Riprendiamo dal numero di febbraio della rivista “Mondoperaio” un’esposizione a tutto campo sulle statistiche e la legislazione relative alla piaga dei femminicidi, curato dalla dr.ssa Antonella Crescenzi, economista già dirigente al MEF e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Partendo dalla definizione stessa del termine “femminicidio”, l’autrice fa il punto sulla consistenza del fenomeno a livello mondo, Europa e Italia. L’articolo evidenzia come, anche in presenza di una normativa indubbiamente migliorata negli ultimi anni, persista una dimensione di sottovalutazione dei pericoli già chiaramente visibili prima del compiersi dell’evento definitivo. Vanno effettuati interventi formativi rivolti ai componenti della Magistratura e delle Forze dell’Ordine e va posto sotto attento esame anche quel territorio di violenza diffusa che non si traduce poi nell’atto omicida: proprio le statistiche presenti nello scritto evidenziano che, a fronte di un numero di femminicidi annui superiore a cento, coesistono atti di violenza denunciati alle forze dell’ordine o alle associazioni anti-violenza notevolmente superiore, nell’ordine delle cinque decine di migliaia. La violenza familiare diffusa arreca anch’essa danni gravissimi alla dignità delle donne e alla sensibilità dei figli coinvolti.
Crescenzi – Femminicidi, statistiche legislazione e questioni aperte.