Vista dal punto di vista di chi scrive, la chiave del convegno svoltosi lo scorso 16 novembre 2018 a Roma è una battuta fulminante del prof. Alessandro Bellavista, che ha definito la situazione in cui si trova oggi la dirigenza pubblica e, in generale, la riforma del pubblico impiego citando il pezzo cult dei Led Zeppelin “The song remains the same” (La canzone è sempre la stessa). Peraltro, la cosa deve aver irritato non poco i promotori dell’incontro, nella cui locandina figurava il cognome di un Ministro non più in carica da diversi mesi e il cui taglio generale, per loro esplicita impostazione, doveva essere “in positivo“.
Chi segue la nostra associazione conosce il giudizio che diamo sulla riforma della privatizzazione, soprattutto con riferimento agli scarsi o nulli esiti positivi conseguiti negli ultimi 25 anni in fatto di efficienza e qualità dei servizi resi dalle pubbliche amministrazioni italiane: una riforma nata con le migliori intenzioni e con grandi ambizioni nel 1993 ha subìto continui rimaneggiamenti nel corso del tempo, tanto da manifestare quel “movimento pendolare” evocato da Carlo D’Orta (vedi qui) e richiamato due volte dallo stesso prof. Bellavista nella sua relazione: 1. predominanza della fonte contrattuale sulla legge (riforma Cassese), ritorno alla legge (riforma Brunetta), per poi ritornare indietro (riforma Madia); 2. gli istituti di contrattazione e di partecipazione introdotti, poi bloccati (non completamente tuttavia, visto che le contrattazioni integrative di ente non hanno subìto alcun arresto negli anni passati ed hanno continuato a distribuire premi a pioggia), poi ripristinati con il decreto Madia dello scorso anno 2017; 3. la dirigenza pubblica, ostaggio ormai da decenni della politica e del sindacato, anche qui con alti e bassi nel livello d’intrusione nella loro sfera di autonomia gestionale. Un nostro documento dello scorso anno ha illustrato in modo articolato la nostra posizione di critica radicale all’impianto riformista degli anni ’90 (leggi qui il documento).
Rispetto a questa nostra convinzione, vanno comunque lette con rispetto le posizioni, a tutt’oggi largamente maggioritarie, di chi valuta come positiva e non emendabile nei suoi cardini la riforma della privatizzazione del pubblico impiego. Pubblichiamo, pertanto, la videoregistrazione delle tre relazioni principali; raccomandiamo in particolare l’ascolto della tavola rotonda finale in cui erano a confronto le opinioni di Stefano Battini, presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione, Serena Sorrentino, Segretario generale della CGIL funzione pubblica e Sergio Gasparrini, presidente dell’ARAN. Il moderatore prof. Andrea Lassandari ha azzardato a un certo punto la domanda-provocazione sui rapporti fra politica e dirigenza; ma la provocazione é rimasta sospesa in aria. Soprattutto, è rimasta sospesa nel silenzio l’altra fondamentale domanda che si poteva rivolgere al Segretario generale della CGIL funzione pubblica: i rapporti reali fra la dirigenza e sindacato, di che natura sono attualmente?
Un’ultima annotazione: con l’eccezione del dr. Sergio Gasparrini, la stragrande maggioranza dei presenti e degli iscritti a parlare era costituita da professori universitari. Il peso della dirigenza pubblica è desolatamente irrilevante, anche nei convegni di cui si parla di pubblica amministrazione e di dirigenza. E’ un fatto.
Giuseppe Beato
Prof. Lorenzo Bordogna: i contenuti dei contratti collettivi dell’ultimo rinnovo: una panoramica.
TAVOLA ROTONDA –Per una pubblica amministrazione efficiente e moderna al servizio dei cittadini. Coordina il prof. Andrea Lassandari. Partecipanti: Stefano Battini, Serena Sorrentino, Sergio Gasparrini – clicca qui