La proposta Boeri sulle pensioni e la sostenibilità del sistema.

…Non siamo solamente noi a dirlo – circostanza in sé poco influente (vedi qui)  – quanto esperti del calibro di Mauro Marè, Giampaolo Galli e Alessandra del Boca, la cui opinione viene ospitata sui giornaloni che contano, Sole 24 ore (vedi qui MARE’) e Corriere della Sera (vedi qui DEL BOCA): la “proposta Boeri” sul taglio delle alte pensioni in godimento, non solo è incostituzionale e antigiuridica (il che in uno Stato serio dovrebbe essere sufficiente per un immediato cartellino rosso), ma non risolve il problema della sostenibilità delle pensioni di chi oggi ha trenta o quarant’anni. Lo stesso Tito Boeri ha tenuto ieri ha lanciare l’allarme – atto in sé giusto e moralmente da apprezzare – affermando che, con l’attuale sistema, i giovani andranno in pensione a 75 anni con importi miseri – vedi qui.

E allora?  Noi riprendiamo il filo di ragionamento di Boeri con una battuta (che non è poi tanto tale) e con un successivo ragionamento sulla questione della sostenibilità del sistema pensionistico . La “battuta” é la seguente: e se la vera copertura delle pensioni dei nostri figli risiedesse nel ritorno al principio della pensione retributiva? Lasciando la questione a migliori approfondimenti statistico-attuariali ed economico-politici, affermiamo tuttavia che il sistema contributivo garantisce nel tempo solo le fasce alte di retribuzione che saranno – al momento della cessazione dal servizio – le uniche ad aver garantito un trattamento di pensione adeguato. Sul punto, ricordiamo ai moralisti “à la carte” schieratisi contro le “pensioni d’oro” un fatto storico: la legge finanziaria del 2001 (Legge 388/2000, articolo 69, comma 6) bloccò in fretta e furia la facoltà di opzione fra sistema contributivo e sistema retributivo perché  proprio gli alti dirigenti statali  stavano esercitando in massa l’opzione al sistema contributivo, all’epoca prevista per tutti dall’articolo 1, comma 23 (vedi) della Legge Dini n. 335/1995 (per chi voglia approfondire suggeriamo la lettura le circolari INPS e INPDAP dell’epoca). Cosa vuol dire questo? Una cosa semplice: che il sistema retributivo, lungi dalle ciarlatanerie propugnate da molti “esperti”, favorisce (favoriva) solo i milioni di lavoratori con bassi redditi e periodi contribuzione intermittenti. Questo sia detto per  la chiarezza concettuale.

Che poi il sistema retributivo  così come congegnato dalle classi dirigenti della seconda repubblica  fosse qualcosa di assolutamente insostenibile – soprattutto a motivo del fatto che consentiva fino a solo 10 anni fa di andare in pensione a 57 anni – è un fatto ugualmente incontrovertibile. Ma, allora, il nodo ancora da sciogliere non era e non è tanto la scelta fra sistema di liquidazione con il metodo di calcolo retributivo oppure contributivo, quanto quello della sostenibilità dell’intero sistema, cioè: “chi paga le pensioni?”. Anche su questo problema hanno la meglio le tesi dei confusi di testa e di spirito: credere e pensare che il nostro sistema di Stato sociale  possa sostenere l’onere delle pensioni con i soli contributi – in presenza di una ormai altissima aspettativa di vita – é da stolti: é inevitabile pensare a un sistema pensionistico nel quale – come in moltissimi paesi quali ad esempio Svizzera e Olanda – sia introdotto uno zoccolo di finanziamento a carico della fiscalità generale. Non c’è alternativa a questa prospettiva ove non si voglia distruggere per i nostri figli il welfare state come lo abbiamo conosciuto e goduto finora.

In questo senso si tratta di uscire dal papocchio gestito da 30 anni in INPS (il riferimento specifico è all’articolo 37 della Legge n 88 del 1989 – vedi qui) che, confondendo fra “assistenza” e “previdenza”, garantisce apporti finanziari non trasparenti e non controllati ad alcune gestioni speciali e/o a “pezzi” di trattamenti pensionistici minimi. Si tratta di uscire da questo equivoco e regolare secondo idonee compatibilità finanziarie generali il pezzo di fiscalità generale da destinare alle pensioni.In questo senso ripubblichiamo uno studio dello scorso anno 2013 del MEFOP (Società per lo sviluppo del Mercato dei Fondi pensione, partecipata a maggioranza assoluta dal MEF presieduta proprio dal sunnominato Mauro Marè) che ipotizza un criterio misto  di sostenibilità finanziaria della previdenza basato su tre pilastri: uno di base alimentato dal sistema tributario, un secondo contributivo obbligatorio e un terzo dei fondi pensione, volontario (pag. 23 e segg. de “I pilastri delle pensioni” vedi qui sotto).

Giuseppe Beato

 MARE’ previambiente-23-09-13

 

 

La burla delle “pensioni d’oro” e i demagoghi: sarebbero più alte col metodo di calcolo contributivo

I demagoghi in servizio permanente effettivo affermano due falsità: 1) che un eventuale taglio delle pensioni d’oro risolverebbe il problema della sostenibilità delle pensioni in pagamento; 2) che le alte pensioni liquidate con il metodo di calcolo retributivo sono più alte (e quindi  “regalate”) rispetto alla diversa modalità di calcolo contributivo che avrebbe stabilito il vero ed equo compenso pensionistico. Continua a leggere

Chi consiglia il Presidente dell’INPS Boeri?

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Lasciano increduli le dichiarazioni rese dal Presidente dell’INPS Boeri nella giornata del 26 novembre 2015 alla Commissione Anagrafe Tributaria della Camera dei Deputati (clicca qui): egli ha criticato – per meglio dire: attaccato – il Governo della Repubblica, suo datore di lavoro, per avere quest’ultimo inserito nella Legge di Stabilità una disposizione che “limita al 50% le spese informatiche di parte corrente dell’INPS“: ciò indurrebbe a “dimezzare l’importo di 198 milioni di euro in budget per le spese informatiche incomprimibili” e “impedirebbe di accendere i macchinari e di erogare servizi“. Scenario apocalittico, visto che l’Istituto gestisce circa 23 milioni di lavoratori assicurati, eroga mensilmente circa 21 milioni di prestazioni previdenziali e assistenziali, per una spesa complessiva annua di circa 350 miliardi di euro. Peccato che un esame solo superficiale del testo letterale “incriminato” ( vedi qui i punti 279-282 del maxi-emendamento del Governo, che hanno riproposto con modifiche  i contenuti dell’articolo 29 del ddl licenziato nello scorso ottobre  – clicca qui commi 279-282 A.S._2111_MAXI_1.9000) smentisce una simile lettura: il senso delle disposizioni sta nel fatto che le spese informatiche di tutte le pubbliche amministrazioni devono essere ricondotte all’azione della CONSIP s.p.a. e, soprattutto, a un programma triennale di acquisto di beni e servizi informatici, gestito dall’AGID, contenente “per ciascuna amministrazione o categoria di amministrazioni l’elenco dei beni e servizi informatici per la gestione corrente” con particolare riferimento a quelli che rivestono “particolare rilevanza strategica“. Il dimezzamento al 50%, in tale contesto, varrà solo per le spese effettuate fuori tale procedura centralizzata (vedi punto 282). Non solo, è qui impossibile parlare di “tagli” perché gli importi complessivamente risparmiati potranno essere “utilizzati dalle medesime amministrazioni prioritariamente per investimenti in materia tecnologica“. Per cui la spesa informatica complessiva della PA non diminuirà, ma muterà quanto al suo oggetto e – perlomeno così auspica il Governo – alla sua qualità. Nè – come invece affermato dal Presidente dell’INPS – sono mancate in questi mesi le spiegazioni circostanziate della ratio di questi provvedimenti ( vedi l’articolo web sull’argomento dello scorso ottobre 2015 –clicca qui –   e il dossier dell’Ufficio studi Senato in riferimento all’articolo 29 sopra citato – clicca qui). Avanziamo un’ipotesi: Boeri ha parlato ieri avendo presente il testo – molto diverso – dell’originario articolo 29 del ddl di stabilità dello scorso ottobre 2015 (vedi qui), che tuttavia era stato già modificato dal maxi-emendamento del Governo e regolarmente approvato dall’Assemblea di palazzo Madama il 20 novembre scorso. Uno scivolone clamoroso.

Chi o che cosa ha indotto Tito Boeri ad esporsi contro il Governo in modo così marcato e plateale e, soprattutto, senza uno straccio di supporto testuale alle affermazioni fatte? L’articolo de “Il Fatto quotidiano” di ieri 27 novembre probabilmente  spiega il vero motivo (clicca qui) per il quale alcuni “consigliori” hanno inteso “mal consigliare” il malcapitato Boeri. Rimane tuttavia la nostra domanda : chi “consiglia” Boeri nelle sue prese di posizione “tranchant“? Si potrebbe pensare a qualche collaboratore interno, se non si tenesse conto che, proprio su questo tema specifico, si erano già pronunciati (tuttavia sul testo precedente a quello emendato in Senato) la Confindustria (vedi qui le dichiarazioni di Elio Catania – clicca qui) e la CGIL (clicca qui)….comunque, alla fine, solo Tito Boeri rimane con il cerino in mano…..

Giuseppe Beato

La “Proposta Boeri”: le critiche contro.

Dini

Fra le critiche più serrate alla “Proposta di riforma” del Presidente INPS Boeri – vedi qui–  presentiamo di seguito le più significative apparse sui media negli ultimi giorni.

Lamberto Dini, ex-Ministro del Tesoro e padre della legge 335/1995: clicca qui.

Maurizio Sacconi, ex-Ministro del Lavoro e ella Previdenza sociale: clicca qui

Giorgio Ambrogioni, Presidente della Confederazione CIDA dei dirigenti pubblici e privati clicca qui.

Giampaolo Galli, docente universitario di econometria, esperto di previdenza e deputato PD: clicca qui.

INPS Boeri – Non per cassa, ma per equità.

logo inps

Pubblichiamo il documento “apocrifo” del Presidente dell’INPS Tito Boeri, difficilmente reperibile sul sito dell’INPS per qualunque persona dotata di intelligenza media.

E’ un vero e proprio articolato di legge, con tanto di relazione illustrativa! Se il Governo è d’accordo – Renzi sta dalla parte di Boeri oppure da quella del suo Ministro del Lavoro? – è bella pronta per la Commissione lavoro della Camera! Peccato che un’idea in sé buona – il supporto ai 55enni privi di reddito e l’immissione di un reddito di garanzia – si traduca in una proposta di sistema di finanziamento incostituzionale: la proposta – vedi articolo 12 – è quella di riliquidare in pejus le pensioni già vigenti di importo uguale e superiore a 3.500 euro lordi (vedi commi 1 e 3) apportando una quota di riduzione “pari al rapporto tra il coefficiente di trasformazione  relativo all’età dell’assicurato (vigente nel regime contributivo) e il coefficiente di trasformazione corrispondente all’età dell’assicurato al momento del pensionamento”, applicando (inoltre) – all’indietro negli anni – gli aggiustamenti automatici dell’aspettativa di vita. Al di là del tecnicismo astruso della proposizione legislativa, ciò significa che l’intervento non riguarda le pensioni di 5000 euro lordi, ma quelle pari e superiori ai 3500 euro lordi (i successivi commi  4 e 5 regolano solo gli aggiustamenti per pensioni da 3500 euro a 5000 euro e per pensioni da 5000 euro in su). La manovra è astuta e demagogica perché Boeri può affermare che verrebbero toccate le pensioni di “soli”  190.000 pensionati su un totale di 16 milioni e mezzo (vedi qui la distribuzione delle pensioni INPS per classi di reddito). La proposta non é solo anticostituzionale, ma profondamente “sovietica” perché colpisce selettivamente chi ha pagato contributi per decenni proporzionalmente – il riferimento è al grande numero di  “carriere retributive piatte”- alle alte retribuzioni che percepiva: lo Stato infrangerebbe così un “patto previdenziale” scritto con norme di legge nel corso di 40 anni della sua storia. Solo intelletti profondamente distorti potevano concepire un simile vulnus ai principi elementari del diritto e alla certezza dei diritti soggettivi vigenti legittimamente acquisiti: oggi le pensioni più alte, domani, magari, i diritti di credito bancario o altri diritti tutelati per legge? Semplicemente folle. Risulta, inoltre, insopportabile e odioso il fatto che si accomunino le pensioni più alte ai vitalizi dei parlamentari che nulla hanno a che vedere con un rapporto previdenziale e che remunerano periodi di tempo, a volte brevissimi, di permanenza nella carica. In ultimo, osserviamo che sarebbe più equo e legittimo che il Presidente Boeri reperisse  i danari necessari per il finanziamento di nuove prestazioni assistenziali, non andando a intaccare la previdenza pubblica, ma procedendo alla ricognizione di 94 miliardi di credito incerto che egli stesso ha denunziato esistere in INPS sei mesi fa davanti alla Commissione bicamerale di controllo sulle attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale – Clicca qui.

Di seguito la desolante lettura di questa “proposta”.

 proposta-inps

Cosa fa un ufficio pubblico del Territorio – Gli uffici INPS della Puglia.

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Fra gli interventi al Convegno INPS -Un occhio al futuro   dello scorso 10 giugno 2015 c’è ne è stato uno, che a prima vista poteva sembrare forse un po’  “tangenziale” rispetto ai temi generali proposti dal Convegno. A ben vedere, invece, la descrizione minuziosa e puntuale delle attività e delle iniziative adottate in Direzione regionale INPS della Puglia negli ultimi 4 anni, presentata nella relazione del dr. Giovanni DI MONDE, costituisce una radiografia interessantissima per comprendere il ruolo di un ufficio pubblico nella realtà sociale ed economica del territorio nazionale. Chi cerca di raffigurare gli uffici pubblici come entità pesanti e farraginose, pronte a rendere difficile la vita dei cittadini e delle imprese, legga questa relazione, così comprenderà che la realtà è diversa da quella che la stampa nazionale generalmente racconta. Capirà anche che la gestione manageriale pubblica è molto più complessa di quella svolta nelle imprese private, perché ha compiti e funzioni di garanzia per l’intera collettività amministrata del giusto contemperamento degli interessi in gioco, ottenuta attraverso l’intelligente applicazione delle disposizioni di legge e la capacità di rapporto e relazione con il mondo circostante.

 Funzionamento di una Sede regionale dell’INPS

INPS- Convegno organizzato dalla CISL funzione pubblica “INPS 2.0”.

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Quasi a reciproco pendant rispetto all’altro quasi contemporaneo convegno organizzato dalla CGIL sullo stesso tema – vedi qui – La CISL funzione pubblica ha tenuto un convegno dal titolo “INPS 2.0 – La nuova frontiera dell’azienda pubblica” lo scorso 30 giugno 2015, presso la Direzione generale dell’Istituto. Di seguito una sintesi degli interventi dei diversi relatori. Si può dire che, integrando i contenuti dei due convegni, emerge con sufficiente chiarezza il punto di vista sulla situazione attuale dell’Istituto, così come esposto dagli Organi di vertice, dalla sua Dirigenza di vertice e dai due Sindacati promotori.

 Sintesi del Convegno – INPS 2.0

Presentazione della relazione annuale INPS alla Camera.

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Il Presidente dell’INPS Tito Boeri ha presentato l’8 luglio 2015 la relazione annuale sulle attività dell’Istituto nella Sala della Regina della Camera dei deputati, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. E’ intervenuto il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

Si veda di seguito la registrazione dell’intervento del Presidente INPS e del Ministro del Lavoro – clicca qui.

Vedi anche su La Repubblica.it – clicca qui  la sintesi dei contenuti della relazione.

Pubblichiamo anche il testo integrale del Rapporto annuale 2014 dell’INPS

 INPS-Rapporto-Annuale-2014

Il nuovo INPS – Un occhio al futuro

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Si è tenuto presso la sede della Direzione generale dell’INPS a Roma un convegno promosso dalla CGIL- funzione pubblica, con la partecipazione del Segretario generale Susanna Camusso, di Rosanna Dettori e con il Presidente Tito Boeri, il direttore generale Massimo Cioffi e i dirigenti generali Cristina Deidda e Giovanni Di Monde sul futuro dell’Istituto. Di seguito la locandina

 INPS OCCHIO AL FUTURO

Di seguito la sintesi e la registrazione vocale del convegno.

 Registrazione e sintesi del Convegno sull’ INPS “un occhio al futuro”.

Sostenibilità della previdenza obbligatoria in Italia – problema ancora da risolvere.

Pubblichiamo un contributo del dr Angelo Giubileo, esperto di previdenza, sul tema della sostenibilità finanziaria della previdenza obbligatoria nel nostro Paese.

 Giubileo – Perché si riapre il capitolo pensioni

Decreto legge n 65/2015 – rivalutazione automatica delle pensioni.

Pubblichiamo il Decreto legge n 65 del 21 maggio ultimo scorso recante disposizioni urgenti in materia di pensioni, ammortizzatori sociali e granfie TFR. rinviamo anche al link del Sole 24 ore di esposizione sintetica dei contenuti del decreto (clicca qui).

 Gazz uff DL 65 2015

Oneri per la finanza pubblica in caso di restituzione totale della rivalutazione.

restituzione totale

Rimborsi effettivi decisi dal Governo

Rimborsi decisi

Boeri e Cioffi – Le criticità della gestione INPS

boeri-ansa-tlf-kd4C--258x258@IlSole24Ore-Web         CIOFFI

Il neo Presidente dell’INPS Tito Boeri, a circa tre mesi dal suo insediamento, ha svolto, insieme al Direttore generale Massimo Cioffi, una relazione sulle criticità rilevate in INPS, in occasione dell’audizione dell’ 20 maggio 2015 alla Commissione bicamerale di controllo sulle attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. Tali criticità sono state individuate e sintetizzate in un elenco di 11 punti ed esposte da Boeri nei primi dieci minuti dell’audizione il cui video riproponiamo integralmente qui sotto.

1. Apparato centrale autoreferenziale con presenza di alcune strutture di progetto con attribuzioni di dubbia rilevanza;

2. progressiva perdita di rapporti diretti con la clientela e affidamento di servizi di assistenza a intermediari esterni Patronati, CAF e Consulenti del lavoro, con funzioni demandate non in termini di complementarietà ma di sostituzione;

3. struttura retributiva dell’alta dirigenza dell’Istituto fortemente allineata, a dispetto delle differenze esistenti fra i diversi carichi di lavoro;

4. struttura anagrafica dei dipendenti  in media molto avanzata;

5. gestione in gran parte internalizzata del patrimonio immobiliare di proprietà, con forti margini di inefficienza rispetto ad una gestione esternalizzata e non rientrante nel core business dell’Istituto;

6. rilevanti difficoltà nel rapportarsi con le aziende fornitrici di servizi informatici e controlli insufficienti sulle gestioni esterne;

7. procedure poco trasparenti nell’acquisizione dei servizi di consulenza, ottenuti sempre all’interno di contratti di informatica e, peraltro, non evidenziati in bilancio;

8. una serie di indagine aperte dall’ANAC in ordine a ripetute irregolarità attinenti ad appalti assegnati senza preventiva gara e gestione del personale in violazione delle regole del pubblico impiego;

9. scarsa trasparenza dei bilanci, non leggibili neanche da tecnici della materia, con frequenti disallineamenti fra bilanci preventivi e consuntivi;

10. gestione poco attenta dei crediti, saliti a 94 miliardi di euro e la cui esigibilità non viene adeguatamente verificata;

11. scarsa attenzione alle entrate contributive, non in grado di raccogliere i frutti di una buona qualità del lavoro dei servizi ispettivi.

 Video integrale dell’audizione del 20 mag 2015 – clicca qui poi digita “bicamerale Boeri”.

 

 

I costi della Sentenza n 70 del 2015 sul ripristino della rivalutazione monetaria

NENS LOGO

Riproduciamo l’articolo di Antonio Misiani, apparso sul sito dell’Associazione NENS – clicca qui – sul riflesso finanziario provato sui conti pubblici dalla Sentenza n 70 del 30 aprile 2015 sull’inammissibilità del blocco della rivalutazione delle pensioni –  vedi qui.

L’articolo quantifica in 16,6 miliardi l’importo da rimborsare dall’INPS ai pensionati interessati. Nel calcolo non sono computati gli interessi maturati, né – aggiungiamo noi – l’importo delle imposte da detrarre al conto effettuato sulle pensioni al lordo.

Antonio Misiani per NENS 4 maggio 2015

foto

Sentenza n 70/2015 della Corte costituzionale. Inammissibilità del blocco della rivalutazione delle pensioni.

corte costituzionale

Pubblichiamo il testo integrale della sentenza n 70 del 30 aprile 2015 della Corte costituzionale con la quale è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’articolo 24, comma 25, del decreto legge “Fornero” n 201/2011vedi qui – nella parte in cui prevedeva che «In considerazione della contingente situazione finanziaria, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’art. 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è riconosciuta, per gli anni 2012 e 2013, esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo INPS, nella misura del 100 per cento».

Corte Costituzionale Sentenza n 70 del 2015 

Vedi anche il testo del decreto legge n 65 del 21 maggio 2015 coordinato con la legge di conversione n 109 del 17 luglio 2015-  CLICCA QUI-

Vedi anche un approfondimento sui costi finanziari dell’applicazione di questa sentenza – clicca qui

Vedi anche la nota breve del Servizio studi del Senato sulla configurazione giuridica dell’intera questione – clicca qui

Le proposte del Presidente dell’INPS per nuovi interventi sul Welfare italiano

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Riproponiamo l’intervista integrale al Presidente INPS Tito Boeri, ieri ospite di Otto e mezzo. Egli ha tracciato un quadro d’insieme delle proposte in materia di previdenza e di protezione sociale che l’Istituto metterà in campo nei prossimi mesi.

Su tutte prevale in Boeri l’idea di tutelare la categoria in maggiore difficoltà in questo frangente storico : la classe dei lavoratori in età fra i 55 e i 65 anni, che ha maggiore difficoltà a trovare un nuovo lavoro quando lo perde, ma è ancora lontanissima dalla pensione. L’onere quantificato per tale operazione ammonta a circa 1,5 miliardi di euro, da reperire all’interno dello stesso sistema di protezione sociale amministrato dall’Istituto. Sotto attenzione le pensioni elevate liquidate in modo più favorevole rispetto al sistema di calcolo contributivo.

Tito Boeri otto e mezzo 20 marzo 2015 – Video integrale

INPS – Il discorso di insediamento del nuovo Presidente Tito Boeri.

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Pubblichiamo il discorso di insediamento e di presentazione in teleconferenza a tutto il personale dell’Ente del nuovo Presidente dell’INPS, prof. Tito Boeri. Egli ha tracciato sostanzialmente il programma del suo mandato, finalizzato ad un rinnovamento profondo del ruolo dell’Istituto nel Paese. Degni di evidenza i seguenti passaggi: 1) caratterizzare l’Istituto non solo come l’erogatore puntuale delle prestazioni dovute, ma anche come punto di studio e di riferimento propositivo del Governo e per la comunità nazionale tutta, attraverso la massima evidenziazione e l’elaborazione  delle informazioni presenti nella sua banca dati; 2) consentire la consultazione aperta a tutti i lavoratori italiani sul sito dell’Istituto per conoscere la propria posizione previdenziale e quanto questa presumibilmente sarà destinata a fruttare quando ci si ritirerà dalla vita attiva. Quest’operazione “che vedrà impegnati nei prossimi mesi tutti i dipendenti dell’Istituto” è stata chiamata da Boeri “la mia pensione“; 3) un’attenzione massima all’unico vero volto dell’INPS che vedono gli utenti: gli sportelli dell’Istituto, il decoro degli ambienti di accoglienza dei cittadini, il modo e le maniere di rispondere alle loro esigenze; 4) la caratterizzazione, infine, dell’INPS non più e non tanto come ente previdenziale, quanto come “istituto della sicurezza sociale, intesa prioritariamente come argine contro la povertà“.

 Il saluto del Presidente Boeri al personale dell’INPS

Riportiamo anche l’intervista di Tito Boeri al Corriere della Sera di ieri 3 marzo 2015 sui programmi di welfare e sulla governance dell’INPS.

BOERI SU INPS – Corriere della sera 3 marzo 2015 

Il nuovo Direttore generale dell’INPS: Massimo Cioffi.

logo inps                CIOFFI

Nell’attuale stravagante assetto della governance del più grande Ente previdenziale d’Europa (vedi), il ruolo del Direttore generale – avente anch’esso natura di “Organo di gestione” – è praticamente equivalente (se non superiore per il fatto di essere vertice della tecnostruttura e della gestione operativa) in termini di peso e di potere a quello della figura del Presidente (orfano quest’ultimo del Consiglio d’Amministrazione dall’anno 2008, in seguito ad uno dei tanti infelici ritocchi all’originario articolo 3 del decreto legislativo n. 479 del 1994 (vedi)). Questa necessaria premessa dà la misura dell’importanza della nomina di Massimo Cioffi a questa carica. Dopo trent’anni – cioè dal tempo di Gianni Billia, anche lui manager privato – la scelta del Direttore generale INPS  cade su un soggetto non interno alla tecnostruttura dell’Istituto.

Indicato dal Governo su concorde avviso del neo Presidente INPS Tito Boeri, la nomina di Massimo Cioffi – 54 anni, sposato, un figlio, esperto in organizzazione e gestione delle risorse umane, bocconiano, già direttore del personale dell’ENEL, svincolato dalla politica e dai sindacati – é, pertanto, una novità assoluta nella storia dell’Istituto.

Con l’assunzione di due “bocconiani” al vertice dell’INPS, il Governo Renzi lancia una forte sfida, tutta da comprendere e da giocare, per il futuro della previdenza e del welfare del nostro Paese.

Presentiamo l’estratto di una vecchia intervista dell’anno 2010 al nuovo Direttore generale dell’INPS.

 Le nostre interviste – Massimo Cioffi

Buco dell’INPDAP ed evasione contributiva dello Stato – Le quattro bugie.

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Da circa tre anni i più importanti organi d’informazione, supportati anche da dichiarazioni di autorevoli leader sindacali, affermano, senza lo straccio di una prova, che le Amministrazioni statali evadevano in massa il pagamento dei contributi previdenziali – all’INPDAP, ora INPS, e che – fatto gravissimo – ciò ha provocato il “buco” (anche la scelta delle parole ha sempre un senso) dell’INPDAP, trasferito poi all’atto della soppressione all’INPS. La “ricostruzione” urlata da tanti non é quella vera e, visto che i fatti e i dati hanno una loro provvidenziale cocciutaggine, ci siamo fatti carico di proporre agli organi di informazione una ben diversa storia, la cui fondatezza viene ora confermata da Giuliano Cazzola, noto esperto di previdenza ed ex Presidente del Collegio dei Sindaci sia dell’INPS che dell’INPDAP, sul sito  Sussidiario.net – RIFORMA PENSIONI E INPS/ quei numeri che smontano la leggenda dello Stato evasore – clicca qui –  e dal giornale della previdenza Il Punto – clicca qui.

Perché allora è stato creato questo polverone? Per attaccare un Ente previdenziale ormai defunto? Certo che no! L’attacco subdolo e mirato a intercettare e dirigere la rabbia e l’insoddisfazione delle persone è rivolto al mondo pubblico nel suo complesso, allo “Stato” che evade come e più dei privati. Brutti tempi quelli in cui ci si slancia contro i presìdi massimi del vivere in comunità nazionale.

Comunicato stampa – le 4 bugie sul buco dell’INPDAP e sull’evasione contributiva dello Stato.