Come noto, una delle chiavi di lettura fondamentali per comprendere il disordine urbanistico della capitale d’Italia sta nella lettura di come si sono sviluppati i suoi quartieri a livello edilizio dal momento in cui Roma fu riunita all’Italia nel 1870. Senza andare in questa sede più lontani del nostro secondo dopoguerra riproponiamo qui una celebre inchiesta de L’Espresso del dicembre 1955 di Manlio Cancogni, dall’altrettanto celebre titolo di copertina: “Capitale corrotta = nazione infetta“. Vi erano lì mirabilmente disegnati i percorsi reali attraverso i quali la politica edilizia romana era stata letteralmente rapinata da una serie di poteri economici “forti”. Le inchieste giornalistiche sulla speculazione edilizia romana sono rare, soprattutto perchè i quotidiani della capitale sono da sempre di proprietà diretta o indiretta di gruppi imprenditoriali edilizi. Per cui risulta prezioso anche il riferimento ad un’altra inchiesta, sempre de “L’Espresso” , ma di cinquant’anni dopo, febb. 2016, dove vengono descritti accadimenti identici a quelli che nel 1955 avevano indotto il periodico a collegare strettamente un filone importante dei fenomeni corruttivi romani alla resa dei poteri pubblici alla speculazione privata. Perchè di questo si tratta: mentre negli ordinamenti giuridici degli altri Paesi occidentali lo sviluppo edilizio è stato pensato e guidato dallo Stato e/o dai poteri locali, a Roma ha prevalso sempre e comunque l’iniziativa anarchica e selvaggia della speculazione privata.
L’Espresso 11 dicembre 1955 – CAPITALE CORROTTA NAZIONE INFETTA -clicca qui.
L’Espresso 4 febbraio 2016 – ROMA HA SOLO DUE PADRONI: LA POLITICA E I PALAZZINARI – clicca qui