Il punto sulle misure di spending review sugli stipendi dei dirigenti pubblici previste dal “Piano Cottarelli”

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Ferve il dibattito sulle misure di risparmio sul pubblico impiego previste per il 2014. In particolare diamo qui conto dei riferimenti specifici alle retribuzioni dei dirigenti pubblici presenti nel  Piano Cottarelli del 23 marzo 2014 – vedi qui testo integrale recentemente emanati e/o diffusi dal Governo.

Dalle ipotesi di intervento di Spending review di Cottarellli  sugli stipendi pubblici – vedi qui le slide specifiche-  pubblico impiego retribuzioni cottarelli slide  – si evince  che le retribuzioni LORDE degli alti dirigenti della pa italiana risultano superiori a quelle dei loro colleghi tedeschi, inglesi e francesi. Sulla oggettività delle metodologie di comparazione dei livelli retributivi – così come effettuata da vari studi recenti (leggi qui la voce.info sugli stipendi dei dirigenti pubblici italiani) – sono state già espresse precise riserve: prima fra tutte la non comparabilità degli importi lordi in presenza di sistemi di prelievo contributivo e tributario completamente differenti fra i diversi Paesi osservati.

Inoltre, pur con i suddetti rilievi metodologici, la retribuzione lorda dei dirigenti di seconda fascia italiani (che sono la grande maggioranza) risulta di poco superiore alla media (ultima riga della slide di pagina 15). La questione è sempre la stessa: perché si prendono a modello le retribuzioni dei dirigenti apicali e di 1a fascia che sono circa il 4% dell’intera popolazione dei dirigenti pubblici amministrativi (vedi qui) ?

Le retribuzioni complessive, infine, del pubblico impiego risultano dalla pagina 16 delle slide di Cottarelli come in linea nel 2012-2013 con la media delle retribuzioni del settore privato.

Sulla questione vedi anche un nostro approfondimento specifico: Clicca qui 

POLITICA E DIRIGENZA PUBBLICA – PRINCIPI COSTITUZIONALI

corte costituzionale

In un momento di forte turbolenza quale quello presente, in cui le esigenze “di comunicazione” inducono ad affermazioni incaute in ordine al regime della dirigenza pubblica, ci pare il caso di ripubblicare le Sentenze storiche n 103 e 104 del 2007 della Corte costituzionale in ordine al tema dirigenza/spoils system/politica. Una politica debole e incapace di gestire le proprie lentezze si illude che la risoluzione dei propri mali possa essere affidata alla precarizzazione del regime della dirigenza. Dimenticando così che la funzione della burocrazia consiste nella traduzione in atti gestionali delle direttive politiche dentro un quadro di riferimento di stabilità, ordine, garanzia di imparzialità e buon andamento.

Tutelare il regime pubblicistico della dirigenza non significa difendere ottusamente privilegi di casta, ma salvaguardare uno dei sistemi di regole posto a tutela della democrazia. Politici e grande stampa confondono, più o meno volutamente – ma sempre colpevolmente – l’altissima burocrazia ministeriale, composta in maggioranza non da dirigenti di carriera, ma da giudici amministrativi, con la gran massa della dirigenza pubblica, i cui margini di autonomia nell’esercizio delle funzioni sono da sempre scarsi e facilmente condizionabili a livello ora politico, ora sindacale. Tali margini di autonomia vanno semmai accresciuti, non certo depotenziati. Chi vuole destrutturare la natura pubblica delle funzioni dirigenziali non lavora per il bene del Paese.

SENTENZA N 103 DEL 23 MARZO 2007 – redattore QUARANTA

SENTENZA N 104 DEL 23 MARZO 2007 – redattore CASSESE

Pubblichiamo infine, un interessante riassunto della questione “politica e regime della dirigenza pubblica” a cura di M. A. NOCE aggiornato alle disposizioni del d lgs 150/09.

 NOCE – Gli incarichi dirigenziali e il principio di imparzialità

LA DIRIGENZA PUBBLICA E LA SFIDA DELLA RUSPA

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Pubblichiamo da Forum Pa un articolo di Stefano Sepe che pone in primo piano il problema del ruolo propositivo della dirigenza nell’ennesimo ciclo di riforme della pubblica amministrazione inaugurato dal Governo Renzi. Le riforme non devono essere pensate ed attuate “contro” qualcuno, ma “insieme” a qualcuno nell’interesse generale della collettività.

Stefano Sepe 23 aprile 2014 – LA DIRIGENZA ACCETTI LA SFIDA

I sindacati dei dirigenti e la “ruspa” di Renzi

Matteo Renzi, con la sua battuta “entreremo con la ruspa nella pubblica amministrazione “, certo sull’umore fortemente negativo della pubblica opinione verso questa  pubblica amministrazione, ha ottenuto l’ormai consueto successo mediatico, ma è anche riuscito a compattare tutti i sindacati della dirigenza pubblica in una posizione di  polemica, di scontro e di dissenso rispetto alle riforme annunciate. Peccato che le riforme si costruiscano e si attuino nei Paesi più avanzati insieme alla dirigenza, cui viene affidato il ruolo di attore e fattore principale di successo. Invece, Renzi la riforma della Pa con chi pensa di farla? Con Mario Gomez?

Diamo conto qui sotto di umori e dichiarazioni a ridosso delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio.

Giorgio Rembado Presidente di CIDA funzione pubblica “la ruspa non riuscirà a rottomarci”.

Savarino AGDP – parole di Renzi irresponsabili e non istituzionali

Associazione allievi SSPA – I dirigenti pubblici rispondono alla lotta violenta di Renzi

UNADIS – Fermate i tagli alle nostre retribuzioni 8 aprile-2014

 

INPS – La ventennale discussione sulla governance degli Enti previdenziali – Giuseppe Beato

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La ventennale discussione sulla governance degli Enti previdenziali (ora praticamente solo INPS e INAIL) è lontana dal trovare un punto di equilibrio efficace. Su un solo concetto sono tutti d’accordo: così come è congegnata non va. Sul resto la soluzione è lontana.

Diamo conoscenza dell’articolo in materia pubblicato da Massimo Antichi sulla Voce.info del 15 aprile scorso – Massimo Antichi – COME DARE UN BUON GOVERNO ALL’INPS. Antichi non risparmia critiche alla relazione presentata dal gruppo di studio Valotti-Volpe-Bove nel giugno 2012 per l’allora Ministro FORNERO (vedi in questo sito cliccando qui) e, spunto teorico nuovo e stimolante, affronta il tema dei rapporti Ente-Ministero vigilante.

Fondamentale anche l ‘Avviso Comune sulla Riforma della Governance degli Enti previdenziali adottato da Confindustria e Sindacati nel giugno 2012.  Sicuramente il nucleo dei problemi da risolvere non risiede solo nella “monocraticità” degli organi di gestione – Presidente e Direttore generale. Ben prima, quando era presente il Consiglio di amministrazione così come riformato dal d.lgs 479/94, i rapporti fra questo organo, il CIV e il Direttore generale erano perlomeno “problematici”. Si veda in tal senso uno scritto “di storia antica” – 2002 – Giuseppe BEATO:  L’incerta riforma degli enti previdenziali pubblici – dove sono descritte le vicende che portarono all’adozione del modello duale e le problematiche di funzionamento subito emerse fin dai suoi albori. Un modello, quello duale, che non ha mai funzionato finora.

Chi ha vissuto da vicino le vicende delle ripetute tentate riforme della governance INPS e della dinamica concreta dei rapporti fra gli organi conosce le difficoltà e le strettoie nelle quali si dovrà confrontare qualunque ipotesi riformatrice. Le aporie che rendono complicato il governo della previdenza italiana si possono sintetizzare in due corto circuiti fra poteri: a) chi è il “riferimento” dell’Organo di vertice gestionale (Presidente o Consiglio di amministrazione che siano)? in altri termini, a chi risponde quest’Organo? Al Ministro del Lavoro -legittimamente vigilante a nome del Governo della Repubblica e titolare della designazione – oppure al Consiglio di indirizzo e vigilanza, rappresentante degli Iscritti (Sindacati) e dei datori di lavoro (Confindustria, Associazione dei Comuni, delle Regioni, rappresentanti dei Ministeri) e istituito sul modello del consiglio di sorveglianza tedesco? Nei venti anni trascorsi il riferimento reale dell’Organo di vertice gestionale è stato sempre il Ministro del Lavoro, circostanza in sé corretta, ma che tuttavia elide i poteri dell'”Consiglio di indirizzo e vigilanza (CIV)” che non è titolare, come in qualunque modello duale efficiente, del potere di sfiduciare e rimuovere l’Organo gestionale. b) Qual’è l'”accredito” che gli stakeholder presenti in CIV forniscono a tale Organo? in altri termini le centrali sindacali, la Confindustria, l’ANCI, le Regioni si rapportano alle dinamiche dell’Istituto attraverso i propri componenti in CIV oppure direttamente? E’ evidente che, se prevale l’ipotesi di un coinvolgimento diretto – non mediato dal CIV – nelle decisioni strategiche dell’Istituto – come peraltro accade attualmente – viene a crollare uno dei due piloni fondamentali dello schema duale di governance teoricamente introdotto venti anni fa. Se  i poteri dell’Organo di indirizzo e vigilanza, che è il soggetto “motore” nel modello duale tipo, sono appannati – quando non vanificati – in qualunque decisione strategica adotti l’INPS, salta il cardine stesso del modello.

In altra (opposta)  ipotesi, c’è chi gradirebbe un “rientro” del Sindacato nel Consiglio di amministrazione e l’abbandono del modello duale. Tale modello di governance, in vigore prima della riforma del 1994, trova l’opposizione di chi non intende conferire ai soggetti sociali il potere di gestione della previdenza e del welfare italiani.

Eppure i modelli possibili di governance non sono che due! duale “pieno” (con organo di gestione unico e organo di vigilanza) oppure con Consiglio di amministrazione rappresentativo delle parti sociali e imprenditoriali. Tertium non datur.

Sicuramente la situazione attuale in INPS, caratterizzata dalla monocraticità degli Organi di gestione e da una scarsissima presenza del CIV nelle vicende strategiche, non consente all’INPS (e all’INAIL) di svolgere appieno, a vantaggio della comunità nazionale e delle forze politiche, quelle funzioni di elaborazione, dibattito, proposta e verifica delle strategie previdenziali e di welfare che tanto sarebbero necessarie. In altri termini, l’Istituto della previdenza e del welfare italiano svolge funzioni meramente strumentali e non è il luogo dove le forze sociali e politiche dibattono, approfondiscono e verificano la fattibilità di ipotesi di sviluppo del welfare italiano. Una falla evidente, visto il prezioso patrimonio di dati, informazioni e know how presente in INPS.

A nostro avviso, la soluzione inevitabile, se ci si vorrà muovere nel quadro del modello duale tedesco, non potrà che essere la “restituzione” all’organo di indirizzo e sorveglianza del potere di “dichiarare” la propria sfiducia all’Organo gestionale futuro, lasciando al Governo – legittimo titolare dell’indirizzo politico generale, nonché finanziatore diretto della politica previdenziale e assistenziale del Paese con 100 miliardi di euro di fiscalità generale annualmente trasferiti all’INPS – il potere di ultima istanza sulla fiducia all’Organo di gestione. La problematica politica vera della riforma della governance dell’INPS e dell’INAIL ruota tutta intorno a questo punto.

Giuseppe Beato.

Le tre proposte di legge – clicca qui

Retribuzioni medie dei dirigenti pubblici e tetto retributivo

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Continua la tambureggiante campagna di stampa del Corriere della sera contro i “privilegi” dei dirigenti pubblici: tema centrale dell’articolo di  Sergio Rizzo del 4 apr 2014 – tetto mobile per i manager – lo stipendio è già più alto (clicca qui) è la questione del tetto retributivo: come noto, tale termine è riferito alla retribuzione del Primo Presidente della Corte di Cassazione, che ammonta a 311.000 euro lorde anno.

Chiarezza vorrebbe che non si scambiasse la parte per il tutto! Invece, indicando la cifra massima, si nasconde il fatto che le pur cospicue retribuzioni medie lorde dei dirigenti della Pa sono d’importo pari alla terza parte di quello indicato da Sergio Rizzo nel suo articolo di fondo. Si veda la tabella allegata, di fonte Ragioneria generale dello Stato, conto annuale 2012.

 Retribuzioni medie dirigenziali per comparto – 2012

Vedi anche la tabella analitica sulle retribuzioni dei dirigenti di 1a e 2a fascia pubblicata dal Sole 24 ore

 Il Sole 24 ore del 14 apr 2014 – Il tesoro dei fondi ai dirigenti: 2,5-miliardi

TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA DEL 2014

 DEF 2014 Consiglio dei Ministri 8 aprile 2014 – Sezione III

Pubblichiamo il testo integrale del DEF 2014 varato ieri in Consiglio dei Ministri. Le indicazioni del Governo sulla riforma della Pubblica amministrazione sono presenti alla pagina 18 del documento. Molto sintetiche “Progressivo abbassamento dell’età dei lavoratori pubblici,  attraverso un ricambio generazionale che consenta di acquisire nuove competenze, innalzando le professionalità e riducendo la spesa. Nuovo sistema per la dirigenza pubblica che consenta anche una virtuosa osmosi con il settore privato. Piano nazionale di mobilità per una più razionale distribuzione delle risorse umane nelle diverse amministrazioni. Contenimento degli stipendi apicali e introduzione di premi legati ai risultati ottenuti, basati su sistemi di valutazione affidabili. Effettiva adozione delle misure per accrescere l’integrità nelle pubbliche amministrazioni rafforzando la prevenzione della corruzione e i poteri dell’Autorità preposta”.  Chiara solo la data di attuazione di queste misure: maggio 2014. La netta sensazione è che il Governo non abbia voluto dare alcuna anticipazione ufficiale sul pacchetto di misure in elaborazione, limitandosi alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio in conferenza stampa sul tetto delle retribuzioni agganciato a quella del Presidente della Repubblica.

DEF 2014 Consiglio dei Ministri 8 aprile 2014 -Sez I – Programma di stabilità dell’Italia

DEF 2014 Consiglio dei Ministri 8 aprile 2014 Sez II – Analisi e tendenze della finanza pubblica

LA STAMPA 10 APRILE 2014 – TAGLIO DEI SUPER STIPENDI

DOCUMENTO CIDA FUNZIONE PUBBLICA PRESENTATO AL MINISTRO MADIA

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Pubblichiamo il documento consegnato dal Presidente della Federazione CIDA funzione pubblica, prof. Giorgio REMBADO, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, on. Marianna MADIA, i cui contenuti di massima condividiamo. Bisognerà vigilare e comprendere quali saranno le vere linee di riforma che il Governo intenderà adottare.

 Memoria consegnata al Ministro Madia – 4 aprile 2014

Distribuzione delle pensioni per classi di reddito e spesa complessiva

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Dal casellario dei pensionati dell’INPS al 31 dicembre 2012 è possibile desumere il numero delle pensioni in pagamento per le varie fasce di reddito – corrispondenti a multipli della pensione minima – e l’importo di spesa pensionistica complessivo per ciascuna fascia di reddito. Presentiamo due tabelle, quella originale INPS e un’altra meglio leggibile, con gli importi in questione. Emergono le seguenti evidenze:

  • il 68% dei pensionati italiani percepisce una pensione non superiore ai 1.443 euro lordi mensili;
  • entrando in un range più ampio – comprendente le pensioni fino a 5.291 euro lordi mensili – il numero di pensionati ascende al 99% del totale con 258 miliardi circa di spesa sui 270 annui complessivi; 
  • dai 5.291 euro lordi mensili in sù – si noti che era questo il limite minimo di intervento previsto dalla proposta di legge Meloni (atto camera n 1253 del 21 giugno 2013) per operare la manovra di prelievo sulle “pensioni d’oro” – la spesa pensionistica complessiva è di 12,3 miliardi di euro per 136.299 pensionati sul totale complessivo di 16,5 milioni di pensionati;
  • se poi limitiamo il campo di osservazione a quelle che correttamente possono essere qualificate come “pensioni d’oro”, vediamo che le pensioni in pagamento superiori ai 10.101 euro lordi al mese sono n. 9.008 (pari allo 0,052 % di tutte le pensioni) e impegnano una spesa  di 1,5 miliardi di euro sui 270 di spesa complessiva per pensioni dell’INPS.

Dati INPS – Casellario pensioni

Classi di reddito delle pensioni 2012

 

 

RETRIBUZIONI DIRIGENZIALI di risultato e valutazione della performance

 Il Messaggero 28 mar 2014 – blocco dei premi per il 2014

Pubblichiamo, ponendoli in correlazione, un articolo del quotidiano “Il Messagero” sul pagamento delle retribuzioni accessorie ai dirigenti pubblici per l’anno 2014 e la Relazione sulla performance nelle Amministrazioni centrali nel 2012, pubblicata sul sito dell’ANAC lo scorso 21marzo. In tutti e due le fonti appare evidente come il nodo ancora da sciogliere delle retribuzioni alla dirigenza pubblica passa attraverso la valutazione delle performance e della conseguente differenziazione dei livelli di raggiungimento degli obiettivi. In questo senso molto deve essere ancora fatto. La Valutazione della dirigenza pubblica, per guadagnare credibilità agli occhi dell’opinione pubblica, deve essere obiettiva (cioè non autoreferenziale) e non fittizia – quando l’85% delle valutazioni dei dirigenti di I fascia si attesta al massimo, le stesse non possono essere considerate credibili (si vedano in tal senso le pagine 61-66 del rapporto ANAC). Infine la valutazione delle performance deve riguardare la dirigenza di tutte le Amminisitrazioni pubbliche, quindi non solo Ministeri, Enti di ricerca ed Enti pubblici nazionali, ma Comuni, Regioni, aziende ed enti territoriali collegati, aziende sanitarie, scuole, università. Finora nessuno è riuscito a portare l’Italia a questo livello minimo di progresso delle sue istituzioni pubbliche.

 ANAC – Relazione sulla performance delle Amministrazioni centrali 2012

I contenuti del convegno del 25 marzo 2014 sulla riforma della dirigenza pubblica.

Presidenza del Consiglio

A ridosso del convegno tenutosi lo scorso 20 febbraio 2014 a Milano sulla “Pa che vogliamo(vedi), la Scuola Nazionale dell’Amministrazione ha organizzato un altro convegno presso la Presidenza del consiglio dei ministri a Roma il 25 marzo 2014  (vedi locandina) sulla “Proposta dell’Università Bocconi per la riforma della dirigenza nella PA centrale“.

Pubblichiamo le slide presentate, la videoregistrazione  e una nostra sintesi critica.

Giovanni Valotti – Nicola Bellè – I manager pubblici che vogliamo (e-book)

Unibocconi – dieci punti per riformare la P.a. centrale

Valotti- Bellè: i manager pubblici che vogliamo – Slide_25 marzo 2014

You tube – Videoregistrazione del convegno “Una proposta di riforma della dirigenza dell’amministrazione centrale”

Radio radicale – Audio registrazione dei diversi interventi al Convegno. 

 Sintesi critica del convegno SNA sulla dirigenza del 25 marzo 2014

CNEL 19 MARZO 2014 -CONFERENZA ANNUALE SUI SERVIZI OFFERTI DALLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

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Il CNEL – Consiglio nazionale sull’economia e il lavoro di cui il Governo propone l’abolizione – si occupa da anni con risultati concreti della costituzione di un portale presso l’ISTAT contenente gli indicatori di performance e di impatto dei vari rami dell’Amministrazione (VEDI QUI)

Su  questo tema è indetta per il prossimo 19 marzo la Conferenza annuale sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalla PA.

  Invito 19 marzo 2014 – Conferenza annuale sui servizi PA 

CNEL – RELAZIONE 2013 SULLA QUALITA’ DEI SERVIZI DELLA PA

 

LE SLIDE DI MATTEO RENZI

Tutti abbiamo conosciuto il potere un po’ ipnotico delle slide presentate durante un convegno o in un corso di formazione. Qui però non è di scena un professorino di scienza dell’organizzazione o di teorie economiche; qui c’è un Presidente del Consiglio che, presentando le slide, si impegna alla realizzazione dei punti programmatici in esse contenuti: le slide non sono solo “esemplificazioni” ma impegni….le slide sono “pietre” potremmo dire: se non verranno realizzate, il loro contenuto diventerà la rappresentazione plastica di un fallimento (ricordiamo il “contratto con gli italiani” che Silvio Berlusconi presentò a Porta a porta durante la campagna elettorale 2001 e il suo impegno che “in caso di mancata realizzazione di almeno 4 dei 5 punti del programma non mi candiderò alle prossime elezioni“). Speriamo per noi e per i nostri figli che la storia non si ripeta.

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COME SI PAGANO I 68 MILIARDI DI DEBITO DI SPESA ALLE IMPRESE CREDITRICI DELLO STATO?

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Per comprendere i meccanismi dell’operazione di sblocco dei crediti alle imprese annunciati oggi 12 marzo dal Presidente del Consiglio Renzi ascoltiamo questa intervista di  Franco Bassanini. Si assegnerà una garanzia dello Stato ad operazioni di sconto presso il sistema bancario dei crediti vantati dalle imprese nei confronti delle Pubbliche amministrazioni. Le banche che concederanno questi sconti acquisiranno nel proprio patrimonio crediti sicuri perché garantiti dallo Stato. Questa operazione è stata già effettuata in Spagna.

L’intervista del Presidente della Cassa depositi e prestiti è stata rilasciata ad Alan Friedmann lo scorso 18 novembre 2013.

Corriere della Sera.it – Intervista di Franco Bassanini ad Alan Friedman

Controllo della Corte dei conti sugli enti locali

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La legge n 213/2012, di conversione del DL 174/2012, ha istituito un sistema di controlli a cura delle Sezioni regionali della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria degli Enti locali per la verifica del rispetto degli obiettivi annuali del Patto di stabilità (Vedi articolo 148 bis della Legge 267/2000, così come introdotto).

Riprendiamo un saggio sulla tematica in questione pubblicato su LeggiOggi.it  dal Magistrato dr. Tiziano Tessaro – Il controllo della Corte dei conti sugli enti locali alla luce del federalismo fiscale.

Di preminente interesse anche la sentenza della Corte dei conti a sezioni riunite n. 6 del 4 novembre 2013 – Sentenza Corte dei conti n 6/2013 – che ha compiutamente delineato l’ambito e i limiti della giurisdizione contabile sulle delibere di controllo delle Sezioni regionali.

Il dibattito sulle pensioni future

Il Presidente del Consiglio Renzi, nel discorso per la fiducia alle Camere, non ha speso una parola sull’argomento pensioni. Eppure si é in presenza di una spesa globale previdenziale nell’ordine dei 250 miliardi annui, ricadente per parte prevalente sulla contribuzione obbligatoria e per una parte non marginale sulla fiscalità generale. Il problema della sostenibilità del sistema pensionistico non è affatto risolto, come non è risolto il tema della capacità delle pensioni future di garantire un tenore di vita adeguato e che possa avvicinarsi a quello fino ad oggi goduto da coloro ai quali è stata liquidata la pensione con il sistema retributivo. Continua a leggere

CONVEGNO UIL SULLA RIFORMA DELLA GOVERNANCE INPS e INAIL

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Convegno tenutosi in Direzione generale INAIL il 16 febbraio 2014, con la partecipazione di Angeletti, Damiano, Sacconi, Di Gioia, Proietti.

CONVEGNO SU GOVERNANCE INPS e INAIL FEB 2014.

 

Manin Carabba – Burocrazia e diritti dei cittadini

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Sotto il titolo ad effetto “l’Alta burocrazia blocca una pa dei cittadini” – gli “imputati” sono tanti e tutti nascosti – il vero contenuto dell’articolo del Consigliere del CNEL Manin Carabba, pubblicato sull’Unità del 26 febbraio 2014, sta nelle proposte strategiche per una riforma della burocrazia, statale e non: restituzione alla politica del potere e della responsabilità della decisione e dell’attuazione delle politiche pubbliche; adozione in tutte le amministrazioni della contabilità economica e del solo bilancio di cassa; collegamento fra bilancio programmatico e programmi di attività attraverso l’adozione di idonei indicatori di performance e l’attribuzione alla dirigenza della responsabilità sui risultati; gestione giuridica degli affari amministrativi basata sulle norme di diritto comune, con riconoscimento del diritto soggettivo come unica figura di garanzia del cittadino di fronte all’amministrazione.

Pubblichiamo anche la proposta di legge di iniziativa del CNEL n 1999 (Camera dei deputati), di cui Manin Carabba è stato uno degli estensori, che ha come obiettivo principale, oltre all’adozione del bilancio di cassa, l’integrazione delle disposizioni del d.lgs 150/09 con il ciclo di programmazione economico-finanziaria attraverso”il collegamento fra l’assegnazione e l’utilizzo delle risorse finanziarie e la previsione e il collegamento delle finalità e degli obiettivi assegnati alle varie funzioni” da realizzare attraverso “indicatori di prestazione, i livelli di servizio e gli esiti di ogni attività” e “strumenti e le modalità di verifica e di convalida dei valori così misurati, sulla base del Sistema statistico nazionale” (vedi articolo 4) – Clicca qui -proposta di legge atto Camera n 1999 del 24 gennaio 2014

 Le proposte di Manin Carabba

ADOZIONE DEL BILANCIO DI CASSA -PROPOSTA DI LEGGE CNEL

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Pubblichiamo  la proposta di legge di iniziativa del CNEL n 1999 (Camera dei deputati), che ha come obiettivo principale, oltre all’adozione del bilancio di cassa, l’integrazione delle disposizioni del d.lgs 150/09 con la programmazione economico finanziaria attraverso “il collegamento fra l’assegnazione e l’utilizzo delle risorse finanziarie e la previsione e il collegamento delle finalità e degli obiettivi assegnati alle varie funzioni” da realizzare attraverso “indicatori di prestazione, i livelli di servizio e gli esiti di ogni attività” e “strumenti e le modalità di verifica e di convalida dei valori così misurati, sulla base del Sistema statistico nazionale” (vedi articolo 4) – Clicca qui -proposta di legge atto Camera n 1999 del 24 gennaio 2014