Archivi categoria: Donne politica e PA
La rivista dell’Associazione – Nuova Etica Pubblica, n. 8 del marzo 2017
Focus del numero: POLITICHE PUBBLICHE PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI
RIVISTA Nuova Etica Pubblica n. 8 marzo 2017
Che genere di Etica nella pubblica amministrazione?
La metà dell’impiego: il punto storico e le evidenze statistiche.
Pubblichiamo: a) intervento di Guido Melis a Palazzo Altieri lo scorso 6 dicembre 2016 (clicca qui); b) statistiche recenti sulla presenza di genere nella pubblica amministrazione, nel lavoro di Sonia Mecenate sul numero di dicembre 2015 della nostra Rivista “Nuova Etica Pubblica“(clicca qui); c) statistiche aggiornate al 2016 sulla presenza di genere nel lavoro a cura di Antonietta Mundo (clicca qui).
La Rivista della Associazione – Nuova Etica Pubblica, n. 7 dell’ottobre 2016.
Statistiche sui posti di responsabilità gestiti dalle donne.
La dr.ssa Antonietta Mundo, attuario – già Coordinatrice generale del Servizio statistico attuariale dell’INPS – in occasione del recente convegno del 20 settembre sulla “democrazia paritaria” (vedi) ha predisposto una serie di slide di studio sull’evoluzione della rappresentanza femminile nei posti di responsabilità politica e dirigenziale, Continua a leggere
Atti del Convegno “Se non é paritaria non è democrazia” del 20 settembre 2016.
Pubblichiamo gli atti ufficiali del Convegno organizzato dall'”Accordo di azione comune per la Democrazia paritaria” – vedi programma – insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica, in sua rappresentanza. Continua a leggere
Accordo di azione comune – Convegno del 20 settembre 2016
Convegno dal tema “Se non é paritaria non è democrazia“, in programma per il prossimo 20 settembre 2016.
Save the date per il 20 settembre 2016.
Daniela Carlà – Parità di genere e lotta alla corruzione.
Clicca qui per leggere l’articolo di Daniela Carlà pubblicato sulla rivista Noi donne del 12 luglio 2016 –
Il ruolo della pubblica amministrazione nella violenza di genere.
Di fronte alla violenza di genere, la Pubblica Amministrazione può fare molto di più degli interventi “a fatti compiuti”. La dott.ssa Vittoria Doretti, medico della Asl 9 di Grosseto e il dr. Giuseppe Coniglio, sostituto procuratore della Repubblica di Grosseto, hanno inventato e promosso il “Progetto Codice rosa” (vedi qui il sito del progetto) – formalizzato da un protocollo d’intesa pubblico e ufficiale – con il quale é stato istituito un codice virtuale d’accesso al pronto soccorso della ASL n 9 di Grosseto, a disposizione per casi di violenza e dotato di un percorso particolare di accoglienza supportato da assistenza medica e psicologica e con possibilità di parlare con un assistente sociale e/o rilasciare testimonianze e denunce alle forze dell’ordine.
Il progetto ha ricevuto i complimenti di Papa Francesco.
Perché non replicare su tutto il territorio nazionale (in Toscana è stato già fatto) questa importante prassi d’avanguardia? Un’enorme occasione di crescita civile e di avvicinamento della pubblica amministrazione alle persone.
Poliziotta allatta una piccola rimasta orfana durante il viaggio sul barcone.
La rivista “Nuova Etica Pubblica” – il numero di maggio 2016.
Pubblichiamo il numero di maggio della nostra rivista “Nuova Etica Pubblica“, diretta da Daniela Carlà. Il focus di questo numero é posto su “Potere centrale e territorio – decisori in rete”.
Spiccano le interviste alla Vice Presidentessa del Senato, Valeria Fedeli e al Presidente dell’INAIL Massimo De Felice.
Rivista “Nuova Etica Pubblica” – Maggio 2016
8 marzo – L’altra (e la prima) metà del cielo.
Organismi di parità: arriva l’e-book. Lo sguardo sul futuro possibile.
Il lungo cammino dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria, costantemente percorso per agevolare la promozione delle pari opportunità nell’accesso alle assemblee elettive, nel 2014 si è concentrato sugli organismi di parità, sul ruolo che hanno svolto e sui nuovi obiettivi da raggiungere. È avvenuto con due seminari (16 luglio e 3 dicembre) i cui interventi ora sono raccolti in un eBook realizzato da NOIDONNE, che è tra le circa 60 associazioni e realtà femminili firmatarie dell’Accordo e che ha inteso valorizzare questo lavoro pubblicando gli atti dei due appuntamenti: “Organismi di parità: lavoro in corso” (16 luglio, Roma, Villa Huffer) e “Democrazia paritaria e pari opportunità: norme, esperienza e confronto con altri paesi europei” (3 dicembre, Roma, Sala del Parlamento europeo). “Non consideriamo la pubblicazione un approdo – spiegano Marisa Rodano, Daniela Carlà, Roberta Morroni, Graziella Rivitti, coordinatrici dei seminari -. Il nostro intento è quello di offrire un materiale per la riflessione e per l’attività futura nella consapevolezza che vi è tanto lavoro ancora da fare”.
Quali i passaggi e gli impegni che hanno portato sin qui questo sodalizio? “Nel 2010 era nata Noi Rete Donne sull’obiettivo prioritario di diffondere la doppia preferenza di genere, adottata allora dalla Regione Campania, e, più in generale, di analizzare e proporre interventi sul delicato e complicato rapporto tra donne e potere. Noi Rete Donne ha poi, insieme ad altre, promosso la costituzione dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria. Molti i risultati raggiunti sia a livello territoriale che nella legge elettorale e che giustificano anche un certo ottimismo. Ma sono tanti quelli da raggiungere ancora; di qui derivano le nostre amarezze, ma anche il dovere di continuare, valorizzando la grande intesa tra l’associazionismo femminile che si è realizzata e la trasversalità, in molti importanti passaggi decisivi, tra le parlamentari. Il risultato nel voto regionale, accompagnato dall’altissimo astensionismo, non è stato incoraggiante. Anche per questo avvertiamo la necessità di dissolvere l’equivoco che le norme per la democrazia paritaria (quelle approvate e quelle che, ne siamo certe, faremo approvare) da sole bastino a realizzare la parità di genere. Riproponiamo con forza, perciò, l’importanza dei meccanismi per le pari opportunità. Valutiamoli, rivisitiamoli, ma con l’intento di valorizzarne e rafforzarne il ruolo. La discriminazione di genere necessita di strumenti specifici di intervento, non diluibili genericamente nelle misure contro le discriminazioni. Al contrario, le discriminazioni razziali, di età, di condizione sociale si concretizzano specificamente in relazione al genere. Per intervenire, c’è bisogno di reti e saperi: le rappresentanti nei Cug (comitati unici di garanzia), le Consigliere di parità, le Commissioni, le Consulte, gli Osservatori”.
È possibile sfogliare l’eBook attraverso il sito di NOIDONNE (www.noidonne.org), trovandovi – oltre agli interventi di: Rosa M. Amorevole, Maria Bollini Lucisano, Alida Castelli, Daniela Colombo, Marilisa D’Amico, Federica de Pasquale, Antonella De Santis, Angela Di Stefano, Annunziata D’Orazio, Bianca Ferramosca, Alessandra Maggiani, Flavia Marzano, Anna Maria Isastia, Mara Pirozzi, Lucinda Spera, Fiorenza Taricone, Alessandra Servidori e Arianna Voto – anche una riflessione della Consigliera nazionale di Parità, Franca Bagni Cipriani, e la testimonianza della Viceministra Teresa Bellanova raccolta da Tiziana Bartolini sull’impatto del Job Acts sull’occupazione femminile e sulla conciliazione tra lavoro e famiglia.
E-Book – ORGANISMI DI PARITA’: il punto,oggi, e lo sguardo al futuro possibile.
Superiore il numero delle Donne magistrate.
Nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario tenuta a gennaio 2016 dal Procuratore generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo, era contenuta una notizia storica passata generalmente sotto silenzio, con l’eccezione dei resoconti de “La Stampa” di Torino (vedi qui): nell’anno 2015 il numero delle donne magistrato ha sopravanzato quello degli uomini, 50,7% contro 49,3%. La stesso giornale ha subito dopo ospitato una lettera al Direttore del Ministro di Giustizia andrea Orlando che, superando i termini meramente statistici dell’evento, ha inquadrato dal punto di vista storico e sociale l’evoluzione del ruolo della donna in Magistratura dal 1963 – anno in cui le prime otto donne diventarono a magistrato – ad oggi.
Caro Direttore – Andrea Orlando
Anche Maria Teresa Canessa é Pubblica Amministrazione.
Era più naturale – infatti così è stato – che un atto di “morbido e consapevole coraggio” partisse da una donna. Senza indulgere in sproloqui inutili – vista l’enorme capacità di “racconto” che hanno le foto pubblicate sul sito del Corriere della Sera (clicca qui) – annotiamo solo che l’atto della dirigente della Polizia di Stato Maria Teresa Canessa di togliersi il casco “una volta accertatami che era calata la tensione“, di chiacchierare con i manifestanti e di stringergli la mano testimonia di una capacità profonda di interpretare il ruolo di servitore delle Istituzioni, di coraggio di mettersi in discussione e di metterci la faccia; orgoglio del proprio ruolo unito al rispetto di chi lotta e chiede riconoscimento dei propri diritti. Etica pubblica insomma.
Non esistono solo i fannulloni – che vanno eliminati molto decisamente – nella pubblica amministrazione. Nè l’eliminazione – assolutamente necessaria – dei fannulloni risolve il problema della riforma delle pubbliche amministrazioni….ma questa è un’altra storia….
Il numero di dicembre 2015 della nostra rivista on line “Nuova Etica Pubblica”.
Il nuovo numero della rivista è dedicato alla parita’ di genere nella Pubblica Amministrazione.
Maternità e premi di produttività aziendali.
Fra gli emendamenti al ddl di stabilità 2016 recentemente approvati in Commissione bilancio della Camera dei Deputati ce n’è uno che ci piace molto: prevede che i periodi di congedo obbligatorio per maternità siano computati ugualmente nella determinazione dei premi aziendali anche se la dipendente è assente “dal lavoro“. Ben lontana dall’essere una misura “lassista”, questo riconoscimento, non solo incentiva l’ “attività” più bella di tutte nel contesto delle pari opportunità sul lavoro, ma la qualifica come valore aggiunto anche da un punto di vista strettamente economico-aziendale. Lasciamo alle argomentazioni dell’onorevole Titti Di Salvo, pubblicate su Huffington post – clicca qui, le spiegazioni sul senso della disposizione, prossimamente legge.
Donne – lavoro – responsabilità pubbliche: distribuzione di genere.
Il recentissimo Government at a Glance 2015, pubblicazione biennale dell’OCSE con le statistiche del settore pubblico dei Paesi aderenti – vedi qui – ci offre una fotografia aggiornata della distribuzione di genere in quattro settori: 1. occupazione complessiva di ciascun Paese; 2. Occupazione nelle pubbliche amministrazioni; 3. Quote di genere negli eletti al parlamento; 4. donne Ministro nei governi in carica nell’anno 2015.
Ne emerge un quadro significativo che conferma quanto già noto, ma segnala anche una posizione di avanguardia italiana fra i Paesi OCSE nell’ambito della rappresentanza politica: il dato più importante riguarda l’occupazione totale femminile che vede le donne italiane sotto media (41,6 % degli occupati, contro il 45,3 % della media OCSE, ben al di sotto del 49,3 % dell’Estonia, del 47,9 % della Francia e del 46,5 % di Gran Bretagna e Germania); la proporzione di genere è diversa fra gli occupati nel pubblico impiego dove le donne sono in Italia il 55,9 % del totale: pur essendo in questo ambito maggioritaria la quota di occupazione femminile italiana, tuttavia questa è comunque sotto alla media OCSE (58 %) e molto al di sotto di altri Paesi avanzati (71,8 % in Svezia, 65,9 % in Gran Bretagna, 62,3 % in Francia).
Sono, invece, di segno completamente diverso i dati della distribuzione di genere in Parlamento e come responsabilità ministeriale. Il dato è qui che la rappresentanza di genere femminile in Parlamento é del 31% sul totale, sempre sotto il livello di Svezia, Spagna, Finlandia, Olanda e Danimarca, ma sopra la media OCSE (27,8 %) e, significativamente, sopra la Francia (26,2 %) la Gran Bretagna (22,8 %) e gli Stati Uniti (19,4 %). La tabella delle percentuali qui sotto (vedi) evidenzia anche il fatto che in Italia la presenza femminile in Parlamento è lievitata del 21% negli ultimi 13 anni dal 2002 ad oggi (dal 9,8 % al 31%). Ma il dato più eclatante riguarda la percentuale di donne Ministro nei governi OCSE: qui l’Italia si colloca sul range dei Paesi “più avanzati” con il 43,8 % di presenze femminili ( 35% circa in più rispetto all’8,3% di solo 10 anni fa), ben al di sopra della media OCSE (29,3 %), ma anche di altri Paesi quali Germania, Spagna, Danimarca, USA, Belgio, Gran Bretagna.
Su tutti e quattro gli indicatori si osservano, comunque, dati percentuali in incremento rispetto alle medie degli anni passati: segno chiaro che qualcosa, nonostante tutto , si muove nel verso giusto.
OCCUPAZIONE: distribuzione di genere da “Governement at a glance 2015”
PARLAMENTI E GOVERNI – quote di distribuzione di genere da “Governement at a glance 2015”
Tabella di distribuzione di genere nei Parlamenti OCSE
Vedi anche altre statistiche di genere – Il talento femminile nella Pubblica Amministrazione.