Confessiamo un debole per Carlo D’Orta; sicuramente perchè è un collega dirigente pubblico che, una volta in pensione, si è reinventato fotografo conseguendo risultati brillantissimi. Il secondo motivo è che – fin dall’epoca della sua collaborazione con Vito Tenore col volume “I palazzi del Potere” – il suo specifico di fotografo d’arte divenne la rilettura delle immagini dei palazzi pubblici, attraverso la messa in evidenza di particolari che ne reinventano profili e personalità. Ricordiamo in tal senso la sua mostra dell’anno 2018 all’Archivio di Stato sui palazzi dell’EUR (vedi qui).
E’ stato scritto che la sua ispirazione artistica si traduce spesso in “astrazione nel senso puro del termine…….cioè quel processo mentale mediante il quale una cosa viene isolata da altre con cui si trova in rapporto, per considerarla come specifico oggetto di indagine. Il suo obbiettivo si concentra nel cogliere dell’architettura contemporanea sezioni, dettagli, geometrie che, estrapolate dal loro insieme o contesto, sono in grado di donare punti di vista totalmente inediti“ (Flavia Motolese).
L’occhio particolare di Carlo D’Orta si é esercitato in ultimo fra gli edifici di New York in modi che ci racconta egli stesso: “Cari amici, nel 2019 mi sono recato a New York per raccontarne le architetture di in modo diverso, con il particolare sguardo astrattizzante della mia serie “Biocities”. In questa serie indago le architetture contemporanee cercando visioni che sembrino quadri di geometria astratta. Le mie immagini possono sembrare collage, ma sono invece assolutamente vere e reali. L’incrocio di forme e dettagli non è infatti ottenuto in post-produzione, ma è frutto dello schiacciamento della prospettiva, ottenuto cercando posizioni particolari da cui scattare la fotografia ed usando un potente zoom per comprimere la profondità. Le forme di edifici, anche tra loro diversi, si fondono così visualmente. L’ispirazione profonda di questa mia ricerca viene dai movimenti artistici della prima metà del novecento e dalla pittura di artisti di astrazione geometrica come Mondrian, Rotchko, Malevic, El Lissitzky, Peter Halley, Paul Klee e dal neoplasticismo di De Stijl.”
Il risultato sono le foto che presentiamo qui sotto e che vanno ad arricchire la produzione artistica di questo Autore, visibile in Piazza Crati a Roma.