Ricordiamo la figura di Carlo Dell’Aringa riproducendo uno dei suoi ultimi scritti, apparso su un volume da lui curato insieme a Giuseppe Della Rocca: “Lavoro pubblico fuori dal tunnel?” – il Mulino 2016 – vedi). Dell’Aringa fu il primo Presidente dell’ARAN negli anni 1995-2000, quindi, fra gli attori principali dell’avvio della stagione dei contratti collettivi nazionali di lavoro nel pubblico impiego, previsti dal decreto legislativo n. 29 dell’anno 1993 che, a sua volta, faceva pendant con lo storico accordo Governo-Sindacati del 23 luglio di quello stesso anno (vedi qui).
Nelle sue recenti riflessioni egli concludeva che “la contrattazione aziendale nel pubblico impiego non abbia dato i risultati attesi “…che ” gli aumenti retributivi concessi a livello aziendale sono in larga misura di carattere fisso”….”le voci che vengono spesso ritenute variabili, di fatto non lo sono…le risorse per la contrattazione aziendale vengono spesso utilizzate per gli avanzamenti del personale nell’ambito delle carriere orizzontali“; che “nonostante le disposizioni di legge che imponevano di legare gli aumenti retributivi ai miglioramenti della prestazione, questo si è verificato ben poco e oggi l’opinione pubblica si lamenta, come un tempo,della scarsa qualità dei servizi offerti”. A proposito della dirigenza pubblica, che nella mente dei riformatori degli anni ’90 doveva essere il centro motore della gestione dei contratti, egli annotava fra l’altro: ” i dirigenti un pò per quieto vivere e un pò per mancanza di effettiva autonomia nei confronti sia della politica che dei sindacati, hanno privilegiato sempre criteri di eguaglianza e imparzialità, affidandosi, nella definizione dei premi a criteri….lontani dalla principi secondo cui essi vanno differenziati sulla base di a) esigenze interne di carattere organizzativo; b) performance dei singoli e dei gruppi; c) professionalità effettivamente praticata”….”il riferimento al comportamento del “privato datore di lavoro” è rimasto molto spesso sulla carta“…che “paradossalmente la cosiddetta “privatizzazione” del pubblico impiego, realizzandosi essenzialmente attraverso la “contrattualizzazione” del rapporto di lavoro, ha assegnato ai sindacati il potere e il compito di vanificare gli stessi obiettivi che i sostenitori della “privatizzazione” assegnavano alle riforme messe in campo” che, di conseguenza “la contrattazione dei criteri di valutazione si è trasformata in contrattazione dei risultati della valutazione. Ed è per questo motivo che i premi al personale sono spesso dati “a pioggia“.
Qui sotto il testo integrale del saggio del 2016 “Contrattazione collettiva e ruolo della dirigenza“
Carlo Dell’Aringa 2016 – Contrattazione collettiva e ruolo della dirigenza