Segnaliamo e riproduciamo il fondo di Ernesto Galli della Loggia apparso sul Corriere della Sera dello scorso 28 dicembre 2016 (vedi qui): il suo pregio fondamentale è quello di leggere la problematica dei “mali del comune di Roma” astraendo dalla cronachistica recente e analizzandone le cause strutturali. Della Loggia individua il fattore principale di deterioramento della situazione nella politicizzazione e precarizzazione della dirigenza del Comune, la cui “contiguità” col potere politico “diventa complicità“.
Sembra di rileggere gli argomenti più volte esposti dalle Associazioni della dirigenza pubblica e dai sindacati di categoria allorché hanno espresso coralmente il loro dissenso sui contenuti del decreto Madia sul “ruolo unico della dirigenza” poi abortito in seguito alla nota sentenza n. 251/2016 della Corte Costituzionale – vedi qui. Della Loggia testualmente afferma che “la principale patologia é l’estrema politicizzazione dell’alta dirigenza burocratica dei Comuni (nonché delle Province e dello Stato)”… “prodotto non voluto ma inevitabile dell’infelice riforma varata dal Ministro Bassanini all’epoca del primo governo Prodi nel 1996-1997” “Da quella riforma i vertici burocratici delle Amministrazioni locali hanno perso in pratica ogni effettiva autonomia” e a loro non rimane che “l’unica difesa possibile se non vogliono immolarsi sull’altare della purezza: obbedire senza fiatare“.
Della Loggia annota anche che “patologie eguali o simili (a quelle manifestatesi a Roma – ndr) si annidano in tutte le nostre amministrazioni pubbliche“. Aggiungiamo noi che l’esigenza di asservimento totale della dirigenza pubblica non é ancora sufficientemente soddisfatta, visto che il Governo Renzi ha ritenuto di dover predisporre un decreto legislativo che ne precarizzava ulteriormente lo status. Tuttavia la dirigenza pubblica è già oggi nel suo complesso intimidita e ricattabile, in virtù di un quadro legislativo da tempo esistente (si ripropone l’intervento di Valerio Talamo al ForumPa del 2014 – vedi qui).
Si tratta oggi di rilanciare un piano di rinnovamento della Pubblica Amministrazione su basi completamente nuove. Ed é necessario che questo “piano” non nasca solo dalle idee di chi l’Amministrazione pubblica non la pratica quotidianamente in prima persona, ma dalla dirigenza pubblica in primis.
Della Loggia – Il governo impossibile di Roma