Sono circa 44 miliardi di euro, utilizzati fino ad oggi per un importo vicino al 10%, i danari trasferiti all’Italia dall’Unione Europea, per gli anni 2014-2020, per una serie di spese d’investimento: ricerca, piccole e medie imprese, agricoltura, ambiente , occupazione giovanile, trasporti e infrastrutture. Vanno poi sommate le risorse finanziarie di origine nazionale per completare il quadro dei danari finalizzati a investimenti e crescita peri il settennio contabile europeo.
I trasferimenti finanziari in questione si vanno a sommare a quelli precedentemente assegnati all’Italia negli ultimi vent’anni: sono esattamente 101 miliardi di euro, messi dalla UE a disposizione dell’Italia dall’anno 2000 all’anno 2020 (Fondi strutturali Europei 2000/2006 per € 28,484 mld, Fondi Strutturali Europei 2007/2013 per € 27,940 mld e Fondi Strutturali Europei 2014/2020 per € 44,656 mld). Un mare di danaro proveniente direttamente dal bilancio dell’Unione e in una quantità in cui l’Italia é stata seconda solo alla Polonia.
Qual è l’utilizzo di queste ingenti risorse finanziarie? Le slide qui sotto evidenziano che l’Italia non spende o spende male. Il malfunzionamento delle Amministrazioni centrali, regionali e comunali appare essere la causa più evidente: ma, dietro si cela l’irrazionalità delle regole, l’inesistenza di una vera cabina di regia e di strumenti efficienti di controllo, in grado di orientare la spesa nazionale verso risultati utili alla collettività nel suo insieme (si vedano qui le slide che illustrano le procedure di erogazione dei fondi).
Il potere decisionale sulla spesa é rimesso a centri di potere totalmente sconnessi, che sovente polverizzano la destinazione dei fondi UE, disponendo microfinanziamenti di natura assistenziale (vedi qui una rassegna delle micro-spese basata sui dati del sito Opencoesione). Il sito OpenCoesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – clicca qui – rende evidente che il Dipartimento per le Politiche di Coesione ha monitorato ben 1 milione e 100.000 progetti , in larga parte non ancora avviati, alcuni dei quali finanziati con poche decine di euro a pasticcerie, centri benessere e vari. Consigliamo di consultare le varie “liste di progetti” nel sito in questione. E’ sufficiente questa lettura per comprendere come funziona il nostro Paese.
Il finanziamento dei fondi strutturali europei