Per i molti, fra cui chi scrive, che conoscono poco il termine Blockchain, oltre che al rinvio alla voce relativa su Wikipedia, può essere sufficiente sapere che “la catena di blocchi” realizza una condivisione protetta fra blocchi di informazioni appartenenti a differenti banche dati. Ciò consente di superare lo scoglio costituito dall’esigenza di costruire nuove banche dati partendo da bacini di informazioni collocati in sistemi informatici diversi: infatti, la messa a fattor comune dei dati di ciascuna fonte di dati, opportunamente regolata e resa immune da interventi distorsivi , costruisce di per sé una bacino allargato di informazioni su determinati oggetti. Il blockchain fu teorizzato e applicato per la prima volta nel 2008 sui famosi bitcoin da un anonimo che si fa chiamare Satoshi Nakamoto ed è pertanto un sistema che ha dato solida prova di impermeabilità nelle transazioni “para-finanziarie” che hanno invaso il mondo negli ultimi anni.
Oltre all’utilizzo finanziario, il blockchain, come sistema di condivisione di diverse banche dati, può essere utilizzato in un numero infinito di materie. Qui di seguito ne presentiamo due di forte rilievo pubblico:
- Il blockchain come strumento di collegamento fra diverse banche dati pubbliche per le politiche del lavoro -progetto di ricerca interdisciplinare Cnel-Università Roma Tre
- il blockchain come strumento di gestione del voto elettronico: la lezione è tenuta dal prof. Marco Scialdone.