Transparency International: statistiche sui livelli di corruzione mondiale

Trasparency international

L’Associazione internazionale contro la corruzione Transparency International elabora ogni anno una classifica mondiale misurando il livello di corruzione percepita in ogni paese.  Presentiamo il  documento 2008 e l’aggiornamento dell’anno 2013.

 Classifica 2013_Trasparency international.

2013 Brochure completa.

Articolazione regionale dei servizi pubblici

ITALIA

Quali sono gli uffici pubblici presenti nella nostra Regione, che qualificano la presenza dello Stato nel nostro territorio? Questa `cartina geografica‘ sintetizza gli elementi quantitativi di piú significativa rilevanza. Tra gli ùffici pubblici`sono indicati anche gli uffici postali, i quali tuttavia, giuridicamente, e organizzativamente,  sono uffici di una s.p.a. Prevale, in questo caso,  l’accezione legata alla funzione pubblica, svolta da Poste s.p.a..

DISTRIBUZIONE PER REGIONE DEI SERVIZI PUBBLICI

 

I Comuni con più di 60.000 abitanti.

ITALIA

Sono solo 105 su circa 8.000 (vedi qui) i Comuni d’Italia con una popolazione superiore ai 60.000 abitanti. I residenti di queste 105 Amministrazioni comunali sono poco meno di 19 milioni di Italiani, un terzo della popolazione complessiva. Sarebbe opportuno ragionare innanzitutto su queste realtà amministrative più grandi, cercando di portarle a livelli di eccellenza sul piano dell’efficienza e della qualità dei servizi e sul piano della garanzia della legittimità degli atti posti in essere. Queste Amministrazioni diverrebbero così il modello di riferimento utile per tutte le altre realtà comunali della Repubblica. Utopia?

Vedi la tabella con l’elenco dei Comuni più popolosi – clicca qui.

Statistiche dei ricorsi pendenti e definiti al TAR e al Consiglio di Stato.

3  ricorsi  2015 nov 16 RASSEGNA STAMPA-3

267.000 i ricorsi pendenti al TAR a tutto l’anno 2014. Sono 292.273 considerando anche il carico pendente al Consiglio di Stato, come  chiarito dalla relazione inaugurale di Giorgio Giovannini – Presidente del Consiglio di Stato – dell’anno giudiziario 2015. C’è una tendenza consolidatasi negli ultimi 4 anni alla diminuzione del carico pendente sia ai TAR che al Consiglio di Stato. Dalla relazione citata, la Repubblica Affari e finanza ha tratto ieri 16 novembre un articolo di Roberto Mania sull’Italia produttiva “bloccata dai ricorsi al TAR” (vedi qui). Ottima la stampa come sempre a denunziare, scarso o inesistente qualsivoglia contributo di idee alla risoluzione di un problema che comunque esiste. Dal punto di vista dei dati presentati da La Repubblica, molto meglio andare alla fonte succitata e alle tabelle statistiche in coda alla relazione: da queste ultime si evince, fra l’altro, che 160.000 delle 267.000 pendenze ai TAR riguardano i Tribunali regionali con sede in tre sole città: Roma, Catania e Napoli. La dotazione di Magistrati e di personale in queste tre Sedi corrisponde al carico di lavoro pendente?

 Inaugurazione 2015 Consiglio di Stato

Quante sono le Amministrazioni pubbliche italiane?

LOGO REPUBBLICA

I dati che presentiamo di seguito non hanno lo scopo di costituire precisi riferimenti statistici, vista la latitanza di riferimenti istituzionali di sintesi: le fonti pubbliche di questo tipo di dati sono l’ISTAT (clicca qui),  il conto annuale della PA (clicca qui)  curato dalla Ragioneria generale dello Stato  e le statistiche ARAN sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti (clicca qui); fonti  complete quanto alla specificazione di  aspetti diversi  della realtà delle pubbliche amministrazioni italiane, ma che non danno conto della loro “consistenza complessiva” .

Astraendoci dalla collocazione temporale dei dati qui riportati, possiamo dire con buona approssimazione che le pubbliche amministrazioni italiane sono circa 10.000 (9.867 nell’anno 2010 secondo la sintesi curata all’epoca da ForumPavedi qui meglio): la quantificazione comprende presumibilmente, per quanto riguarda le AP regionali e locali,  anche gli Enti pubblici regionali.

Il conto in questione, tuttavia, non tiene  conto di un migliaio fra ASL e Strutture di ricovero pubblico  (Vedi i dati del Ministero della saluteclicca qui) e delle Scuole pubbliche (in numero di 44.704 fra Scuole d’infanzia, scuole primarie e secondarie – Vedi qui statistiche ISTAT sulla scuola) che costituiscono “plessi” funzionali autonomamente organizzati: pertanto non sembra errato parlare di circa  55.000 fra amministrazioni e uffici pubblici con autonomia funzionale e finanziaria nel nostro Paese.

Vedi anche:

Numero e distribuzione dei Comuni italiani.

Numero dei dipendenti pubblici in Italia.

Distribuzione dei dipendenti pubblici per comparto e per Regione.

Elenco completo delle Amministrazioni pubbliche italiane.

ARAN: rapporto 2014 sulle retribuzioni medie dei pubblici dipendenti.

Distribuzione di genere dei dipendenti pubblici.

Donne – lavoro – responsabilità pubbliche: distribuzione di genere.

     donne lavoro 2      donne lavoro 3 copia

Il recentissimo Government at a Glance 2015, pubblicazione biennale dell’OCSE con le statistiche del settore pubblico dei Paesi aderenti – vedi qui – ci offre una fotografia aggiornata della distribuzione di genere in quattro settori: 1. occupazione complessiva di ciascun Paese; 2. Occupazione nelle pubbliche amministrazioni; 3. Quote di genere negli eletti al parlamento; 4. donne Ministro nei governi in carica nell’anno 2015.

Ne emerge un quadro significativo che conferma quanto già noto, ma segnala anche una posizione di avanguardia italiana fra i Paesi OCSE nell’ambito della rappresentanza politica:  il dato più importante riguarda l’occupazione totale femminile che vede le donne italiane sotto media (41,6 % degli occupati, contro il 45,3 % della media OCSE, ben al di sotto del 49,3 % dell’Estonia, del 47,9 % della Francia e del 46,5 % di Gran Bretagna e Germania); la proporzione di genere è diversa fra gli occupati nel pubblico impiego dove le donne sono in Italia il 55,9 % del totale: pur essendo in questo ambito maggioritaria la quota di occupazione femminile italiana, tuttavia questa è comunque sotto alla media OCSE (58 %) e molto al di sotto di altri Paesi avanzati (71,8 % in Svezia, 65,9 % in Gran Bretagna, 62,3 % in Francia).

Sono,  invece, di segno completamente diverso i dati della distribuzione di genere in Parlamento e come responsabilità ministeriale. Il dato è qui che la rappresentanza di genere femminile in Parlamento é del 31% sul totale, sempre sotto il livello di Svezia, Spagna, Finlandia, Olanda e Danimarca, ma sopra la media OCSE (27,8 %) e, significativamente, sopra la Francia (26,2 %) la Gran Bretagna (22,8 %) e gli Stati Uniti (19,4 %). La tabella delle percentuali qui sotto (vedi) evidenzia anche il fatto che in Italia la presenza femminile in Parlamento è lievitata del 21% negli ultimi 13 anni dal 2002 ad oggi (dal 9,8 % al 31%). Ma il dato più eclatante riguarda la percentuale di donne Ministro nei governi OCSE: qui l’Italia si colloca sul range dei Paesi “più avanzati” con il 43,8 % di presenze femminili ( 35% circa in più rispetto all’8,3% di solo 10 anni fa), ben al di sopra della media OCSE (29,3 %), ma anche di altri Paesi quali Germania, Spagna, Danimarca, USA, Belgio, Gran Bretagna.

Su tutti e quattro gli indicatori si osservano, comunque, dati percentuali in incremento rispetto alle medie degli anni passati: segno chiaro che qualcosa, nonostante tutto , si muove nel verso giusto.

 OCCUPAZIONE: distribuzione di genere da “Governement at a glance 2015”

 PARLAMENTI E GOVERNI – quote di distribuzione di genere da “Governement at a glance 2015”

 Tabella di distribuzione di genere nei Parlamenti OCSE

Vedi anche altre statistiche di genere – Il talento femminile nella Pubblica Amministrazione.

Investimenti pubblici nei Paesi OCSE e in Italia.

OCSE

Il recentissimo “Government at a glance 2015” – vedi qui – recante i dati sulle attività pubbliche dei Paesi aderenti, contiene fra le moltissime informazioni anche i dati relativi agli investimenti pubblici (pagine 135 e segg). Evidenziamo qui le tabelle relative alle percentuali degli investimenti pubblici sul Pil nazionale e le percentuali di investimenti pubblici sul totale della spesa pubblica nell’anno 2013. La percentuale media OCSE di ciascuno dei due indicatori é il 13% del PIL per il primo, e il 29% del tonale della spesa pubblica per il secondo. In tutti e due gli indicatori i sistemi pubblici che più investono sono quelli dell’Olanda, della Corea del Sud, della Finlandia della Svezia e del Giappone.

E l’Italia? Il nostro Paese si colloca al settultimo posto per la percentuale sul PIL – 10,7% e al terzultimo posto, davanti a Portogallo e Grecia, per la percentuale – 20,9% – sul totale della spesa pubblica. Sono dati che colpiscono in tutta la loro evidenza. Se poi avviciniamo questi dati alle posizioni dell’Italia nella classifica della corruzione – vedi qui l’allegato-Italia-2014 della relazione della Commissione europea sulla lotta alla corruzione – diventa egualmente intuitivo valutare la qualità della scarsa spesa destinata agli investimenti pubblici.

Un’ultima annotazione che va data senza ulteriori commenti: la stessa tabella OCSE sugli investimenti pubblici – vedila qui sotto – indica l’Italia come uno dei Paesi in cui è maggiore la quota di investimenti gestiti a livello locale. Questo il dato.

 Investimenti pubblci da governement at a glance 2015

L’andamento dell’economia italiana in sintesi grafica.

LogoPCM

Sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri –  Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica (DIPE) – sono presenti informazioni di sintesi e grafici illustrativi sull’economia italiana ed europea, presentati utilizzando i dati pubblici di organismi ufficiali nazionali e internazionali (Istat-Eurostat, Banca d’Italia, OCSE, FMI) e associandoli alle previsioni economiche del Governo come contenute nel Documento di economia e finanza.

VEDI QUI AGGIORNAMENTO AL 25 SETTEMBRE 2015

La foresta incantata – Rapporto Cassese del 1993 sulle condizioni delle pubbliche amministrazioni

Unknown

Crediamo di rendere un servizio di utilità pubblica, ripubblicando – a 22 anni dalla sua emanazione – un documento storico prima assente dal web: il “Rapporto sulle condizioni delle pubbliche amministrazioni” predisposto dal Dipartimento per la Funzione pubblica, sotto l’impulso e il coordinamento politico del Ministro dell’Epoca, prof. Sabino Cassese, nel Governo Ciampi ( 28 aprile 1993 – 10 maggio 1994), a ridosso recente di Tangentopoli e del crollo dei partiti della prima Repubblica. Continua a leggere

Statistiche dell’Italia digitale

fibra ottica

Un settore in cui il Governo si mostra particolarmente attivo è quello dell'”Italia digitale” – vedi qui sito AgidPrima dei programmi in cantiere e in esecuzione, forniamo qui alcuni riferimenti statistici che descrivono alcuni grandi fenomeni attuali dell’Italia digitale.

 Utilizzo di internet in Italia distinto per genere , classi di età e ripartizione geografica – fonte Agid Strategia crescita Italia digitale 2015

 Utilizzo con regolarità di internet – confronto con Europa- fonte Agida, Strategia di crescita Italia digitale 2015

Banda-larga-fissa NGA in Europa

Utilizzo – in % della popolazione – della tecnologia NGA per la rete fissa, che garantisce collegamenti a minimo 30 Mbps  – clicca qui

Evviva! Roma capitale é prima in qualcosa. Spesa per i rifiuti.

AMA

Secondo un’indagine effettuata dall’Associazione Openpolis – vedi qui l’articolo completo – fra le 15 città più grandi d’Italia, Roma ha la spesa pro capite per i rifiuti (€ 303 a cittadino) più alta d’Italia, pari a quasi il doppio della media delle 15 città monitorate (€ 164 a cittadino). L’articolo precisa anche, a scanso di equivoci, che i dati di Openbilanci riguardano solamente i bilanci dei Comuni, non includendo quindi eventuali budget di partecipate a cui l’amministrazione affida la gestione dei rifiuti. Sarebbe interessante sapere a questo punto se nella spesa pro capite da loro calcolata per la città di Roma siano incluse o meno le bollette pagate dai cittadini romani direttamente all’AMA…….

In ogni caso per cittadini della Capitale un altro motivo d’orgoglio e di soddisfazione……

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Rapporto SVIMEZ sul Mezzogiorno d’Italia.

ITALIA

I dati del Rapporto SVIMEZ sull’Italia meridionale – vedi qui il sito web –  non sono solo sconfortanti nella loro cruda evidenza, ma ci raccontano di un fallimento storico che dura da 154 anni, dal momento in cui i confini del Regno sabaudo furono estesi a tutto il territorio nazionale. La crisi del nostro Paese, oggi più che mai dopo il 2008, è la crisi nelle nostre Regioni meridionali: la caduta dell’occupazione è concentrata lì:  – 9% contro l’1,4% del Centro nord, i 576mila lavoratori in meno – sul totale degli 811mila – sono residenti nel Mezzogiorno. Il tasso  di occupazione tra i giovani diplomati e laureati  è oltre trenta punti più basso rispetto alla media europea, al 45%. Vedi qui sotto le Anticipazioni sui principali andamenti economici.

Tutto questo ci racconta del fallimento di tutte le politiche – non escluse quelle contro la criminalità organizzata – intraprese nel tempo. Vedi qui sotto le slide di sintesi con la relativa illustrazione e le anticipazioni del Rapporto.

 SLIDE con spiegazioni

Rapporto SVIMEZ 2015 _anticipazioni

Government at a glance 2015 – le statistiche OCSE su assetti e azioni degli Stati.

 Government at a glance 2015

VEDI QUI L’INDICE INTERATTIVO DEL VOLUME

Molto in sordina rispetto alle edizioni precedenti, l’OCSE ha presentato ad inizio di luglio l’ormai consueto rapporto sul “Government” – inteso come attività complessiva – politica e amministrativa – assetti e risultati conseguiti dagli Stati membri nei grandi ambiti di intervento pubblico. Le statistiche OCSE sulla materia (prima edizione nel 2009, periodicità biennale) sono assurte a riferimento privilegiato per la valutazione e confronti delle azioni poste in essere dalle Amministrazioni pubbliche dei Paesi aderenti. I dati rilevati si riferiscono all’anno 2013.

Pur riconoscendo il pregio di queste indagini, solleviamo qui alcuni dubbi sulla metodologia di rilevazione di questi studi; primo fra tutti, il fatto che non esista ancora una sicura stabilizzazione degli argomenti di rilevazione ed analisi: l’inconveniente si manifesta attraverso le continue modifiche, ogni due anni, del “cruscotto” generale di rilevazione (basta vedere in proposito l’indice delle edizioni di Government at a glance 2013 e 2015) senza che si consegua un livello soddisfacente di assestamento degli argomenti trattati. Questo fenomeno impedisce di effettuare confronti storici con il biennio precedente; nei casi più controversi, rischia anche  di perpetuare malintesi basati su rilevazioni e analisi sulle quali sono state operate speculazioni di bassa lega intellettuale, quali quelle proposte al grande pubblico da molti quotidiani nazionale in occasione della rilevazione 2013 delle retribuzioni medie dei dirigenti pubblici italiani (Vedi qui per approfondire). Inopinatamente, su questo argomento così sensibile non c’è nulla nell’edizione del 2015.

Ci paiono degne di evidenziazione particolare le rilevazioni riguardanti i livelli di occupazione degli impiegati pubblici rispetto al totale (pag 85) e le statistiche riguardanti la distribuzione di genere nelle pubbliche amministrazioni (pag 87) e nelle cariche politiche (pag 89) dei Paesi OCSE.

Preoccupanti i dati sulla dimensione degli appalti pubblici che vede l’Italia fra i paesi fanalino di coda ( vedi a pag. 137 la spesa per appalti e investimenti in % del PIL).

Il risparmio per redditi da lavoro dipendente conseguito nella pubblica Amministrazione.

ufficio-pubblico

Nell’imminenza della pubblicazione del testo della sentenza della Corte costituzionale sull’illegittimità del blocco della contrattazione collettiva dei pubblici dipendenti, pubblichiamo qualche materiale di riferimento per fare il punto finanziario della situazione. Il dato ufficiale ISTAT del dicembre 2014 mostra un andamento storico 2001-2013  in cui numero dei dipendenti pubblici, spesa per redditi da lavoro dipendente e retribuzioni medie, dopo una costante crescita nel corso del passato decennio, sono diminuiti in maniera significativa negli ultimi anni. Si vedano anche, in tal senso, gli ultimi aggiornamenti raccontati in un recente articolo della Stampa (clicca qui): il blocco della contrattazione ha comportato un sacrificio pari a circa il 10% dell’attuale stipendio di riferimento e la spesa totale ha subìto una flessione costante che la fa attestare nel 2014 in una spesa annua inferiore di circa 11,5 miliardi di euro rispetto al 2010 (il risparmio complessivo pertanto è pari alla somma dei decrementi di spesa registrati in ciascun anno – circa 25 miliardi in tutto, al netto delle detrazioni per contributi sociali). Quanto a dire che il mondo del lavoro pubblico ha dato un suo rilevante contributo al sostegno dei conti di finanza pubblica del Paese.

ISTAT –  Retribuzioni medie dei dipendenti pubblici

La Repubblica – una burocrazia con troppi dirigenti pubblici, strapagati e inamovibili.

affari e finanza logo

La Repubblica – Affari e finanza dello scorso 11 maggio 2015 – entra con vigore nel novero dei grandi quotidiani d’informazione schierati contro la “Burocrazia dei mandarini: una riforma per rottamarli” (titolo dell’articolo). Le argomentazioni sono come sempre accompagnate dal supporto di accattivanti grafici che presentano dati la cui fonte viene citata genericamente (più circostanziati i riferimenti presenti sul sito del ForumPa 2015 – clicca qui). Tre sostanzialmente le affermazioni sulla dirigenza pubblica; a) numero eccessivo dei dirigenti pubblici; b) dirigenti pubblici strapagati; c) inamovibilità dei dirigenti pubblici.

La disinformazione in questi tre ambiti è enorme, anche fra gli studiosi.

Sui punti a) e b) rinviamo alle nostre elaborazioni su  “Retribuzioni medie e rapporto dirigenti/dipendenti nelle Amministrazioni pubbliche italiane” (clicca qui).

Sul punto c) rinviamo al pensiero esposto da Valerio Talamo nel corso del Forum della PA 2014, nel corso del quale dimostrò che lo status del dirigente pubblico, legibus sic stantibus, é quello della “precarietà” e non dell’inamovibilità (clicca qui)   e all’articolo di Antonio Zucaro sui Capi di Gabinetto ministeriali – prevalentemente non dirigenti pubblici, ma magistrati amministrativi – che sono i veri e unici mandarini dell’Amministrazione pubblica (clicca qui)

 Dirigenti pubblici mandarini-11-maggio-2015

Retribuzioni medie e rapporto dirigenti/dipendenti nelle Amministrazioni pubbliche italiane.

logo etica pa

Presentiamo la tabella di sintesi con il rapporto dirigenti amministrativi/dipendenti pubblici nei diversi comparti della Pubblica Amministrazione basata sulla Relazione 2013 sul costo del lavoro pubblico della Corte dei Conti a Sezioni riunite in sede di controllo (vedi qui). Il rapporto complessivo è uno a 54 dipendenti, Continua a leggere

Buco dell’INPDAP ed evasione contributiva dello Stato – Le quattro bugie.

logo etica pa

Da circa tre anni i più importanti organi d’informazione, supportati anche da dichiarazioni di autorevoli leader sindacali, affermano, senza lo straccio di una prova, che le Amministrazioni statali evadevano in massa il pagamento dei contributi previdenziali – all’INPDAP, ora INPS, e che – fatto gravissimo – ciò ha provocato il “buco” (anche la scelta delle parole ha sempre un senso) dell’INPDAP, trasferito poi all’atto della soppressione all’INPS. La “ricostruzione” urlata da tanti non é quella vera e, visto che i fatti e i dati hanno una loro provvidenziale cocciutaggine, ci siamo fatti carico di proporre agli organi di informazione una ben diversa storia, la cui fondatezza viene ora confermata da Giuliano Cazzola, noto esperto di previdenza ed ex Presidente del Collegio dei Sindaci sia dell’INPS che dell’INPDAP, sul sito  Sussidiario.net – RIFORMA PENSIONI E INPS/ quei numeri che smontano la leggenda dello Stato evasore – clicca qui –  e dal giornale della previdenza Il Punto – clicca qui.

Perché allora è stato creato questo polverone? Per attaccare un Ente previdenziale ormai defunto? Certo che no! L’attacco subdolo e mirato a intercettare e dirigere la rabbia e l’insoddisfazione delle persone è rivolto al mondo pubblico nel suo complesso, allo “Stato” che evade come e più dei privati. Brutti tempi quelli in cui ci si slancia contro i presìdi massimi del vivere in comunità nazionale.

Comunicato stampa – le 4 bugie sul buco dell’INPDAP e sull’evasione contributiva dello Stato.

 

 

Numero dipendenti e costo del lavoro pubblico – Conto annuale RGS 2013

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Nel conto annuale 2013 della Ragioneria generale dello Stato sono presenti i dati, a diverso livello di aggregazione, sui dipendenti pubblici aggiornati all’anno 2013.

Nel rinviare al relativo indirizzo web (clicca qui), pubblichiamo i dati aggregati su numero dipendenti e costo del lavoro.

 Numero dipendenti e costo del lavoro 2013

Il totale dei dipendenti della pubblica amministrazione ammonta nel 2013 a 3.232.954 unità –  in maggioranza donne; di tale personale 203.684 unità è composta da dipendenti non a tempo di lavoro indeterminato. Si conferma, pertanto, il trend di riduzione del personale pubblico, connesso all’aumento dell’età media (50 anni nel 2013) e la non eccessività del dato italiano rispetto alle medie europee e dei Paesi avanzati (Vedi Forum Pa 2013 -I dipendenti pubblici sono troppi?). Il costo del lavoro pubblico nell’anno 2013 è ammontato in  circa 158 mld. di euro (Vedi tabella qui sopra con dato disaggregato per comparto).

Per commenti e  approfondimenti , nochè serie storica degli ultimi anni clicca qui – Analisi_dei_dati_del_periodo_2007-2013

Vedi anche la spesa e le entrate della pubblica amministrazione al 2013 e anni precedenti –  ISTAT: I conti delle Amministrazioni pubbliche al 2013

Vedi anche Eurostat – Confronti con paesi UE 2008-2012

Vedi anche: Quante sono le amministrazioni pubbliche italiane?

Il futuro della previdenza italiana – Studi Mefop

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Pubblichiamo alcuni studi e riflessioni del presidente del  MEFOP (Società per lo sviluppo del Mercato dei Fondi pensione, partecipata a maggioranza assoluta dal MEF)  Mauro MARE’,  in ordine al futuro della previdenza italiana. Ci sembrano degni della massima attenzione due concetti sostenuti dal Presidente MEFOP: 1) il “cantiere” della previdenza italiana è lontano dall’essere “chiuso”, soprattutto a motivo dei problemi irrisolti sulla sua sostenibilità; 2) il criterio migliore di sostenibilità della previdenza nei tempi attuali è un criterio misto, basato su tre pilastri: uno di base alimentato dal sistema tributario, un secondo contributivo obbligatorio e un terzo dei fondi pensione, volontario (pag. 23 e segg.  de “I pilastri delle pensioni” vedi qui sotto).

Ciò che, a parere nostro, non può e non deve essere messo in discussione è la gestione pubblica dei primi due pilastri sopra richiamati.

 Mauro Mare’ MEFOP 23 sett 2013 – I pilastri delle pensioni

Mauro Marè e Luigi Bellanti MEFOP – Seminario sui sistemi pensionistici del 26-05-2014

Il sole 24 ore del 23 ott 2013  – Marè: le sette verità sui sistemi pensionistici

 

Il talento femminile nella Pubblica Amministrazione.

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In fatto di eccellenze “donna” nel mondo del lavoro, i quotidiani e i siti web prediligono storie di successo femminile nel mondo del lavoro d’impresa privata – vedi da ultimo l’ ANSA – Donne supertecno, gli 11 talenti italiani. Tutto bene, salvo ricordare anche che la presenza femminile nella Pubblica Amministrazione è maggioritaria e, comunque, rilevante anche nelle qualifiche di alta responsabilità (qui sopra in foto, ad esempio, la Direttrice dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi).  Si vedano le statistiche qui appresso.

Valotti Bellè 2014 – I manager pubblici che vogliamo_% DIRIGENTI donne nei Ministeri

 Distribuzione di genere SCUOLA STATALE nel 2011

 Distribuzione di GENERE Servizio Sanitario Nazionale  2011

 RGS Conto annuale 2012 distribuzione di genere dei LAVORATORI PUBBLICI