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Archivi categoria: Dirigenza pubblica
La dirigenza pubblica e la riforma delle pubbliche amministrazioni.
Pubblichiamo la relazione tenuta del Presidente della Federazione CIDA funzione pubblica, prof. Giorgio Rembado al XVIII Congresso tenutosi a Roma lo scorso 30 ottobre 2015. La relazione in questione é degna di attenzione perché svolge un esame – a tratti anche autocritico per la categoria dirigenziale pubblica – sui motivi per i quali i tentativi di riforma degli ultimi 25 anni sono andati tutti sostanzialmente a vuoto. Nelle conclusioni finali, Rembado sottolinea l’esigenza vitale del “superamento della solitudine del dirigente“, possibile ove siano costituiti e gestiti in rete “luoghi di confronto delle esperienze e di consolidamento delle diverse identità professionali“: quanto a dire che la dirigenza pubblica é forse l’unico ceto dirigente di questo Paese (vedi, al contrario, i dirigenti privati, i magistrati , i vari ordini professionali, le banche, etc) che non ha una rappresentanza e una voce unitaria di categoria. Elemento quest’ultimo di fortissima debolezza per tutti. Vedi anche il sito della Federazione:clicca qui.
RELAZIONE del Presidente CIDA funzione pubblica
L’Italia di oggi e di ieri come in “Prova d’orchestra”.
Alla fine del suo ultimo editoriale – bello e sconfortante – sui tanti uomini pubblici che hanno deciso di “mettersi e giocare con le istituzioni“, Sabino Cassese cita le frasi finali del film di Federico Fellini “Prova d’orchestra” (1979), concepito in un’Italia sessantottina in cui un gruppo di orchestrali tutto volevano fuorché svolgere il proprio ruolo di musicisti. Omette Cassese, forse per carità di patria, di ricordare che quel film terminava con un rombo terribile e un’enorme sfera di metallo che distruggeva le mura tutto intorno e gli strumenti dell’orchestra….
Toh!!!…A chi si affida Renzi per salvare Roma? A un dirigente pubblico di carriera.
C’è un particolare dimenticato, che invece è l’elemento più significativo della scelta di Francesco Tronca, lo scorso anno a “tutor” dell’EXPO 2015, oggi a Commissario di Roma Capitale e che i “giornaloni” si guardano bene dal sottolineare: al di là della sua importante storia personale (fra l’altro, nato a Palermo, Prefetto di Milano, ora Commissario a Roma é una bella sintesi del concetto di unità d’Italia), egli non arriva da Marte, ma dai ruoli dei dirigenti pubblici di carriera: Continua a leggere
Donne – lavoro – responsabilità pubbliche: distribuzione di genere.
Il recentissimo Government at a Glance 2015, pubblicazione biennale dell’OCSE con le statistiche del settore pubblico dei Paesi aderenti – vedi qui – ci offre una fotografia aggiornata della distribuzione di genere in quattro settori: 1. occupazione complessiva di ciascun Paese; 2. Occupazione nelle pubbliche amministrazioni; 3. Quote di genere negli eletti al parlamento; 4. donne Ministro nei governi in carica nell’anno 2015.
Ne emerge un quadro significativo che conferma quanto già noto, ma segnala anche una posizione di avanguardia italiana fra i Paesi OCSE nell’ambito della rappresentanza politica: il dato più importante riguarda l’occupazione totale femminile che vede le donne italiane sotto media (41,6 % degli occupati, contro il 45,3 % della media OCSE, ben al di sotto del 49,3 % dell’Estonia, del 47,9 % della Francia e del 46,5 % di Gran Bretagna e Germania); la proporzione di genere è diversa fra gli occupati nel pubblico impiego dove le donne sono in Italia il 55,9 % del totale: pur essendo in questo ambito maggioritaria la quota di occupazione femminile italiana, tuttavia questa è comunque sotto alla media OCSE (58 %) e molto al di sotto di altri Paesi avanzati (71,8 % in Svezia, 65,9 % in Gran Bretagna, 62,3 % in Francia).
Sono, invece, di segno completamente diverso i dati della distribuzione di genere in Parlamento e come responsabilità ministeriale. Il dato è qui che la rappresentanza di genere femminile in Parlamento é del 31% sul totale, sempre sotto il livello di Svezia, Spagna, Finlandia, Olanda e Danimarca, ma sopra la media OCSE (27,8 %) e, significativamente, sopra la Francia (26,2 %) la Gran Bretagna (22,8 %) e gli Stati Uniti (19,4 %). La tabella delle percentuali qui sotto (vedi) evidenzia anche il fatto che in Italia la presenza femminile in Parlamento è lievitata del 21% negli ultimi 13 anni dal 2002 ad oggi (dal 9,8 % al 31%). Ma il dato più eclatante riguarda la percentuale di donne Ministro nei governi OCSE: qui l’Italia si colloca sul range dei Paesi “più avanzati” con il 43,8 % di presenze femminili ( 35% circa in più rispetto all’8,3% di solo 10 anni fa), ben al di sopra della media OCSE (29,3 %), ma anche di altri Paesi quali Germania, Spagna, Danimarca, USA, Belgio, Gran Bretagna.
Su tutti e quattro gli indicatori si osservano, comunque, dati percentuali in incremento rispetto alle medie degli anni passati: segno chiaro che qualcosa, nonostante tutto , si muove nel verso giusto.
OCCUPAZIONE: distribuzione di genere da “Governement at a glance 2015”
PARLAMENTI E GOVERNI – quote di distribuzione di genere da “Governement at a glance 2015”
Tabella di distribuzione di genere nei Parlamenti OCSE
Vedi anche altre statistiche di genere – Il talento femminile nella Pubblica Amministrazione.
La rabbia dell’ex assessore Esposito contro la dirigenza pubblica.
L’ormai mitico Stefano Esposito, ex assessore ai Trasporti del Comune di Roma – sfegatato tifoso juventino che gridava “Roma ‘mmerda” e affermava di controllare lo stato dei trasporti romani perché viaggiava sui bus in incognito, senza però conoscere la linea n 64, la più nota della città – sfoga ora la sua rabbia contro la dirigenza e i funzionari del Comune di Roma in una intervista concessa ad Alessandro Capponi del Corriere.it. “La struttura amministrativa vive di vita propria, non segue le indicazioni, cambia autonomamente il contenuto delle delibere, a volte le scrive male proprio per farle bocciare al Tar...». «Gli uffici se ne strafottono di ciò che chiede la politica… quelli viaggiano con stipendi superiori ai centoventi-centosessanta mila euro e fanno solamente finta di farti decidere, è chiaro?».
I dirigenti pubblici potrebbero sentirsi onorati per le contumelie di una mente tanto elevata e raffinata. Ma attenzione: dietro la rozzezza di queste affermazioni si manifesta con evidenza un senso di frustrazione che attraversa la coscienza di molti politici attuali nei confronti della pubblica amministrazione: oggetto sconosciuto a moltissimi di loro, l’unico desiderio che nutrono sarebbe quello che “l’intendenza” seguisse senza “se” e senza “ma” qualunque loro idea o direttiva. La resistenza che un dirigente/funzionario può opporre ad una richiesta, magari palesemente illegittima e/o fuori luogo, non è accettata come possibile ed utile contrappunto al loro pensiero. Nè del resto, i dirigenti/funzionari pubblici sono mammole: a volte per vocazione, altre volte per difesa o corrispondente fastidio e antipatia, sono in condizione di mandare a vuoto qualunque tentativo “imperioso” del politico – legittimo rappresentante dell’elettorato. Ma se i politici pagano con la frustrazione, i dirigenti, per altro verso, pagano le loro resistenze con un processo legislativo, in atto ormai da un ventennio, di continuo indebolimento/logoramento dello loro ruolo pubblico. Una politica debole in guerra contro una dirigenza debole: questa è la fotografia dello stato della maggioranza delle Pubbliche amministrazioni in Italia. Questo dovrebbe essere chiaro all’opinione pubblica. Nessun progresso potrà ragionevolmente essere conseguito nella Pubblica amministrazione fino a quando non si affermerà un reciproco rispetto e mutuo riconoscimento di ruolo fra ceto politico e ceto dirigente pubblico.
Vedi qui l’ intervista di Stefano Esposito al Corriere.it
Melis – Il rapporto fra dirigenza pubblica e politica.
Il presente ha un cuore antico. Capire lo stato dei rapporti fra politica e dirigenza nel nostro Paese significa anche ripercorrere le varie fasi delle sue negative vicissitudini. Ciò che emerge dalla narrazione di 150 di storia dall’Unità d’Italia è sintetizzato dall’abstract dello scritto di Guido Melis, pubblicato sulla Rivista “Scienza e politica” – n. 50 del 2014:
” In Italia una specifica legislazione sulla dirigenza amministrativa è stata tardiva e la sua retorica si è rivelata in contraddizione con la traduzione pratica. Il rapporto della dirigenza con la politica è stato caratterizzato o da un’eccessiva distanza o da una patologica prossimità oppure da indifferenza rispetto ai fini delle politiche che avrebbe dovuto in-terpretare. La dirigenza amministrativa si è così auto-esclusa dalle élite nazionali e non c’è stata mai una sua reale mobilitazione negli ambiti decisionali del Paese.”
Massimo Cacciari – La formazione della élite burocratica.
Sul numero de “L’Espresso” della scorsa settimana é comparso un articolo di Massimo Cacciari, che riproduciamo qui sotto, nel quale si fa una preciso e continuato richiamo ai canoni de “Il Principe” di Machiavelli (chissà, magari per vellicare l’orgoglio dell’altro fiorentino oggi al potere) e per sostenere che un “capo nuovo”, che voglia effettivamente costruire una sua leadership, non può affidarsi solo ai suoi uomini fedeli. E’ necessario che egli, coraggiosamente, selezioni “burocrazie intelligenti, motivate e relativamente autonome rispetto ai tempi e alle scadenze dell’azione politica“. “E’ l’equilibrio fra élite politica ed élite burocratica a decidere la qualità dello Stato”.
Il pensiero di Cacciari può essere facilmente accostato a quello di Giuseppe De Rita – vedi qui.
Massimo Cacciari- Se un leader ha paura di quelli bravi
Legge n. 124/2015 di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni – vera riforma o legge “insaccato”?
Presentiamo qui sotto il nostro punto di vista – molto critico – in ordine al complesso delle prescrizioni presenti nella Legge n. 124 del 7 agosto 2015 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche“.
Commentario della Legge n 124 del 2015
Valori, etica ed efficienza nelle organizzazioni pubbliche – Fabrizio Giorgilli
Riconosciamo di avere un pregiudizio in positivo, un debole, una simpatia particolare per i dirigenti che scrivono di Pubblica amministrazione vivendola dall’interno e conoscendola da osservatori “di trincea”. La figura di Fabrizio Giorgilli è quanto di più lontano dal modello – che in molti cercano ostinatamente di accreditare come modo di essere prevalente della dirigenza italiana – di dirigente “nascosto dietro la scrivania”: non potrebbe, visto che è Direttore di una sede provinciale INPS operante sul territorio ed è tutti giorni in prima linea per “servire” la sua utenza fatta di imprese, lavoratori e pensionati. Pur con ciò, Giorgilli ci regala un testo di studio (reperibile come ebook al prezzo di 4,50 euro sul sito http://www.edizionipalinsesto.it/ della Casa editrice Palinsesto) sul modo di essere , sull‘ubi consistam di un’organizzazione pubblica, studiata dai diversi angoli di visuale del contesto socio -culturale di riferimento, del diritto, dell’inserimento nello Stato e nella Comunità, nei suoi diversi livelli di complessità: un’amministrazione pubblica integrata alla società, sia a livello di comunità locale di riferimento, sia rispetto al contesto amministrativo europeo. Al centro del mondo dell’organizzazione pubblica ” – che “va letta come sistema“, che “si può descrivere solo considerando tutti i suoi elementi costitutivi in un contesto“, le cui “variabili organizzative vanno considerate attraverso “un’unica foto” e non isolatamente” – ci sono etica e valori come unico collante possibile per accomunare, far crescere, per farla vincere e legittimare dalla e nella comunità sociale. Sono concetti da non perdere e, soprattutto, da opporre con serenità e dignità alla brutalità di chi vuole sostituire questo modello di dirigenza pubblica con altri modelli, sicuramente buoni in altri contesti, ma che nulla hanno a che vedere con il ruolo etico e i doveri di un dirigente pubblico e di un lavoratore pubblico (vedi qui). Leggiamo di seguito l’indice ed il capitolo primo di questo testo.
Fabrizio Giorgilli – Lavoro Pubblico_aspetti introduttivi
La voce.info – Il peccato originale della nuova “riforma epocale” della PA
Pubblichiamo il link all’articolo di Luigi Olivieri – pubblicato su La Voce.info il 19 agosto scorso, sui cui contenuti concordiamo. Citiamo qui l’affermazione che ci sembra il clou dell’articolo, nonché un ottimo tratto sintetico della legge: “Per la “sburocratizzazione” allora sarebbe decisivo, oltre all’informatizzazione e agli strumenti di deflazione operativa, anche ridurre una volta per tute l’insopportabile carico di norme e regole, che rendono complicatissima la gestione, non solo per i cittadini, ma per lo stesso apparato pubblico. Tuttavia, proprio la legge delega Madia evidenzia il consueto difetto della ridondanza di regole di dettaglio”.
Leggi qui l’articolo della Voce.info sulla legge n 124 del 2015
Pubblicata la legge n. 124/2015 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”.
VEDI QUI IL COMMENTARIO CRITICO SUGLI ARTICOLI DELLA LEGGE
Nello splendore del technicolor é stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 187 del 13 agosto ultimo scorso la legge “di riforma” delle pubbliche amministrazioni, seguita passo passo da questo sito nel corso della sua articolata (sic) elaborazione parlamentare. Non più quindi il semplice ddl n. 1577 – vedi qui – o AS n. 3098 – vedi qui – ma la Legge n. 124 del 7 agosto 2015. Dio protegga la nostra pubblica amministrazione.
L’approvazione della legge delega sulla riforma della PA – i commenti della stampa
La coppia rock Renzi Madia é tutta un giubilo per l’approvazione della legge delega di riforma delle amministrazioni pubbliche (Vedi qui il video della Conferenza stampa del 5 agosto scorso). Riproporremo a breve in modo analitico le ragioni – più che di un dissenso – di una preoccupazione vivissima sui punti specifici e sulla filosofia di fondo di questa riforma. Per ora, segnaliamo qui di seguito i resoconti e i commenti dei grandi quotidiani. Tutti generalmente orientati su battute del tipo “Dirigenti licenziabili” “meno burocrazia” “un colpo di frusta alla PA” “dirigenti, incarichi a tempo” “licenziamento più facili” “lotta all’assenteismo”, e via così…… Per parte di chi scrive, non si può che prendere atto che la percezione della pa e dei suoi operatori da parte della grande stampa e della collettività nazionale in genere é pessima. Questa cosa avrà pure una sua ragion d’essere! Oltre che gli squallidi coinvolgimenti in situazioni di fallimento e di corruzione visti nella Capitale, si taglia col coltello – verso gli operatori della Pa in genere – un atteggiamento di diffidenza, di insofferenza, di astio generalizzato. Forse è arrivato il momento che qualcuno dall’interno delle pubbliche amministrazioni faccia il giusto tesoro di questi segnali chiari della collettività e del mondo delle imprese, ne comprenda il fondamento e le giuste ragioni ed esca fuori con proprie proposte di riforma, con un atteggiamento comunque proattivo e non rinunciatario rispetto ai combiamenti introdotti dal legislatore. L’unico modo di “battere” la pessima opinione che hanno i diversi ceti dirigenti e stakeholder del Paese nei confronti della PA è quello di accettare la sfida del cambiamento, cavalcandola dall’interno e rendendosene protagonisti. Programma “vasto” e chissà quando attuabile, tuttavia unica prospettiva vera di cambiamento ed efficientemento dell’Amministrazione pubblica di questo Paese. Senza una condivisione convinta della parte più sensibile degli operatori delle pubbliche amministrazioni (che esiste ed è vastissima) si rischiano due effetti perversi e coincidenti: la riforma di un bel niente, collegata strettamente al progressivo declino dell’ intervento pubblico sull’economia e sulla società (invece in tutti gli Stati moderni La PA è il volano dello sviluppo economico complessivo – vedi il pensiero di Mariana Mazzucato – clicca qui ) e alla marginalizzazione completa di chi opera in quel mondo.
Ora ci tocca la triste lettura delle “grida” dei vari quotidiani nazionali.
La Stampa- Ecco cosa cambia 5-agosto-2015
Messaggero – Lo Stato alla sfida dell’efficienza -5-agosto-2015
Sole 24 ore – Dirigenti licenziabili- Confindustria “Bene riforma” 5-agosto-2015
Italia oggi – Licenziamenti facili -5-agosto-2015
La Repubblica – Licenziamenti più facili-5-agosto-2015
La Stampa – Stretta sulle partecipate-5-agosto-2015
Il Messaggero – commento di Oscar Giannino -5-agosto-2015
Il Messaggero – intervista a Sabino Cassese “la medicina giusta per un grande malato” -5-agosto-2015
Il fatto quotidiano – dirigenti licenziabili
APPROVATO il disegno di legge n 1577 – Madia Renzi – di “riforma” delle pubbliche amministrazioni.
Iscrivendoci senz’altro al partito degli “amici gufi” (sic) cui fa riferimento un tweet del Presidente del Consiglio di questa mattina, rimaniamo in attesa della promulgazione della legge recante “Deleghe al governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche“, fino ad oggi conosciuto come ddl 1577 Madia Renzi. E’ stato approvato senza ulteriori emendamenti dall’Assemblea del Senato in seconda lettura rispetto al testo licenziato dalla Camera dei deputati lo scorso 17 luglio 2015 – Vedi qui resoconto parlamentare della seduta conclusiva del 3 agosto 2015.
Il testo della legge, in mancanza di qualsivoglia emendamento rispetto al testo approvato dalla Camera, rimane quello ufficialmente trasmesso al Senato lo scorso 17 luglio – vedasi qui sotto.
Testo definitivo della legge delega per la riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni
Facendo riferimento alle osservazioni e riserve più volte espresse in questo sito sulla legge in questione ( Vedi comunicato stampa 2 aprile 2015 – Basta con le valutazioni burla – la dirigenza pubblica che vogliamo – la valutazione della performance – la riforma della dirigenza pubblica e il ruolo della donna – Audizione della Corte dei Conti in ordine al ddl Madia – Riflessioni di Guido Melis sul testo della riforma Madia – Come saranno congegnati i decreti legislativi delegati secondo Antonio Zucaro) diamo qui conto delle osservazioni del Sole 24 ore di oggi – clicca qui – e delle due note di lettura della legge predisposte dai Servizi amministrativi del Senato: 1) Nota di lettura ; 2) Nota breve.
Cosa fa un ufficio pubblico del Territorio – Gli uffici INPS della Puglia.
Fra gli interventi al Convegno INPS -Un occhio al futuro dello scorso 10 giugno 2015 c’è ne è stato uno, che a prima vista poteva sembrare forse un po’ “tangenziale” rispetto ai temi generali proposti dal Convegno. A ben vedere, invece, la descrizione minuziosa e puntuale delle attività e delle iniziative adottate in Direzione regionale INPS della Puglia negli ultimi 4 anni, presentata nella relazione del dr. Giovanni DI MONDE, costituisce una radiografia interessantissima per comprendere il ruolo di un ufficio pubblico nella realtà sociale ed economica del territorio nazionale. Chi cerca di raffigurare gli uffici pubblici come entità pesanti e farraginose, pronte a rendere difficile la vita dei cittadini e delle imprese, legga questa relazione, così comprenderà che la realtà è diversa da quella che la stampa nazionale generalmente racconta. Capirà anche che la gestione manageriale pubblica è molto più complessa di quella svolta nelle imprese private, perché ha compiti e funzioni di garanzia per l’intera collettività amministrata del giusto contemperamento degli interessi in gioco, ottenuta attraverso l’intelligente applicazione delle disposizioni di legge e la capacità di rapporto e relazione con il mondo circostante.
Funzionamento di una Sede regionale dell’INPS
Agenzia delle Entrate – l’ufficio di Catania è il migliore secondo la Confercontribuenti.
Chi l’ha detto che la Pubblica amministrazione del Meridione d’Italia è il fanalino di coda?? Lasciamo questi preconcetti alle considerazioni dei superficiali e leggiamo il link di quest’articolo di stampa. Clicca qui
Antonio Zucaro – Come saranno congegnati i decreti legislativi delegati della riforma Renzi Madia?
Il tessuto delle leggi delega, sempre di più negli ultimi anni, sembra sfuggire ai chiari principi posti dall’articolo 76 della Carta costituzionale che richiede esplicitamente “tempo limitato” e “oggetti definiti” come requisiti necessari per la delega al Governo di funzioni legislative. Quando poi sono previsti, a valle di un’unica legge delega (vedi qui il testo praticamente definitivo), ben 15 decreti delegati, le zone dell’incertezza fioriscono rigogliose!! Il Presidente della nostra associazione Nuova Etica Pubblica, Antonio Zucaro, ben consapevole che la vera partita della riforma delle pubbliche amministrazioni si giocherà con la stesura dei decreti legislativi delegati, traccia una serie di temi sui quali l’attenzione di tutti va mantenuta molto viva.
Delega MADIA – di Antonio Zucaro
Testo dell’atto Camera 3098 – ddl Madia – approvato in assemblea il 17 luglio e trasmesso al Senato.
Pubblichiamo il testo ufficiale dell’Atto Camera 3098, così come approvato in assemblea il giorno 17 luglio 2015. Al Senato il numero indicativo diventa il 1577 B. L’esame del testo ora assegnato alla 1a Commissione permanente (affari costituzionali), con relatore il Senatore Giorgio Pagliari – vedi iter Senato.
NOTA BENE: l’articolo riguardante la dirigenza pubblica é ora rubricato al numero 11
Atto camera n 3098 approvato in Assemblea
Riflessioni di Guido Melis sul testo della riforma Madia approvato alla Camera.
Riproponiamo le prime riflessioni del prof. Guido Melis, storico della pubblica amministrazione italiana, sul testo approvato alla Camera della riforma Madia, pubblicate sulla rivista “IL MULINO” – clicca qui.
Promulgata la riforma della scuola.
Pubblichiamo il testo della Legge n 107 del 13 luglio 2015 – “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” –
Qui di seguito la valutazione sul nuvo impianto normativo effettuata della CIDA – Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità scolastiche –“Eppur si muove” -clicca qui