Autonomia scolastica: l’ingorgo normativo.

Proponiamo la lettura della disposizione legislativa, l’art 21 della Legge  n 59/97, che introdusse in Italia l’autonomia scolastica; a seguire viene illustrata la schematizzazione sintetica – esposta in illuminanti documenti in power point – sulle stratificazioni normative, di natura anche costituzionale, che ne hanno caratterizzato il seguito. Emerge con evidenza un quadro di rapporti fra le fonti di diritto che, invece di costituire un sicuro ancoraggio dell’azione concreta degli amministratori, confonde ad ogni passo qualunque volontà di dare concretezza ad un concetto moderno, riconosciuto in tutti i Paesi avanzati.

Articolo 21 della Legge 15 marzo 1997 n 59: istituzione dell’autonomia scolastica.

Contenuti schematici delle norme sull’autonomia scolastica

Evoluzione costituzionale degli ordinamenti scolastici e conflitti di attribuzione

Ismeda eLearning – Autonomia scolastica

 

L’AUTONOMIA SCOLASTICA E IL RUOLO DELLA DIRIGENZA IN EUROPA.

Lo studio della “rete” Eurydice del 2007 sull’ “autonomia scolastica in Europa” non perde interesse a distanza di sette anni perché ha come oggetto una ricostruzione storica  del concetto e delle attuazioni concrete dell’ “autonomia scolastica” nei vari Paesi che trovano i propri albori nell’ultimo trentennio. Le esperienze sono differenziate, in alcuni casi, come per Belgio e Olanda, sono state imposte in precedenza da motivi etnici e culturali radicati e profondi.

Con riferimento all’Italia, sempre in evidenza per l’incompiutezza dei progetti riformatori, ci piace sottolineare che il concetto di autonomia affermatosi in Europa non viene mai disgiunto dai connessi concetti di accountability e di responsabilità della dirigenza:  l’autonomia scolastica si accompagna, in tutti i Paesi dove ha successo, con un valido sistema di responsabilità del dirigente scolastico e di valutazione esterna del dirigente stesso e del personale docente e non. Per quanto riguarda l’accountability si cita testualmente la pagina 39 del documento: “…sono le istanze tradizionalmente responsabili della valutazione degli attori del sistema educativo – degli insegnanti in particolare- che si sono viste attribuire questa nuova funzione di controllo. In effetti, nella maggioranza dei paesi europei, sono le autorità educative superiori – il più delle volte attraverso corpi ispettivi – ad essere responsabili della valutazione delle scuole in questi nuovi contesti di autonomia…”

Ma gli Italiani, si sa, non desiderano essere valutati. Accettano tutt’al più l'”autovalutazione”….anche qui citando letteralmente a pagina 40: “Alcuni paesi, ormai sempre di meno, sono, invece, rimasti ai margini di questo movimento di valutazione delle scuole. E’ il caso, per esempio, dell’Italia che non obbliga le scuole a rendere conto davanti a un’istanza particolare (se si escludono gli ambiti amministrativi e contabili con la visita del collegio dei revisori dei conti due volte l’anno), ma le incoraggia fortemente a praticare la valutazione interna”.

Il tema irrisolto dell’accountability si lega all’altro problema altrettanto irrisolto della responsabilità del dirigente scolastico. Anche su questo tema Eurydice ha prodotto nel 2009 una preziosa rassegna sul “Dirigente scolastico in Europa” , effettuando una sintesi comparativa delle modalità di accesso, delle competenze e sfere d’azione, delle retribuzioni e delle modalità di valutazione esterna del suo operato nei sistemi di Istruzione di Francia, Finlandia, Germania, Inghilterra e Spagna. Passando in rassegna le varie esperienze spicca in primo piano la differenza con lo status dei dirigenti scolastici (e non) italiani, le cui funzioni e prerogative – disponibilità di spesa, interventi sugli edifici scolastici, direzione e valutazione del corpo insegnante – sono compresse al massimo, tanto da rendere concreti  i pericoli di deresponsabilizzazione e di disaffezione dal ruolo svolto. Illuminante anche in questo caso la descrizione dell’headteacher in Inghilterra (pagina 30): “stabilisce la politica scolastica generale e nomina tutto il personale, docente e non docente…..è responsabile della gestione di tutte le risorse della scuola, comprese quelle finanziarie, sia che provengano dallo Stato si che provengano da altra fonte. Per quanto riguarda gli insegnanti può influire sul loro avanzamento di carriera….attraverso…. il performance management annuale previsto per gli insegnanti e i capi di Istituto dall’anno 2000.”

Poteri reali e connesse responsabilità, sottoposizione di chiunque ad un meccanismo esterno di valutazione. ….qualunque splendida e magniloquente costruzione legislativa sarà comunque destinata a non lasciare altra traccia se non nelle pagine della Gazzetta Ufficiale se non verranno introiettati nelle coscienze e poi attuati nei fatti questi semplici canoni di vita organizzata.

L’autonomia scolastica in Europa 2007.

Il dirigente scolastico in Europa 2009.

Eurydice – Modelli di valutazione dei capi di istituto in Europa 2009.

STATISTICHE SULL’ISTRUZIONE NEI PAESI OCSE – EDUCATION AT A GLANCE 2013

Forse per difficoltà di lettura legate alla lingua inglese, la pubblicazione di “Education at a glance” del giugno 2013, a cura dell’OCSE, non ha ricevuto il giusto e meritato seguito di pubblicità e di informazione. Da oltre 10 anni “Uno sguardo all’istruzione” – così si può tradurre in italiano il titolo della pubblicazione biennale dell’OCSE – costituisce lo snodo privilegiato attraverso il quale effettuare una serie di comparazioni internazionali dei dati sui livelli di istruzione, i rapporti fra occupazione ed istruzione, lo status giuridico ed economico dei docenti, le quote di spesa pubblica dedicate all’istruzione. Uno spunto di riflessione complessivo dei dati OCSE a disposizione potrebbe essere il seguente: la mole e l’articolazione dei dati consentirebbe di definire agevolmente utili parametri di riferimento per le politiche pubbliche della Scuola e dell’Università, nonché benchmark sufficientemente significativi per fissare obiettivi generali di sistema Paese  e valutare obiettivamente i risultati delle attività svolte. Ma i tempi  sembrano tutt’altro che maturi.

Insieme alla copia integrale in lingua inglese, presentiamo anche due sintesi in italiano del Rapporto, la prima contenente i risultati più significativi nei Paesi Ocse e l’altra orientata all’Italia, completa di dati significativi per comprendere il nostro posizionamento nel contesto dei Paesi industrializzati.

Education at a glance 20 June 2013.

Sintesi in italiano di Education at a glance 2013.

ITALIA Scheda Paese EAG 2013

 

NORMATIVA SUGLI ENTI DI RICERCA

 Decreto lgs 5 giugno 1998, n 204. Disposizioni per il coordinamento, la programmazione e la valutazione della politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e tecnologica.

Legge 27 dicembre 2007, n 165. Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca.

Decreto lgs. 31 dicembre 2009, n 213. Riordino degli enti di ricerca in attuazione dell’articolo 1 della legge 27 settembre 2007, n. 165

Decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262 convertito in Legge 24 novembre 2006, n.286

Art. 36

Valutazione del sistema universitario e della ricerca 

    1.  Al  fine  di  razionalizzare  il  sistema  di valutazione della qualità  delle  attività  delle università e degli enti di ricerca pubblici  e  privati  destinatari  di finanziamenti pubblici, nonché dell’efficienza ed efficacia dei programmi statali di finanziamento e di  incentivazione  delle  attività di ricerca e di innovazione, e’ costituita   l’Agenzia   nazionale   di   valutazione   del   sistema universitario  e della ricerca (ANVUR), con personalità giuridica di diritto pubblico, che svolge le seguenti attribuzioni:

a) valutazione   esterna   della   qualità   delle  attività  delle   università e degli enti di ricerca pubblici e privati destinatari    di  finanziamenti  pubblici,  sulla  base  di un programma annuale   approvato dal Ministro dell’universita’ e della ricerca;

b) indirizzo,   coordinamento   e   vigilanza   delle   attivita’  di    valutazione  demandate  ai  nuclei  di  valutazione  interna degli    atenei e degli enti di ricerca;

c) valutazione dell’efficienza e dell’efficacia dei programmi statali    di  finanziamento e di incentivazione delle attivita’ di ricerca e    di innovazione.

  2.   I   risultati  delle  attivita’  di  valutazione  dell’Agenzia costituiscono   criterio   di   riferimento   per  l’allocazione  dei finanziamenti statali alle universita’ e agli enti di ricerca.

  3.  Con  regolamento  emanato  ai  sensi dell’articolo 17, comma 2, della  legge  23  agosto  1988,  n.  400,  su  proposta  del Ministro dell’universita’  e  della  ricerca,  previo  parere delle competenti Commissioni parlamentari, sono disciplinati:

a) la  struttura e il funzionamento dell’Agenzia, secondo principi di imparzialità,  professionalità,  trasparenza e pubblicità degli    atti,  e  di  autonomia organizzativa, amministrativa e contabile,   anche  in  deroga  alle  disposizioni  sulla contabilità generale    dello Stato;

b) la  nomina  e  la  durata  in  carica  dei  componenti dell’organo    direttivo,  scelti  anche  tra qualificati esperti stranieri, e le relative indennità.

 

NORMATIVA STATALE SULL’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA.

DPR 20 gennaio 2009, n. 17Regolamento recante disposizioni di riorganizzazione del Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca.

DPR 3 giugno 2011, n 132.  Regolamento recante: «Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica del 20 gennaio 2009, n. 17, concernente la riorganizzazione del Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca.

ORGANIGRAMMA DEL MIUR AD AGOSTO 2013 http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/operazione-trasparenza/organizzazione

Articolo 21 Legge 15 marzo 1997 n 59. Istituzione dell’Autonomia scolastica.

DPR 8 marzo 1999, n 275Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche.

DPR 20 marzo 2009, n 81. Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola.

 

 

Normativa statale sull’Ordinamento universitario.

Legge 30 dicembre 2010, n 240.  Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché  delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario.

Decreto lgs 31 maggio 2011, n 91Disposizioni recanti attuazione dell’articolo 2 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, in materia di adeguamento ed armonizzazione dei sistemi contabili.

DPR 14 settembre 2011, n 222.  Regolamento concernente il conferimento dell’abilitazione scientifica nazionale per l’accesso al ruolo dei professori universitari.

Decreto lgs 27 ottobre 2011, n 199. Disciplina del dissesto finanziario delle universita’ e del commissariamento degli atenei.

DPR 15 dicembre 2011, n 232.  Regolamento per la disciplina del trattamento economico dei professori e dei ricercatori universitari.

Decreto lgs. 27 gennaio 2012, n 18.  Introduzione di un sistema di contabilità  economico-patrimoniale e analitica, del bilancio unico e del bilancio consolidato nelle università.

Decreto lgs. 27 gennaio 2012, n 19Valorizzazione dell’efficienza delle universita’ e conseguente introduzione di meccanismi premiali nella distribuzione di risorse pubbliche.

NORMATIVA STATALE SULL’ISTRUZIONE SCOLASTICA

Decreto legislativo 16 aprile 1994 n 297. Testo unico delle disposizioni normative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado.

Legge 28 marzo 2003 n 53. Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale.

Decreto legislativo 19 febbraio 2004, n 59.  Definizione delle norme generali relative alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo dell’istruzione.

Decreto legislativo 15 aprile 2005, n 76.  Definizione delle norme generali sul diritto-dovere all’istruzione e alla formazione.

Decreto legislativo 17 ottobre 2005, n 226. Norme generali e livelli essenziali delle prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione – Liceo e formazione professionale.

Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n 89. Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.

Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n 87. Regolamento recante norme per il riordino degli istituti professionali.

Decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2012, n 263. Regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo didattico dei Centri d’istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali.

Decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n 80. Sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione.

 

I SISTEMI EDUCATIVI SCOLASTICI IN ITALIA E IN EUROPA

L’istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa, INDIRE, con sede a Firenze e facente parte del sistema educativo nazionale coordinato dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, opera anche in sinergia con la Commissione europea predisponendo, con i “quaderni di Eurydice”, interessanti pubblicazioni sui sistemi educativi scolastici, nazionale ed europei. Si presentano qui due recenti lavori  sui due temi.

Sistemi educativi scolastici in Europa anno 2012

Organizzazione del sistema educativo italiano 2009/2010

La percentuale di Laureati nei Paesi UE.

Fra i primati negativi del nostro Paese c’è il basso tasso di laureati sul totale della popolazione. Si presentano qui i dati Eurostat del 2011, pubblicati su “NOI ITALIA” 2013 dell’Istat. Rispetto a un tasso medio UE del 34,6 % della popolazione, l’Italia si colloca al 20%, ben 15 italiani laureati in meno. Rilevante anche il dato di genere che dimostra l’avvenuto sorpasso culturale delle donne europee sugli uomini in fatto di preparazione culturale: il 38,5 % di donne laureate contro il 30,8% degli uomini. In Italia la differenza di genere fra i laureati vede il circa 9% di donne laureate in più rispetto agli uomini.

Guarda istogramma e tabella

L’inutile normativa esistente sull’analisi d’impatto della regolazione e delle politiche pubbliche.

POLITICHE PUBBLICHE

Nel cimitero tutto italiano delle disposizioni di legge e di regolamento sconosciute ai più – anche addetti ai lavori – dimenticate, disapplicate, inapplicate ci sono anche quelle riguardanti le analisi d’impatto sulla regolazione legislativa, ex ante (AIR) ed ex post (VIR). I motivi della loro disapplicazione generalizzata vanno ricercati anche nel sostanziale disinteresse di disegnare un vero e cogente circolo virtuoso fra Ministeri proponenti, Presidenza del Consiglio dei Ministri e  Parlamento in funzione di controllo degli atti del Governo. La rappresentazione di contenuti e di regole, presente in quei provvedimenti, produce solo “l’etichetta” di quelle che dovrebbero essere le procedure AIR dell’ Analisi d’impatto della regolazione (prima di presentare i disegni di legge) e quelle della Verifica d’impatto (VIR) delle riforme legislative promulgate.

LEGGI E DECRETI REGOLATRICI dell’ air e del vir

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2005;246  articolo 14 della Legge n 246 del  28 novembre 2005.

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.del.presidente.del.consiglio.dei.ministri:2008-09-11;170!vig=2013-03-21   DPCM  n. 170  dell’11 settembre 2008: DISCIPLINA ATTUATIVA DELL’AIR.

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.del.presidente.del.consiglio.dei.ministri:2009-11-19;212!vig   DPCM  n. 212 del 19 novembre  2009:  DISCIPLINA ATTUATIVA DEL VIR.

 

Politica, Governo, Amministrazione: il manifesto di Eticapa sulle politiche pubbliche.

L’ incapacità strutturale del Sistema Italia di promuovere riforme amministrative si manifesta anche come mancato approccio sistemico alla metodologia di gestione delle politiche pubbliche, ordinariamente praticata in U.S.A., Inghilterra, Francia e Germania. L’intervento del Presidente di Etica pubblica, Antonio Zucaro, mette a fuoco i termini specifici della situazione esistente e delinea un percorso obbligato. Il cambiamento passa attraverso un radicale ripensamento dei ruoli e delle attività da porre in campo a cura dei Gabinetti ministeriali, degli uffici della Presidenza del Consiglio, delle Commissioni parlamentari e delle strutture amministrative cui è demandata l’applicazione effettiva delle riforme.

 Gli snodi della riforma della Pubblica Amministrazione

 

L’ingorgo legislativo

anto zucaro

Antonio Zucaro, proseguendo nell’illustrazione delle storture in cui si dibatte la pubblica amministrazione, conduce una preziosa analisi dall’interno sui motivi reali per i quali in Italia si verifica con forza e virulenza una vera e propria iperfetazione legislativa, capace di bloccare il corso di qualunque riforma. Praticamente nessuno dei protagonisti in campo, politica e alta burocrazia in primis, é esente da colpe. L’analisi è un’ottima base per comprendere in quali strettoie dovrà orientarsi chiunque intenda avviare e realizzare riforme nel campo delle pubbliche amministrazioni.

 Zucaro metastasi legislativa

Contabilità e bilanci degli Enti pubblici non economici – normativa

D.P.R.  27 febbraio 2003, n 97 – Regolamento concernente l’amministrazione e la contabilità degli enti pubblici non economici.

La normativa sui bilanci degli Enti pubblici non economici ha subìto una serie di modifiche legislative recate dal decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 91 – vedi qui il link a “normattiva”. Pubblichiamo anche le slide del prof. Fabio Grandis dell’Università Roma Tre che illustrano gli impatti previsti sull’originaria normativa dell’anno 2003.

 Prof. Grandis – D. Lgs. n._91/2011 e D.P.R. n 97/2013

Una valutazione dell’impatto della Riforma delle pensioni del Governo Monti

Stefano Patriarca è uno dei più qualificati esperti di previdenza nel nostro Paese. In questo articolo – scritto a ridosso della Riforma delle pensioni varata nel dicembre 2011 dal Governo Monti e dal Ministro del Lavoro Elda Fornero – egli analizza gli impatti e le implicazioni della svolta radicale intervenuta con tale riforma.

Stefano Patriarca – Ragioni e sostenibilità della riforma delle pensioni

Numero dei dipendenti pubblici iscritti all’INPDAP nel 2011 e analisi delle retribuzioni al 2008.

Un documentato studio del Servizio statistico attuariale dell’ INPS – Gestione dipendenti pubblici – analizza numero, distribuzione e caratteristiche di genere dei dipendenti pubblici al 31 dicembre 2011. Inoltre vengono analizzate le retribuzioni dell’anno 2008 sulla base delle risultanze delle denunce delle retribuzioni da parte delle Amministrazioni pubbliche datrici di lavoro: le informazioni relative mantengono una loro attualità in virtù del blocco della contrattazione intervenuto nel frattempo.

Gli iscritti all’INPDAP nel 2011 e retribuzioni 2008.

Cassese: non si può dire che non l’avesse detto.

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A distanza di 20 anni e a riforme sulla Pa incagliate, ricordiamo le valutazioni critiche di Sabino Cassese alla promulgazione del “mitico” decreto legislativo n 29 dell’anno 1993. Come non vedere confermate le sue icastiche valutazioni dell’epoca?

 1993-CASSESE: questa riforma è sbagliata 

 

Antonio Zucaro: amministrazione pubblica e semipresidenzialismo.

La modifica della Carta in ordine alle funzioni e ai poteri dei massimi Organi costituzionali non sarà indifferente quanto alle sue ricadute sul funzionamento delle  Amministrazioni pubbliche. Ciò induce il Presidente dell’Associazione Nuova Etica pubblica ad esprimersi nel merito di alcune linee di tendenza di riforma oggi in discussione dalle forze politiche.

 Amministrazione-pubblica-e-semipresidenzialismo

Proposta di una staffetta generazionale per l’occupazione giovanile nella PA

OrianoGiovanelli

Oriano Giovanelli, Presidente del Forum della PA del Partito democratico, lancia una proposta di staffetta generazionale nelle pubbliche amministrazioni, finalizzata, da una parte, al suo ringiovanimento, dall’altra ad un suo snellimento, necessario nel quadro delle compatibilità finanziarie del Paese.

Leggi qui sotto la proposta.

 Proposta-di-una-staffetta-generazionale-nelle-pubbliche-amministrazioni.-4

Codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Emanato il decreto del Presidente della Repubblica.

DPR n 62 del 16 aprile 2013 Codice di comportamento dei dipendenti pubblici