Nel profluvio di articoli e interviste, soprattutto su Il Corriere della Sera (ma non escludendo Il Foglio), sono in pochi ad essersi accorti di un’intervista concessa dal professor Sabino Cassese a “La Repubblica-Affari & Finanza” di questa settimana. Eppure il suo contenuto può essere serenamente definito come dirompente, perché il Presidente Emerito della Corte Costituzionale – nonché Ministro della Funzione Pubblica nel 1993, proprio all’epoca del famoso “accordo Ciampi Sindacati” – sommerge di educate critiche l’accordo “Brunetta-sindacati” dei giorni scorsi (vedi qui il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”) che proprio di quell’antico e glorioso prototipo vuol essere riproposizione. Riproponiamo qui sotto il testo integrale dell’intervista, la cui sintesi estrema è la seguente: Un accordo “tutto a favore dei dipendenti pubblici, senza impegni di controprestazioni….nel contratto deve esserci un “do ut des”. Qui non c’è“. La pubblica amministrazione va riprogrammata e gestita “non in funzione degli impiegati, ma in funzione degli utenti”. La pubblica amministrazione non funziona perchè i 160 miliardi che costituiscono la massa salariale “vengono distribuiti a pioggia“.
Aggiungiamo noi una piccola chiosa: in tutto il testo dell’accordo in questione non si ravvede una sola volta una piccola parolina: “valutazione“. Invece, proprio in quella parolina si poteva trovare la chiave di quella controprestazione della cui assenza si lamenta Sabino Cassese. Bene vengano aiuti e maggiori stipendi nel pubblico impiego ma vadano a premiare il merito, siano riconoscimento per i migliori e non li avviliscano più con la politica delle retribuzioni a pioggia condotta nei passati trent’anni a causa di un patto scellerato “politica- sindacati-dirigenza”.
Cassese – critiche al Patto per l’innovazione