Il CNEL (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro) è una delle tante entità che in molti vorrebbero rottamare senza nemmeno sapere quali siano le sue funzioni e quali attività svolga. Senza entrare in vane diatribe politiche ( ma ricordando che tutti gli Stati occidentali avanzati hanno nel proprio ordinamento un organo consimile), noi registriamo per parte nostra che il Consiglio ha sempre svolto una funzione d’avanguardia e di prezioso player sulla misurazione dei risultati e dell’impatto (cosiddetto “outcome”) delle attività delle pubbliche amministrazioni, riempiendo così un vuoto clamoroso nella gestione della pubblica amministrazione italiana, dove NON ci si occupa di valutazione dei servizi resi dalle pubbliche amministrazioni, ma ci si continua a trastullare su inefficaci sistemi di valutazione dei dirigenti e dei dipendenti. Quanto a dire che in Italia sono inesistenti o altamente inefficienti tutti i filoni fondamentali della valutazione delle performance (vedi qui come sono strutturati tali sistemi in altri paesi dove questi funzionano realmente)
Sono in pochi a ricordare che la sempre citata “riforma Gore-Clinton” (Government Performance Result Act – GPRA – vedi qui) dell’anno 1993 riguardò proprio le performance delle Agenzie federali, individuate come oggetto principale di osservazione per la valutazione dei risultati conseguiti dagli uffici pubblici.
Il CNEL, unico Organo pubblico italiano, si occupa di valutazione delle performance e dei risultati dei servizi pubblici dal lontano 1995, quando promosse la prima “Conferenza annuale della misurazione dell’attività amministrativa e della valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati“, a conclusione di un lavoro di analisi condotto dalle più prestigiose Istituzioni pubbliche. Quel filone di lavoro non si è mai arrestato, tanto che si deve proprio ad un’iniziativa congiunta fra CNEL e ISTAT se cinque anni fa é diventato operativo il portale della pubblica amministrazione (clicca qui per vedere).
Sulla base di questa tradizione consolidata, il CNEL ha emanato lo scorso maggio 2018 la “Sesta Relazione annuale sulla qualità dei servizi offerti dalle PA centrali e locali a imprese e cittadini”, che qui di seguito riproponiamo.
Si tratta di un volume molto consistente di circa 300 pagine, che offre un panorama di statistiche e di approfondimenti su argomenti cardine dell’attività delle pubbliche amministrazioni italiane. Si segnalano in particolare: 1. I confronti internazionali del dimensionamento, delle spese e delle performance delle pubbliche amministrazioni OCSE per il 2017 -pag. 8 e segg; 2. Il funzionamento del sistema statistico delle Pubbliche amministrazioni, con riferimento anche al Benessere Equo e Sostenibile- pag. 26 e segg; 3. Il senso e funzionamento dei “bilanci per missioni e programmi” – pag. 30; 4. gli indicatori di qualità dei servizi sanitari italiani – pag. 86 e segg; 5. gli indicatori di qualità della Scuola Università e Ricerca, pag 113 e segg; 6. le performance del sistema giudiziario italiano -pag 153 e segg; 7. gli incentivi, i pagamenti e le altre funzioni pubbliche svolte a supporto e nei confronti delle imprese italiane, misurazioni preziose per comprendere il ruolo effettivo di stimolo e supporto al sistema economico nazionale della nostra Pubblica Amministrazione – pag. 184 e segg.
Chi sia interessato a conoscere l’impatto dell’azione pubblica sull’economia e la società italiana troverà in questa relazione preziosi spunti di analisi e di riflessione.
Relazione_annuale_2017 sulla qualita_dei_servizi_pubblici