Le legge sugli appalti pubblici scritta in modo barbaro.

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Vecchi dirigenti pubblici di carriera, quali noi siamo, avvampano d’imbarazzo al pensiero che un testo di legge – predisposto negli uffici di un Ministero e consegnato, prima ai responsabili politici e istituzionali, poi alla Gazzetta ufficiale – possa essere infarcito con ben 181 refusi, fra quali anche errori di ortografia. Continua a leggere

La Turchia di Erdogan e il rispetto dei diritti.

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Rinviamo al sito Corriere.it nel quale é pubblicato l’articolo del prof. Sabino Cassese sulla situazione in Turchia – clicca qui. Nel condividere appieno i suoi contenuti – anche con riferimento al concetto secondo cui “ciascun Paese deve rispondere anche agli altri Paesi e alla comunità internazionale dei propri atti in materia di salvaguardia dei diritti e della democrazia” – esprimiamo la nostra solidarietà con le decine di migliaia di colleghi turchi, funzionari, magistrati, poliziotti, docenti, licenziati ” ad nutum “, senza procedure di sorta, solo per il venir meno del rapporto di fiducia con il Sultano di Istanbul, che si pretende più forte dopo il fallito colpo di Stato militare.

Epurazioni Erdogan

I Capi di Gabinetto ministeriale e la dirigenza assente.

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Le nostre osservazioni sull’argomento.

 I Capi di Gabinetto ministeriale e la dirigenza assente

Decreti attuativi della riforma Madia.

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Segnaliamo sul relativo sito i pareri resi dal Consiglio di Stato sugli schemi dei 12 decreti legislativi ( vedi testi) di attuazione delle deleghe presenti nella Legge n. 124/2015 (vedi legge) approvati dal Governo. Rimangono avvolti nell’oscurità degli uffici del Dipartimento funzione pubblica i contenuti del decreto atttuativo sulla riforma della dirigenza. Su tale atto governativo pende l’esito del giudizio di costituzionalità sul ricorso promosso dalla Regione Veneto in merito ai contenuti dell’articolo 11 della legge in questione (vedi approfondimento).

PARERI RESI DAL CONSIGLIO DI STATO SU SCHEMI DI 12 DECRETI LEGISLATIVI.

Valutazione dei dirigenti del Ministero della Giustizia – Confronto U.S.A.

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Pubblichiamo il Decreto del Ministro della Giustizia Orlando attraverso il quale saranno regolati in quel Ministero i conferimenti di incarichi dirigenziali superiori. Balza in evidenza, passando in rassegna l’articolato, che la scelta lì adottata é quella di valorizzare gli elementi di carriera del candidato, gli incarichi espletati, le responsabilità assunte e i percorsi formativi seguiti. E’ una scelta come un’altra. Si sarebbe, magari meglio, potuto valorizzare il “potenziale” del candidato, Continua a leggere

Cassese 2007 – Merito e stabilità degli impiegati pubblici.

Può essere utile ritornare su un’antica e sempreverde Lectio Magistralis del prof. Sabino Cassese, tenuta all’Università Suor Orsola di Benincasa di Napoli nel 2007:”L’ideale della pubblica amministrazione: principio del merito e stabilità degli impiegati“. L’esposizione parla di principi generali tuttora vigenti negli Stati occidentali. Continua a leggere

Dirigenti pubblici in balia della politica.

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E’ stata pubblicata sul Corriere della Sera di ieri 1° giugno 2016 una  lettera a firma di Lamberto Dini (ex Presidente del Consiglio dei Ministri), Giancarlo Capaldo (Procuratore aggiunto di Roma) e Luigi Mazzella (ex-Ministro della funzione pubblica ed ex-giudice della Corte costituzionale), a nome dell’Associazione culturale il Periscopio (vedi). Il contenuto di questa lettera é sintetizzato dal titolo: dirigenti pubblici in balia della classe politica. Ne riproduciamo il testo, pur consapevoli che la discussione sul regime della dirigenza vede oggi prevalere correnti di pensiero (vedi qui il convegno Bocconi dello scorso febbraio 2016) e una legislazione vigente (vedi qui l’intervento di Valerio Talamo al ForumPa) che consente impunemente ai vertici politici delle pubbliche amministrazioni di disporre a piacimento delle nomine e delle rimozioni dei suoi dirigenti (vedi qui, invece, la cura massima che nella legislazione U.S.A. viene dedicata al regime della dirigenza delle Agenzie e delle Autorità indipendenti). Il fenomeno è ormai endemico e, ciò che è più grave, viene accostato e giustificato con i princìpi dello spoils system statunitense, che sono tutt’altra cosa (vedi qui). Il caso del dr. Roberto Alesse – citato nell’articolo – non è isolato, ma si riproduce ormai quotidianamente – e il più delle volte in segrete stanze e nel silenzio assoluto della stampa – negli incarichi più delicati dei Ministeri , degli Enti pubblici non economici nazionali e di ricerca, delle Regioni  e nei Comuni (vedi).

Sullo sfondo un ceto politico generalmente di scarsa levatura che avverte la dirigenza pubblica come un ostacolo e non come la risorsa più importante per l’attuazione di tutte le politiche pubbliche di questo Paese.

 Dirigenti pubblici in balia della politica

Quando Marco Pannella fu arrestato dal Commissario Ennio Di Francesco.

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Ci piace ricordare Marco Pannella in una delle sue innumerevoli iniziative di lotta e di disobbedienza civile avvenuto nel 1975, quando decise di fumare uno spinello in pubblico, atto proibito dalla legge. L’episodio vide coprotagonista un simpatizzante della nostra associazione, allora Capo della sezione narcotici della questura di Roma: Ennio Di Francesco (vedi qui). Egli fu invitato in Via di Torre Argentina nella sede del partito radicale e praticamente “costretto” ad arrestare Pannella, in ossequio alla legge vigente. Di Francesco, nello stessa giornata, dopo averlo arrestato inviò un telegramma a Pannella che così recitava:”Se come funzionario ho dovuto applicare una legge anacronistica e iniqua, come cittadino mirante a una società più giusta e umana, non posso non esprimerle stima e ammirazione“. Di Francesco fu immediatamente trasferito all’Ufficio passaporti, ma così si realizzò l’incontro fra un maestro di etica politica e un protagonista a schiena dritta di etica pubblica-amministrativa.

Vedi qui la ricostruzione dell’episodio su Huffington post

Dirigenti allo sportello e valore del lavoro.

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Ci piace annoverare fra gli interventi a scopo non pubblicitario, ma come atto consapevole di etica pubblica, la decisione di Enrico Maria Ruffini, non ancora cinquantenne Amministratore delegato di Equitalia, di invitare i suoi dirigenti a coadiuvare personalmente il lavoro di sportello gestito dai suoi uffici ( vedi la sua nota ai dirigenti di Equitalia – clicca qui – e la notizia su “la Repubblica” di ieri 16 aprile 2016). La funzione dello “sportello” – malamente ed erroneamente considerato servizio “di risulta” fino a pochi anni fa negli uffici pubblici – ebbe un positivo soprassalto in occasione della promulgazione della Legge n. 150 del giugno 2000  (vedi) che istituì fra l’altro gli “Uffici relazioni con il pubblico“. Fu soprattutto un modo per rappresentare a tutti il fatto che il punto nevralgico d’incontro fra Pubblica amministrazione e cittadino utente é quello: é lì che il cittadino giudica dell’efficienza, della disponibilità e della utilità di un determinato ufficio pubblico. E’ anche evidente il fatto che, se il servizio di sportello “funziona”, ciò dipende dalla buona organizzazione del servizio impressa dal dirigente competente.

Tuttavia, l’idea di coadiuvare a tratti personalmente i colleghi incaricati del servizio arricchisce il quadro di un ulteriore concetto: quello della preziosità del lavoro, di qualunque lavoro, pubblico o privato, sia dirigenziale, sia di concetto, sia operativo-materiale. Il lavoro come fonte di ricchezza e di dignità degli uomini e delle donne é un concetto disperso nel nostro Paese fra le nebbie del guadagno facile, della scommessa vincente, dell’opulenza e dell’estetica. Quanto a dire che la narrazione di uno stile di vita amorale sfida continuamente l’unica etica pubblica vincente per qualunque comunità civile voglia sopravvivere: quella del lavoro e dell’integrità personale.

 Dirigenti Equitalia tutti allo sportello

La rimozione della dr.ssa Sabbadini dell’ISTAT e lo spoils system all’italiana.

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Lasciamo al suo eccellente curriculum, alle perplessità manifestate alla stampa dalla Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli (vedi)  e agli articoli di giornali di più grande diffusione le valutazioni unanimi – alle quali ci associamo – sul valore professionale della dr.ssa Linda Laura Sabbadini, già Capo Dipartimento all’Istat, rimossa dal suo incarico in virtù di un deliberato del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto (vedi fra i tanti Corriere della Sera, Secolo XIX e Huffington post). Continua a leggere

Piccolo dibattito sulle tesi Bocconi: intervento di dirigenti pubblici.

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Il nostro “resoconto” sui contenuti emersi nel convegno organizzato dall’Università Bocconi   su “LA PA che Vogliamo” (clicca qui) ha sollecitato un piccolo dibattito. Pubblichiamo di seguito i punti di vista di tre dirigenti pubblici – soggetti quindi ben “informati” sul tema – dal taglio non “schierato” come quello del nostro resoconto, ma utilmente “dialogante”. Chiunque volesse partecipare al dibattito su “ruolo, status e riforma della dirigenza pubblica in Italia” potrà inviare il suo punto di vista argomentato all’indirizzo  eticapa2014@gmail.com    

Sarà garantito l’anonimato oppure, ove autorizzati, sarà citato l’autore.

 Personalmente ho avuto modo di partecipare in un’ occasione.

La riforma della dirigenza pubblica e la Torre di Babele.

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Nell’imminenza dell’emanazione dei decreti legislativi di attuazione dell’articolo 11 della Legge n. 124/2015, si susseguono le prese di posizione di questo o quello in ordine al ruolo, allo status, alle modalità di accesso alla “carriera” dei dirigenti pubblici. Con buona pace delle conferenze stampa del Presidente del Consiglio ( ricordiamo i “44 punti” del 2014 – vedi qui) e delle affollate, distratte e superficiali consultazioni effettuate dal Governo e dalle Commissioni parlamentari sull’impianto della legge delega, un vero dibattito informato e aperto alle varie opinioni in campo non c’è mai stato. Per meglio dire, c’è stato un soggetto privato che si é conquistato un peso mediatico importante nelle proposte di riforma: l’Università Bocconi di Milano (vedi qui). Continua a leggere

Università Bocconi di Milano – La PA che vogliamo.

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L’Università Bocconi di Milano rinnova ormai da quattro anni il suo appuntamento con un convegno che denomina sempre allo stesso modo: La PA che vogliamo. Avvertendo il lettore che noi di Nuova Etica Pubblica la pubblica amministrazione non la vogliamo così come la immagina la Bocconi, offriamo un riepilogo ragionato e le nostre chiose sui contenuti dell’ultimo convegno tenutosi lo scorso 22 febbraio 2012.

 Convegno all’Università BOCCONI 22 FEBBRAIO 2016

Il D.P.R. di riordino delle funzioni in materia di misurazione e valutazione delle performance.

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Il decreto del Presidente della Repubblica – previsto dall’articolo 19 dl decreto legge 24 giugno 2014, n 90, convertito in Legge 114/2014 – vedi qui – sul riordino delle funzioni in materia di misurazione e valutazione delle performance é in questi giorni all’esame del Parlamento per l’espressione del parere prima della sua emanazione. Ne pubblichiamo il testo, nonché la documentazione di riferimento.

Atto del Governo n 268 del 2016- vedi.

 Riordino delle funzioni in materia di valutazione delle performance

Il Sistema amministrativo italiano – Cassese 1982.

IL SISTEMA AMMINISTRATIVO ITALIANO 1982 CASSESE

Riteniamo di fornire ai più giovani un elemento di conoscenza fondamentale pubblicando un testo “antico” del 1982 – Il Sistema amministrativo italiano – che costituiva materia di studio per i partecipanti dell’epoca ai corsi della Scuola superiore della Pubblica Amministrazione. Continua a leggere

Manager pubblici e manager privati – l’opinione del Financial Times.

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Il Financial Times dello scorso 30 dicembre 2015 traeva spunto dalle vicende relative al rinnovo della carica di Amministratore delegato delle Generali Assicurazioni – poi concluse con l’abbandono dell’incarico da parte di Mario Greco (vedi qui il riassunto della vicenda di Huffington post) – per svolgere alcune valutazioni in ordine alla crisi in corso nel management delle grandi aziende private italiane. Rinviando all’articolo completo (clicca qui), ci ha colpito fra l’altro l’affermazione dell’articolista Rachel Sanderson secondo cui sono molti i casi in cui “dirigenti deboli incapaci di rompere gli schemi restano al loro posto per anni, a discapito dell’intera cultura aziendale”. Non è la piccola speculazione “di bottega” quella che ci muove, né l’acritico elogio di valutazioni provenienti dal pur autorevole Financial Times. Quello che, invece, va sottolineato in questa vicenda – come nelle altre ricordate in quell’articolo – é che la crisi del ceto dirigente aziendale in Italia – pubblico o privato che sia – proviene da un clima politico generale che induce le scelte di “chi porre al comando” secondo criteri legati a interessi di parte, quando non meramente personali. Il problema vero resta, quindi, quello della selezione dei migliori secondo i meriti professionali, meccanismo di cui in Italia, in qualunque settore, si perso quasi completamente il bandolo.

Alfredo Ferrante – Dirigenza pubblica a rischio caos.

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Pubblichiamo il link a un articolo pubblicato su  La Voce.info dello scorso 31.12.2015 di Alfredo Ferrante, Presidente dell’Associazione ex-allievi della Scuola Nazionale dell’Amministrazione, nel quale vengono lucidamente analizzate la conseguenze che rischiano di derivare dalle previsioni dell‘articolo 11 della legge n. 124/2015  “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” – vedi – in ordine al regime della dirigenza pubblica italiana. Condividiamo in toto analisi e valutazione sui rischi a cui porta la prevista sostanziale cancellazione del diritto all’incarico, in radicale dissenso da tutte quelle “correnti di pensiero” che ritengono che la chiave per un buon governo della Pubblica amministrazione stia nella precarizzazione del ruolo dirigenziale sul modello dell’impresa privata (clicca qui per approfondire). Al contrario,  la compressione del principio della stabilità del posto dirigenziale, già posto in grave difficoltà da vent’anni di interventi legislativi (vedi qui l’excursus storico-normativo), da tempo manifesta nelle evidenze degli scandali emersi la lesione di quel principio di imparzialità amministrativa, che, lungi dall’ essere un pretesto sostenuto dalla dirigenza pubblica per difendere i suoi interessi corporativi, è (sarebbe) una garanzia per tutti.

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Link all’articolo di Alfredo Ferrante su La Voce.info – la dirigenza pubblica a rischio caos

Il numero di luglio 2015 della Rivista “Nuova Etica Pubblica”.

Riproponiamo l’ultimo numero della rivista della nostra Associazione “Nuova Etica Pubblica” diretta da Daniela Carlà sul tema: “Il contrasto alla corruzione nella pubblica amministrazione: legalità e trasparenza“.

 Nuova Etica Pubblica luglio 2015

Paolo De Ioanna – Come valutare i dirigenti pubblici

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Paolo De Ioanna ricopre attualmente l’incarico di Presidente dell’Organismo indipendente di valutazione del MEF. Egli propone – al di là di qualsivoglia intervento legislativo sulla materia – un metodo di valutazione della dirigenza pubblica applicabile a normativa invariata, basato su due momenti: a) l’esame microanalitico dei capitoli di bilancio di ciascuna amministrazione finalizzato all’individuazione dei programmi di spesa più significativi e coerenti con le “intenzioni” normative, con l’individuazione dei conseguenti obiettivi di performance; b) l’applicazione dei criteri di misurazione dei risultati  – rilevabili ex ante ed ex post  in base ai dati di bilancio – alla valutazione dei dirigenti responsabili dell’attuazione di tali programmi.

Aggiungiamo noi che un simile criterio di valutazione avrebbe il pregio di collegare strettamente il momento della valutazione dei risultati conseguiti dall’Amministrazione (e dai dirigenti in esso operativi) con le dinamiche dei bilanci pubblici. Esperimento quest’ultimo in attuazione ormai da quasi dieci anni nell’Amministrazione francese ( Vedi qui).

 La Repubblica -Affari e finanza del 15 giu 2015 -Paolo DE IOANNA “Come valutare i dirigenti pubblici”