BANCA D’ITALIA

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Nell’imminenza della Relazione annuale del Governatore della Banca d’Italia, presentiamo due articoli di quotidiani che illustrano diffusamente i mutamenti e le evoluzioni del ruolo della nostra Banca centrale, ancora uno degli elementi di punta dell’Amministrazione pubblica italiana.

La Repubblica 26 mag 2014 – La metamorfosi della Banca d’Italia

Il Foglio 3 feb 2014 – La riforma della Banca d’Italia

 

 

RISPOSTE SINDACALI AI 44 PUNTI DEL GOVERNO RENZI

RIVOLUZIONE GOVERNO

Pubblichiamo le risposte che la CIDA – Manager Italia e Alte professionalità, che riunisce la dirigenza pubblica e privata – e CGIL,CISL e UIL hanno inoltrato al Governo Renzi a proposito dei 44 punti della riforma della pubblica Amministrazione, annunciata per il prossimo giugno.

Risposta CIDA al documento Governo 30 aprile 2014

Risposte unitarie ai 44 punti del Governo – CGIL CISL UIL pa

I 44 PUNTI del Governo RENZI

Piattaforma ufficiale del Governo per l’incontro con i sindacati del 12 giugno 2014

EXPO’ 2015- Il ruolo delle istituzioni pubbliche.

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C’è un personaggio che  nella tangentopoli EXPO 2015 attrae attenzioni minori dei vari Frigerio e Greganti: Angelo PARIS. Eppure l’ormai dimissionato ex Direttore della pianificazione e acquisti EXPO 2015 spa è stato fino a 5 giorni fa il vertice operativo -sottordinato solo al Commissario Sala – di tutti i lavori in corso: era lui che decideva in magna pars l’organizzazione, l’agenda dei lavori e l’assegnazione degli appalti previsti per un importo di 2,129 miliardi di euro (vedi qui DPCM_15_giugno 2012 All_1): denaro del contribuente – è innanzitutto necessario specificare – affidato in gestione ad EXPO’ 2015 s.p.a (vedi).  E’ ad Angelo Paris che la “cupola” affaristica Greganti-Frigerio-Grillo si rivolgeva per pilotare l’assegnazione dei lavori alle ditte prescelte. E lui poneva una sola condizione pattizia alla sua collaborazione: “vi dò tutti gli appalti che volete se mi favorite“. Continua a leggere

CONSIGLIO DEI MINISTRI 30 APRILE 2014 SULLA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

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Decreto legge o disegno di legge delega non sono usciti dalla riunione odierna del Consiglio dei Ministri. Sono state, invece, enunciate le LINEE GUIDA DELLA RIFORMA DELLA PA, rinviando la presentazione dell’atto del Governo di proposta al Parlamento (il disegno di legge sarà varato il 13 giugno prossimo).

Nel frattempo i cittadini sono stati invitati ad inviare le loro considerazioni, proposte e suggerimenti al seguente indirizzo di posta elettronica:  rivoluzione@governo.it

Vediamo il comunicato presente sul sito web del Governo (CLICCA QUI) e il video you tube della conferenza stampa conclusiva – CLICCA QUI CONFERENZA STAMPA RENZI MADIA del 30 aprile 2014

Il punto sulle misure di spending review sugli stipendi dei dirigenti pubblici previste dal “Piano Cottarelli”

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Ferve il dibattito sulle misure di risparmio sul pubblico impiego previste per il 2014. In particolare diamo qui conto dei riferimenti specifici alle retribuzioni dei dirigenti pubblici presenti nel  Piano Cottarelli del 23 marzo 2014 – vedi qui testo integrale recentemente emanati e/o diffusi dal Governo.

Dalle ipotesi di intervento di Spending review di Cottarellli  sugli stipendi pubblici – vedi qui le slide specifiche-  pubblico impiego retribuzioni cottarelli slide  – si evince  che le retribuzioni LORDE degli alti dirigenti della pa italiana risultano superiori a quelle dei loro colleghi tedeschi, inglesi e francesi. Sulla oggettività delle metodologie di comparazione dei livelli retributivi – così come effettuata da vari studi recenti (leggi qui la voce.info sugli stipendi dei dirigenti pubblici italiani) – sono state già espresse precise riserve: prima fra tutte la non comparabilità degli importi lordi in presenza di sistemi di prelievo contributivo e tributario completamente differenti fra i diversi Paesi osservati.

Inoltre, pur con i suddetti rilievi metodologici, la retribuzione lorda dei dirigenti di seconda fascia italiani (che sono la grande maggioranza) risulta di poco superiore alla media (ultima riga della slide di pagina 15). La questione è sempre la stessa: perché si prendono a modello le retribuzioni dei dirigenti apicali e di 1a fascia che sono circa il 4% dell’intera popolazione dei dirigenti pubblici amministrativi (vedi qui) ?

Le retribuzioni complessive, infine, del pubblico impiego risultano dalla pagina 16 delle slide di Cottarelli come in linea nel 2012-2013 con la media delle retribuzioni del settore privato.

Sulla questione vedi anche un nostro approfondimento specifico: Clicca qui 

POLITICA E DIRIGENZA PUBBLICA – PRINCIPI COSTITUZIONALI

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In un momento di forte turbolenza quale quello presente, in cui le esigenze “di comunicazione” inducono ad affermazioni incaute in ordine al regime della dirigenza pubblica, ci pare il caso di ripubblicare le Sentenze storiche n 103 e 104 del 2007 della Corte costituzionale in ordine al tema dirigenza/spoils system/politica. Una politica debole e incapace di gestire le proprie lentezze si illude che la risoluzione dei propri mali possa essere affidata alla precarizzazione del regime della dirigenza. Dimenticando così che la funzione della burocrazia consiste nella traduzione in atti gestionali delle direttive politiche dentro un quadro di riferimento di stabilità, ordine, garanzia di imparzialità e buon andamento.

Tutelare il regime pubblicistico della dirigenza non significa difendere ottusamente privilegi di casta, ma salvaguardare uno dei sistemi di regole posto a tutela della democrazia. Politici e grande stampa confondono, più o meno volutamente – ma sempre colpevolmente – l’altissima burocrazia ministeriale, composta in maggioranza non da dirigenti di carriera, ma da giudici amministrativi, con la gran massa della dirigenza pubblica, i cui margini di autonomia nell’esercizio delle funzioni sono da sempre scarsi e facilmente condizionabili a livello ora politico, ora sindacale. Tali margini di autonomia vanno semmai accresciuti, non certo depotenziati. Chi vuole destrutturare la natura pubblica delle funzioni dirigenziali non lavora per il bene del Paese.

SENTENZA N 103 DEL 23 MARZO 2007 – redattore QUARANTA

SENTENZA N 104 DEL 23 MARZO 2007 – redattore CASSESE

Pubblichiamo infine, un interessante riassunto della questione “politica e regime della dirigenza pubblica” a cura di M. A. NOCE aggiornato alle disposizioni del d lgs 150/09.

 NOCE – Gli incarichi dirigenziali e il principio di imparzialità

Testo del D.L. n. 66 del 24 aprile 2014 convertito in Legge 23 giugno 2014, n. 89

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A una settimana dal Consiglio dei Ministri  che ha varato la manovra sugli sgravi IRPEF ai percettori di reddito inferiore ai 26.000 euro, agli sgravi IRAP e alle misure di risparmio corrispondenti (vedi Comunicato di Palazzo Chigi del 18 aprile scorso) oggi, 24 aprile 2014, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il testo del decreto-legge n. 66.

 decreto legge n  66 del 2014coordinato con legge n. 89 del 2014.

Si vedano in particolare l’articolo 13 recante il “limite al trattamento economico del personale pubblico e delle società partecipate”, l’art. 17 riguardante la “riduzione degli apparati politico istituzionali”, il titolo III riguardante il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni.

INPS – La ventennale discussione sulla governance degli Enti previdenziali – Giuseppe Beato

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La ventennale discussione sulla governance degli Enti previdenziali (ora praticamente solo INPS e INAIL) è lontana dal trovare un punto di equilibrio efficace. Su un solo concetto sono tutti d’accordo: così come è congegnata non va. Sul resto la soluzione è lontana.

Diamo conoscenza dell’articolo in materia pubblicato da Massimo Antichi sulla Voce.info del 15 aprile scorso – Massimo Antichi – COME DARE UN BUON GOVERNO ALL’INPS. Antichi non risparmia critiche alla relazione presentata dal gruppo di studio Valotti-Volpe-Bove nel giugno 2012 per l’allora Ministro FORNERO (vedi in questo sito cliccando qui) e, spunto teorico nuovo e stimolante, affronta il tema dei rapporti Ente-Ministero vigilante.

Fondamentale anche l ‘Avviso Comune sulla Riforma della Governance degli Enti previdenziali adottato da Confindustria e Sindacati nel giugno 2012.  Sicuramente il nucleo dei problemi da risolvere non risiede solo nella “monocraticità” degli organi di gestione – Presidente e Direttore generale. Ben prima, quando era presente il Consiglio di amministrazione così come riformato dal d.lgs 479/94, i rapporti fra questo organo, il CIV e il Direttore generale erano perlomeno “problematici”. Si veda in tal senso uno scritto “di storia antica” – 2002 – Giuseppe BEATO:  L’incerta riforma degli enti previdenziali pubblici – dove sono descritte le vicende che portarono all’adozione del modello duale e le problematiche di funzionamento subito emerse fin dai suoi albori. Un modello, quello duale, che non ha mai funzionato finora.

Chi ha vissuto da vicino le vicende delle ripetute tentate riforme della governance INPS e della dinamica concreta dei rapporti fra gli organi conosce le difficoltà e le strettoie nelle quali si dovrà confrontare qualunque ipotesi riformatrice. Le aporie che rendono complicato il governo della previdenza italiana si possono sintetizzare in due corto circuiti fra poteri: a) chi è il “riferimento” dell’Organo di vertice gestionale (Presidente o Consiglio di amministrazione che siano)? in altri termini, a chi risponde quest’Organo? Al Ministro del Lavoro -legittimamente vigilante a nome del Governo della Repubblica e titolare della designazione – oppure al Consiglio di indirizzo e vigilanza, rappresentante degli Iscritti (Sindacati) e dei datori di lavoro (Confindustria, Associazione dei Comuni, delle Regioni, rappresentanti dei Ministeri) e istituito sul modello del consiglio di sorveglianza tedesco? Nei venti anni trascorsi il riferimento reale dell’Organo di vertice gestionale è stato sempre il Ministro del Lavoro, circostanza in sé corretta, ma che tuttavia elide i poteri dell'”Consiglio di indirizzo e vigilanza (CIV)” che non è titolare, come in qualunque modello duale efficiente, del potere di sfiduciare e rimuovere l’Organo gestionale. b) Qual’è l'”accredito” che gli stakeholder presenti in CIV forniscono a tale Organo? in altri termini le centrali sindacali, la Confindustria, l’ANCI, le Regioni si rapportano alle dinamiche dell’Istituto attraverso i propri componenti in CIV oppure direttamente? E’ evidente che, se prevale l’ipotesi di un coinvolgimento diretto – non mediato dal CIV – nelle decisioni strategiche dell’Istituto – come peraltro accade attualmente – viene a crollare uno dei due piloni fondamentali dello schema duale di governance teoricamente introdotto venti anni fa. Se  i poteri dell’Organo di indirizzo e vigilanza, che è il soggetto “motore” nel modello duale tipo, sono appannati – quando non vanificati – in qualunque decisione strategica adotti l’INPS, salta il cardine stesso del modello.

In altra (opposta)  ipotesi, c’è chi gradirebbe un “rientro” del Sindacato nel Consiglio di amministrazione e l’abbandono del modello duale. Tale modello di governance, in vigore prima della riforma del 1994, trova l’opposizione di chi non intende conferire ai soggetti sociali il potere di gestione della previdenza e del welfare italiani.

Eppure i modelli possibili di governance non sono che due! duale “pieno” (con organo di gestione unico e organo di vigilanza) oppure con Consiglio di amministrazione rappresentativo delle parti sociali e imprenditoriali. Tertium non datur.

Sicuramente la situazione attuale in INPS, caratterizzata dalla monocraticità degli Organi di gestione e da una scarsissima presenza del CIV nelle vicende strategiche, non consente all’INPS (e all’INAIL) di svolgere appieno, a vantaggio della comunità nazionale e delle forze politiche, quelle funzioni di elaborazione, dibattito, proposta e verifica delle strategie previdenziali e di welfare che tanto sarebbero necessarie. In altri termini, l’Istituto della previdenza e del welfare italiano svolge funzioni meramente strumentali e non è il luogo dove le forze sociali e politiche dibattono, approfondiscono e verificano la fattibilità di ipotesi di sviluppo del welfare italiano. Una falla evidente, visto il prezioso patrimonio di dati, informazioni e know how presente in INPS.

A nostro avviso, la soluzione inevitabile, se ci si vorrà muovere nel quadro del modello duale tedesco, non potrà che essere la “restituzione” all’organo di indirizzo e sorveglianza del potere di “dichiarare” la propria sfiducia all’Organo gestionale futuro, lasciando al Governo – legittimo titolare dell’indirizzo politico generale, nonché finanziatore diretto della politica previdenziale e assistenziale del Paese con 100 miliardi di euro di fiscalità generale annualmente trasferiti all’INPS – il potere di ultima istanza sulla fiducia all’Organo di gestione. La problematica politica vera della riforma della governance dell’INPS e dell’INAIL ruota tutta intorno a questo punto.

Giuseppe Beato.

Le tre proposte di legge – clicca qui

AUDIZIONE DEL MINISTRO MADIA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

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Pubblichiamo il testo dell’audizione tenuta il 2 aprile 2014 presso le Commissioni I e XI della camera dei deputati dal Ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia.

CLICCA QUI PER GUARDARE IL VIDEO DELL’AUDIZIONE

 Relazione Ministro MADIA

Questo sito aveva già accolto nel giugno 2013 la proposta di una di staffetta generazionale nel pubblico impiego (vedi qui), lanciata da Oriano Giovanelli, che ora è stata integralmente ripresa nel piano del Ministro.

Distribuzione delle pensioni per classi di reddito e spesa complessiva

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Dal casellario dei pensionati dell’INPS al 31 dicembre 2012 è possibile desumere il numero delle pensioni in pagamento per le varie fasce di reddito – corrispondenti a multipli della pensione minima – e l’importo di spesa pensionistica complessivo per ciascuna fascia di reddito. Presentiamo due tabelle, quella originale INPS e un’altra meglio leggibile, con gli importi in questione. Emergono le seguenti evidenze:

  • il 68% dei pensionati italiani percepisce una pensione non superiore ai 1.443 euro lordi mensili;
  • entrando in un range più ampio – comprendente le pensioni fino a 5.291 euro lordi mensili – il numero di pensionati ascende al 99% del totale con 258 miliardi circa di spesa sui 270 annui complessivi; 
  • dai 5.291 euro lordi mensili in sù – si noti che era questo il limite minimo di intervento previsto dalla proposta di legge Meloni (atto camera n 1253 del 21 giugno 2013) per operare la manovra di prelievo sulle “pensioni d’oro” – la spesa pensionistica complessiva è di 12,3 miliardi di euro per 136.299 pensionati sul totale complessivo di 16,5 milioni di pensionati;
  • se poi limitiamo il campo di osservazione a quelle che correttamente possono essere qualificate come “pensioni d’oro”, vediamo che le pensioni in pagamento superiori ai 10.101 euro lordi al mese sono n. 9.008 (pari allo 0,052 % di tutte le pensioni) e impegnano una spesa  di 1,5 miliardi di euro sui 270 di spesa complessiva per pensioni dell’INPS.

Dati INPS – Casellario pensioni

Classi di reddito delle pensioni 2012

 

 

IL TESTO DELIBERATO SULLA RIFORMA DEL SENATO E DEL TITOLO V

Pubblichiamo il testo approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri di riforma costituzionale del Senato della Repubblica e del titolo V della Costituzione e quello deliberato dal Senato in prima lettura l’8 agosto ultimo scorso.

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 Senato della Repubblica – Testo della Riforma costituzionale del Senato e del Titolo V approvato in prima lettura l’8 agosto 2014

Utile consultare anche la scheda di sintesi dei provvedimenti proposti dal Governo, nonché le slide illustrative. Ci pare interessante richiamare l’attenzione, al di là delle discussioni in campo sulla composizione del “Senato delle Autonomie”, sulle funzioni legislative previste per il nuovo Senato: su alcune materie, tutte riguardanti il regime delle autonomie locali, il nuovo Senato avrebbe la facoltà di esprimere proposte di modifica alla Camera dei deputati, che legifera comunque in ultima istanza; le proposte di modifica deliberate dal Senato potrebbero essere superate dalla Camera solo con un quorum rafforzato. Si evince chiaramente che il modello di nuovo Senato delle Autonomie guarda al modello tedesco del Bundesrat, che funziona. In questo senso, l’idea di rifarsi a modelli esistenti non è errata in sé: si tratta,tuttavia, di essere capaci di farlo funzionare anche in Italia, perché non basta copiare un modello, ma bisogna anche adattare i vari specifici congegni approntati affinché questo modello funzioni effettivamente.

Scheda di sintesi del ddl_costituzionale 31 marzo 2014

 Slide illustrative del progetto di riforma costituzionale del 31 marzo 2014

RETRIBUZIONI DIRIGENZIALI di risultato e valutazione della performance

 Il Messaggero 28 mar 2014 – blocco dei premi per il 2014

Pubblichiamo, ponendoli in correlazione, un articolo del quotidiano “Il Messagero” sul pagamento delle retribuzioni accessorie ai dirigenti pubblici per l’anno 2014 e la Relazione sulla performance nelle Amministrazioni centrali nel 2012, pubblicata sul sito dell’ANAC lo scorso 21marzo. In tutti e due le fonti appare evidente come il nodo ancora da sciogliere delle retribuzioni alla dirigenza pubblica passa attraverso la valutazione delle performance e della conseguente differenziazione dei livelli di raggiungimento degli obiettivi. In questo senso molto deve essere ancora fatto. La Valutazione della dirigenza pubblica, per guadagnare credibilità agli occhi dell’opinione pubblica, deve essere obiettiva (cioè non autoreferenziale) e non fittizia – quando l’85% delle valutazioni dei dirigenti di I fascia si attesta al massimo, le stesse non possono essere considerate credibili (si vedano in tal senso le pagine 61-66 del rapporto ANAC). Infine la valutazione delle performance deve riguardare la dirigenza di tutte le Amminisitrazioni pubbliche, quindi non solo Ministeri, Enti di ricerca ed Enti pubblici nazionali, ma Comuni, Regioni, aziende ed enti territoriali collegati, aziende sanitarie, scuole, università. Finora nessuno è riuscito a portare l’Italia a questo livello minimo di progresso delle sue istituzioni pubbliche.

 ANAC – Relazione sulla performance delle Amministrazioni centrali 2012

I contenuti del convegno del 25 marzo 2014 sulla riforma della dirigenza pubblica.

Presidenza del Consiglio

A ridosso del convegno tenutosi lo scorso 20 febbraio 2014 a Milano sulla “Pa che vogliamo(vedi), la Scuola Nazionale dell’Amministrazione ha organizzato un altro convegno presso la Presidenza del consiglio dei ministri a Roma il 25 marzo 2014  (vedi locandina) sulla “Proposta dell’Università Bocconi per la riforma della dirigenza nella PA centrale“.

Pubblichiamo le slide presentate, la videoregistrazione  e una nostra sintesi critica.

Giovanni Valotti – Nicola Bellè – I manager pubblici che vogliamo (e-book)

Unibocconi – dieci punti per riformare la P.a. centrale

Valotti- Bellè: i manager pubblici che vogliamo – Slide_25 marzo 2014

You tube – Videoregistrazione del convegno “Una proposta di riforma della dirigenza dell’amministrazione centrale”

Radio radicale – Audio registrazione dei diversi interventi al Convegno. 

 Sintesi critica del convegno SNA sulla dirigenza del 25 marzo 2014

Consiglio di Stato e Capi di gabinetto

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Pubblichiamo un link a un articolo di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera del 23 febbraio 2014 a proposito delle distorsioni generate dalla confusione di ruoli fra funzioni giurisdizionali e funzioni amministrative negli alti incarichi presso i Ministeri.

Capi di gabinetto e dirigenti inamovibili – Il potere ombra cresciuto nei Ministeri.

Vedi su questo tema il pensiero della nostra Associazione: Funzioni non svolte e attività reali dei gabinetti ministeriali – Antonio Zucaro

SPENDING REVIEW – IL PIANO COTTARELLI

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Ecco il “Piano Cottarelli” in 72  slide….leggiamole insieme e vediamo cosa ci aspetta.

 Il piano Cottarelli – marzo 2014

VEDI ANCHE IL PIANO COTTARELLI SULLA RAZIONALIZZAZIONE DELLE SOCIETA’ PARTECIPATE

RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE -ISTITUZIONE DELL’ASSEMBLEA DELLE AUTONOMIE

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VEDI SU QUESTO SITO – CLICCA QUI – IL TESTO DEFINITIVAMENTE APPROVATO DAL GOVERNO IL 31 MARZO 2014

Pubblichiamo la bozza di disegno di legge costituzionale in via di presentazione al Parlamento.

Linee direttrici:

  • Abolizione del Senato ed istituzione dell’Assemblea delle autonomie, rappresentativa delle istituzioni territoriali;
  • Abolizione delle province;
  • Abolizione del CNEL – Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro;
  • Revisione del titolo V della Costituzione, con eliminazione della legislazione concorrente, attribuzione allo Stato della normazione di materie esplicitamente e tassativamente indicate e attribuzione alle Regioni della “potestà legislativa in riferimento ad ogni materia e funzione non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”.

Ad un prima lettura dell’articolo 117 balzano agli occhi, per le materie strettamente attinenti alla pubblica amministrazione, i seguenti aspetti: 1) la tutela della salute non é attribuita alla legislazione statale (che mantiene tuttavia la legislazione sui “livelli essenziali delle prestazioni”  – lett m); 2) protezione civile, commercio con l’estero, trasporti, turismo energia alla legislazione statale – lett u) v) z); 3) coordinamento della finanza pubblica e sistema tributario alla legislazione statale  – lett e); 4) norme generali sul procedimento amministrativo e disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche alla legislazione statale  – lett g).

Saluteremo con particolare favore proprio quest’ultima disposizione costituzionale che consentirebbe alla legislazione statale di regolare uniformemente qualunque riforma della Pa, evitandosi così ciò che si verifica attualmente: le disposizioni delle varie leggi 165, 150, “spending review” e simili, nei confronti delle autonomie locali, hanno valore di “determinazione dei principi generali”, con il risultato effettivo che l’applicazione concreta di tali leggi si concretizza sempre solo sulle Amministrazioni statali e sugli Enti pubblici non economici, lasciando  fuori dal perimetro riformatore la gran parte delle pubbliche amministrazioni italiane.

 Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte seconda della Costituzione

LE SLIDE DI MATTEO RENZI

Tutti abbiamo conosciuto il potere un po’ ipnotico delle slide presentate durante un convegno o in un corso di formazione. Qui però non è di scena un professorino di scienza dell’organizzazione o di teorie economiche; qui c’è un Presidente del Consiglio che, presentando le slide, si impegna alla realizzazione dei punti programmatici in esse contenuti: le slide non sono solo “esemplificazioni” ma impegni….le slide sono “pietre” potremmo dire: se non verranno realizzate, il loro contenuto diventerà la rappresentazione plastica di un fallimento (ricordiamo il “contratto con gli italiani” che Silvio Berlusconi presentò a Porta a porta durante la campagna elettorale 2001 e il suo impegno che “in caso di mancata realizzazione di almeno 4 dei 5 punti del programma non mi candiderò alle prossime elezioni“). Speriamo per noi e per i nostri figli che la storia non si ripeta.

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COME SI PAGANO I 68 MILIARDI DI DEBITO DI SPESA ALLE IMPRESE CREDITRICI DELLO STATO?

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Per comprendere i meccanismi dell’operazione di sblocco dei crediti alle imprese annunciati oggi 12 marzo dal Presidente del Consiglio Renzi ascoltiamo questa intervista di  Franco Bassanini. Si assegnerà una garanzia dello Stato ad operazioni di sconto presso il sistema bancario dei crediti vantati dalle imprese nei confronti delle Pubbliche amministrazioni. Le banche che concederanno questi sconti acquisiranno nel proprio patrimonio crediti sicuri perché garantiti dallo Stato. Questa operazione è stata già effettuata in Spagna.

L’intervista del Presidente della Cassa depositi e prestiti è stata rilasciata ad Alan Friedmann lo scorso 18 novembre 2013.

Corriere della Sera.it – Intervista di Franco Bassanini ad Alan Friedman

BUROCRAZIA: LA RIVOLUZIONE POSSIBILE

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A proposito di riforma della Pubblica Amministrazione, tema cardine del programma del prossimo Governo, pubblichiamo un documento della nostra Associazione.

 Burocrazia la rivoluzione possibile