Il D.P.R. di riordino delle funzioni in materia di misurazione e valutazione delle performance.

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Il decreto del Presidente della Repubblica – previsto dall’articolo 19 dl decreto legge 24 giugno 2014, n 90, convertito in Legge 114/2014 – vedi qui – sul riordino delle funzioni in materia di misurazione e valutazione delle performance é in questi giorni all’esame del Parlamento per l’espressione del parere prima della sua emanazione. Ne pubblichiamo il testo, nonché la documentazione di riferimento.

Atto del Governo n 268 del 2016- vedi.

 Riordino delle funzioni in materia di valutazione delle performance

Pensioni di reversibilità alle donne e differenze di genere.

CIDA

In ordine alla problematica emersa nelle ultime settimane sulla possibile contrazione dei trattamenti di reversibilità (dei quali l’88% riguardano le donne) (Vedi articolo Messaggero dello scorso febbraio 2016) , pubblichiamo , insieme all’articolo di commento sul Corriere della Sera di Alessandra del Boca e Antonietta Mundo (vedi qui), la relazione presentata dalla Confederazione CIDA alla Commissione lavoro della Camera sulle differenze di genere nel lavoro e nel sistema previdenziale.

 Antonietta Mundo – Relazione CIDA 21-02-16

Il processo di produzione delle Leggi in Italia – Relazione al convegno del 24 febbraio 2016

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Pubblichiamo in anteprima la relazione del  Presidente di “Nuova Etica Pubblica”, dr. Antonio Zucaro, al convegno del 24 febbraio 2016 sull’eccesso di leggi e sulla distorsione della funzione normativa in Italia. Il convegno era organizzato dalla nostra associazione in sinergia con il “Centro per la Riforma dello Stato” (www.centroriformastato.it). Ascolta qui la videoregistrazione: clicca qui

 Antonio Zucaro – Processo di produzione leggi in Italia.

Roma, la capitale metropolitana – Convegno

Fabrica romana cultura ambiente

L’associazione Fab.rica – acronimo per Associazione romana innovazione, cultura e ambiente – si occupa della qualità della vita, dei servizi socio-ambientali e della gestione amministrativa pubblica della città di Roma. Segnaliamo la sua prossima uscita pubblica con un convegno che si terrà il prossimo 25 febbraio 2016, ore 15,30, alla Facoltà di Architettura in via Madonna dei Monti, n 40: Roma “la” capitale metropolitana. Vedi qui sotto la locandina. Interverrà fra gli altri Antonio Zucaro, presidente della nostra Associazione.

Fab.rica – Roma “la” CAPITALE METROPOLITANA

Gli agenti della Polizia uccisi dai brigadisti a Pietra Papa nel 1987.

Pietra Papa

Un Paese mediamente distolto dai valori più alti della convivenza civile dimentica gli episodi più eroici che hanno visto per protagonisti concittadini in divisa. Chi ricorda la strage di Pietra Papa del 14 febbraio 1987 in cui furono uccisi dalle Brigate rosse Rolando Lanari (26 anni), e Giuseppe Scravaglieri (23) della Polizia di Stato, di scorta a un furgone portavalori delle Poste Italiane? Vedi la ricostruzione di questo episodio qui sotto.

I caduti di Pietra Papa.

Mala Pa – La denuncia delle frodi e degli abusi come atto di civismo.

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Riproduciamo qui sotto il link a due articoli, de “La Repubblica” e de “Il Giornale” di ieri 13 febbraio 2016, che danno conto dell’ennesimo scandalo legato alla falsa attestazione della presenza in servizio. Qui c’è un interessante e, a parer nostro, positivo elemento di novità: la denuncia degli abusi é partita dai cittadini utenti, stanchi di assistere a proterve dimostrazioni di inciviltà e di scorrettezza da parte di chi – l’impiegato pubblico – ha un obbligo civico più stringente di esercitare la massima correttezza sul lavoro. Come operatori al servizio della funzione pubblica del Paese, temiamo la demagogia legata a questi scandali, tale per cui si cerca di estendere all’intera categoria di lavoratori pubblici il “modello” di comportamento in uso presso alcune frange di persone (vedi qui). Ciò nondimeno, scandali, denunce e contromisure rigorose sono necessarie e salutari. Aggiungiamo che l’elemento nuovo della denuncia ad opera di cittadini e lavoratori che si oppongono agli abusi va estesa anche a tutti i comportamenti corruttivi che allignano fra le maglie della macchina amministrativa del nostro Paese. Nei Paesi anglosassoni è operante e regolata per legge la tutela dei whistleblower (vedi qui, termine intraducibile in italiano anche per precise ragioni “di costume” ben esposte nell’articolo di giornale che qui richiamiamo (clicca qui). Il whistleblower è “l’autore della soffiata” che consente a un’amministrazione pubblica di indagare e, se vera, di scoprire e stanare una situazione di corruzione esistente. Ma, per questi soggetti, è prevista all’estero una tutela speciale, consistente nella garanzia della riservatezza sul soggetto che denuncia e nella difesa da qualunque possibile ritorsione nei suoi confronti. L’adozione effettiva di questo strumento di contrasto della corruzione darebbe risultati ben più significativi dei tanti “piani anticorruzione” che impegnano tante carte e fotocopiatrici con risultati vicini allo zero, vista anche la confermata posizione dell’Italia nella classifica internazionale 2015 della corruzione (vedi).

La Repubblica – abusi stanati dai cittadini.

Il Giornale – I furbetti del cartellino.

Il Sistema amministrativo italiano – Cassese 1982.

IL SISTEMA AMMINISTRATIVO ITALIANO 1982 CASSESE

Riteniamo di fornire ai più giovani un elemento di conoscenza fondamentale pubblicando un testo “antico” del 1982 – Il Sistema amministrativo italiano – che costituiva materia di studio per i partecipanti dell’epoca ai corsi della Scuola superiore della Pubblica Amministrazione. Continua a leggere

Un poliziotto democratico testimone di un’epoca.

Di Francesco

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Episodi degli ultimi tempi – quali la poliziotta che stringe la mano a un lavoratore dell’ILVA o il carabiniere che non reagisce alle provocazioni di un manifestante – raccontano di un cambio di mentalità e di approccio delle nostre forze dell’ordine che discende dallo spirito della nostra Costituzione repubblicana, ma non solo: c’è un processo di democratizzazione e di presa di coscienza democratica che ha attraversato due generazioni di servitori dello Stato e che ha avuto tanti protagonisti. Uno di questi è l’ex Commissario Ennio Di Francesco, noto alle cronache degli anni ’70 per aver posto in stato di fermo Marco Pannella impegnato in un atto di disobbedienza civile e di aver immediatamente dopo espresso solidarietà allo stesso Pannella: per questo subì un trasferimento punitivo (vedi qui il racconto di quell’episodio). Da tanti piccoli e grandi atti di coraggio e di intelligenza come quello è sorta una coscienza civile matura delle nostre Forze dell’Ordine. Vale la pena di ascoltare l’intervista che Ennio Di Francesco ha dato lo scorso gennaio 2016 a Radio radicale, per rievocare e raccontare quegli anni e quel movimento di idee che portò al nuovo Ordinamento della Pubblica Sicurezza, promulgato con la legge  n. 121 dell’aprile 1981 (vedi): nell’intervista, oltre che una serie di osservazioni sulla situazione attuale dei servitori dello Stato in divisa, traspare una grande e bella passione civile che conta più di tutto il resto.

Intervista di Walter Vecellio a Ennio di Francesco – 3 gennaio 2016.

Trasparency: la classifica internazionale 2015 sulla corruzione percepita.

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Puntuale come una purga per le persone oneste arriva la classifica del 2015 sulla corruzione percepita (vedi qui la “cerimonia” di presentazione del rapporto – clicca qui dal Corriere.it per vedere anche la classifica interattiva). L’Italia si colloca al 61imo posto nel mondo e al penultimo in Europa, dopo Grecia e Romania.

VEDI QUI LA CLASSIFICA

Anche Maria Teresa Canessa é Pubblica Amministrazione.

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Era più naturale – infatti così è stato – che un atto di “morbido e consapevole coraggio” partisse da una donna. Senza indulgere in sproloqui inutili – vista l’enorme capacità di “racconto” che hanno le foto pubblicate sul sito del Corriere della Sera (clicca qui) – annotiamo solo che l’atto della dirigente della Polizia di Stato Maria Teresa Canessa  di togliersi il casco “una volta accertatami che era calata la tensione“, di chiacchierare con i manifestanti e di stringergli la mano testimonia di una capacità profonda di interpretare il ruolo di servitore delle Istituzioni, di coraggio di mettersi in discussione e di metterci la faccia;  orgoglio del proprio ruolo unito al rispetto di chi lotta e chiede riconoscimento dei propri diritti. Etica pubblica insomma.

Non esistono solo i fannulloni – che vanno eliminati molto decisamente – nella pubblica amministrazione. Nè l’eliminazione –  assolutamente necessaria – dei fannulloni risolve il problema della riforma delle pubbliche amministrazioni….ma questa è un’altra storia….

Manager pubblici e manager privati – l’opinione del Financial Times.

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Il Financial Times dello scorso 30 dicembre 2015 traeva spunto dalle vicende relative al rinnovo della carica di Amministratore delegato delle Generali Assicurazioni – poi concluse con l’abbandono dell’incarico da parte di Mario Greco (vedi qui il riassunto della vicenda di Huffington post) – per svolgere alcune valutazioni in ordine alla crisi in corso nel management delle grandi aziende private italiane. Rinviando all’articolo completo (clicca qui), ci ha colpito fra l’altro l’affermazione dell’articolista Rachel Sanderson secondo cui sono molti i casi in cui “dirigenti deboli incapaci di rompere gli schemi restano al loro posto per anni, a discapito dell’intera cultura aziendale”. Non è la piccola speculazione “di bottega” quella che ci muove, né l’acritico elogio di valutazioni provenienti dal pur autorevole Financial Times. Quello che, invece, va sottolineato in questa vicenda – come nelle altre ricordate in quell’articolo – é che la crisi del ceto dirigente aziendale in Italia – pubblico o privato che sia – proviene da un clima politico generale che induce le scelte di “chi porre al comando” secondo criteri legati a interessi di parte, quando non meramente personali. Il problema vero resta, quindi, quello della selezione dei migliori secondo i meriti professionali, meccanismo di cui in Italia, in qualunque settore, si perso quasi completamente il bandolo.

Riforma della Pubblica Amministrazione o spot?

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In merito al dibattito pubblico originato dalla volontà del Governo di “sospendere dal servizio entro 48 ore” gli impiegati pubblici scoperti a falsificare il sistema di registrazione delle entrate e uscite dall’ufficio, pubblichiamo il testo non ancora definitivo del relativo decreto legislativo emanato – clicca qui – e  il pensiero del Presidente della nostra Associazione, Antonio Zucaro, che, lungi dal voler difendere ciò che è indifendibile, colloca tuttavia la campagna promossa dal Governo e le modalità giuridiche specificamente previste in una giusta luce.

 Riforma spot – Antonio Zucaro

Crozza, Sabino Cassese e la riforma delle pubbliche Amministrazioni.

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Crozza e i fannulloni pubblici – Video del 19 gennaio 2016.

Quando un comico del calibro e del seguito popolare di Maurizio Crozza mette sotto tiro gli impiegati pubblici e afferma esplicitamente che, per trovarne qualcuno che lavora, “bisogna andare a Berlino“, allora significa che egli in qualche modo interpreta e dà voce alla “pancia” di una grande fetta di opinione pubblica del nostro Paese. Soprattutto di questo deve prendere atto chi si occupa di pubblica amministrazione e i tanti che dentro lavorano onestamente….la casa, in qualche modo, brucia…e l’opinione pubblica è alle porte. A poco valgono una serie di altre possibili osservazioni: ciò che prevale é la demagogia dimostrata in quest’occasione dal Governo nel giustapporre e confondere il problema – che esiste – dei fannulloni con la riforma della pubblica amministrazione.

Ai tanti che giustamente puntano il dito sui truffatori che rubano denaro pubblico manomettendo i controlli delle presenze vorremmo fare una sola specifica domanda: “Crede lei che, facendo un’auspicabile pulizia completa dei furbetti che sguazzano nell’amministrazione pubblica, sarà risolto il problema dell’efficienza e del buon andamento della stessa?“. Noi, dal di dentro di questa macchina inceppata e ostile, Le rispondiamo che: “Sarà risolto un fondamentale problema di moralità pubblica, questo SI. Ma che No, la lotta ai fannulloni, pur sacrosanta e da appoggiare, non risolverà di un’unghia i problemi delle pubbliche amministrazioni“. Perché? Perché nessun Governo di questo Paese, dal primo dopoguerra in poi (si veda di Guido Melis: Il riformismo amministrativo italiano: una storia di vinti.) ha saputo mai trovare un paradigma condivisibile e condiviso di gestione delle pubbliche Amministrazioni, in grado di dosare nei giusti equilibri ruolo dello Stato e ruolo delle Autonomie locali, esigenze di efficienza e qualità con esigenze di garanzia e legittimità della spesa, che sapesse regolare i sistemi di controllo delle PPAA, la valutazione dei suoi dipendenti, ma anche delle Amministrazioni stesse, che sapesse inculcare nel DNA delle Amministrazioni pubbliche quell’ethos di Servitori del cittadino, indispensabile in un sistema costituzionale moderno. Potremmo continuare, perché la massa dei problemi in campo è enorme e non risolvibile a colpi di decreto o di spot elettorali. Meglio di noi Sabino Cassese,  in un suo fondo pubblicato ieri 23 gennaio 2016 sul Corriere della Sera, ci spiega come le riforme amministrative vanno non solo scritte, ma seguite e gestite nei tempi non brevi della loro buona attuazione…….Come avviene negli altri Stati occidentali avanzati, che pianificano in termini di lustri il programma di azioni e di risultati da portare a compimento.

 Sabino Cassese – I burocrati e il passo che manca.

Poteri dei Prefetti come Responsabili della conferenza provinciale permanente – la legislazione essenziale.

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Alleghiamo la legislazione essenziale riguardante i poteri del Prefetto quale responsabile della Conferenza provinciale permanente.

 Articolo 11 della legge 30 luglio 1999, n. 300.

Articolo 10 della Legge 5 giugno 2003, n. 131 -Rappresentante dello Stato per i rapporti con il sistema delle autonomie.

D.P.R. n. 180/2006: Regolamento recante disposizioni in materia di Prefetture-Uffici territoriali di Governo.

Oriano Giovanelli – Le Unioni dei Comuni come scelta strategica.

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Pubblichiamo volentieri un intervento tenuto da Oriano Giovanelli in occasione di un corso di formazione politica tenutosi lo scorso novembre 2015 a Monza, incentrato sulla necessità di incentivare il programma di Unione e fusioni dei Comuni come scelta strategica per rilanciare e fortificare le Autonomie locali nel nostro Paese. Giovanelli, che fa di sé una presentazione molto “understatement“, in verità ha ricoperto posti di grande responsabilità nel nostro Ordinamento, per essere stato prima che Deputato del PD nelle passate due legislature e responsabile del Forum PD sulla Pubblica Amministrazione, anche Sindaco di Pesaro per ben 12 anni, nel periodo di più incisiva rivoluzione dei compiti demandati ai comuni dalle riforme promosse dall’allora Ministro per la funzione pubblica Bassanini. Una testimonianza appassionata e informata, pertanto, degna di rilievo e attenzione, perché illustra con abbondante dovizia di particolari il punto di vista e l’ “interno sentire” fortemente radicato in parte rilevante degli amministratori locali.

Senza alcuna intenzione di “parlare sopra” e rinviando al pensiero di Giovanelli, ci riserviamo un minimo spazio di “controcanto” per avanzare qualche dubbio su una visione dell’Amministrazione pubblica tutta incentrata sulla descrizione di uno stato centralista oppressivo e di autonomie locali assediate. Ciò non ci convince, non tanto dal punto di vista “fattuale” e “storico” su cui ci si può accapigliare a volontà, quanto come principio teorico: centro non é “bello”, come non è neanche “brutto”. Il problema delle 10.000  amministrazioni di cui è composta Pa italiana, ci pare, sta tutto nella mancanza di una vera e propria costituzione materiale, prima ancora di quella scritta, che ispiri una gestione del rapporto centro-territorio  impostato secondo gli equilibri migliori a favore della collettività nazionale e locale. Per dire, se andiamo a conoscere la vita reale delle istituzioni francesi, da tutti conosciute come “centraliste”, scopriamo immediatamente che lì, al di là delle proposizioni scritte sulla Carta costituzionale, si sono creati strumenti normativi e prassi concrete tali per cui le Amministrazioni regionali e locali di quel Paese sono incisivamente coinvolte nell’elaborazione e attuazione di tutte le politiche pubbliche nazionali – vedi nostro report sulla mulitlevel governance in Francia. In parole povere, si sono trovati i pesi e contrappesi e le sinergie necessarie per governare la macchina pubblica in modo coerente. In Italia mai, dal 1861 a oggi. E il prezzo di questa mancata costruzione di una governance pubblica nazionale unitaria lo continuano a pagare la collettività e le imprese.

La vera domanda ci pare: riuscirà la legislatura in corso e la riforma costituzionale ai blocchi di partenza a dare un nuovo ubi consistam generalmente condiviso della governance delle nostre Istituzioni?

In attesa, una buona lettura di questo stimolante intervento.

 Monza 28 novembre 2015

Giulio Napolitano: le riforme amministrative in Europa di inizio XXI secolo.

Napolitano Giulio

Presentiamo un saggio di Giulio Napolitano scritto per la “Rivista trimestrale di diritto pubblico” n.  2 del 2015 ( e presentato da sito di www.irpa.eu) che dà conto dei processi riformatori in atto nelle pubbliche amministrazioni di Gran Bretagna, Francia e Spagna nel primo quindicennio del secolo presente. Fra i molti spunti stimolanti esposti, cogliamo negli orientamenti accademici internazionali più recenti  segnali di controtendenza rispetto ai due “cavalli di battaglia” teorici dello scorso trentennio: l’immissione del “mercato” nella pubblica amministrazione una spinta all’autonomismo delle realtà territoriali senza se e senza ma.  Continua a leggere

Anche questa è Pubblica Amministrazione.

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Questo carabiniere si chiamava Gianluca Sciannacca ed è morto il 10 gennaio 2016 a Ramacca (Catania), nel tragico tentativo di sventare un furto in appartamento. È morto mentre faceva il suo dovere, quello di difendere l’intera collettività, con uno stipendio di 1.300,00 euro al mese.

Anche questa é Pubblica Amministrazione e le forze di polizia di molti altri paesi non hanno questi livelli di qualità e di eroismo.

Alfredo Ferrante – Dirigenza pubblica a rischio caos.

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Pubblichiamo il link a un articolo pubblicato su  La Voce.info dello scorso 31.12.2015 di Alfredo Ferrante, Presidente dell’Associazione ex-allievi della Scuola Nazionale dell’Amministrazione, nel quale vengono lucidamente analizzate la conseguenze che rischiano di derivare dalle previsioni dell‘articolo 11 della legge n. 124/2015  “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” – vedi – in ordine al regime della dirigenza pubblica italiana. Condividiamo in toto analisi e valutazione sui rischi a cui porta la prevista sostanziale cancellazione del diritto all’incarico, in radicale dissenso da tutte quelle “correnti di pensiero” che ritengono che la chiave per un buon governo della Pubblica amministrazione stia nella precarizzazione del ruolo dirigenziale sul modello dell’impresa privata (clicca qui per approfondire). Al contrario,  la compressione del principio della stabilità del posto dirigenziale, già posto in grave difficoltà da vent’anni di interventi legislativi (vedi qui l’excursus storico-normativo), da tempo manifesta nelle evidenze degli scandali emersi la lesione di quel principio di imparzialità amministrativa, che, lungi dall’ essere un pretesto sostenuto dalla dirigenza pubblica per difendere i suoi interessi corporativi, è (sarebbe) una garanzia per tutti.

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Link all’articolo di Alfredo Ferrante su La Voce.info – la dirigenza pubblica a rischio caos

Giuseppe De Rita – Popolo della Sabbia.

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Con una delle sue definizioni folgoranti che lo hanno reso celebre negli anni, Giuseppe De Rita, presidente del CENSIS, fotografa il processo di disgregazione della società italiana in atto ormai da anni: popolo della sabbia. Riprendiamo un’interessante intervista curata dalla rivista “Pandora” – vedi qui il sito – nell’aprile dello scorso 2015.

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Link all’intervista a Giuseppe De Rita.