“Rivoluzione” all’INPS.

Boeri INPS

Le vicende della pubblica amministrazione sono diventate negli ultimi anni un ottimo pretesto per slogan mediatici e  propaganda politica a basso costo. Per cui, se il Presidente del Consiglio parla in televisione di “furbi che vanno puniti” e “merito non è una parolaccia“, senza far intravedere alcuna misura efficace capace di rendere più efficiente le pubbliche amministrazioni, l’INPS, per bocca del suo Presidente Tito Boeri, parla addirittura di rivoluzione Continua a leggere

Dibattito sulla riforma costituzionale – Alberto Stancanelli.

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Riportiamo il testo dell’articolo di Alberto Stancanelli, pubblicato sul sito di ProDemos – clicca qui – sulla riforma costituzionale. L’autore milita fra i fautori del SI’. Continua a leggere

Le legge sugli appalti pubblici scritta in modo barbaro.

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Vecchi dirigenti pubblici di carriera, quali noi siamo, avvampano d’imbarazzo al pensiero che un testo di legge – predisposto negli uffici di un Ministero e consegnato, prima ai responsabili politici e istituzionali, poi alla Gazzetta ufficiale – possa essere infarcito con ben 181 refusi, fra quali anche errori di ortografia. Continua a leggere

La Turchia di Erdogan e il rispetto dei diritti.

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Rinviamo al sito Corriere.it nel quale é pubblicato l’articolo del prof. Sabino Cassese sulla situazione in Turchia – clicca qui. Nel condividere appieno i suoi contenuti – anche con riferimento al concetto secondo cui “ciascun Paese deve rispondere anche agli altri Paesi e alla comunità internazionale dei propri atti in materia di salvaguardia dei diritti e della democrazia” – esprimiamo la nostra solidarietà con le decine di migliaia di colleghi turchi, funzionari, magistrati, poliziotti, docenti, licenziati ” ad nutum “, senza procedure di sorta, solo per il venir meno del rapporto di fiducia con il Sultano di Istanbul, che si pretende più forte dopo il fallito colpo di Stato militare.

Epurazioni Erdogan

Le ferite del Sud Italia – Federico Fubini.

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Il divario sociale ed economico del Sud Italia è la prova sonante del fallimento di tutte le politiche pubbliche dei Governi italiani dall’Unità ad oggi. Dall’omologazione all’ordinamento statale sabaudo ottenuta attraverso la repressione delle sue povere popolazioni (il 99% dei meridionali erano contadini) da parte delle truppe d’occupazione del generale sabaudo Enrico Cialdini  (1860-1870), alla riforma agraria del secondo dopoguerra con la divisione dei latifondi, alle speranze generate dalla Cassa del Mezzogiorno, agli insuccessi della cosiddetta “politica di coesione” degli ultimi 15 anni.

Federico Fubini ci fornisce i dati di questa persistente ferita nel nostro tessuto di nazione nell’articolo pubblicato lo scorso 14 luglio 2016 sul Corriere della Sera – clicca qui per leggere l’articolo.

I Capi di Gabinetto ministeriale e la dirigenza assente.

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Le nostre osservazioni sull’argomento.

 I Capi di Gabinetto ministeriale e la dirigenza assente

Le previsioni del Centro Studi della Confindustria in caso di vittoria del NO.

Confindustria

Proseguendo nella nostra opera di informazione sulle ragioni e gli argomenti di chi è favorevole o contrario alla Riforma costituzionale sottoposta a referendum confermativo, pubblichiamo il documento del 1° luglio 2016 del Centro Studi della Confindustria denominato “La risalita modesta e i rischi di instabilità“. Nelle ultime 10 pagine del documento si descrivono in termini numerici gli effetti da loro previsti in caso di vittoria del NO: lo scenario economico conseguente lì descritto è quello  di una “nuova recessione“. D’accordo o no, questa presa di posizione, abbondantemente commentata dalla stampa negli ultimi giorni, merita comunque un’attenta lettura. Continua a leggere

Decreti attuativi della riforma Madia.

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Segnaliamo sul relativo sito i pareri resi dal Consiglio di Stato sugli schemi dei 12 decreti legislativi ( vedi testi) di attuazione delle deleghe presenti nella Legge n. 124/2015 (vedi legge) approvati dal Governo. Rimangono avvolti nell’oscurità degli uffici del Dipartimento funzione pubblica i contenuti del decreto atttuativo sulla riforma della dirigenza. Su tale atto governativo pende l’esito del giudizio di costituzionalità sul ricorso promosso dalla Regione Veneto in merito ai contenuti dell’articolo 11 della legge in questione (vedi approfondimento).

PARERI RESI DAL CONSIGLIO DI STATO SU SCHEMI DI 12 DECRETI LEGISLATIVI.

Valutazione dei dirigenti del Ministero della Giustizia – Confronto U.S.A.

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Pubblichiamo il Decreto del Ministro della Giustizia Orlando attraverso il quale saranno regolati in quel Ministero i conferimenti di incarichi dirigenziali superiori. Balza in evidenza, passando in rassegna l’articolato, che la scelta lì adottata é quella di valorizzare gli elementi di carriera del candidato, gli incarichi espletati, le responsabilità assunte e i percorsi formativi seguiti. E’ una scelta come un’altra. Si sarebbe, magari meglio, potuto valorizzare il “potenziale” del candidato, Continua a leggere

Dirigenza pubblica delle autonomie locali e Riforma Madia.

autonomie locali e regionali

Riprendiamo dlla Rivista on line www.ildirittoamministrativo.it uno scritto di Pietro Algieri dello scorso aprile 2016 sullo status e il ruolo dei dirigenti pubblici così come prefigurato dalla legge n 124 dello scorso anno 2015, con un approfondimento particolare alla situazione dei dirigenti delle Autonomie locali. I toni preoccupati dell’autore sono condivisibili in toto: la dirigenza pubblica é un “giocattolo” che si sta smontando pezzo per pezzo negli ultimi anni. Con risultati deleteri per il buon funzionamento e la moralità della pubblica amministrazione.

 La nuova dirigenza pubblica, a cura di PIETRO ALGIERI

Guido Melis e Alessandro Natalini – Ricerca documentale audiovisiva sui Capi di Gabinetto


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Il prof. Guido Melis e il dr. Alessandro Natalini stanno predisponendo un data base generale di tutti i Capi di Gabinetto della Repubblica dall’Unità d’Italia al Governo Renzi  (vedi qui la presentazione del lavoro il 15 ottobre 2014 alla presenza del prof. Sabino Cassese clicca qui). Continua a leggere

Ragioneria generale dello Stato – Conto della Pa 2015.

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Il trend in diminuzione del numero di impiegati pubblici subisce una leggera inversione – di circa 20.000 unità in aumento – nel 2014, secondo i dati del Conto annuale della Pa 2015.

Vedi meglio l’ANALISI DEI DATI PER IL PERIODO 2007-2014 -vedi qui, sul sito della Ragioneria generale dello Stato.

Il dato sul numero dei dipendenti pubblici può essere utilmente integrato con quello relativo al “Reddito per lavoro dipendente“, presente nel Conto consolidato della pubblica amministrazione 2015 – vedi – prodotto dall’ISTAT, recante un trend di spesa in forte diminuzione.

 PERSONALE PUBBLICO 2007 2014

Veronica De Romanis – Sull’applicazione dell’articolo 18 ai dipendenti pubblici.

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Riportiamo qui sotto –  dal sito web del “Il Foglio” –  l’articolo di Veronica De Romanis di ieri 16 giugno. L’economista e studiosa delle istituzioni tedesche é già intervenuta in passato sulla riforma delle pubbliche amministrazioni (vedi qui). Al di là del piglio secco del titolo, l’articolo contiene diversi utili spunti sul modo con cui il Governo potrebbe (e dovrebbe) presentare all’opinione pubblica i suoi orientamenti in materia: “con l’art 18 si evita di accollare ai contribuenti il costo degli errori altrui. Anche in questo caso, un’analisi numerica aiuterebbe“.

Qualche perplessità destano le conclusioni dell’articolo, allorquando De Romanis cita l’Inghilterra come esempio di politica dei tagli della spesa ottenuti sul numero e sul costo dei dipendenti pubblici. I dati del nostro Paese degli ultimi anni, in termini di numero e costo dei dipendenti, evidenziano una contrazione della forza lavoro pubblica negli ultimi anni (2007- 2014) pari a circa 175.000 unità di personale (Vedi RGS – Conto della PA 2015) e un risparmio di spesa dal 2010 al 2015 pari a circa 10 miliardi di euro vedi ISTAT conto consolidato PA 2015 e le statistiche accluse). L’importo dei risparmi qui in Italia é quindi pari al doppio di quello indicato per l’Inghilterra……Tutto bene allora? Assolutamente no! ….Perché l’Italia, differentemente dall’Inghilterra, non coordina le sue politiche pubbliche, per cui i danari risparmiati da una parte non si sa mai bene dove vadano a finire. Inoltre, la modalità prescelta dall’Italia per diminuire gli impiegati pubblici – blocco del turn over – é perniciosa: invecchia e indebolisce il corpo della PA e non offre possibilità di lavoro alle preziose energie dei nostri giovani. Complimenti!

LEGGI QUI L’ARTICOLO DI VERONICA DE ROMANIS

Licenziamento immediato e stipendio ridotto.

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Continuano a susseguirsi, come da dieci anni a questa parte, gli annunci di leggi draconiane verso i dirigenti e gli impiegati pubblici colpevoli di infrazioni disciplinari o di scarso rendimento – VEDI QUI e  QUI i resoconti sui maggiori quotidiani d’informazione. La repressione per via legislativa dei molti casi di cattiva amministrazione – cosa in sé da condividere pienamente – non risolverà, tuttavia, il problema del buon funzionamento delle PP. AA. nel nostro Paese. Per fare ciò, sono necessarie, non leggi a ripetizione, ma la dotazione al nostro sistema istituzionale di organismi indipendenti pubblici capaci di presiedere, seguire e vigilare costantemente e con autorevolezza la gestione delle pubbliche amministrazioni italiane, con facoltà d’intervento efficaci.

Funziona così da svariati decenni nel Governo federale degli Stati Uniti con l’OPM (office of personal management – vedi il sito) , in Inghilterra con il Senior civil service (vedi il sito), in Francia con la Direction generale de l’amministration et de la function publique (vedi sito). Questi uffici sono dotati di poteri autonomi che consentono loro di dirigere/governare/controllare/sanzionare  la bontà dei processi – di reclutamento, valutazione, carriera e sanzioni di tutti i dirigenti e i funzionari pubblici – posti in essere da tutte le amministrazioni di quei Paesi. Qui in Italia abbiamo nel Dipartimento della funzione pubblica una caricatura di tutto questo, consistente in un plesso amministrativo sovraccarico di uffici dedicati a costruire ostinatamente nuove leggi e nuovi regolamenti. Di uffici dotati di poteri, finanziamenti e risorse professionali adeguate per attuare le direttive di legge si trova traccia solo in qualche sottoscala di Palazzo Vidoni. Ma si sa, noi siamo il paese della Commedia dell’arte.

VEDI SU QUESTO TEMA UN NOSTRO RECENTE COMMENTO : “Riforma o spot?”

Al pubblico impiego continua ad applicarsi l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Corte cassazione

Con andamento altalenante (vedi qui la sentenza precedente del novembre 2015), La Corte di Cassazione sembra avere definitivamente stabilito che “plurime ragioni inducono ad escludere che il nuovo regime delle tutele in caso di licenziamento illegittimo possa essere applicato anche ai rapporti di lavoro disciplinati dall’art. 2 del d.lgs n. 165 del 2001″. Pubblichiamo il testo della Sentenza n. 11868 del 9 giugno ultimo scorso della Sezione Lavoro, nel testo della quale (vedi in particolare alla pagina 6) sono illustrati i motivi del nuovo orientamento. Le conclusioni della Corte di Cassazione non hanno mancato di sollevare polemiche – vedi qui Sole 24 ore – e precisazioni – vedi qui precisazioni di Giovanni Canzio, Primo Presidente della CdC. La questione, in fondo a tutto, rimane sempre quella dibattuta nel corso degli ultimi 20 anni: gli impiegati pubblici devono avere eguale regime giuridico dei lavoratori privati?

Di seguito la Sentenza.

 

_Cassazione – Sezione Lavoro n. 11868 9 giugno 2016

Cassese 2007 – Merito e stabilità degli impiegati pubblici.

Può essere utile ritornare su un’antica e sempreverde Lectio Magistralis del prof. Sabino Cassese, tenuta all’Università Suor Orsola di Benincasa di Napoli nel 2007:”L’ideale della pubblica amministrazione: principio del merito e stabilità degli impiegati“. L’esposizione parla di principi generali tuttora vigenti negli Stati occidentali. Continua a leggere

Materiali di studio: origini dell’organizzazione del movimento sindacale nel pubblico impiego.

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Riprendiamo un’antica recensione, apparsa sul numero II – 1981 – della “Rivista trimestrale di diritto pubblico” su un testo di Guido Melis: “Burocrazia e socialismo nell’Italia centrale. Alle origini dell’organizzazione sindacale del pubblico impiego”. In evidenza l’approccio, all’epoca assolutamente anticonformista, di lettura dei fatti storici della PA, non con la lente del giurista, ma con l’attenzione rivolta al contesto storico-sociale dei fatti analizzati.

 Origini del sindacalismo nel pubblico impiego

INPS tecnostruttura – Una tesi sull’integrazione fra gestioni diverse.

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Uno dei non ultimi dei problemi gestionali occorsi all’Istituto di Previdenza italiano negli ultimi anni é stato quello dell’integrazione con le funzioni e le tecnostrutture di INPDAP ed ENPALS, i due enti di previdenza dei lavoratori pubblici e dello spettacolo soppressi nel dicembre 2011 col “decreto Fornero”. Soprattutto per l’ex-INPDAP, si è trattato di un “assorbimento” assai travagliato, di un’Ente forte di 7.000 unità di personale, che amministrava 70 miliardi di euro di budget complessivo. Sul tema dell'”integrazione” – obiettivo specifico dei programmi gestionali dell’Istituto degli ultimi anni – presentiamo la tesi della dr.ssa Cleo Guarna, dirigente INPS in forza alla Sede regionale del Piemonte, a conclusione dell'”Executive master in Management delle pubbliche amministrazioni (edizione 2014/2016) presso la School of Management dell’Università Bocconi di Milano. Ricordando sempre che ci piace di più la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, essendo noi degli incorreggibili cultori della specificità della “cosa pubblica”, pubblichiamo volentieri questo elaborato, contenente anche tre interviste ai Direttori regionali INPS del Piemonte, del Veneto e della Puglia. Il tono e le modalità espositive sono in qualche modo “felpate”, forse un po’ meno “vivide” delle crude vicende legate all’incontro/scontro fra esperienze amministrative diverse accaduto in questi anni. Tuttavia il suo interesse rimane intatto e può dare sicuramente la misura delle conseguenze delle fusioni disposte dal legislatore con “un tratto di penna“, nel completo disinteresse di ciò che accadrà dopo, di come il dettato legislativo generale debba utilmente declinarsi nella realtà. Tipico limite della legislazione degli ultimi anni.

 Progetto di Innovazione Individuale Master in Management delle Amministrazioni Pubbliche edizione 2014-2016 – SDA Università Bocconi