Riprendiamo l’intervista rilasciata ieri dal ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo su Il Messaggero di ieri, dove egli anticipa alcune iniziative di cui si farà promotore. Fra le altre segnaliamo “la possibilità per un numero determinato di funzionari di diventare dirigenti senza dover sostenere un concorso pubblico“. “La proposta sarà fatta da un dirigente pubblico e poi esaminata da una commissione imparziale“.
Posto che il principio del concorso pubblico è oramai ridotto a un colabrodo e tutte le confraternite politiche preferiscono appellarsi al codicillo ultimo dell’articolo 97 della Carta Costituzionale che recita “salvo i casi previsti dalla legge“, l’idea di accedere alla dirigenza tramite valutazioni INTERNE nelle singole amministrazione si presta a pesantissime influenze politiche e sindacali, che si scaricheranno sui dirigenti, molti dei quali sono stati a loro volta assunti senza concorso per motivi fiduciari (comma 6, articolo 19 del d. ;gs. 165/2001, per chi l’avesse dimenticato).
Inoltre, va notato che da più parti si sta strumentalmente caricando di un’aura di “pesantezza e farraginosità” il concetto stesso di “concorso pubblico”. Si dimentica volutamente che il suo significato principale è quello di una gara fra candidati diversi ai fini della selezione dei migliori. Altra è la questione delle modalità con cui i concorsi stessi vengono effettuati e su cui si può operare. Sono due concetti completamente diversi e il fatto di confonderli cela la voglia, nemmeno troppo sottintesa, di liberarsi definitivamente del fastidioso orpello dei concorsi pubblici.
Sulla modalità più decisiva relativa ai concorsi va osservato che quanto immaginato dal Ministro è sconosciuto nelle amministrazioni estere, perché le selezioni INTERNE sono lì ritenute come non imparziali. Dovunque sono commissioni ESTERNE a gestire i concorsi pubblici (vedi la Civil Service Commission inglese, istituita dal ministro Gladstone nel 1850, tuttora funzionante.
Ci sono regole di buon funzionamento delle burocrazie pubbliche che NON VANNO MAI DISATTESE, pena lo scadimento sicuro della funzionalità e della moralità degli uffici…..il ministro Zangrillo fa il solito errore di portare nel mondo pubblico regole d’ingaggio delle imprese private che non ci appartengono (ce ne sono di ottime di regole di management nel privato, ma noi prendiamo solo quelle che non c’entrano niente!!)
Intervista_Ministro_Messaggero_25112024