di riforma del Titolo V della Costituzione, la modifica dell’articolo 131, relativo al numero delle Regioni. La proposta proviene dai parlamentari dei gruppi PD alla Camera e al Senato, on. Roberto Morassut e dal sen. Raffaele Ranucci.

Vedi qui sotto gli approfondimenti giornalistici.

LATINA TODAY

QI – Il quotidiano italiano

aggiornamento al sett 2015

Il fallimento di Roma Capitale d’Italia.

ROMA LUPA

A certificare il fallimento – è già da tempo sotto occhi di tutti – della Capitale d’Italia e città più bella del mondo ci ha pensato la Ragioneria dello Stato con il referto finale dei Servizi ispettivi di finanza pubblica, dei primi mesi dell’anno 2014. Riproduciamo l’articolo di Fedrico Fubini per “La Repubblica” del 28 nov 2014 sulla situazione drammatica che pone   con la forza di un movimento sismico il problema della gestione sconsiderata della Capitale del Paese. Non la meritano così i romani e non la merita l’Italia.

 Roma Capitale in default – bruciati 4 miliardi in 5 anni – La Repubblica 28 nov 2014

Società partecipate – La battaglia persa di Cottarelli.

COTTARELLI

Il Corriere della Sera segue da vicino le vicende delle Società partecipate (vedi su questo sito la loro dimensione e consistenza). L’ultimo articolo al riguardo è di Sergio Rizzo ed è stato pubblicato lo scorso 13 novembre 2014 (vedi qui: “gli incarichi dei riciclati che Cottarelli voleva chiudere). Noi, a contrappunto , riportiamo anche i precedenti sullo stesso tema, che mostrano plasticamente la “cavalcata verso la sconfitta” dell’onesto Cottarelli.

Corsera 17 lug 2014 -Risparmi si parte dalla giungla delle municipalizzate

Corsera 7 ago 2014 – Cottarelli “taglio a cda e stipendi nelle partecipate”

Corsera 7 agosto 2014 – Cottarelli “1213 società partecipate sono scatole vuote “

Corsera 2 sett 2014 – Cottarelli, “nel 2015 mezzo miliardo di risparmi dalle partecipate”.

Atto del Commissario straordinario per la Revisione della spesa: “Programma di razionalizzazione delle partecipate locali” -7 ago 2014.

Rimossi tre funzionari della Sovrintendenza di Siracusa.

 

Porto di Siracusa

Riportiamo l’articolo di Gian Antonio Stella, pubblicato sul corriere della Sera dell’8 novembre 2014, che riferisce la vicenda di tre funzionari della Sovrintendenza di Siracusa  rimossi dall’incarico dopo aver negato l’autorizzazione alla costruzione di un secondo porto a Siracusa e di 71 villini in zona archeologica di inedificabilità assoluta.

Tralasciando altre considerazioni sull’evidente ingiustizia e sullo scempio che impunemente può essere fatto delle parti più belle del nostro Paese, ci limitiamo a due osservazioni  più strettamente legate alle attuali logiche prevalenti di gestione della cosa pubblica: 1. lo status della dirigenza pubblica, che dovrebbe essere il baluardo della legalità nella gestione degli interessi pubblici, è debolissimo nella legislazione attuale e consente ai vertici delle Amministrazioni di rimuovere a piacimento qualunque dirigente sia d’impaccio a piani e progetti di dubbia natura (vedi il contesto legislativo nell’articolo presente in questo  sito sui rapporti fra politica e dirigenza – clicca qui);  2. il contesto dei “poteri locali” disseminato sul territorio della Repubblica si mostra estremamente permeabile alle infiltrazioni di “gruppi di interesse economico organizzato”: questi ultimi dispongono di potere finanziario, di armi “legali” e di capacità d’infiltrazione nei vertici politici delle Amministrazioni pubbliche, tali da travolgere qualunque tentativo di resistenza opposto alle loro trame.

Gian Antonio Stella – Via da Siracusa i sovrintendenti che non volevano il mega porto.

 

Società partecipate – Il programma Cottarelli

cottarelli

Il 7 agosto 2014 il Commissario Straordinario per la revisione della spesa , Carlo Cottarelli, presentò al Governo il “PROGRAMMA DI RAZIONALIZZAZIONE DELLE PARTECIPATE LOCALI”. Nella parte propositiva era ordinatamente delineato un percorso pluriennale per un risparmio annuo di “almeno 2-3 miliardi di euro” e la progressiva riduzione da 8000 a 1000 società partecipate. Che fine ha fatto quel programma?

 Programma partecipate locali – 7 agosto 2014

La voce.info – Come dare un taglio ai comuni

ITALIA

L’Italia dovrebbe arrivare ad avere non più di 2.500 comuni. La proposta è del presidente dell’Anci. Ma si tratta di un obiettivo credibile? Finora, i tentativi di favorire le aggregazioni, storici o recenti, sono falliti. Coinvolgere gli enti più grandi, con tempi certi e sanzioni efficaci.

Richiamiamo l’articolo di Matteo Barbero, apparso su la Voce.info, che fa il punto sull’effettiva situazione attuale dell’auspicata razionalizzazione della gestione dei piccoli Comuni italiani. Come sempre si va avanti a passi incerti e, per ora, inconcludenti.

Come dare un taglio ai Comuni – Barbero 2014 su la voce.info

Vedi anche su questo sito dati statistici e legislazione dei piccoli Comuni

 

Il Distretto di Roma Capitale – Proposta di legge costituzionale

pro demos

In un Paese quale l’Italia che, con buona pace della retorica “Cavour-Garibaldi-Mazzini-Vittorio Emanuele” , non si è mai sentito unito nei cuori ed in cui, il giorno dopo l’Impresa dei Mille, il Sud Italia – che non aveva possibilità economica di inviare i suoi giovani figli agricoltori per quattro anni alla leva militare obbligatoria – fu stuprato dalle truppe piemontesi del generale Cialdini con 50.000 morti, sarà sempre difficile accreditare il problema della sua Capitale Roma come problema nazionale  di interesse comune. A dispetto, tuttavia, di questa “latitanza del noi“, la speranza e la logica applicata in altri Paesi quali U.S.A. e Germania conduce a un’idea istituzionale di Roma come “Distretto” equiparato al rango di Regione a statuto speciale, sull’esempio di Washington e Berlino.

Vediamo in tal senso, oltre alla proposta di legge costituzionale a ciò finalizzata, anche uno studio dal titolo “ROMA 2025: un patto tra l’Italia e la sua Capitale

 Pro Demos 2013 – Roma 2025: un patto fra l’Italia e la sua Capitale

Distretto  di Roma capitale – proposta di revisione costituzionale 

La tela di Penelope delle Province.

tela di Penelope

Più che il “gattopardo” , nel caso dell’abolizione delle Province (riforma “Delrio”) sembra vedere all’opera Penelope con la sua tela: a cinque mesi dalla promulgazione della Legge 7 aprile 2014 n. 56 siamo ancora alle battute iniziali per il trasferimento  di competenze e risorse umane alle Regioni, ai Comuni o alle Aree metropolitane, secondo volontà rimesse alla legislazione di ciascuna singola Regione. Non si tratta qui di esprimere giudizi preconcetti sull’azione del governo, ma solo di osservare un percorso nel quale non è possibile vedere oggi prospettive chiare, ma solo incerti progressi di medio percorso.

Pubblichiamo le farraginose “clausole di accordo” della Conferenza unificata Stato Regioni – da considerare sostanzialmente come fonti del diritto “affiancate” alla legge – , le successive ottimistiche dichiarazioni del Ministro per gli Affari regionali Lanzetta, una valutazione negativa presente sul “Fatto quotidiano” del 18 settembre e un’articolo di del prof Luigi Olivieri n ordine all’aleatorietà del numero di trasferimenti in mobilità annunziato dal Governo

11 settembre 2014 – Testo dell’Accordo Governo Regioni in Conferenza unificata per l’individuazione delle funzioni da trasferire dalle Province

LANZETTA 11 sett 2014: raggiunto un importantissimo accordo –

LANZETTA al Mattino del 18 sett 2014 sulle Città metropolitane.

Il Fatto quotidiano del 12 sett 2014 – Province, via il nome restano le funzioni.

Province: la strada dei trasferimenti dei dipendenti è ancora lunga – Luigi Olivieri su LeggiOggi.it

Giorgio Macciotta – Il coinvolgimento delle Autonomie locali nelle sessioni di bilancio: la governance multilivello.

Pubblichiamo l’intervento del Consigliere del CNEL dr. Giorgio Macciotta al seminario sulla riforma del bilancio e della pubblica amministrazione (clicca qui) tenutosi alla Camera dei Deputati lo scorso 27 giugno 2014.

 Giorgio Macciotta – la governance multilivello nelle sessioni dei bilanci pubblici

Lo scandalo delle società partecipate

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VEDI ANCHE: SOCIETA’ PARTECIPATE, LA BATTAGLIA PERSA DI COTTARELLI

Attraverso il meccanismo – formalmente legittimo anche questo come tanti altri “orrori” introdotti da una legislazione impazzita – dell’istituzione delle Società partecipate si è creata negli ultimi 10 anni una gravissima anomalia istituzionale nelle pubbliche amministrazioni italiane: sono operative circa 7.500 società private a partecipazione pubblica con più di 90.000 dipendenti assunti senza concorso, ma che svolgono dentro le amministrazioni (le famigerate società in house) i compiti istituzionalmente demandati al soggetto pubblico.

Pubblichiamo la requisitoria finale del Procuratore generale della Corte dei Conti nel giudizio di parificazione sul Rendiconto generale dello Stato 2013 dello scorso 26 giugno 2014 (clicca qui), nel contesto della quale viene denunciato in modo chiaro e circostanziato il fenomeno, così come si manifesta sia nell’amministrazione statale e nelle autonomie locali: alla pag. 10 c’è il dato dei 25,93 miliardi di euro erogati dai Ministeri nel 2012.

Pubblichiamo anche la Relazione della sezione autonomie della Corte dei conti del 6 giugno 2014 dove è presente una disanima analitica sulla legislazione di supporto e sulla consistenza economico-finanziaria del fenomeno “partecipate nelle autonomie locali”. Ne abbiamo estrapolate le tabelle più significative.

Delibera n 15 del 2014 Corte dei conti -Gli Organismi partecipati dagli Enti territoriali

Vedi anche il giudizio di parificazione del precedente rendiconto dello Stato anno 2013.

Sull’argomento, una guida preziosa è anche il documento prodotto dall’ Ufficio studi della Camera – XVI legislatura, documento n 337/2012 – Le società a partecipazione pubblica

 Personale delle società partecipate

 Forme societarie e proprietà delle partecipate

 Settori di attività delle partecipate

Il sistema dei controlli di regolarità amministrativo contabile degli atti di Regioni e Comuni.

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Il mondo amministrativo dei Comuni ha acquisito un forte potere e rilevanza nel nostro sistema istituzionale, tanto da “mandare” il Sindaco di Firenze e un ex Presidente dell’ANCI ai vertici delle Istituzioni. La ventata di novità per la pubblica amministrazione  non deve, tuttavia, far dimenticare che, anche e soprattutto nelle autonomie locali, nella legislazione amministrativa attuale si annidano dei “bachi” legislativi di pericolosità non ancora sufficientemente evidenziata. Continua a leggere

NORMATIVA E ATTI DELLA CONFERENZA STATO-REGIONI

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D. Lgs. 28 AGOSTO 1997, n 281 – Attribuzioni della Conferenza permanente Stato regioni.

Normativa di riferimento e atti della Conferenza Stato regioni.

Dottrina – La Conferenza Stato regioni fra teoria e prassi alla luce della giurisprudenza costituzionale – 2011  Raffaele Morelli

Dottrina – L’evoluzione del sistema delle Conferenza – 2012 Matilde Castiello, Gianliborio Mazzola

UNADIS – DIREL – DIRER – FEDERSANITA’: ASSEMBLEA AL FORUM PA

Il 29 maggio è stata promossa un’assemblea in occasione del Forum Pa 2014 da quattro sigle rappresentative della dirigenza pubblica: UNADIS (statali), DIREL (Enti locali Comuni), DIRER (REGIONI), FEDERSANITA’ (dirigenti e direttivi SSN).

Pubblichiamo le posizioni di queste Associazioni in ordine ai “44 punti” del Governo Renzi, al Ruolo unico e alla Valutazione.

Intersindacale – risposte ai 44 punti – maggio 2014

Prime riflessioni Unadis su Ruolo Unico

Proposta Unadis su Valutazione Dirigenza – aprile 2014

Le posizioni espresse dalle quattro Associazioni corrono parallele – ma non coincidenti – a quelle emanate dalla Confederazione CIDA – dirigenti pubblici e privati (vedi qui Risposta CIDA al documento del Governo ).

Poi c’è l’Associazione giovani dirigenti, l’Associazione allievi della SSPA, l’Associazione dei Prefetti, l’Associazione dei Diplomatici.……

………Una domanda sorge spontanea: conviene continuare a muoversi ciascuno per conto suo – con magnifico frazionismo e bella autoreferenzialità di sigla – nel mezzo di una partita così importante e delicata quale la riforma della pubblica amministrazione, ora in pieno corso?……

GUIDO MELIS – SERVONO ANCORA I PREFETTI?

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Pubblichiamo un intervento sul “Sole 24 ore” del 6 maggio 2014 di Guido Melis, professore universitario alla Sapienza di Roma ed ex deputato del Partito democratico nella scorsa legislatura, sulla funzione delle Prefetture e sulla prevista diminuzione del loro numero a 40.

 PREFETTURE IMPORTANTE RUOLO DI RACCORDO

Alle considerazioni del prof. MELIS sulla necessaria funzione di raccordo svolta dalle Prefetture fra governo centrale e Autonomie locali, ne aggiungiamo una ulteriore di contesto: il “modello di riferimento teorico di lettura della pubblica amministrazione” che prevale ormai nelle fila del Governo Renzi (rappresentato in parte prevalente da ex amministratori locali, cominciando dallo stesso Presidente del Consiglio) è intriso da una forte insofferenza per “lo Stato centrale” – i “Ministeri”, i “Sovrintendenti alle belle arti”, le “Prefetture”, i “Segretari comunali”(che hanno la colpa storica di essere transitati dai ruoli del Ministero dell’Interno”). Con una visione fortemente partigiana, a loro si imputano tutti gli impacci che rallentano l’azione delle Autonomie locali e, alla fine, la riforma stessa della pubblica amministrazione. E’ una visione errata e fuorviante che, come al solito, tende a gettare il bambino insieme all’acqua sporca. Se una certa istituzione presenta dei problemi, l’impulso prevalente é sempre quello di “levarla di mezzo”, piuttosto che riformarla e renderla consona ai tempi. Grave errore. E mancanza di prospettiva ampia. Si ritiene che i problemi della pa siano annidati solo nell’Amministrazione centrale. Invece, le società partecipate, lo smantellamento dei controlli sugli atti di spesa avvenuto negli ultimi dieci anni, i mille piccoli e grandi rivoli di corruzione presenti in tutta la pubblica amministrazione, le lentezze e i ritardi anche negli atti di Regioni e Comuni consiglierebbero di non orientare l’opinione pubblica all’individuazione del solito colpevole, ma di procedere alla valutazione e risoluzione dei problemi lì dove si presentino.

LE CITTA’ METROPOLITANE – LA LEGGE 7 APRILE 2014 n 56

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Pubblichiamo la LEGGE 7 aprile 2014, n 56 – disposizione sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni dei Comuni , detta anche “Riforma Del Rio”. Per una più rapida comprensione sono presenti anche due brevi saggi illustrativi:

Città metropolitane, nuove province e piccoli Comuni: una buona legge che sollecita cambiamenti di Pietro Barrera.

Province e Metropoli nella Riforma Delrio. Cenni sulla legge n 56/14 di Giuliano Serges

Le città Metropolitane nella legge 56/2014 di Arturo Bianco

Sentenza Corte Costituzionale n 220 del 2013 – Illegittimità cost articoli 17 e 18 della DL 95 del 2012

Le unioni dei comuni – Realtà e legislazione dei piccoli comuni

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I piccoli Comuni nella realtà italiana costituiscono oasi di pace e di ricchezze nascoste, dove molti amano immergersi quando desiderano recuperare momenti di vera umanità e di serenità profonda. I Comuni italiani con meno di 5.000 abitanti sono 5.683 sugli 8.000 circa totali; la loro popolazione è di più di 10 milioni di abitanti sui 60 milioni complessivi. Continua a leggere

La determinazione dei fabbisogni standard nei comuni italiani

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Fra gli obiettivi fondamentali della Legge delega n 42 del 5 maggio 2009 – con la quale il Parlamento innescò il processo di attuazione del federalismo fiscale in applicazione dell’articolo 119 della Costituzione – vi era quello di sostituire il criterio dei “costi storici” fino allora utilizzato per definire l’entità delle risorse finanziarie spettanti ai Comuni e alle Province con il più equo e realistico “criterio dei fabbisogni standard“, basato quest’ultimo sulla misurazione della quantità dei servizi offerti, sui prezzi degli input utilizzati nel processo produttivo e sulle variabili di contesto dell’offerta (ambientali, territoriali etc). Il conseguente decreto legislativo n 216 del 26 novembre 2010 – Disposizioni in materia dei costi e dei fabbisogni standard di Comuni, Città metropolitane e Province –  stabilì un percorso articolato attraverso il quale giungere, entro l’anno 2016, alla sostituzione integrale per tutti gli Enti locali del criterio del “costo storico” con quello dei “fabbisogni standard”.

In base all’art. 5, comma 2, lett. e) del D.lgs. n. 216 del 2010, la  SOSE, società per azioni per gli studi di  settore – partecipata dal MEF e dalla Banca d’Italiana – individua  le metodologie per la determinazione dei fabbisogni standard, predispone appositi questionari per raccogliere dai Comuni dati contabili e strutturali. I dati, opportunamente elaborati secondo le metodologie esposte nella presente nota illustrativa sui fabbisogni standard, sono trasmessi dalla Sose al dipartimento delle Finanze e sottoposte per l’approvazione, ai fini dell’ulteriore corso del procedimento, alla Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale (istituita con l’art 4 della legge 42). In assenza di osservazioni, le metodologie si intendono approvate decorsi quindici giorni dal loro ricevimento. I risultati predisposti con le metodologie approvate, dopo il vaglio della Ragioneria Generale dello Stato, sono trasmessi al Presidente del Consiglio dei Ministri che, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, adotta con decreto la nota metodologica relativa alla procedura di calcolo e il fabbisogno standard per ciascun Comune e Provincia. Sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è poi sentita la Conferenza Stato-città e autonomie locali. Decorsi quindici giorni, lo schema è comunque trasmesso alle Camere ai fini dell’espressione del parere da parte della Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale e da parte delle Commissioni parlamentari competenti per le conseguenze di carattere finanziario.

Il percorso illustrato si è in effetti tradotto nel Dpcm 21 dic 2012 di adozione della nota metodologica e dei fabbisogni standard per ciascun Comune e Provincia, relativi alle funzioni di polizia locale e dei servizi del mercato del lavoro. Altri DPCM seguiranno per coprire l’intero complesso delle funzioni fondamentali individuate dall’articolo 3 del d lgs 216/10 entro l’anno 2016. Ma la strada delle riforme in questo Paese è impervia, se non proibitiva: c’è sempre qualche soggetto istituzionale che avanza dubbi e chiede proroghe. In questo caso é l’ANCI in un’audizione davanti alla V Commissione bilancio , Tesoro e programmazione della Camera dei deputati, il 14 gennaio 2014, in occasione della discussione di un altro DPCM in corso di emanazione – vedi qui il documento per l’audizione.

Presentiamo, infine, una sintetica esposizione su slide dell’intera materia a cura del prof Ernesto Longobardi, membro della Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale (COPAFF)

 Longobardi: il federalismo e le fonti amministrative.

L’EPOPEA DEL RE DI MALAGROTTA MANLIO CERRONI

 

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I comuni cittadini non sanno nemmeno chi è. Invece, Manlio Cerroni – detto, alternativamente,  “il supremo” da chi ne godeva i favori  e lo temeva, oppure “Er monnezza” – è stato per 40 anni uno degli uomini più potenti della capitale, essendo il padrone e gestore della discarica di Malagrotta. Negli articoli pubblicati da vari giornali nel giorno del suo arresto è sintetizzata una sorta di “epopea ingloriosa”, nella quale il potere finanziario di un privato riesce a condizionere, coinvolgere, frenare, strumentalizzare  i protagonisti della politica della Capitale, non importa di quale partito. Un sistema di condizionamenti, pressioni, prebende costruito ad arte per amministrare e incrementare il proprio patrimonio finanziario. Una capacità di infiltrazione negli stessi palazzi giudiziari capace di far sparire due volte gli atti dell’inchiesta. Nell’amministrazione regionale, davanti a un singolo privato, all’opera una politica “debole” ed i suoi dirigenti amministrativi, scelti e selezionati da questa politica debole. Pronti a vendere la loro “dignità ed onore” per un piatto di lenticchie. Quale possibile ragionamento sull’imparzialità della pubblica amministrazione è solo azzardabile in un tale contesto di rapporti incestuosi?

ARRESTO – Il Fatto quotidiano 10 gen 2014

ARRESTI – L’Espresso 10 gen 2014

ARRESTO – La Repubblica 10 GEN 2014

INCHIESTA de L’ESPRESSO – ottobre 2012

I CESTINI NATALIZI Corsera 21 gennaio 2014

La TV di CERRONI – Il Fatto quotidiano 16 gen 2014

FINAZIAMENTO a Edo Ronchi – Il Fatto quotidiano 13 gen 2014

ROMA CAPITALE

MAIALI SPAZZATURA

“Roma CAPITALE” è scritto con orgoglio fuori luogo sul logo dei vigili urbani di Roma. In realtà la città che da venti anni la Lega qualifica come “roma ladrona” altro non è che la metafora  visibile di un Paese stanco, caotico, privo di strategie e di speranze. In ogni caso, anche omettendo di coinvolgere “il Paese” nelle vicende di una singola realtà territoriale, è innegabile che Roma, da 60 anni, è una città non amministrata strategicamente, con strutture amministrative interne ed esternalizzate (ATAC  – Ama) inefficienti e costose, preda e territorio di speculazioni, manovre e devastazioni che l’hanno resa proprio come la fotografano, Paolo Conti e Sergio Rizzo sui due articoli pubblicati sul Corriere della Sera del 21 e del 26   gennaio 2014.

La politica a Roma dove é stata in tutto questo tempo? La pubblica Amministrazione cosa è?

ROMA: VIAGGIO NELLA METROPOLI SPORCA – Corsera 21 gen 2014

I NUOVI RE DI ROMA – Corsera 26 gen 2014

ROMA: LA CARICA DEI DIPENDENTI COMUNALI – Corsera 28 dic 2011

ROMA – Dipendenti Atac Ama e Acea – Corsera 7 gen 2014

Le vergogne dell’ATAC – Corsera 25 lug 2013