Digitalizzazione non anarchica nelle pubbliche amministrazioni e PNFF

Riproponiamo qui di seguito un articolo di Maria Pia Giovannini, già dirigente presso l’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID), oggi vice-presidente del “Club Dirigenti Tecnologie dell’Informazione” e di Paolino Madotto, esperto d’informatica nelle pubbliche amministrazioni, sullo stato della digitalizzazione nel mondo pubblico e sulle linee strategiche sul buon esito delle quali si gioca la partita del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

L’articolo illustra le più recenti disposizioni di legge (anno 2020) in materia di digitalizzazione delle pp.aa. partendo dall’evidenziazione delle le due “piaghe” (termine nostro) ormai endemiche del sistema:

  1. depauperamento delle competenze interne e scarsa cultura dell’ organizzazione manageriale dell’Information Technology  presente nella PA;
  2. il modo scoordinato con il quale gli enti diversi della PA organizzano le proprie attività digitali, fatto questo che impedisce che i sistemi informativi possano “parlarsi” fra di loro (la cosiddetta “interoperabilità” dei dati e delle procedure).

Questi deficit specifici dell’amministrazione pubblica italiana vanno gestiti all’interno dei criteri generali di digitalizzazione validi per tuti i Paesi UE. Sono tre i fronti strategici:

  1. la più ampia diffusione su tutto il territorio degli strumenti di cittadinanza digitale;
  2. la semplificazione dei procedimenti amministrativi resa possibile proprio dalle tecnologie dell’informazione digitale;
  3. la sicurezza cibernetica.

Su ciascuno di questi “fronti strategici” l’articolo suggerisce possibili interventi in termini di strumenti di tecnologia avanzata. Fra gli altri, segnaliamo l’Itil, astruso acronimo che sta per un ancora più scostante significato: Information Technology Infrastructure Library. Tradotto in termini comprensibili – stiano attenti gli informatici a non ricadere nello stesso vizio dei giuristi di esprimersi in termini comprensibili solo agli iniziati – sono le linee guida, cioè le modalità più avanzate (concepite in Gran Bretagna negli anni ’80 e oggi diffuse in campo internazionale) alle quali è necessario e opportuno si adeguino le case di software nel realizzare  le infrastrutture informatiche commissionate dalle amministrazioni pubbliche.

Articolo da leggere.

PA digitale, dalla governance dei dati sprint della trasformazione -Giovannini e Madotto

 

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