Chi è avanti con l’età ricorda bene i polverosi uffici di collocamnto gestiti fino all’anno 1997 da sedi periferiche del Ministero del Lavoro dove, dopo una fila infinita, si aveva accesso all’iscrizione su registri cartacei che certificavano la propria disponibilità ad acquisire un’occupazione. Era più che altro un adempimento burocratico, una certificazione indispensabile per essere assunti dalle aziende private.
Quelle modalità di collocamento furono travolte da uno dei “decreti Bassanini”, il d. lgs. 23 dicembre 1997, n. 469 (attuativo della legge 59/1997), che trasferì tutte le competenze alle regioni e alle province. Le cose non andarono meglio.
Le funzioni di mercato attivo, decisive per l’incontro fra domanda e offerta di lavoro, anche dopo il trasferimento alle autonomie, hanno latitato per altri 28 anni, per la mancata predisposizione di idonei strumenti che collegassero la domanda di lavoro delle aziende con i giovani e i disoccupati in cerca di lavoro.
Una nuova sfida per avere definitivamente ragione del mismatch che impedisce ai giovani italiani e alle imprese d’incontrarsi sul mercato del lavoro è stata lanciata dal 18 dicembre scorso dal Ministero del Lavoro e dall’INPS, mediante l’istituzione del Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl) .
Si vedano qui le interviste a una ragazza che testimonia il suo successo nel trovare lavoro mediante l’utilizzazione di questo sistema, nonché al Ministro del Lavoro, on. Elvira Calderone, e al direttore centrale della comunicazione INPS, dr. Diego De Felice. Ad oggi sono iscritte al portale 500.000 persone
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