Con la proposta di Regolamento COM(2022) 46 dell’8 febbraio 2022 (vedi qui il testo integrale) la Commissione Europea, preseduta da Ursula Von Der Leyen, ha avviato il percorso di approvazione di un nuovo Regolamento europeo (fonte di diritto di rango più elevato delle disposizioni legislative nazionali), che andrà al vaglio del Parlamento europeo e alla successiva approvazione definitiva del Consiglio d’Europa. L’importanza di questo atto viene analizzata nei suoi aspetti di fondo dall’articolo di Paolino Madotto – pubblicato su Agenda Digitale – che riprendiamo qui di seguito.
Sull’importanza strategica della produzione di microchip sembra superfluo argomentare, salvo ricordare che il nostro continente rispetto al resto del mondo – U.S.A., Taiwan, Corea, Cina – è il fanalino di coda: ha infatti una quota di mercato mondiale del 10%. L’americana INTEL ha annunciato di voler investire fino a 80 miliardi di euro in Europa nei prossimi dieci anni, con l’obiettivo di intercettare la domanda proveniente in primo luogo dall’industria automobilistica. Il piano dell’azienda americana prevede, oltre all’espansione dello stabilimento già esistente nella regione di Kildare, in Irlanda, la costruzione di almeno tre nuovi impianti: una giga-factory dedicata alla produzione di chip, un sito per il packaging (lo stadio finale di incapsulamento dei chip) e un centro per il design. Dopo mesi di intense negoziazioni, Intel dovrebbe annunciare nelle prossime settimane il luogo che ospiterà la giga-factory. Diverse fonti riportano che la scelta ricadrà sulla Germania.
L’Unione europea intende intervenire – su questo come su altri progetti – finanziando con 12 miliardi di euro per investimenti diretti tramite la Banca europea per gli investimenti in ricerca, 6 europei e ulteriori 6 dei governi. Ciò significa che ci si appresta a rovesciare uno dei principi cardine perpetuato nei passati decenni in legislazione UE: quello del divieto dell’intervento pubblico nel sistema di produzione di beni e servizi.
L’esposizione di Madotto ruota tutta intorno alla problematica di fondo sottesa dai nuovi provvedimenti normativi in corso di approvazione. Come predicato da anni anche dall’economista italo-americana Mariana Mazzucato (vedi qui), la presenza dello Stato nell’economia è indispensabile per sostenere interventi a lungo termine sull’innovazione. Buona lettura.
Paolino Madotto – “Chips act” è una svolta: senza guida pubblica non c’è politica industriale