Riproponiamo un articolo sempreverde e pluricitato nei testi che si occupano di riforma delle pubbliche amministrazioni, pubblicato da Massimo Severo Giannini sul primo numero di “Amministrazione civile” del 1957.
In questo articolo l’Autore proponeva un excursus storico di ricognizione dei rapporti fra pubblici poteri (con l’occhio attento alla incombente gestione dei rapporti fra Stato italiano, Regioni e Autonomie locali) che attraversava la storia dell’Europa, per concludere sul “modo assolutamente irrazionale con cui si ordinano i rapporti organizzativi fra i pubblici poteri” nel nostro Paese. Individuava la causa di ciò nel'”assoluta empiricità della ripartizione delle funzioni“. Da ciò derivava che il “primo problema, anzi il problema dei problemi che dovrebbe porsi il legislatore che intenda provvedere in materia legislativa non può che essere quello del riordinamento delle funzioni”. Questo principio dovrebbe essere il cardine del “gran parlare di riforme amministrative che si fa da quarant’anni” (scritto questo nell’anno 1957 -n.d.r.). Seguivano altre “gustose” affermazioni sui tentativi precedenti di fare tali riforme (!!!).
Lungi dal rappresentare tale articolo di Giannini solo uno stimolante reperto storico, la sua validità concreta e attuale può essere bene apprezzata attraverso la critica folgorante che circa trentacinque anni dopo Sabino Cassese, citando Giannini, indirizzò alla legge 29 del 1993 nella sua prima stesura – ma la critica può essere comodamente estesa a tutte le leggi di riforma fino al decreto legislativo n. 75 di quest’anno. Cassese alla pagina 292 del suo scritto IL SOFISMA DELLA PRIVATIZZAZIONE -vedi qui affermò che partire dalla regolamentazione del rapporto di lavoro del personale per operare una riforma della pubblica amministrazione era errato, proprio in virtù dell’insegnamento di Giannini, “sono problemi seguaci….che devono adattarsi al tipo di funzioni e organizzazioni prescelte“.
Dopo altri 24 anni, il riordinamento delle pubbliche amministrazioni in questo Paese è ancora fermo a quell’affermazione. Si è creduto di effettuare una riforma delle pubbliche amministrazioni partendo dalla pur importante “coda”, mentre era prioritario porsi il problema di come regolare le funzioni (partendo dalle norme costituzionali), come congegnare gli Organi massimi di regolazione, governo e controllo della macchina organizzativa, provvedere ai criteri di organizzazione dei vari uffici, poi, a seguire, normare la problematica del personale e delle risorse.
M S GIANNINI In principio sono le funzioni