In merito al dibattito pubblico originato dalla volontà del Governo di “sospendere dal servizio entro 48 ore” gli impiegati pubblici scoperti a falsificare il sistema di registrazione delle entrate e uscite dall’ufficio, pubblichiamo il testo non ancora definitivo del relativo decreto legislativo emanato – clicca qui – e il pensiero del Presidente della nostra Associazione, Antonio Zucaro, che, lungi dal voler difendere ciò che è indifendibile, colloca tuttavia la campagna promossa dal Governo e le modalità giuridiche specificamente previste in una giusta luce.
Archivi categoria: Riforma della pubblica amministrazione
Riforma costituzionale: il testo definitivo.
L’Assemblea della Camera dei deputati ha approvato ieri il testo del disegno di legge costituzionale n. 2613-B senza emendamenti rispetto a quello già deliberato dal Senato in prima lettura, lo scorso 13 ottobre 2015. Ciò significa che, salva la seconda lettura nei due rami del Parlamento – che avverrà entro il prossimo mese di aprile 2016 – il testo della riforma che presentiamo qui sotto può considerarsi definitivo. Come noto, l’articolo 138 ella Carta costituzionale prevede al secondo e terzo comma che, ove in seconda lettura non sia raggiunto il quorum di due terzi dei voti favorevoli, la legge possa essere sottoposta a referendum popolare confermativo.
13 ott 2015 – Testo definitivo della Riforma costituzionale
Alfredo Ferrante – Dirigenza pubblica a rischio caos.
Pubblichiamo il link a un articolo pubblicato su La Voce.info dello scorso 31.12.2015 di Alfredo Ferrante, Presidente dell’Associazione ex-allievi della Scuola Nazionale dell’Amministrazione, nel quale vengono lucidamente analizzate la conseguenze che rischiano di derivare dalle previsioni dell‘articolo 11 della legge n. 124/2015 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” – vedi – in ordine al regime della dirigenza pubblica italiana. Condividiamo in toto analisi e valutazione sui rischi a cui porta la prevista sostanziale cancellazione del diritto all’incarico, in radicale dissenso da tutte quelle “correnti di pensiero” che ritengono che la chiave per un buon governo della Pubblica amministrazione stia nella precarizzazione del ruolo dirigenziale sul modello dell’impresa privata (clicca qui per approfondire). Al contrario, la compressione del principio della stabilità del posto dirigenziale, già posto in grave difficoltà da vent’anni di interventi legislativi (vedi qui l’excursus storico-normativo), da tempo manifesta nelle evidenze degli scandali emersi la lesione di quel principio di imparzialità amministrativa, che, lungi dall’ essere un pretesto sostenuto dalla dirigenza pubblica per difendere i suoi interessi corporativi, è (sarebbe) una garanzia per tutti.
Link all’articolo di Alfredo Ferrante su La Voce.info – la dirigenza pubblica a rischio caos
Giovanni Urbani – Valutazione delle performance e ruoli unici dirigenziali.
Riproduciamo dal Quotidiano Enti locali & Pa del Sole 24 ore – vedi – dello scorso 21 dicembre 2015 un articolo di Giovanni Urbani, dirigente pubblico esperto in materia di valutazione, di stretta attualità e interesse. L’autore evidenzia la circostanza per la quale l’articolo 11 della legge n. 124/2015 di “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” stabilisca criteri per l’attribuzione, la revoca di incarichi e per le retribuzione dei dirigenti pubblici, ma stabilisca un collegamento fra tali previsioni e valutazione delle performance basato su “generiche dichiarazioni d’intenti“, che, invece, é fondamentale per tenere in piedi tutto il sistema di gestione dei previsti ruoli unici della dirigenza pubblica.
G.URBANI – Alla valutazione delle performance servono requisiti e nomine indipendenti.
Il numero di dicembre 2015 della nostra rivista on line “Nuova Etica Pubblica”.
Il nuovo numero della rivista è dedicato alla parita’ di genere nella Pubblica Amministrazione.
Gianfranco Rebora – Un progetto di transizione delle Pubbliche amministrazioni da qui all’anno 2020.
Riproponiamo il Liuc paper n. 260 del novembre 2012, scritto dal prof. Gianfranco Rebora della Libera Università Cattaneo di Castellanza, nonché componente del Comitato scientifico della nostra Associazione, su un progetto di transizione delle pubbliche amministrazioni nell’orizzonte 2020.
Partendo dalla constatazione, ormai pacificamente condivisa da tutti, del mancato successo del ciclo di riforme nel ventennio 1990-2010, l’autore proponeva un esame critico dei limiti degli strumenti fin qui usati e, a seguire, un quadro generale di interventi necessari per un vero rinnovamento delle pubbliche amministrazioni di qui all’anno 2020. E’ sufficiente la sola idea di una prospettiva pluriennale necessaria per favorire il rinnovamento della Pa italiana ad accreditare questo studio come contributo serio ed approfondito alla pluridecennale vicenda ancora in corso.
Gianfranco Rebora – TRASFORMARE LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
L’organizzazione centrale dello Stato italiano.
Riproduciamo due serie di slide, utili per una raffigurazione completa e immediata degli Organi e Autorità in cui si articola lo Stato centrale e dell’Organizzazione dei vari Ministeri in cui si compone l’Amministrazione centrale.
Si applica la riforma dell’articolo 18 al pubblico impiego?
La questione riguarda tre milioni di lavoratori pubblici italiani: si applicano a loro le disposizioni normative di cui all’articolo 3 decreto legislativo n. 23 del 4 marzo 2015 (vedi qui) che hanno sostituito l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (Legge 300/1970 – vedi qui)? La norma in questione ha introdotto la facoltà del giudice di dichiarare estinto il rapporto di lavoro con la condanna del datore di lavoro al solo pagamento di un’indennità. Tale facoltà del giudice, peraltro, é preclusa nei casi in cui il giudice accerti che il licenziamento sia avvenuto con atto discriminatorio e/o senza giustificato motivo oggettivo e soggettivo o per giusta causa, con successivo ordine di reintegro del lavoratore licenziato.
Sulla questione dell’applicabilità all’impiego pubblico è intervenuta la recente sentenza della Corte di Cassazione n. 24157/2015, che pubblichiamo qui sotto, che affermato “l’applicabilità (al pubblico impiego -n.d.r.) del nuovo testo dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori” (peraltro il testo cui si fa riferimento nella sentenza è quello della precedente “legge Fornero” del 2012, non dell’ultimo decreto legislativo di quest’anno). Tale sentenza ha riportato agli onori delle cronache una polemica mai sopita, della quale diamo conto con i pareri di Pietro Ichino (vedi qui) e di Umberto Romagnoli (vedi qui) – ambedue sostenitori dell’applicabilità del Jobs act ai lavoratori pubblici – e del Ministro Marianna Madia (vedi qui) che annuncia un chiarimento definitivo della questione in occasione dell’emanazione del testo unico del pubblico impiego.
Vale, infine, la pena di ricordare che nell’impiego pubblico l’ipotesi di licenziamento per “soprannumero ed eccedenze di personale ” è minutamente regolata dall’articolo 33 del d. lgs. n. 165/2001 (vedi qui).
Cassazione n. 24157/2015 pubblico impiego
Il numero di luglio 2015 della Rivista “Nuova Etica Pubblica”.
Riproponiamo l’ultimo numero della rivista della nostra Associazione “Nuova Etica Pubblica” diretta da Daniela Carlà sul tema: “Il contrasto alla corruzione nella pubblica amministrazione: legalità e trasparenza“.
Nuova Etica Pubblica luglio 2015
Politiche pubbliche e territorio: decisori in rete.
13 nov 2015 – Il tema del convegno di Avellino.
Pubblichiamo la registrazione video degli interventi dei partecipanti al Convegno tenutosi nei locali della Provincia di Avellino lo scorso 13 novembre 2015 sulla tematiche delle politiche pubbliche sul territorio e sulla coesistente necessità per le Amministrazioni pubbliche di “fare rete“, meglio, di applicare i principi di “sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione” previsti dall’articolo 118 della Carta costituzionale. Il prossimo numero di gennaio 2016 della nostra rivista on line “Nuova etica pubblica” sarà interamente dedicato a questi temi e farà tesoro dei contenuti emersi nel convegno.
Introduzione di Daniela Carlà, Direttrice della rivista “Nuova etica pubblica” – clicca qui.
Carlo Sessa, Prefetto di Avellino – clicca qui.
Serena Angioli, Assessore della Regione Campania per i fondi europei – clicca qui 1 clicca qui 2.
Antonella Ciaramella, Vice-presidente della “Commissione semplificazione” del Consiglio regionale della Campania – clicca qui.
Domenico Gambacorta, Presidente della Provincia di Avellino – clicca qui.
Relazione al convegno di Antonio Zucaro, Presidente dell’Associazione “Nuova etica pubblica” – clicca qui.
Dario Ciccarelli, Direttore della Ragioneria territoriale dello Stato di Avellino – clicca qui.
Agostino Della Gatta, Consigliere nazionale dell’Associazione Alberghi Diffusi – clicca qui.
Maria Luisa Palma, Direttrice della Casa circondariale di Benevento – clicca qui.
Sandro Mameli, Responsabile del Dipartimento Management della Scuola Nazionale dell’Amministrazione – clicca qui.
Gianluigi Mangia, Professore di Organizzazione aziendale all’Università “Federico II” di Napoli – clicca qui.
Conclusioni di Paolo De Joanna, Presidente dell’OIV del Ministero Economia e Finanze e consigliere del Presidente della Regione Campania – clicca qui 1 clicca qui 2 .
Statistiche dei ricorsi pendenti e definiti al TAR e al Consiglio di Stato.
267.000 i ricorsi pendenti al TAR a tutto l’anno 2014. Sono 292.273 considerando anche il carico pendente al Consiglio di Stato, come chiarito dalla relazione inaugurale di Giorgio Giovannini – Presidente del Consiglio di Stato – dell’anno giudiziario 2015. C’è una tendenza consolidatasi negli ultimi 4 anni alla diminuzione del carico pendente sia ai TAR che al Consiglio di Stato. Dalla relazione citata, la Repubblica Affari e finanza ha tratto ieri 16 novembre un articolo di Roberto Mania sull’Italia produttiva “bloccata dai ricorsi al TAR” (vedi qui). Ottima la stampa come sempre a denunziare, scarso o inesistente qualsivoglia contributo di idee alla risoluzione di un problema che comunque esiste. Dal punto di vista dei dati presentati da La Repubblica, molto meglio andare alla fonte succitata e alle tabelle statistiche in coda alla relazione: da queste ultime si evince, fra l’altro, che 160.000 delle 267.000 pendenze ai TAR riguardano i Tribunali regionali con sede in tre sole città: Roma, Catania e Napoli. La dotazione di Magistrati e di personale in queste tre Sedi corrisponde al carico di lavoro pendente?
Inaugurazione 2015 Consiglio di Stato
Politiche pubbliche e Territorio – Convegno ad Avellino.
La riforma del settore della “sicurezza pubblica e contrasto alla criminalità”.
Ennio Di Francesco è figlio di un Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri. Lui stesso è stato per tre anni ufficiale di complemento dell’Arma dei Carabinieri e per trentacinque anni funzionario di Pubblica Sicurezza. E’ stato tra i promotori del percorso democratico che condusse alla legge 121/81 che sancì il riscatto di dignità professionale e sociale e i diritti prima negati per “tutti i tutori dell’ordine” (vedi qui un riepilogo critico della Legge in occasione del suo trentennale). E’ autore del libro-testimonianza Un Commissario (ultima edizione Castelvecchi 2014) con prefazioni di Norberto Bobbio, Gino Giugni, Marco Tullio Giordana, Giancarlo De Cataldo e Don Andrea Gallo. ( vedi qui).
Pubblichiamo qui la nota che Di Francesco inviò al Presidente del Consiglio Renzi lo scorso anno 2014, in occasione del varo del disegno di legge di riforma delle pubbliche amministrazioni, poi trodottosi nelle Legge n. 124 dello scorso 7 agosto 2015. Il riferimento normativo di quanto allora scritto va, quindi, ricercato nelle previsioni di cui all’articolo 8, comma 1, lettera b) – clicca qui. Il nucleo centrale della nota risiede nella proposta di istituire presso il Ministero dell’Interno un “Segretariato generale per l’ordine e la sicurezza pubblica” con i “poteri di ordinanza vincolante per quanto attiene al settore “ordine e sicurezza pubblica” nei confronti del Direttore di Polizia di Stato, del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e del Comandante Generale della Guardia di Finanza.
Le tesi di Di Francesco meritano un’attenta lettura ed analisi, ma…….la discussione con i Carabinieri e la Guardia di Finanza è aperta!!!
La dirigenza pubblica e la riforma delle pubbliche amministrazioni.
Pubblichiamo la relazione tenuta del Presidente della Federazione CIDA funzione pubblica, prof. Giorgio Rembado al XVIII Congresso tenutosi a Roma lo scorso 30 ottobre 2015. La relazione in questione é degna di attenzione perché svolge un esame – a tratti anche autocritico per la categoria dirigenziale pubblica – sui motivi per i quali i tentativi di riforma degli ultimi 25 anni sono andati tutti sostanzialmente a vuoto. Nelle conclusioni finali, Rembado sottolinea l’esigenza vitale del “superamento della solitudine del dirigente“, possibile ove siano costituiti e gestiti in rete “luoghi di confronto delle esperienze e di consolidamento delle diverse identità professionali“: quanto a dire che la dirigenza pubblica é forse l’unico ceto dirigente di questo Paese (vedi, al contrario, i dirigenti privati, i magistrati , i vari ordini professionali, le banche, etc) che non ha una rappresentanza e una voce unitaria di categoria. Elemento quest’ultimo di fortissima debolezza per tutti. Vedi anche il sito della Federazione:clicca qui.
RELAZIONE del Presidente CIDA funzione pubblica
La legge n 121 del 1° aprile 1981 – Ordinamento della pubblica sicurezza.
Riproponiamo qui il testo della legge di riforma dell’Ordinamento della pubblica sicurezza corredato dall’illustrazione e commento del dr. Ennio Di Francesco, storico Commissario di Pubblica sicurezza.
Nuovo Ordinamento dell’Amministrazione di pubblica sicurezza.
Il trentennale della riforma dell’Ordinamento di pubblica sicurezza.
La Governance negli Enti locali, un problema irrisolto.
“Amministrazioni parallele”: questo il modo di raffigurare la pubblica amministrazione italiana utilizzato dallo storico Guido Melis nel suo indimenticato saggio del 1988 (vedi qui “Due modelli di Amministrazione fra liberalismo e fascismo“): era la fotografia di un Paese che non riusciva, dall’Unità d’Italia in avanti, a configurare un modello omogeneo di governance degli uffici pubblici condiviso da tutti – politica, operatori dell’Amministrazione pubblica e cittadini. Continua a leggere
I destini del FORMEZ e la pubblica Amministrazione del Meridione.
Nel momento in cui il dibattito sulla condizione dell’Italia meridionale ritorna all’attenzione dei più – vedi qui Rapporto SVIMEZ 2015 sul Mezzogiorno d’Italia , continua a sfuggire all’attenzione della politica la circostanza fondamentale secondo cui l’efficienza della Pubblica Amministrazione è condizione primaria perché possa essere avviata una qualunque politica pubblica nazionale per la risoluzione dei mille problemi sociali ed economici che la metà del nostro Paese ancora incontra sul suo commino. In questa ottica, lo smantellamento in corso di FormezPA previsto dall’articolo 20 del DL n 90/2014 in Legge n 114/2014 – vedi – costituisce la peggiore risposta che si possa dare. Formez PA è – in termini di conoscenze, relazioni e processi di sviluppo – un punto di riferimento consolidato per centinaia di amministrazioni pubbliche.
Invitiamo pertanto tutti a firmare la petizione che chiede lo “STOP ALLA CHIUSURA DELLA SEDE DI NAPOLI DI FORMEZPA“
clicca qui per conoscere i termini della questione e per FIRMARE LA PETIZIONE.
Massimo Cacciari – La formazione della élite burocratica.
Sul numero de “L’Espresso” della scorsa settimana é comparso un articolo di Massimo Cacciari, che riproduciamo qui sotto, nel quale si fa una preciso e continuato richiamo ai canoni de “Il Principe” di Machiavelli (chissà, magari per vellicare l’orgoglio dell’altro fiorentino oggi al potere) e per sostenere che un “capo nuovo”, che voglia effettivamente costruire una sua leadership, non può affidarsi solo ai suoi uomini fedeli. E’ necessario che egli, coraggiosamente, selezioni “burocrazie intelligenti, motivate e relativamente autonome rispetto ai tempi e alle scadenze dell’azione politica“. “E’ l’equilibrio fra élite politica ed élite burocratica a decidere la qualità dello Stato”.
Il pensiero di Cacciari può essere facilmente accostato a quello di Giuseppe De Rita – vedi qui.
Massimo Cacciari- Se un leader ha paura di quelli bravi
Le 4 Leggi Bassanini degli anni ’90.
Doveva essere “la spallata” al lungo sonno delle pubbliche amministrazioni italiane: in effetti “spallata” fu, tuttavia il saldo finale, a circa vent’anni da quelle 4 leggi non sembra confortante. Presentiamo una sintesi delle 4 leggi Bassanini, il loro testo originario (in seguito più volte rimaneggiato), l’elenco delle deleghe e dei decreti legislativi emanati e il riferimento al testo vigente tramite link a “Normattiva”.
Testo originario LEGGI BASSANINI
Legge n. 59 del 15 marzo 1997.
Elenco delle deleghe contenute nella Legge 15 marzo 1997 e dei decreti legislativi emanati
Legge n 127 del 15 maggio 1997. Bassanini bis.
Legge n 191 del 16 giugno 1998. Bassanini ter.
Legge n 50 dell’8 marzo 1999. Bassanini quater.
Crisi del Sud-Italia – Preziose opportunità e istruzioni per l’uso.
Abbiamo già dato conto lo scorso mese di luglio del Rapporto SVIMEZ sul Mezzogiorno d’Italia – vedi qui. Sono prevalsi in quei giorni i soliti e stagionati toni di lutto per il divario ancora esistente fra Nord e Sud Italia, conditi con un nuovo slogan “Nel corso della recessione economica, dal 2008 l’Italia meridionale è andata peggio della Grecia”. Continua a leggere