Da “La rivista trimestrale di diritto pubblico” n. 1/2011, estraiamo uno studio di Aldo Sandulli e Giulio Vesperini sull’organizzazione del nuovo Stato primi anni dell’Unità d’Italia.
Anticipiamo la valutazione finale degli autori a proposito dei risultati finali del loro studio: “Ci si preoccupò molto di introdurre i meccanismi di sviluppo economico e industriale, in particolare al nord; meno, invece, di articolare il rapporto fra Stato e società, soprattutto nel sud: si lavorò molto a fare l’Italia, poco gli italiani”. “La ricchezza fu concentrata nelle aree settentrionali e del centro“. Una citazione di Gramsci: “La egemonia del Nord sarebbe stata storicamente benefica, se l’industrialismo avesse avuto la capacità di ampliare i suoi quadri per incorporare sempre nuove zone economiche assimiliate“. In conclusione : “Dall’analisi del primo quadriennio dell’unità d’Italia è possibile intuire le tare genetiche che avrebbero accompagnato e rallentato lo sviluppo del Paese nel corso del novecento e che sarebbero state alla base degli eventi del successivo secolo e mezzo di storia patria”……Fallimento per egoismo e ristrettezza culturale, aggiungiamo noi, di tutte le classi dirigenti che si sono succedute nei primi 150 di vita unitaria.
Sandulli e Vesperini – L’organizzazione dello Stato unitario.