Al centro dei frequenti scontri fra Russia e Ucraina c’è la gestione del Gasdotto Transiberiano che nasce a Urengoy nella penisola di Yamal in Siberia, passa per l’Ucraina e procede verso l’Europa. All’inizio degli anni ’80 il progetto, voluto dall’Europa, fu fortemente osteggiato dagli Stati Uniti di Ronald Reagan, in piena guerra fredda. Ne ripercorre la storia Leonardo Bellodi per il Foglio del 28 nov 2013, ripreso da Dagospia – vedi qui l’articolo. Ma le dinamiche di questa storia infinita si intrecciano fra loro e costituiscono una delle basi di riferimento per intendere i rapporti fra Russia, Europa, Ucraina, Stati unti, mercati orientali. Possiamo così comprendere l’atteggiamento alterno della Russia, che, da una parte, cerca di condizionare la politica dell’Ucraina e di entrare nella gestione diretta della sua rete – vedi qui Sole 24 ore 28 mag 2013 – la resa dell’Ucraina alla Russia – d’altra parte tenta di affrancarsi dal condizionamento del passaggio dello storico gasdotto per l’Ucraina, progettando un nuovo gasdotto Yamal Europe 2 (che transiti per la Bielorussia invece che per l’Ucraina) – vedi qui notizie d’archivio 2011 – o inaugurando il gasdotto Northstream che collega i suoi giacimenti direttamente alla Germania attraverso il Mar Baltico – vedi qui l’inaugurazione del progetto nel novembre 2011.
Parallelamente ai progetti nella zona Nord della Russia, si articolano, in concorrenza fra loro, i progetti Southstream (con passaggio della pipeline sul Mar Nero e in Turchia), sponsorizzato in Italia dal Governo Berlusconi, e il progetto Nabucco (transito del gas dell’Azerbaigian all’Europa attraverso la Turchia), sponsorizzato da Europa e Stati Uniti e destinato nelle intenzioni a costituire un’alternativa al monopolio russo – vedi qui e qui –
Il progetto Nabucco nel giugno 2013 è stato accantonato e sostituito col progetto TAP (Trans Adriatic Pipeline).
In ultimo, è notizia recente che Wladimir Putin ha ordinato a Gazprom di procedere alla costruzione di un nuovo Gasdotto dalla Siberia al Pacifico per favorire l’esportazione di gas alla Cina e al Giappone – vedi qui notizia del nov 2012.
Panorami del genere sopra succintamente riepilogato sono genralmente poco conosciuti ai più ma, sempre e comunque, “c’entrano con tutto”.