Amministrazioni regionali – politica e dirigenza locale.

ITALIA

Sovente la politica locale e le sue Rappresentanze forti si esercitano nella critica alla “burocrazia centrale dei Ministeri” per evidenziarne l’ottusità, la mancanza di managerialità, la rigidità mentale che si riversa nei suoi atti. Lungi dal voler attivarci in una difesa d’ufficio di una parte della dirigenza contro un’altra, preferiamo segnalare e ricordare come la spaccatura fra sostenitori di un’Amministrazione rigidamente controllata e quelli di un’Amministrazione snella e libera dai vincoli burocratici è una storia vecchia almeno 100 anni (si veda qui di Guido Melis: “La Pa italiana nel primo dopo guerra: due modelli di amministrazione”). Ciò che va, purtroppo, evidenziato è il fatto secondo cui, all’ombra dei polemisti dell’una e dell’altra parte, sotto il “partito dei controllori” si è sempre schierato chi mira a salvaguardare la propria piccola nicchia personale di potere senza essere “disturbato” e sotto il “partito dei manager” si sono nascosti molti “mariuoli”. Ciò che ha reso negli ultimi venti anni ancor più pretestuosa e ridicola questa contrapposizione è il radicarsi “territoriale” della polemica,  “dirigenza centrale dei Ministeri” e “Dirigenza locale” (con prevalenza sui media e nella polemica politica dei fautori della dirigenza locale “buona” rispetto alla dirigenza statale “cattiva”, per superiorità numerica degli uni rispetto agli altri).

Lo stupido perpetuarsi dei partiti dei “guelfi” e dei “ghibellini” é semplicemente il segnale della mancanza in Italia, a 150 anni dall’Unità, di un modello condiviso di “dirigente pubblico” che sommi in sé le necessità segnalate dall’esigenza di “attuare, rispettare e far rispettare le leggi” e la contestuale attitudine all’efficienza e al rispetto dell’utenza. Ciò offre il destro alle incursioni della cattiva politica.  L’esperienza regionale ha portato, perlopiù, esempi “brutta copia” delle opacità ministeriali, da una parte, ed eccessiva “prodigalità” dall’altra, come ci segnala questa casistica dell’anno 2012.

Sole 24 ore dic 2012 – le assunzioni dei dirigenti nella regione Puglia.

Sole 24 ore dicembre 2012 – Concorsi dirigenziali soppressi e bloccati nel Lazio

Sole 24 ore dic 2012 – Bando fantasma del concorso per dirigenti in Lombardia.

Furono alcune delle “perle” emerse a ridosso dello scandalo Fiorito (Vedi qui). Qualcuno ha trovato la cura per questi mali?

Fare lo Stato per fare gli Italiani – Guido Melis

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Con una perfetta parafrasi dell’affermazione di Massimo D’Azeglio – “Fatta l’Italia, ora si tratta di fare gli Italiani” – il titolo del nuovo lavoro di Guido Melis espone da solo una tesi convincente: per fare gli Italiani era (ed é ancora drammaticamente) necessario “Fare lo Stato“. L’autore non ha bisogno di avventurarsi nelle caotiche vicende dell’oggi: gli è sufficiente ripercorrere le vicende dall’Unità d’Italia in poi per rendere evidente che fra pre-fascismo, fascismo e post-fascismo c’è una forte continuità nella debolezza strutturale degli apparati dello Stato, “che non ha contribuito al nation building italiano, figlio quest’ultimo di altri attori”.

Vedi la recensione dell’ultimo libro del prof. Guido MELIS sul Sole 24ore del 18 gennaio 2015 – clicca qui.

Saggio di Guido Melis – Una burocrazia all’altezza dei tempi.

Cerini

Non si può raccogliere ciò che non si semina. In un rapido saggio pubblicato sulla Rivista Italianieuropei n 6/2014   Guido Melis passa in rassegna e analizza i vari tentativi di riforma della pubblica amministrazione italiana, non solo nel secondo dopoguerra: l’Italia non ha mai avuto  una seria impostazione di riforma della sua pubblica amministrazione, sostanzialmente per la grande disattenzione delle classi politiche succedutesi nel tempo. Ma oggi, forse, si sono prodotte le condizioni storiche perché tale “evento” (la riforma cioè) accada.

 L’amministrazione italiana si può e si deve riformare

Sabino Cassese – GOVERNARE GLI ITALIANI: storia dello Stato.

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Pubblichiamo, a cura di Antonio Zucaro, la recensione del testo di Sabino Cassese, Governare gli Italiani – storia dello Stato, nel quale l’autore ripercorre tutte le fasi successive del dispiegarsi dell’azione dello Stato italiano  – come somma di istituzioni pubbliche di governo della comunità –  dall’Unità d’iItalia in poi. L’ attenzione è posta soprattutto su due temi: la forza (o la debolezza, a seconda dei casi) dell’istituzione “Stato” nel corso della storia nazionale e, oggi, nei confronti delle Istituzioni internazionali le quali, attraverso un complesso sistema di regole in qualche modo imbrigliano e orientano la sovranità degli Stati nazionali.

Particolarmente interessanti e azzeccati i riferimenti specifici alla “burocrazia ministeriale“, composta  “dalle burocrazie ministeriali in senso proprio….da sempre strutturalmente deboli ” e da un “nomenklatura” costituita ” dai capi di gabinetto, categoria quest’ultima che ai corpi burocratici è sostanzialmente esterna, tranne qualche eccezione” e che è “cresciuta di peso come tramite fra una politica debole e un’amministrazione sottomessa”.

 Recensione del libro di Sabino Cassese: Governare gli Italiani – anno 2014.

 

L’INPS al suo interno.

Sergio Rizzo e gli equilibri di potere in INPS: come sempre ben informato sulle dinamiche delle pubbliche amministrazioni, Rizzo traccia nell’articolo pubblicato dal Corriere della Sera del 3 febbraio 2014 un quadro circostanziato e corrispondente alla realtà dei fatti, degli equilibri di potere che “muovono” l’Istituto generale del welfare italiano dai tempi di Gianni Billia ad oggi.

 Equilibri di potere in INPS – Sergio Rizzo, Corriere della Sera feb. 2014

Guido Melis – Il pensiero di Leon Blum sulla riforma del Governo in tempo di guerra.

Pubblichiamo la relazione introduttiva di Guido Melis al seminario sui “Parlamenti di guerra ed esecutivi nella Grande Guerra” tenutosi l’11 luglio 2014. Oggetto dell’intervento è il pensiero do Leon Blum così come rappresentato nel suo libro “Le Riforme gouvernementale” edito nell’anno 1936.

 Il pensiero di Leon Blum sui sistemi di governo in tempo di guerra

La costruzione dello Stato unitario – quadriennio 1861-1864.

Da “La rivista trimestrale di diritto pubblico” n. 1/2011, estraiamo uno studio di Aldo Sandulli e Giulio Vesperini sull’organizzazione del nuovo Stato primi anni dell’Unità d’Italia.

Anticipiamo la valutazione finale degli autori a proposito dei risultati finali del loro studio: “Ci si preoccupò molto di introdurre i meccanismi di sviluppo economico e industriale, in particolare al nord; meno, invece, di articolare il rapporto fra Stato e società, soprattutto nel sud: si lavorò molto a fare l’Italia, poco gli italiani”.  “La ricchezza fu concentrata nelle aree settentrionali e del centro“. Una citazione di Gramsci: “La egemonia del Nord sarebbe stata storicamente benefica, se l’industrialismo avesse avuto la capacità di ampliare i suoi quadri per incorporare sempre nuove zone economiche assimiliate“. In conclusione : “Dall’analisi del primo quadriennio dell’unità d’Italia è possibile intuire le tare genetiche che avrebbero accompagnato e rallentato lo sviluppo del Paese nel corso del novecento e che sarebbero state alla base degli eventi del successivo secolo e mezzo di storia patria”……Fallimento per egoismo e ristrettezza culturale, aggiungiamo noi, di tutte le classi dirigenti che si sono succedute nei primi 150 di vita unitaria.

 Sandulli e Vesperini – L’organizzazione dello Stato unitario.

Riforme nella pa italiana – dal Rapporto Giannini agli anni ’90.

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Intervento di Guido Melis per il Formez -anno 2003 –  sull’evoluzione e i problemi aperti dell’amministrazione italiana. Undici anni dopo i problemi sono identici.

 Melis – Dal rapporto Giannini agli anni ’90

Massimo Severo Giannini – Rapporto sui principali problemi dell’amministrazione dello Stato: 1979.

massimo severo giannini

Massimo Severo Giannini, studioso di chiarissima fama (vedi qui il ricordo di Sabino Cassese al momento della sua morte), fu Ministro per la funzione pubblica nei Governi Cossiga. Il 16 novembre 1979 trasmise alle Camere l’indimenticato “Rapporto sui principali problemi della Amministrazione dello Stato“. La forza e l’importanza di quel rapporto sta nei concetti originali lì contenuti: innesto nella pa di modelli di gestione di tipo privato, concetto di pianificazione e controllo, indicatori di produttività, unificazione delle metodologie di misurazione, uffici di organizzazione. In altri termini, lì c’è il seme di una serie di filoni di riformismo che poi sono stati ripresi in mille occasioni dai tentativi di riforma successivi. Ma nel progetto Giannini c’era molto di più: c’era la proposta di costituzione di 12 commissioni di studio, ciascuna delle quali avrebbe avuto il compito di seguire nel concreto le prospettive strategiche individuate nel rapporto e di portarle a concreta attuazione. Gli esiti del suo progetto? Eccoli: solo un anno dopo, in occasione della crisi del secondo Governo Cossiga, Bettino Craxi, pur essendo Giannini stato precedentemente compreso fra i ministri di area socialista, non lo indicò come candidato ministeriale nel successivo Governo Forlani (18 ott 1980), né tantomeno lo nominò nei successivi Governi da lui presieduti (1983- 1987). Le carte e i progetti della “riforma Giannini” si persero in qualche oscuro cassetto.

Riportiamo qui la lettera riservata che Giannini scrisse a Craxi in occasione del suo siluramento da Ministro della funzione pubblica:  “Caro Craxi, da ieri sono tornato ai miei otia et negotia, dei quali sei l’autore. Due domande da farti. Primo: nei Paesi civili, quando si vuole dimissionare una persona, c’è l’uso di avvertirla in tempo utile, se non altro per assicurare la continuità dei servizi. Secondo: ti degnerai di spiegarmi perché hai rinunciato alla funzione pubblica, che pur ti era offerta dalla Dc […], a favore di quattro ministeri periferici […]. Che cosa è accaduto? Un errore di prospettiva? O un nuovo episodio dell’antica carenza del socialismo italiano in ordine ai problemi concreti del pubblico potere? O forse un tuo calcolo recondito?”.

Domande senza risposta…..che giustificano appieno il giudizio di Guido MELIS sulla storia riforme della pa dall’unità d’Italia: “il riformismo amministrativo in Italia: una storia di vinti” (vedi qui)

 Rapporto Giannini – 16 novembre 1979 

Alberto de Stefani – una riforma lunga 90 anni

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Riportiamo il profilo biografico di Alberto De Stefani, Ministro del primo Governo Mussolini, autore della riforma della contabilità di Stato, con disposizioni, principi e assetti istituzionali (la Ragioneria generale dello Stato come baricentro della pubblica amministrazione) ancora oggi non scalfiti da alcuna “riforma” successiva all’anno 1923.

Biografia e opere di Alberto De Stefani

Regio Decreto 18 novembre 1923,  n 2440

Regio Decreto 23 maggio 1924 n 827

Banca d’Italia – L’archivio Alberto de Stefani

Riforme al rogo – Le riforme mancate della pubblica amministrazione italiana

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Da Alberto Stancanelli riprendiamo una sua vecchia introduzione al libro di Giuseppe Pennellla “L’Amministrazione liberale” del 2003, su il tema ancora attuale: la difficoltà/impossibilità di riformare l’amministrazione politica che attraversa tutta la storia d’Italia, dall’unificazione ad oggi.

 Le riforme al rogo – Alberto Stancanelli

Storia della PA italiana nel primo dopoguerra di Guido Melis

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Un fondamentale testo di storia della PA italiana di Guido Melis – scaricabile anche dal sito del Ministero dei Beni culturali. Sono minuziosamente ricostruite le vicende della pubblica Amministrazione italiana della fine della prima guerra mondiale alla fine degli anni ’30. E’ stupefacente addentrarsi nelle storie che ci racconta Melis perché si ritrovano in perfetto parallelo tutte le logiche che, allora come ora, impediscono di riformare la pa italiana nel senso di una maggiore efficienza: ci sono i riformatori, incerti e incongrui rispetto ad un quadro d’insieme, i conservatori, arroccati in difesa di sacri principi che hanno la sola funzione di tutelare la loro personale posizione, l’immobilismo come risorsa, la politica sempre estranea e/o infastidita, mai cosciente della necessità di guadagnare l’alleanza con chi dentro la pubblica amministrazione avrebbe desiderio di cambiarla veramente.

Due modelli di amministrazione tra liberalismo e fascismo – Guido Melis 1988 .

Guido Melis – La costruzione di una burocrazia unitaria nel XIX secolo.

unità d'Italia

Guido Melis, ordinario di Storia dell’amministrazione pubblica, ripercorre in questo saggio le fasi iniziali di formazione della burocrazia italiana, nella seconda metà del secolo decimo nono. Un slogan per le sue conclusioni può essere senz’altro il seguente: la creazione di un centralismo debole.

 Melis – La costruzione di una burocrazia unitaria

Pubblica amministrazione – una riforma mancata

150 unità d'italia

Pubblichiamo il testo della relazione del prof Guido MELIS al convegno di Torino del 24 ottobre 2011, in occasione delle celebrazioni del 150imo dall’Unità d’Italia. Continua a leggere

Giovanna Tosatti – la modernizzazione dell’amministrazione italiana 1980 -2000

A cura della prof.ssa Giovanna Tosatti un utile compendio storico delle vicende della riforma della pubblica amministrazione italiana negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso.

 La modernizzazione della Pa 1980 2000

Cavour e il disegno generale di Stato al compimento dell’Unitá d’Italia

cavour

L’impostazione di Cavour dell’unificazione dell’Ordinamento economico-giuridico italiano. Lezione di Sabino Cassese (clicca qui) in occasione del 150imo anno dall’Unità d’Italia. Palazzo delle Esposizioni, 25 maggio 2011.