Nel rinviare all’intervista di ieri 14 marzo del Presidente dell’autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone a “La Repubblica” – vedi qui testo completo, ne evidenziamo qui gli aspetti strettamente attinenti al funzionamento delle pubbliche amministrazione.
L’affermazione di Cantone “la corruzione nasce dalla politica, in giro ci sono troppi Romeo” trova il suo naturale seguito nella circostanza secondo la quale tale schema corruttivo é attivabile dai politici solo in presenza di una dirigenza “fiduciaria”, “privatizzata”, sul modello dei dirigenti a tempo determinato, presenti nelle Amministrazioni locali in percentuale del 30% del totale. Cioè a dire che il modello naturale di dirigente per la cattiva politica è quello dell’Amministratore delegato della Consip Luigi Marroni: questo dirigente (vedi suo curriculum), indipendentemente da ogni sua possibile responsabilità penale e amministrativa, nasce “debole” dal punto di vista delle garanzie di imparzialità per i cittadini e le imprese: egli, infatti, opera all’interno di una società per azioni a totale proprietà pubblica e, in quanto tale, ha ricevuto il suo incarico su indicazione diretta dell’autorità politica e da questa può essere rimosso in ogni momento: evidente a questo punto che il rapporto instauratosi con chi gli ha affidato l’incarico non può che essere fiduciario, cioè sprovvisto di quei requisiti minimi di imparzialità che non solo la nostra Costituzione, ma tutti gli Ordinamenti giuridici occidentali, collegano con lo status dei dirigenti pubblici. Nell’Amministrazione federale U.S.A. – sovente citata a sproposito quanto allo status dei dirigenti – le funzioni attinenti all’imparzialità e all’affidamento pubblico (gare, appalti, concessioni, autorizzazioni) sono riservate solo ai dirigenti di carriera (career executive) – vedi meglio il regime della dirigenza federale U.S.A. .
La tendenza potenziale alla corruzione é connaturata a qualunque regime politico, ma il discrimine decisivo fra l’uno e l’altro sistema è dato dalle garanzie che uno stato appresta per tenere a freno la corruzione e per stanarla quando opera. In questo senso, il sistema istituzionale italiano é mal congegnato dal punto dei vista dei controlli sugli atti della pubblica amministrazione (vedi qui meglio), del regime della dirigenza pubblica ( vedi qui: un-nuovo-ruolo-per-il-dirigente-pubblico) e delle azioni di contrasto amministrativo (whistleblower) poste in essere (vedi qui meglio). In questo tessuto debolissimo i Romeo sguazzano come pesci nell’acqua.