Non poteva mancare nemmeno quest’anno una sessione del ForumPA 2023 dedicata alla “Riforma della dirigenza, un cantiere ancora aperto“, un modo gentile per significare che una vera e buona configurazione del ruolo del dirigente pubblico, da burocrate a manager, non è mai neanche lontanamente riuscita, dai tempi ormai lontani in cui le riforme degli anni ’90 intesero “privatizzare” il rapporto di lavoro dei dirigenti pubblici e affidargli – solo nei principi proclamati – i poteri gestionali del privato datore di lavoro.
Nei fatti una serie di cavilli legislativi (in primis la temporaneità degli incarichi ridotta a tre anni e il mitico “comma 6” che ha aperto le porte dell’inferno dello spoils system all’amatriciana) – dietro i cavilli come noto si nasconde il demonio – hanno precarizzato il ruolo del dirigente pubblico, riducendolo a un modesto interprete fiduciario delle intromissioni nella gestione amministrativa dei vertici politici delle pubbliche amministrazioni. Di qui e dalla bulimia legislativa, che produce un ammasso di norme di dettaglio in contraddizione le une con le altre, si è generata nel tempo quella “burocrazia difensiva” che è uno dei fattori determinanti della paralisi della burocrazia italiana, come l’attuazione del PNRR sta portando a cruda e fredda evidenza.
Chi fosse interessato, potrà ascoltare la video registrazione del convegno dello scorso 18 maggio, coordinato da Carlo Mochi Sismondi – clicca qui.
Il succo rimane comunque quello solito: il burocrate non si e’ trasformato in manager, non per sua responsabilità, ma perché una cornice di regole non gli consente di esprimere le sue capacita’ di operare e di essere valutato, in relazione alle performance e ai risultati conseguiti e non ad altro. Sulla valutazione come si svolge nella realtà da decenni quest’associazione ha prodotto nel tempo molteplici analisi (si veda fra le tante di Zucaro/Beato – Un approccio di sistema ai metodi delle valutazioni – 2015)
In una cornice virtuosa di regole – che tutti si augurano si materializzi un giorno – varrebbe senz’altro la concatenazione logica fra autonomia e responsabilità (accountability dicono gli inglesi!) che così bene illustra nelle sue conclusioni il direttore generale delle Relazioni Sindacali del Dipartimento della Funzione Pubblica, dr. Valerio Talamo, che riprendiamo qui di seguito in forma scritta.
FPA 2023_Intervento conclusivo