La stampa e l’opinione pubblica, genericamente distratta dalle dietrologie varie sugli autori nascosti delle sue dichiarazioni, dimentica in questi giorni di citare le poche e chiare parole che il nuovo Presidente del Consiglio ha avuto modo pochi giorni fa di pronunciare in ordine ai temi di “effetti paralizzanti della “fuga dalla firma” e “responsabilità sproporzionate scaricate sui funzionari pubblici” “norme complesse, incomplete e contraddittorie e schermaglie normative“.
Come sua abitudine, nelle battute pronunciate al minuto 6 e 20 secondi, ha riassunto il punto di visa del suo Governo su tre tematiche enormi: la mancata semplificazione dei procedimenti amministrativi, l’ipertrofia e frantumazione della normazione come causa della farraginosità delle procedure e il rapporto fra enti pubblici e fra questi ultimi e i cittadini. Queste le sue testuali parole:
“Fiducia e responsabilità: fiducia fra istituzioni e persone che le compongono e responsabilità nei confronti dei cittadini. E’ necessario sempre trovare un punto di equilibrio, una ricerca che non è semplice ma è necessaria. Occorre infatti evitare gli effetti paralizzanti di quella che viene chiamata la fuga dalla firma, ma anche di regimi di irresponsabilità nei confronti degli illeciti più gravi per l’Erario, tenendo conto peraltro che nel ultimi anni il quadro legislativo che disciplina l’azione dei funzionari pubblici si é arricchito di norme complesse, incomplete, contraddittorie e di ulteriori responsabilità anche penali; tutto ciò ha finito per scaricare sui funzionari pubblici responsabilità sproporzionate che sono la risultante di colpe e difetti a monte di carattere ordinamentale, con pesanti ripercussioni concrete che hanno talvolta pregiudicato l’efficacia dei procedimenti di affidamento e realizzazione di opere pubbliche e investimenti privati, molti dei quali di rilevanza strategica. Alcuni interventi normativi adottati la scorsa estate hanno affrontato in maniera però temporanea queste criticità . Ora bisogna andare oltre le schermaglie normative verificando gli effetti delle nuove disposizioni.”
Ora, qualcuno potrebbe ricercare e sicuramente trovare, fra le innumerevoli dichiarazioni di principio dell’ultimo trentennio, argomenti simili e coincidenti con quelli sopra riportati e farne motivo di ludibrio (“che ha detto di nuovo?”). Ma, a parte la condivisibile lettura di contesto (“colpe e difetti a monte di carattere ordinamentale“), sarebbe questione del tutto inconsistente stigmatizzare sul “copyright ” delle parole del Presidente del Consiglio rispetto alla partita che si gioca il nostro Paese sul tema del buon funzionamento della sua burocrazia: la forza e la buona qualità del suo Governo si misurerà, ben altrimenti, sulla capacità di far seguire i fatti alle parole.